Il tema di questo convegno: il dissesto idrogeologico nel territorio comunale: cause-effetti-proposte d’intervento, contiene una parola “TERRITORIO” che può sembrare quasi inattuale perché mille volte proposta in conferenze, convegni, dibattiti, scritti, ma essa è da considerarsi sempre attuale in quanto il territorio è il teatro della nostra vita singola e collettiva, luogo da cui l’uomo attinge le sue risorse, dove riscontra il suo microcosmo, luogo che contiene valori poetici e letterari, quali quelli di paesaggio e di natura, ma anche valori attinenti la sfera del lavoro, dell’economia, della fatica per la sopravvivenza.


La difesa del territorio pertanto costituisce una imprescindibile priorità, come evidenziano gli eventi drammatici con morti e danni materiali enormi che hanno colpito recentemente alcuni paesi della Provincia di Messina e l’Isola di Ischia e più volte nel passato l’intero territorio nazionale.
La difesa del territorio deve intendersi come un insieme articolato di azioni che vanno dalla ricerca, elemento indispensabile di conoscenza del territorio, ai provvedimenti operativi (strumenti d’intervento).In tal senso la prevenzione risulta il metodo più efficace per la salvaguardia del territorio a differenza degli interventi post eventi calamitosi.


L’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente ha emanato il Piano stralcio di bacino per l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.) che costituisce lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico mediante il quale sono programmati e pianificati azioni, norme d’uso ed interventi riguardanti l’assetto idrogeologico.Le direttive del P.A.I. non sempre vengono tenute nella dovuta considerazione, sia per mancanza di fondi, sia per scarsa sensibilità alle problematiche di tipo idrogeologico.


Di seguito vengono elencate le situazioni più evidenti di pericolosità e rischio idrogeologico.


QUARTIERE PETRAZZI:

Il quartiere Petrazzi ricade nel conoide di deiezione del Torrente Lavinaro-Petrazzi che ha origine da Pizzo Agnello, continua lungo Tre Portelle, la strettoia del Cappellone, attraversa il quartiere Petrazzi, la depressione morfologica di contrada Cerri sfociando a Cala Marina.Il profilo longitudinale del torrente ha una pendenza media del 29%. La pendenza degli impluvi secondari varia dal 37% al 70%. Si tratta quindi di un bacino che incide profondamente il versante. Detto torrente è stato il protagonista di diverse alluvioni. La prima di cui si hanno notizie, a quanto sembra attendibili, risale al 1851. Essa fu preceduta da un giorno ed una notte di pioggia. Le conseguenze furono la distruzione del quartiere Petrazzi ed un pesante bilancio di 39 morti. Altre alluvioni si verificarono nel 1912 con una vittima, nel 1917, nel 1932 ed infine il 12 ottobre 1974 con 2 morti. Nel 1913 con Regio Decreto la zona imbrifera del Torrente Lavinaro-Petrazzi venne classificato bacino montano, nel 1921 fu redatto un progetto di sistemazione idraulico-forestale che prevedeva la costruzione di briglie lungo l’alveo principale ed il rimboschimento del bacino imbrifero. Opere di difesa e sistemazione idraulico-forestale sono state realizzate in tempi successivi, consistenti in briglie eseguite con pietrame a secco lungo l’alveo principale fino a quota 400 circa ed in muretti costruiti con pietrame a secco.L’ultima alluvione (1974) ha evidenziato che le opere realizzate prima di detto evento sono risultate insufficienti. Nel 1975 fu redatto con fondi regionali un progetto dal titolo: PROGETTO PER LA REALIZZAZIONE DI UN CANALE DI GRONDA E DI OPERE DI DIFESA DELL’ABITATO DI CASTELLAMMARE DEL GOLFO.Il progetto prevedeva la sistemazione idrogeologica del bacino imbrifero con vari interventi idraulico-forestali. Essi consistevano nella realizzazione di un canale di gronda, nonché interventi idraulico-forestali, consistenti in opere lungo l’alveo principale per tutta la sua lunghezza e lungo gli impluvi secondari, tributari del Torrente Lavinaro-Petrazzi (briglie in pietrame a secco-muretti-difese di sponda-viminate). A tutt’oggi gli interventi previsti sono stati realizzati solo in parte, consistenti in briglie in cemento, costruiti a valle della S.S. 187 e nel tratto finale di contrada Cerri. Interventi di forestazione per incrementare la superficie boschiva, dove attualmente risulta assente o ridotta a causa dei numerosi incendi, il ripristino delle vecchie briglie e la realizzazione di altre lungo tutto il percorso del torrente e dei suoi impluvi secondari contribuirebbero a garantire un’efficace protezione idrogeologica del quartiere.


AREA VIA FUGARDI:

Condizioni precarie di equilibrio si osservano lungo la scarpata di sinistra della vallecola a fondo piatto adiacente alla circonvallazione, ove le abitazioni sono ubicate sul ciglio della scarpata sub-verticale di via Fugardi. La roccia calcarenitico-sabbiosa di cui è costituita la scarpata, risente fortemente dell’azione degradante degli agenti esogeni (azione eolica e alterazione chimico-fisica ad opera delle acque circolanti). Il processo determina fenomeni di cavitazione in corrispondenza dei livelli friabili della roccia calcarenitica con possibili distacchi di lembi rocciosi sovrastanti, La scarpata è stata protetta con un muraglione in cemento solo parzialmente. Si ritiene di intervenire con urgenza con il completamento del muraglione al fine di mettere in sicurezza le abitazioni ubicate lungo il ciglio della scarpata che trovasi ad un livello di pericolosità e rischio geologico molto elevato.


AREA FRA CALA MARINA E CALA PETROLO:

Lungo il promontorio roccioso fra Cala Marina, le costruzioni sono allocate sul ciglio della falesia (lato ovest). La falesia costituita di roccia calcarenitica è soggetta ad una continua azione degradante ad opera degli agenti esogeni che determina fenomeni di cavitazione in corrispondenza dei livelli friabili della roccia calcarenitica con possibili distacchi di lembi rocciosi sovrastanti.


SCARPATA DI MONTE DI CONTRADA CERRI E DELLA STRADA DI ACCESSO AL PORTO:

La scarpata di monte della depressione morfologica di contrada Cerri, costituita da breccia detritica rossastra con labile grado di cementazione e da isolati blocchi calcarei presenta precarie condizioni di equilibrio. Anche sulla scarpata di monte della strada di accesso al porto, esiste il pericolo incombente di distacchi di blocchi e di breccia detritica. Si ritiene urgente provvedere completando per l’intero tratto stradale l’intervento di protezione solo parzialmente realizzato.


AREA PEDEMONTANA:

Nei versanti ENE e ESO di Monte Inici e nei versanti orientale e meridionale di M. Sparagio dove sono presenti scarpate sub-verticali, talora di centinaia di metri, l’azione degli agenti esogeni determina, nelle zone in cui la roccia è interessata da un fitto reticolo di fratture e diaclasi, l’isolamento ed il successivo distacco di blocchi di varia dimensione, che rovinando nel sottostante pendio possono interessare abitazioni e manufatti.Il rischio è particolarmente grave a monte della S.S. 187 e della strada comunale Bocca della Carrubba dove sono ubicate diverse abitazioni. Il rischio può essere se non eliminato del tutto, mitigato con interventi in parete o con tomi opportunamente collocati e dimensionati sulla base di uno studio geomeccanico e con interventi massivi di rimboschimento.


LITORALE COSTIERO:

Le scarpate di erosione costiera (falesie) sia quelle in roccia calcarea che in roccia calcarenitica sono soggette a distacchi per erosione marina al piede che determina talora situazioni di rischio ai manufatti ubicati lungo il ciglio. L’imponente muraglione di Cala Petrolo è stato realizzato negli anni 50 per proteggere l’abitato ubicato in prossimità della falesia. La falesia sulla quale è stata ricavata la S.S. 187 è in condizioni precarie di equilibrio. In alcuni tratti la falesia è contornata da una scogliera discontinua di blocchi della stessa natura litologica della sovrastante parete, in altri è separata dal mare da una piccola spiaggia ghiaioso-sabbiosa.La falesia è costituita da calcareniti giallastre, caratterizzate da un’alternanza di strati compatti di buone caratteristiche meccaniche e strati alquanto friabili. Essa è soggetta ad un continuo processo di degradazione dovuto in sintesi ai seguenti fattori: a) azione di scalzamento al piede da parte del moto ondoso, b) esistenza di un reticolo di fratture che tendono ad isolare dei cunei di roccia che vengono così a trovarsi in condizioni precarie di equilibrio, c) azione chimica e fisico-meccanica delle acque di circolazione attraverso le soluzioni di continuità.Un progetto per la realizzazione di una passeggiata a mare, datato 1975 e finanziato dal Comune, che consisteva nella realizzazione di un marciapiede in corrispondenza del bordo esterno della strada prevedeva interventi di consolidamento per tutta la lunghezza del segmento interessato mediante iniezioni di miscele cementizie ed interventi di protezione al piede della falesia. Dato il notevole impegno finanziario che tali interventi comportavano, il progetto è stato realizzato in modo molto parziale.


VERSANTE NORD DI MONTE COMUNI:

Situazione particolarmente a rischio si ha lungo la scarpata di monte della SS 187 fra Dacala Secca e Balata di Baida, dove la roccia calcarea, interessata da un fitto reticolo di fratture è interessata da un incessante processo di disgregazione con invasione della sede stradale di blocchi e detrito.Condizioni precarie di equilibrio si hanno lungo il versante dove è stata realizzata una strada di penetrazione agricola, interrotta da tempo per una frana che ha riversato sulla sottostante S.S. 187 detrito e fango.


STRETTOIA DI PONTE BAGNI:

La scarpata di monte della strettoia di Ponte Bagni, dove la roccia calcarea (scaglia) è fortemente fratturata, è soggetta a distacchi di blocchi rocciosi con rischio di invasione e parziale ostruzione del letto del Fiume Caldo.


AREE ADIACENTI A FIUMI E TORRENTI:

Si verificano in seguito ad eventi meteorici di particolari intensità. In genere il fenomeno si verifica allo sbocco di valli strette, dove per la riduzione di velocità delle acque, si ha la deposizione del materiale in sospensione ad un allagamento con esondazione del letto di magra e riattivazione del letto di inondazione. Tale evenienza si ha nel segmento finale del Fiume S. Bartolomeo, nella zona di coalescenza del Fosso Orghenere con il Torrente Sarcona e nella piana alluvionale del Torrente Guidaloca, soprattutto nel suo tratto terminale.
AREE SOGGETTE A PROCESSI MORFOGENETICI INTENSI DI MODELLAMENTO E DEGRADAZIONE DEI VERSANTI A PREVALENTE COMPONENTE ARGILLOSA:
Tali processi interessano tutti i versanti il cui substrato geologico è costituito da terreni argillosi. I processi più evidenti sono il soliflusso e la reptazione. Senza entrare nel dettaglio vengono indicate le aree maggiormente soggette a questi fenomeni: Contrada Celso, zona pedemontana versante SO di Monte Sparagio, versante meridionale di M. Abbatello, versante occidentale di M. Bosco.


ZONA DI SCOPELLO:

Il compluvio si estende da Portella di Baida a Cala Mazzo di Sciacca, racchiusa fra il versante orientale di M. Scardina e la dorsale di Pizzo Perania-Pizzo Varili, presenta assetto morfologico alquanto caotico con presenza di lembi e blocchi calcarei di notevoli dimensioni, dislocati sopra la formazione argillosa i imballati nella stessa, con declivi dolci caratterizzati da ondulazioni e cotonature, mentre il rilievo montuoso calcareo che delimita il compluvio presenta pendici marcatamente acclivi.Detta morfologia fu interpretata come prodotto di una paleo frana. Studi recenti considerano l’instabilità che interessa detta area, che si manifesta con una serie di crolli, scivolamenti rotazionali e colamenti, quali manifestazioni superficiali di un fenomeno complesso e vasto di DEFORMAZIONE GRAVITATIVA PROFONDA DI VERSANTE (D.G.P.V.).Si ritiene che interventi di sistemazione idrogeologica (drenaggi, briglie, fossi di guardia) e il ripristino delle vie naturali di deflusso (fossi di ruscellamento) modificate e talora scomparse per effetto della disordinata ed eccesiva urbanizzazione della zona, possano contribuire a mitigare le manifestazioni superficiali del fenomeno (soliflusso superficiale dovuto all’imbibizione della coltre alteritica per infiltrazione d’acqua).



Dott. Geologo Vito Galante
Organizzatore attività culturali del Circolo di Cultura di Castellammare del Golfo

Post più recenti Post più vecchi Home page

Scrivi al webmaster