Attraverso gli articoli di Claudio Grassi, responsabile organizzazione del PRC e di Paolo Ferrero, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, riflettiamo sull'importanza di un tesseramento ad un partito di matrice comunista, della necessità di sostenere il giornale del partito (liberazione) e speghiamo gli orientamenti e le scelte per le elezioni europee.


23 febbraio-1° marzo: una settimana di campagna straordinaria: tutti i circoli mobilitati per il Prc e per «Liberazione»
di Claudio Grassi, responsabile
Organizzazione segreteria nazionale Prc

Dopo aver realizzato il 24 e il 25 gennaio scorsi due giornate per il tesseramento, sulla base del positivo riscontro che abbiamo avuto, riteniamo utile darvi continuità. Proponiamo una settimana - dal 23 febbraio al 1 marzo - di mobilitazione straordinaria di tutti i circoli. Avanzando questa proposta, non vogliamo solo sollecitare assemblee degli iscritti per rinnovare la adesione al Partito, cosa di per sé importantissima, ma fare qualcosa di più. La situazione che stiamo vivendo, infatti, è eccezionale e non può che essere affrontata come tale.

In primo luogo vi è la drammaticità della crisi economica. Berlusconi dopo aver sostenuto che con un po' di ottimismo si sarebbe risolto tutto, oggi si dice "molto preoccupato". Naturalmente ciò non significa che i provvedimenti che il governo sta prendendo siano adeguati. Anzi. A fronte di un aumento enorme della cassa integrazione, della cessazione del contratto di lavoro per centinaia di migliaia di lavoratori precari, non si vede all'orizzonte alcun intervento serio che non sia il solito contributo, attraverso la rottamazione, per l'industria automobilistica. Alla drammatica situazione di numerose famiglie che si trovano a dover fare i conti con un proprio componente che perde il lavoro o che va in cassa integrazione, non viene dato alcun aiuto. Ai giovani precari viene negata qualsiasi prospettiva che non sia quella di svolgere - nella migliore delle ipotesi - lavori saltuari. Mentre avviene tutto questo abbiamo una "opposizione" parlamentare inesistente. Il Partito Democratico, diviso su tutto, non va al di là di qualche critica, ma non organizza nel Paese e in Parlamento una opposizione degna di questo nome. D'altra parte come potrebbe farlo visto che in questi anni ha spesso sostenuto quei provvedimenti economici che sono all'origine della crisi e cioè privatizzazioni, precarizzazione del lavoro e contenimento dei salari? Ma anche Di Pietro sulla crisi non alza la voce. Anche per lui, come per il Pd, sembra valere la regola che si può parlar male di Berlusconi, ma, quando ci sono di mezzo i padroni e la Confindustria, è meglio tacere. La partita tuttavia è aperta perché, come si è visto dallo sciopero di venerdì, vi è una reazione del mondo del lavoro forte e combattiva e vi è un impegno non solo di alcune categorie o del sindacalismo di base a sostenerla, ma di tutta la Cgil.
In secondo luogo siamo già entrati in una importantissima campagna elettorale. Ci andiamo con una legge elettorale voluta dal Partito Democratico e votata da tutti i partiti presenti in Parlamento, Italia dei Valori compresa, che introduce una soglia di sbarramento del quattro per cento. Veltroni, che in passato aveva criticato Berlusconi per aver cambiato all'ultimo momento la legge elettorale per ricavarne un vantaggio di parte, si è comportato esattamente nello stesso modo pensando di ridurre per questa via il calo di consensi del Pd. Non ci riusciranno. Rifondazione Comunista supererà la soglia perché la netta impressione che si percepisce è che questa volta il voto utile sarà "alla rovescia". Questa volta, poiché non si vota per il governo del Paese, non c'è lo spauracchio di Berlusconi e una Sinistra debole, come si è visto in questi mesi, determina un Pd sempre più centrista e priva di rappresentanza il mondo del lavoro più combattivo. Quello che era in piazza venerdì, per intenderci. Inoltre questa volta non ci presenteremo agli elettori con un simbolo sconosciuto e un programma indefinito, come avvenne il 13 e 14 aprile scorsi. Come ha deciso infatti la Direzione, mercoledì scorso, ci proponiamo di costruire una convergenza con le altre forze comuniste, anticapitaliste, di movimento, sulla base di un programma nettamente di sinistra, che abbia come sbocco naturale il Gue del Parlamento europeo, a partire dalla presentazione del simbolo di Rifondazione Comunista.
In terzo luogo dobbiamo fare tutto questo mentre una parte dei compagni che al congresso avevano sostenuto la mozione di Nichi Vendola è uscita dal Partito e sta dando vita ad un nuovo movimento politico, il Movimento per la Sinistra. Questi compagni stanno costruendo un cartello elettorale con Sinistra Democratica, i Verdi e i Socialisti. Ci criticano perché non abbiamo accettato anche noi di farne parte. A parte che è un po' singolare fare una scissione e contemporaneamente fare assieme una lista elettorale, ma ciò che proprio non condividiamo è ripetere l'esperimento dell'Arcobaleno e cioè quello di pensare che si supera lo sbarramento facendo un'ammucchiata per dividersi subito dopo il voto.
Sono questi i motivi che ci spingono a sollecitare nel Partito una mobilitazione vera, non rituale, partecipata, aperta. I modi con cui realizzarla possono essere molteplici, essi vanno dall'assemblea pubblica per discutere delle nostre proposte contro la crisi, all'iniziativa in difesa dei beni comuni, dalla presenza in piazza con la vendita del pane, al volantinaggio davanti ad un supermercato o ad una fabbrica, da un presidio antifascista, alla raccolta di fondi per la Palestina. Chiediamo ad ogni circolo di muoversi in questa direzione raccogliendo e sollecitando nel vivo dell'azione politica l'iscrizione a Rifondazione Comunista. Senza dimenticarci di Liberazione . Dal ventitré febbraio al primo marzo è anche la sua settimana. Quindi in ognuna di queste iniziative non ci si dimentichi di prenotare le copie di Liberazione e di diffonderle. Come si è visto dallo straordinario successo che ha avuto la diffusione del nostro quotidiano nella manifestazione di venerdì, si può fare.
Il simbolo del Prc alle europee a disposizione di tutta la sinistra impegnata nel cambiamento
di Paolo Ferrero, segretario nazionale Prc

Paolo Ferrero risponde a Mirko Lombardi, che definisce “boria di partito” (questo il succo della lettera) la proposta di Rifondazione di presentare una lista unitaria alle Europee, costituita da movimenti, comitati, centri sociali, associazioni, partiti, compagni e compagne con l’obiettivo chiaro di rafforzare la sinistra in Europa, di rafforzare il Gue. Un’occasione in più per chiarire la scelta di campo del Prc, anche alle prossime elezioni
Mi sembra interessante, questa settimana, rispondere a questa presa di posizione di Mirko Lombardi. Trascurerò i toni delicati e i sinceri apprezzamenti per il «Prc di Ferrero» e la «maggioranza di Ferrero». Ciò su cui invece merita insistere è che la posizione politica contro cui Lombardi polemizza non esiste, se la è inventata lui. Lombardi afferma infatti: «La boria di partito (come la bollerebbe Gramsci) ha mosso il Prc di Ferrero a scegliere la rottura a sinistra con la decisione di presentarsi da soli alle elezioni».
Colgo quindi l'occasione per segnalare a Lombardi che la Direzione nazionale di Rifondazione, che è l'organismo democraticamente eletto dal nostro partito e non un accrocchio di sodali del «Prc di Ferrero», ha deciso di avanzare la proposta di costruire una lista unitaria della sinistra per le elezioni europee. Noi non ci vogliamo presentare da soli e non ci presenteremo da soli; abbiamo proposto una lista unitaria. Una lista che abbia un punto fermo, inequivoco: la scelta di avere nel gruppo unitario della sinistra il proprio riferimento al Parlamento Europeo. Proponiamo cioè una lista in cui tutti gli eletti vadano a far parte del Gue. Questo è il punto discriminante della proposta politica di Rifondazione, perché il Gue rappresenta a livello europeo il punto di riferimento di tutta la sinistra anticapitalista, comunista, ambientalista. Il Gue, di cui siamo stati convinti soci fondatori, è l'unico gruppo che a livello europeo si oppone fermamente alle politiche liberiste costruite e gestite dal consociativismo tra popolari, socialisti e liberali e, in qualche occasione, sostenute dall'interclassismo dei verdi. Il Gue è a livello europeo il punto di riferimento della sinistra di alternativa, contro la grande coalizione che ha nei fatti gestito l'Europa dalla sua nascita producendo, da Maastricht in poi, l'Europa liberista governata dal monetarismo della Banca Centrale Europea. Il Gue ha messo in discussione i contenuti di quella Carta costituzionale europea che i Socialisti hanno glorificato e che i popoli europei, dove hanno potuto esprimersi, hanno bocciato.
La Linke, il Sinaspismos, Izquierda Unida, la Sinistra Verde Nordica, il Partito del Pomodoro Olandese, tutti i partiti comunisti europei stanno nel Gue e si battono in tutta Europa per avere abbastanza deputati per poter ricostituire il gruppo. Noi ci battiamo per lo stesso principalissmo obiettivo: avere un gruppo di sinistra vera, autonomo dal Partito socialista, a livello europeo.
Sottolineo la questione dell'appartenenza al Gue perché, nella proposta di costruire una lista genericamente di sinistra che Lombardi caldeggia, il punto centrale è che gli eventuali eletti sceglierebbero poi individualmente in quale gruppo andare: nei Verdi, nel gruppo socialista, nel Gue o da qualche altra parte. Quando si propone di fare una lista che unifichi tutta la sinistra, bisognerebbe avere l'onestà intellettuale di chiarire questo punto per non prendere in giro la gente.In tutta franchezza a me pare che questa proposta sia insostenibile.
Almeno chi votava Sinistra Arcobaleno sapeva che avrebbe votato qualcuno che andava a fare l'opposizione. Adesso invece si vorrebbe una lista in cui chi prende più preferenze va a sedere dove vuole, magari nel gruppo socialista, a fianco di Piero Fassino, per votare il 60 o il 70% delle volte con il gruppo popolare (di cui faranno parte Fini e Berlusconi) le direttive europee che produrranno ulteriori disagi sociali in Italia e in tutta Europa. Lascio perdere lo spettacolo della campagna elettorale con una guerra di preferenze tra candidati che non solo fanno parte di partiti diversi ma appartengono a diversi schieramenti a livello europeo. Ci troveremo a rimpiangere la Sinistra Arcobaleno.
Per questo motivo noi proponiamo una lista unitaria, costituita da movimenti, comitati, centri sociali, associazioni, partiti, compagni e compagne, ma che abbia un obiettivo chiaro: rafforzare la sinistra in Europa; rafforzare il Gue.
A tal fine mettiamo a disposizione il simbolo di Rifondazione Comunista che è, fino a prova contraria, il simbolo che dopo lo scioglimento del Pci ha caratterizzato la presenza di una sinistra degna di questo nome nel nostro Paese. Lo mettiamo a disposizione, non lo imponiamo; lo discuteremo, con due attenzioni: sapendo che, in primo luogo le improvvisazioni dei simboli in campagna elettorale si pagano care. In secondo luogo per noi la falce e martello, la parola comunismo, non è un peso; anzi pensiamo che, nella situazione disastrosa in cui è ridotta la sinistra in Italia, sia un risorsa. Proponiamo quindi per le europee una lista unitaria di sinistra che sappia dire a cosa serviranno i voti che chiediamo. Non è boria di partito, ma la volontà di ricostruire un minimo di chiarezza, di moralità nella politica; la volontà di stare a sinistra, anche in Europa.
15 Febbraio 2009

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