IL GIORNO DEL RAZZISMO DI STATO





La Lega riesce a far approvare il decreto sicurezza. Un pacchetto di norme che introduce per la prima volta il reato di "clandestinità". Un altro passo verso il razzismo legalizzato.


Il giorno della Lega. Passa il ddl sicurezza
di Carlo Lania
su Il Manifesto del 14/05/2009

Oggi il via libera definitivo. Approvate ronde, reato di clandestinità e prolungamento della detenzione nei Cie. Maroni sui «bimbi invisibili»: «Panzane». Ma la Cei attacca: «Forte preoccupazione» per le nuove norme

Ronde, reato di immigrazione clandestina, tempi di detenzione prolungati fino a 180 giorni nei Centri di identificazione ed espulsione. Il disegno di legge sulla sicurezza marcia come un treno blindato alla Camera, forte del triplice voto di fiducia imposto dal governo. E' il giorno della Lega, che dopo mesi di frustrazioni, in cui ha visto le sue norme anti-immigrati prese di mira e bocciate da franchi tiratori della stessa maggioranza e criticate dall'Onu e dalla Chiesa, alla fine canta vittoria e porta a casa un provvedimento che peggiore non potrebbe essere ma che può sbandierare di fronte al suo elettorato. E questo anche se Berlusconi, abile come sempre, solo due gioni fa si è preso il merito della linea dura adottata contro gli immigrati. Ma poco importa. «L'importante è che il disegno di legge passi» dice Bossi e metà mattinata chiarendo il punto di vista del Carroccio mentre i tre maxi-emendamenti in cui il ddl è stato suddiviso vengono messi al voto uno dopo l'altro sotto gli occhi di tutti i ministri leghisti presenti in aula per celebrare l'avvenimento. Così come a presidiare la Camera si fa vedere anche Silvio Berlusconi. Ancora una volta, però, è Gianfranco Fini a cantare fuori dal coro del centrodestra. Parlando degli immigrati che vengono respinti in Libia e delle critiche (molto simili alle sue) che l'Onu ha rivolto alla politica del governo italiano, il presidente della Camera commenta: «Il problema esiste e si può trovare la soluzione in diversi modi» ma, spiega polemizzando con la Lega, «bisogna evitare eccessi propagandistici». Duro, ancora una volta, anche il commento dei vescovi, per i quali «di fatto il vero il grande tema che viene tenuto sotto silenzio di questo ddl è proprio l'importante tema dell'integrazione». A Fini replica seccamente Bossi: «Se non la fai sotto elezioni - dice il leader del Carroccio - la propaganda quando la fai?».Il risultato della giornata è scontato. Imbavagliata l'opposione e costretta all'obbedienza la maggioranza con la fiducia, c'è poco da fare. I tre maxi-emendamenti (immigrazione, criminalità organizzata e sicurezza urbana) passano senza difficoltà rispettivamente con 316 voti a favore contro 258, 315 a 247 e 315 a 237. Oggi le dichiarazioni di voto e la votazione finale. Poi il testo passa al Senato dove il ministro degli Interni Maroni spera possa essere approvato entro la fine del mese. Numerose le nuove norme. Tra queste c'è l'istituzione delle ronde attraverso elenchi gestiti dalle prefetture, l'introduzione del reato di clandestinità (punito con un'ammenda da 5 mila a 10 mila euro) con l'obbligo di denuncia per i pubblici ufficiali (fatta eccezione per i medici), il prolungamento da 60 a 180 giorni del periodo di detenzione nei Cie, l'istituzione di una tassa di 200 euro per chi richiede al cittadinanza italiana e di un'altra, compresa tra gli 80 e i 200 euro, per chi richiede il permesso di soggiorno, il carcere fino a 3 anni per chi affitta ai clandestini e per chi oltraggia un pubblico ufficiale e l'istituzione del registro dei clochard. Restano intatti i poteri del procuratore antimafia, mentre viene reintrodotta nella sua formulazione originaria la norma che obbliga i costruttori che partecipano a gare d'appalto a denunciare i tentativi di estorsione da parte del racket. Prevista anche l'istituzione di un albo per chiunque eserciti attività di sicurezza all'esterno dei locali pubblici (i buttafuori delle discoteche). Resta, infine, una delle norme più discusse del provvedimento, quella che impedisce l'iscrizione all'anagrafe dei figli delle donne immigrate. «Panzane», ha liquidato ieri la questione Maroni, sostenendo che la Bossi-Fini concede un permesso di soggiorno temporaneo alle puerpere, ma un nutrito gruppo di giuristi e alcune associazioni sostengono che si tratta di una possibilità destinata a decadere con l'introduzione del reato di clandestinità, cosa che per altro obbligherà l'impiegato dell'anagrafe, in quanto pubblico ufficiale, a denunciare la madre clandestina. Tesi che trova d'accordo i vescovi italiani, che ieri hanno espresso «forte preoccupazione» per i contenuti del provvedimento anche per le difficoltà che si verranno a creare per i figli nati da madri clandestine. E sui possibili rischi per i bambini, infine, lancia l'allarme anche l'associazione Terre des Hommes, secondo la quale con il reato di clandestinità migliaia di minori stranieri non accompagnati rischiano di essere rimpatriati.


Intervista di Cosimo Rossi ad Haidi Giuliani (Liberazione, 13/05/09)

«Qualunque cosa si possa fare contro questa destra e il suo carattere autoritario va fatta».

Quindi per Haidi Giuliani, candidata nella circoscrizione nordovest, alle prossime europee «anche andare a votare è importante». Perché «non dobbiamo permettere che, nonostante i suoi errori, la sinistra sparisca o che venga definito di sinistra chi approva i respingimenti degli immigrati e le politiche securitaria come fanno in Europa il Pd e Di Pietro».

L'Europa da una parte viene chiamata in causa come paravento per i provvedimenti contro gli immigrati e dall'altra condanna l'Italia. Qual è allora il suo vero volto politico?

In Italia si ha la capacità di peggiorare ogni cosa. Quindi ci si rivolge all'Europa con aria anche arrogante per sostenere che ha ragione il governo italiano, richiamando nello stesso tempo alcune direttive comunitarie.

Perché in effetti la politica europea non è così indulgente…
No, anzi si manifesta con un volto abbastanza feroce. Del resto, è sempre accaduto che il più ricco si difendesse dal più povero o, più precisamente, da chi è stato impoverito. Siccome al giorno d'oggi la forbice si allarga sempre di più, il dramma diventa ogni giorno più ampio e più profondo. Da questo punto di vista sarebbe importante riuscire a fare in modo che il parlamento europeo diventi finalmente un parlamento a tutti gli effetti, con potere legislativo, che non si occupi solamente di economia ma anche di garantire i diritti alle persone.

Proprio in materia di immigrazione anche i socialisti del Pse hanno adottato posizioni restrittive, come purtroppo dimostra la Spagna di Zapatero…
I socialisti in Europa sono ondivaghi. Si schierano di volta in volta a seconda della convenienza del momento. Perciò noi rivendichiamo giustamente di far parte del Gue, il gruppo della sinistra europea, che è molto chiaro e coerente nelle sue posizioni, dove non si è mai detta una cosa per poi farne un'altra. C'è un solo gruppo che ha cercato di contrastare queste politiche securitarie ed è il Gue. Francamente non comprendo chi dice di voler andare in Europa schierandosi apertamente in contrasto con Berlusconi ma per poi andare a sedere in gruppi diversi che spesso adottano le stesse politiche del governo italiano.

Ti riferisci al Pd ma anche a Sinistra e libertà?
Mi riferisco a tutti quelli che non indicano con chiarezza quali sono i loro obiettivi e le loro intenzioni in Europa. Da questo punto di vista io ho già fatto un'esperienza che mi ha fatto molto soffrire quando sono stata eletta in senato su un programma che poi è stato disatteso nella gran parte di quanto era in esso affermato. Questo non è ammissibile: non si può parlare in un modo e poi fare cose diverse.

A questo proposito anche l'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro è incredibilmente contraddittoria: in Italia si presenta come la forza più agguerrita contro Berlusconi, ma in Europa sostiene in gran parte le stesse posizioni…
Non vedo differenza tra gli obiettivi effettivi di Di Pietro e quelli delle destre. Adesso Di Pietro grida allo scandalo perché sono stati cacciati indietro i barconi senza riconoscere il diritto di asilo, però non mi pare che sia mai stato il paladino di una politica di accoglienza. Io poi con dell'Italia dei Valori ho un pessimo ricordo per la commissione di inchiesta sul G8 di Genova.

Bocciata proprio con il voto determinante del partito di Di Pietro…
Appunto. Una persona che si riempie la bocca con la giustizia eppoi nega una commissione di inchiesta che dovrebbe fare luce su quel che è accaduto veramente. Questo è esattamente il contrario della giustizia. Ed è quel che ha fatto Di Pietro.

Eppure anche a sinistra c'è chi guarda all'Italia dei Valori perché è più intransigente nell'opporsi a Berlusconi…
In Italia si cerca sempre l'uomo della provvidenza. E allora per contrastare l'omino della provvidenza di destra ci si rivolge a un altro omino della provvidenza. E' la dimostrazione della gran confusione che c'è a sinistra. E che forse è stata provocata anche dai partiti di sinistra e dal loro comportamento.

A che tipo di comportamento ti riferisci?
Alla mancanza di chiarezza e di coerenza, al fatto che bisogna essere credibili, senza fare affermazioni velleitarie che poi sono irrealizzabili ma anche senza venir meno a se stessi. Io penso da sempre che a sinistra, qualunque sinistra, si dovrebbe esprimere chiaramente i propri obiettivi e poi riunirsi per raggiungerli. Non credo sia più il momento di discutere di scissioni o di nuove aggregazioni, di fare partiti nuovi o dividersi in tanti pezzetti. Si tratta invece di lavorare. Chi vuole davvero l'unità lo faccia lavorando sui problemi concreti e non sulle chiacchiere.

Invece la sinistra si presenta ancora una volta divisa e forse non raggiunge neanche la meta…
Probabilmente non abbiamo ancora toccato il fondo, come si suol dire. Si vede che non è sufficiente il disastro in cui ci troviamo per capire che bisogna smetterla con le grandi dichiarazioni di intenti e identitarie. Perché non possiamo più permetterci di pontificare e sperare: dobbiamo fare tutto quello che è umanamente possibile per contrastare questa deriva autoritaria di destra che ormai si è affermata. Quindi qualsiasi cosa che si possa fare va fatta. Anche un gesto semplice come votare.



PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
FEDERAZIONE DI TRAPANI
CIRCOLO DI CASTELLAMMARE DEL GOLFO


COMUNICATO STAMPA

Una petizione popolare contro la crisi dal titolo ironico: se fossi una banca ti avremmo già salvato, per chiedere l’aumento di salari e pensioni, un tetto alle retribuzioni dei manager, un taglio alle spese militari, l’introduzione della tassa patrimoniale e della tassa di successione sui grandi patrimoni.
Questa la prima iniziativa del circolo PRC di Castellammare del Golfo in vista delle europee. Un modo diverso di aprire la campagna elettorale, cercando di fare capire alla gente, sempre più drogata da un operazione di disinformazione di massa, che la crisi economica che stiamo attraversando è il frutto delle politiche liberiste degli ultimi anni che da un lato hanno diminuito il potere d’acquisto delle persone attraverso la riduzione di salari e pensioni e dall’altra hanno favorito la speculazione finanziaria.

L’appuntamento per firmare il documento contro la crisi è per sabato 16 maggio 2009, dalle ore 11.00 alle ore 14.00, nei pressi del mercatino comunale di Castellammare del Golfo.

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