LA SCURE DELLA MANOVRA ECONOMICA SULLA SCUOLA

Nel quadro di una manovra economica improntata alla più dura politica antisociale, la scuola è il settore che paga il prezzo più alto. Nel mirino dei vari governi Berlusconi, per il suo diretto legame con la Costituzione Repubblicana, ora la scuola è fatta oggetto di un vero e proprio accanimento, rivolto tanto contro il suo finanziamento quanto contro il personale - docente, dirigente e ATA – che vi opera. Per capire la natura e la portata dell'attacco, nella scheda che segue sono analizzate tutte le parti del decreto che intervengono sulla scuola. È bene ricordare che questi provvedimenti si aggiungono a quelli previsti dalla controriforma Tremonti-Gelmini e completano il disegno governativo di smantellamento della funzione costituzionale della scuola pubblica.
L'insieme delle perdite di retribuzione avrà consistenti effetti negativi anche su pensioni e liquidazioni. A subire i danni maggiori saranno i lavoratori più giovani; si può calcolare che un insegnante che dovesse iniziare il suo servizio nel 2010 ci rimetterebbe circa 100.000 €, ai valori attuali, tra stipendio, pensione e liquidazione.

Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
Direzione Nazionale – Dipartimento Conoscenza – Settore scuola

Il 4 Luglio vota NO

PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
FEDERAZIONE DI TRAPANI
CIRCOLO DI CASTELLAMAMRE DEL GOLFO



OGGETTO: COMUNICATO STAMPA


In riferimento alla consultazione referendaria di giorno 4 luglio, riguardante la “questione” Plesso Buccellato, il Partito della Rifondazione Comunista circolo di Castellammare del Golfo si schiera per il no e invita tutti i cittadini ad esprimere il proprio dissenso per una scelta che oltre a provocare disagio ai bambini condiziona negativamente lo sviluppo culturale e sociale di un intero quartiere.
Con lo stesso comunicato si vuole precisare la lontananza ideale e politica dai partiti e pseudo-partiti, che pur appoggiando il comitato Plesso Buccellato, con le loro scelte attuali e passate, come quella di appoggiare esternamente il governo Lombardo, stanno contribuendo a determinare il sottosviluppo socio-economico della Sicilia.











Castellammare del Golfo
01/07/2010

Circolo PRC Castellammare del Golfo

Nel mirino del Guardia di finanza del Comando provinciale di Trapani i lavori di potenziamento delle opere marittime relativi alla messa in sicurezza del porto di Castellammare del Golfo, appalto da oltre 40 milioni di euro. L’accusa formulata dalla procura di Trapani è di frode nelle pubbliche forniture: cemento depotenziato e materiale inerte non corrispondente ai parametri previsti dal capitolato di appalto.
Perquisizioni e sequestri sono scattati presso le sedi di societa’ dislocate tra Venezia, Palermo, Alcamo e Castellammare del Golfo. Nel mirino le imprese appaltanti e sub-appaltanti coinvolte nel contratto di esecuzione dei lavori di messa in sicurezza dl Porto. Sigilli sono stti apposti dai finanzieri nell'intera struttura cementizia realizzata all’interno dell’area di cantiere del porto dove sono dislocati i massi artificiali destinati a contenere il moto ondoso e che non sarebbero conformi a quanto stabilito dal contratto di appalto e ad altre due aree di cantiere dislocate, una nei pressi della spiaggia Playa di Castellammare del Golfo e l’altra in contrada Magazzinazzi in territorio di Alcamo. Il sequestro operato dalla Guardia di Fnanza è volto ad accertare le caratteristiche qualitative della struttura cementizia finora realizzata, la sua solidita’ e la reale corrispondenza alle specifiche d’appalto.
Il partito della Rifondazione Comunista, circolo di Castellammare del Golfo, si augura che si possa fare luce nel minor periodo possibile sulle cause che hanno comportato il sequestro dei cantieri al fine di accertare le responsabilità. Il denaro Pubblico deve essere utilizzato per il bene comune e non per ingrassare le tasche di avidi speculatori.
Circolo PRC Castellammare del Golfo.

Ciò che serve alla Sicilia in materia di rifiuti non sono, come vorrebbe Berlusconi, soluzioni ‘campane’ e interventi della Protezione civile magari con scandali annessi: la nostra Isola ha bisogno invece di amministratori seri e responsabili, tutto il contrario di ciò che sono le giunte comunali e provinciali di centrodestra, totalmente incapaci di gestire l’ordinaria e la straordinaria amministrazione in materia di rifiuti e che dovrebbero avere il buon senso di dimettersi”.
Così, a nome della Federazione della Sinistra siciliana, Luca Cangemi (segretario regionale Prc) e Salvatore Petrucci (segretario regionale Pdci) commentano la presunta soluzione prospettata dal presidente del consiglio.
I dirigenti della FdS ricordano quindi che il presidente Lombardo ha fatto parte del centrodestra e ne condivide, dunque, tutte le responsabilità e ribadiscono che l’unica soluzione è di adottare la strategia Rifiuti Zero, basata sulla raccolta differenziata porta a porta, sul recupero, la riutilizzazione, il riciclaggio dei rifiuti: “Sistema – spiegano – in grado di trasformare un problema in opportunità e di creare nuovi posti di lavoro”.

Dopo l’annunciata grande opera sullo stretto di Messina, il Governo nazionale attraverso il Ministero dello Sviluppo guarda alla Sicilia quale fonte di petrolio. Si ipotizza dunque la possibilità non remota di effettuare trivellazioni, unitamente alla costruzione di una piattaforma petrolifera al largo dell'arcipelago delle Egadi, a poche miglia dalla costa trapanese. La Federazione di Trapani del Partito della Rifondazione Comunista esprime la netta contrarietà al saccheggio delle coste ove esistono, tra l’altro Riserve protette ed auspica piuttosto uno sviluppo sostenibile e la valorizzazione delle bellezze artistiche e naturali della zona, congiuntamente ad una mobilitazione generale in difesa dei beni ambientali.


Il Segretario provinciale
Salvatore Morsellino

Assemblea di circolo PRC

PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
FEDERAZIONE DI TRAPANI
CIRCOLO DI CASTELLAMMARE DEL GOLFO

OGGETTO: Ordine del giorno assemblea di circolo.


Giovedì 20 maggio 2010, alle ore 19:00, nei locali di via Ferrara, avrà luogo una assemblea di circolo del PRC in cui verranno discussi i seguenti punti all’ordine del giorno:

tesseramento al partito 2010;
costituzione del governo ombra e del consigliere ombra;
elaborazione del progetto il libro rosso di rifondazione comunista;
designazione dell’addetto stampa del circolo;
varie ed eventuali.


Chiunque voglia aggiungere dei punti all’ordine del giorno deve fare pervenire richiesta alla casella di posta elettronica: giagala@alice.it










Il segretario del Circolo PRC
di Castellammare del Golfo
Giacomo Galante

COMITATO POLITICO NAZIONALE 10 E 11 APRILE

Sabato 10 e domenica 11 si è riunito a Roma il Comitato Politico Nazionale del Prc, convocato per esaminare l’esito delle elezioni amministrative e la conseguente iniziativa politica da intraprendere per il prossimo futuro.

Il parlamentino del Prc ha approvato a larga maggioranza (con 87 voti a favore e 16 astenuti) il documento proposto dalla segreteria nazionale riportato qui di seguito e che, sulla base delle valutazioni relative alla fase politica, indica quattro “punti fondamentali” di intervento e impegno: unità della forze di sinistra e costruzione in quest’ambito della Federazione della sinistra, azione comune di tutte le opposizioni contro il governo dando seguito alla manifestazione del 13 marzo, alleanza elettorale per battere Berlusconi e ricostruire un sistema proporzionale, consolidamento del partito.

Il risultato elettorale delle amministrative
Le elezioni regionali del 28 e 29 marzo ci consegnano un risultato politico segnato in primo luogo dal consistente aumento dell’astensione. Questo dato ci parla di un distacco tra paese reale e sistema istituzionale che è il frutto di almeno due processi. In primo luogo la decisa riduzione del numero dei votanti che è cominciata in Italia con l’introduzione dei sistemi elettorali bipolari. La tanto magnificata “semplificazione politica” ha portato in realtà ad un distacco tra paese reale ed istituzioni che è il primo fattore di corruzione della democrazia repubblicana così come è stata costruita in seguito alla lotta di Liberazione. Su questa dinamica di medio periodo se ne è innestata un’altra legata direttamente alle politiche messe in campo dal governo. Di fronte ad una crisi economica che coinvolge direttamente milioni di famiglie e che ha modificato l’orizzonte esistenziale del paese aggravando pesantemente l’incertezza sociale e la paura nel futuro, la politica nel suo complesso non ha dato alcuna risposta. Non l’ha data il governo, non l’ha dato sin’ora l’opposizione. Di fronte ad un universo della politica che ha “parlato d’altro” è aumentata la solitudine delle persone e la sfiducia che la politica possa essere uno strumento efficace attraverso cui far fronte all’incertezza della crisi.

Rafforzamento della destra e del suo progetto politico e sociale
In questo contesto, nonostante la perdita di voti che ha caratterizzato il risultato del Popolo delle Libertà ma non della Lega Nord, il governo ne esce rafforzato così come l’asse politico tra Lega e Berlusconi. Questo rafforzamento – certo non privo di contraddizioni – oltre a garantire la prosecuzione del governo, determinerà un salto di qualità nella modifica degli assetti democratici e sociali del paese. Tutte le dinamiche sin qui messe in campo dall’esecutivo verranno potenziate ed accelerate. Da un lato ci troviamo di fronte ad una vera e propria emergenza democratica – caratterizzata pesantemente dall’attacco alla libertà di informazione – in cui nelle proposte dell’esecutivo, l’attacco all’indipendenza della magistratura si salda ad una proposta di presidenzialismo senza vincoli e di federalismo egoista. E’ del tutto evidente che l’obiettivo di legislatura del governo Bossi Berlusconi è quello di scardinare l’impianto costituzionale del Paese demolendo sia sul piano istituzionale sia sociale il bilanciamento dei poteri proprio della lettera e dello spirito costituzionale.
Questa offensiva sul piano democratico si salda infatti con una offensiva sul piano sociale che punta a smantellare l’intero impianto di diritti e garanzie sociali al fine di poter scaricare sugli strati popolari i costi di una crisi economica che non sarà breve. Sotto attacco vi è il sindacato di classe, il diritto alla contrattazione collettiva e il welfare così come l’abbiamo conosciuto. Il complesso di queste misure vedrà una decisa accelerazione nei prossimi mesi in virtù di un contemporaneo processo di riduzione della spesa sociale già più volte annunciata – a partire dall’ulteriore attacco alle pensioni – dell’ulteriore precarizzazione del lavoro e dell’attuazione del federalismo. Un attacco complessivo che, mettendo in discussione i diritti, mina alla radice ogni elemento di solidarietà sociale.
L’attacco alla democrazia formale e sostanziale del paese si salda al tentativo di imbavagliare l’informazione e alla produzione di culture reazionarie che vedono nel razzismo, nel patriarcato, nell’omofobia e nel darwinismo sociale i propri elementi caratterizzanti. Il risultato delle elezioni apre quindi la strada ad un tentativo di modificare negativamente e strutturalmente i rapporti di forza tra le classi, dentro un processo di gestione autoritaria della frantumazione del conflitto sociale e di imbarbarimento delle culture che regolano le relazioni sociali.

Assenza dell’opposizione
L’incapacità delle opposizioni di intercettare il crescente disagio sociale è segno della crisi strategica del centro sinistra, della debolezza della sinistra ed è all’origine dell’incapacità di utilizzare la scadenza elettorale per mettere in difficoltà il governo. Non solo, il risultato elettorale ha riaperto una conflitto interno al Partito democratico che invece di interrogarsi sui nodi del rapporto con la società vede riproporre dalla parte uscita sconfitta dal Congresso il tema del bipartitismo che già tanti danni ha fatto.
Il punto è che è mancata in questi due anni una seria e continuativa opposizione al governo Berlusconi. Ad una organicità di impianto dell’offensiva delle destre si è risposto in modo puntiforme senza costruire mai una risposta complessiva e una piattaforma complessivamente alternativa. A questo concorrono molti fattori, primo fra tutti una impostazione delle forze del centrosinistra che rimane sostanzialmente interna al paradigma neoliberista e quindi incapace di prospettare una coerente via di uscita a sinistra dalla crisi economica. Le diverse iniziative di mobilitazione promosse da Cgil, sindacati di base, forze della società civile o dalle stesse forze di opposizione sono rimaste episodi isolati che non hanno costituito un processo identificante di costruzione dell’alternativa.

Esigenza di un salto qualità a sinistra
A sinistra, in un difficilissimo contesto caratterizzato dalla censura mediatica, la Federazione ha visto una riduzione dei consensi – pur con risultati assai diversi da territorio a territorio – che segnala da un lato le difficoltà a far fronte alla dinamica del “voto utile” e dall’altro il diverso grado di radicamento e di efficacia del lavoro politico sui territori . Il risultato del voto, se da un lato ci permette la prosecuzione del nostro progetto politico, dall’altra ci pone la necessità di un deciso salto di qualità nell’iniziativa politica. La nostra azione, finalizzata alla costruzione di un polo di sinistra alternativa, autonomo dal centrosinistra, può e deve avere un salto di qualità. Abbiamo dinnanzi a noi alcuni anni prima di una nuova tornata elettorale generale, dobbiamo utilizzare bene questo tempo, per affinare e rafforzare il nostro lavoro e il nostro progetto politico.

I punti fondamentali su cui operare un salto di qualità sono i seguenti.

1Unità delle sinistre e costruzione della Federazione
In primo luogo proponiamo di lavorare da subito e con determinazione all’unità delle forze della sinistra di alternativa. Le elezioni così come la presenza nei conflitti sociali, evidenziano come il peso delle forze a sinistra del Pd non sia per nulla irrilevante anche se oggi è assai frammentato e privo di rappresentanza parlamentare. L’esperienza elettorale delle Marche di unità tra Federazione della Sinistra e Sel – che noi avremmo voluto praticare anche in Lombardia e in Campania – così come le positive esperienze di “biciclette” tra la Federazione della Sinistra e i Verdi e gli accordi realizzati con altre forze della sinistra antagonista, ci parlano in modo embrionale di una forte potenzialità per una sinistra autonoma dal centro sinistra. Proponiamo di aggregare questo campo di forze per unire la sinistra – dentro e fuori i partiti – imparando dai compagni e dalle compagne della Linke, del Front de Gauche, dell’America Latina che a partire dall’opposizione al neoliberismo hanno saputo costruire una sinistra plurale, federata, popolare.
Mettere al centro la democrazia partecipata contro ogni forma di plebiscitarismo è la condizione per costruire una alternativa sul piano sociale, politico e culturale. Oggi nessuna forma in cui si organizza l’attività politica è esaustiva della stessa: partiti, sindacati, comitati, associazioni, aggregazioni sulla rete, sono tutte forme parziali e non esiste una palingenesi a portata di mano. Occorre quindi tessere e federare, cucire legami politici nel pieno rispetto della dignità di ognuno e di ogni esperienza. Proponiamo quindi a tutta la sinistra di aprire un percorso di confronto e di unità che sappia ricostruire la speranza e il senso della lotta.
In questo quadro di lavoro per l’unità delle forze della sinistra di alternativa, autonoma dal Pd, decisivo è un salto di qualità nel processo di costruzione della federazione della Sinistra. Ad oggi in molti territori la federazione ancora non esiste e generalmente stenta a presentarsi con un profilo unitario di proposta politica. Così come solo in poche situazioni la Federazione ha saputo sin’ora aprirsi ai soggetti presenti sui territori. Non si può rimanere in mezzo al guado ma si tratta al contrario di accelerare questo processo costruendo in ogni territorio le strutture unitarie con la più grande attenzione a coinvolgere e rendere protagonisti del processo tutti i soggetti politici, sociali e associativi disponibili. Si tratta quindi di dar corso immediatamente a quanto deciso e previsto dai documenti politici e organizzativi della Federazione, dando vita ad un vero processo costituente che ci permetta di arrivare entro i tempi previsti al Congresso di varo definitivo della Federazione come soggetto autonomo dal centrosinistra e che persegue l’obiettivo strategico di fuoriuscita dal bipolarismo. Costruire la Federazione e costruirla come spazio politico aperto della sinistra è un punto decisivo su cui dobbiamo essere impegnati sin dalle prossime settimane. Si da mandato alla Direzione Nazionale di fare in tempi rapidi una valutazione del processo di costruzione della Federazione della Sinistra.

2 – Impegno unitario contro le destre sul piano sociale (dar seguito a 13 marzo)
In secondo luogo occorre fare un salto di qualità nell’azione politica al fine di sconfiggere questa incivile azione governativa. Le destre non si sconfiggono oggi nel cielo delle alchimie politiche ma nella società. Non si sconfiggono agitando il tema dell’alternativa di governo ma operando concretamente per fermare l’offensiva messa in atto del governo per scaricare i costi della crisi sugli strati popolari. Senza la consapevole costruzione di un movimento di opposizione non si sedimenteranno nuove adesioni e passioni, non si romperà la solitudine con cui vengono vissuti i drammi occupazionali e il disagio sociale, non si riconquisteranno energie per il cambiamento. In questi due anni l’opposizione non ha vissuto nella società. Le manifestazioni e gli scioperi fatti non sono sufficienti.
Per questo il cambio di passo è obbligatorio. Questo deve vedere l’impegno in prima persona del Partito della Rifondazione Comunista e della Federazione della Sinistra, ampliando su tutto il territorio le iniziative sin ora intraprese di sostegno alle lotte, di coordinamento delle stesse, di costruzione dei comitati contro la crisi e di costruzione di quello che abbiamo chiamato il partito sociale.
Questo nostro impegno in prima persona, che va rafforzato ed esteso e deve caratterizzare l’iniziativa politica di tutto il partito, non è però sufficiente. Proponiamo pertanto a tutte le forze che hanno promosso l’iniziativa del 13 marzo e a tutte le forze sociali e politiche disponibili di dare seguito a quell’appuntamento, di concordare alcuni obiettivi chiari sulla redistribuzione del reddito e del lavoro, sulla lotta alla precarietà, sulle politiche economiche e ambientali, sui diritti civili, per determinare una mobilitazione duratura nel paese. Proponiamo una prima mobilitazione unitaria di tutte le forze di opposizione contro la manomissione dell’articolo 18 e dei diritti del lavoro. Proponiamo inoltre un impegno comune ed unitario di tutta l’opposizione per costruire una campagna referendaria. Innanzitutto proponiamo che tutte le forze di opposizione sostengano i referendum contro la privatizzazione dell’acqua pubblica promosso dai Comitati. Proponiamo inoltre alle forze sociali e politiche di promuovere unitariamente referendum contro il nucleare, contro la precarietà, legge 30, per la democrazia sui luoghi di lavoro.
Un impegno unitario in questa direzione permetterebbe di sbloccare l’attuale situazione. Ci permetterebbe di ricostruire quel clima che da Genova nel 2001, passando per la mobilitazione della Cgil sull’articolo 18, per il movimento antirazzista a contro la guerra, costruì le condizioni per sconfiggere il governo Berlusconi nelle elezioni del 2006. Per poter sconfiggere Berlusconi nelle urne – obiettivo che tutti quanti condividiamo – dobbiamo prima metterlo in crisi nel suo rapporto con la società, Dobbiamo cioè costruire l’opposizione.

3- Alleanza elettorale contro destre per difesa democrazia e proporzionale
In terzo luogo avanziamo a tutte le forze disponibili la proposta di alleanza elettorale contro Berlusconi sulla base della difesa della democrazia, della Costituzione e della ricostruzione di un sistema elettorale proporzionale.
Si tratta di indicare con chiarezza la necessità di sconfiggere Berlusconi sul piano sociale come su quello istituzionale, denunciando come l’attuale assetto istituzionale bipolare sia funzionale alla derubricazione dall’agenda politica del tema dell’alternativa ed alla gestione delle politiche economiche all’interno delle compatibilità dettate dai poteri forti. La proposta di alleanza finalizzata alla sconfitta di Berlusconi si deve quindi intrecciare ad una campagna di massa contro il bipolarismo per porre le basi di un superamento della Seconda repubblica.

4- Consolidamento Rifondazione comunista
Ultimo ma non meno importante, al fine di realizzare il nostro progetto politico è necessario operare per il consolidamento di Rifondazione Comunista. Nell’ultimo anno l’attività politica del Partito è ripresa e ha determinato sia un consolidamento organizzativo sia una significativa produzione di esperienze di presenza nella costruzione del conflitto e della solidarietà sociale. Si tratta però di fare un salto di qualità che permetta da un lato di generalizzare le buone pratiche sociali, dall’altro di mettere mano agli elementi di debolezza per rilanciare il progetto della rifondazione comunista e per rendere il nostro partito più efficace nella costruzione di una uscita dal capitalismo in crisi.
a) In particolare, si tratta di migliorare la qualità del nostro lavoro politico nell’ambito della costruzione di un nuovo movimento operaio generalizzando le pratiche di costruzione di un efficace lavoro di massa. Occorre operare – in un quadro unitario – per diventare punto di riferimento della riorganizzazione del conflitto sociale sviluppando e rendendo patrimonio di tutto il partito le pratiche sociali di solidarietà e conflitto.
b) In secondo luogo si tratta di curare il nostro funzionamento organizzativo ed in particolare gli aspetti della nostra comunicazione con l’esterno. E’ del tutto evidente che l’oscuramento mediatico che subiamo è destinato a durare. Si tratta di fare quindi un deciso salto di qualità nella nostra capacità di comunicare e di rendere protagonisti nella costruzione della nostra iniziativa politica coloro con cui veniamo in contatto. A tal fine, oltre ad impegnare il partito in un serio lavoro di promozione del giornale e della rivista si tratta di potenziare decisamente il settore della comunicazione interattiva.
c) In terzo luogo si tratta di riaprire una discussione sul terreno della rifondazione comunista mettendo a valore le relazioni che abbiamo con il mondo dell’intellettualità interessato a questa prospettiva. Il significativo aumento del lavoro politico non ha corrisposto ad una capacità nella produzione di una nuova narrazione, di un nuovo immaginario di cosa vuol dire la proposta della rifondazione comunista oggi. Anche su questo terreno dobbiamo compiere un deciso salto di qualità che ci permetta di dispiegare a pieno il nostro progetto politico.

Il Cpn chiede alle strutture del Partito di discutere questo documento e da mandato alla Direzione Nazionale di fare entro il mese di aprile un piano di lavoro politico per i prossimi mesi.

Oggi muore la democrazia in Italia

Se un libero cittadino, a maggior ragione se non votante del PDL, si fosse presentato ad un concorso pubblico senza le carte in regola, sarebbe stato ammesso a concorrere? La domanda provocatoria che vi pongo è volta a capire perchè la politica del più forte deve oltrepassare le regole.
Come può oggi un cittadino libero ed onesto votare per il PDL?
Come si può dare il proprio consenso a chi non è in grado neanche di presentare una lista?
Oggi compagne e compagne, con la compiacenza del peggior presidente della Repubblica mai esistito, si celebra il funerale della democrazia in Italia.

La Federazione della Sinistra siciliana parteciperà oggi, 19 febbraio, alle manifestazioni indette in molti comuni per protestare contro la decisione di smantellare la Fiat di Termini Imerese. Lo comunicano i segretari regionali di Rifondazione comunista e dei Comunisti italiani, Luca Cangemi e Salvatore Petrucci, spiegando che le dichiarazioni in parlamento del ministro Scajola sono “l’ennesima riprova dell’inaccettabile superficialità e subalternità alla Fiat con cui è stata affrontata una vicenda decisiva per il futuro occupazionale e produttivo del Paese”.I due dirigenti della FdS sottolineano che “il governo omette di ‘disturbare’ la Fiat con i dati del rapporto tra produzione e consumo di auto in Italia, da cui emerge che il nostro è un paese importatore di auto e che per quel che ci riguarda non esiste dunque un problema di sovrapproduzione. La verità è che il governo non ha la volontà di costruire nessuna seria politica industriale, un piano per la mobilità sostenibile, che non è alternativo alla produzione di auto e in particolare di auto di nuova generazione a Termini Imerese. La verità è che il governo continua nella logica di ‘non disturbare il manovratore’, cioè la Fiat”.Per la FdS siciliana, “tutto questo è inaccettabile, tanto più per le continue sovvenzioni pubbliche di cui ha beneficiato l’azienda negli anni. E’ tanto più decisiva in questo contesto la mobilitazione dei lavoratori, dei sindacati e delle forze politiche per difendere con determinazione l’occupazione e il futuro produttivo della Sicilia e del Paese”.

Contributo mensile ai Circoli.


Si comunica che, a partire da Febbraio 2010 e, nei limiti del possibile, fino a dicembre 2010, verrà dato ai circoli un contributo mensile di € 80,00 (Ottanta,00) per l'affitto delle sedi. Tale contributo sarà , corrisposto bimestralmente con esclusionedei Circoli di Trapani e Favignana visto che al loro interno sono tesserati il Consigliere P.le e i due Consiglieri comunali di Favignana che provvedono a versare ai rispettivi circoli quote della loro indennità.
Si fa presente che il detto contributo verrà corrisposto al netto delle quote tessere 2009 non pagate o parzialmente pagate dai vari Circoli.
Ovvero non verrà elargito fino a quando non si sarà raggiunta la somma dovuta dal Circolo per le quote tessere 2009.

Il Segretario P.le
Salvatore Morsellino

Un paese di ladroni.


In questo paese di ladroni il processo breve bene si inserisce in un contesto di impunità diffusa. Il fatto che lo stesso provvedimento sia retroattivo la dice lunga sul conflitto di interessi che coinvolge il presidente del consiglio.

il lusso degli sprechi
di LAURA ANELLO


Alla faccia della superstizione, i novanta consiglieri regionali della Sicilia - che per legge hanno il diritto di farsi chiamare deputati - hanno pensato anche al benefit per il passaggio a miglior vita: un contributo di cinquemila euro per le spese funerarie. D'altronde, se hanno trascorso l'esistenza di agi nelle auguste sale del Palazzo dei Normanni di Palermo - un tempo reggia di Federico II - dovrebbero forse privarsi di incensi, velluti rossi e corone di fiori al momento della dipartita?

Ma anche la vita è bella per il deputato siciliano, l'unico consigliere regionale che abbia compensi equiparati ai senatori, 19.685 euro lordi al mese.
Più tutti gli extra, dall'autista ai cellulari di servizio, dai portaborse ai viaggi all'estero (pardon, missioni istituzionali).
Sarà forse per questo - per l'abbondanza in cui vivono gli inquilini dei palazzi del potere - che altrettanta munificenza, liberalità, larghezza viene adoperata per legioni di precari, eserciti di formatori professionali, barellieri delle ambulanze.
Il viaggio tra le spese delle amministrazioni siciliane non manca certo di riservare sorprese. Tanto che la gara bandita per acquistare trenta computer portatili per i consiglieri comunali della disastrata Favara - dove due bambine sono appena morte nel crollo della loro catapecchia - appare una tessera infinitesimale di un mosaico gigantesco. Una goccia nel mare. L'antipasto di un pranzo luculliano.

Proprio come i pasti che i deputati dell'Assemblea regionale possono gustare nelle due buvette di palazzo, una aperta pochi mesi fa con la possibilità di optare per menù etnici, dal sushi al pollo al curry. Per un primo gli onorevoli pagano 2 euro e 25, per un secondo 3 euro e 38, per un contorno 1 euro e 13, per il pane e il caffè 75 centesimi.
Perché conti così stracciati? Perché il resto è a carico del Parlamento più antico d'Europa. C'è da stupirsi allora se l'apertura di questo punto di ristoro abbia innescato una piccola lotta di classe? I 220 tra commessi, segretari, stenografi non hanno sopportato che l'ingresso sia stato riservato solo a deputati e portaborse. Per loro solo la storica buvette, altrettanto economica ma meno suggestiva.

Così, non c'è da meravigliarsi nemmeno se l'Assemblea - assediata ogni giorno da legioni di disoccupati, cassintegrati, precari, indigenti - abbia speso 216 mila euro per il nuovo logo commissionato dall'allora presidente forzista Gianfranco Miccichè nel sessantesimo anniversario dell'autonomia regionale. E se le celebrazioni, per una ricorrenza che cadeva nel 2007, durino ancora oggi.
Mentre è eterna la questione della formazione professionale, sulla quale proprio ieri è stato presentato un progetto di tagli alla spesa da 20 milioni: la Regione spende ogni anno 240 milioni di euro per foraggiare una galassia di migliaia di insegnanti.
Pazienza se ogni corso costa alle tasche dei cittadini 108 mila euro, pazienza se viene seguito in media da undici allievi, se soltanto uno studente e mezzo, alla fine, trova lavoro. I calcoli li ha fatti il procuratore generale d'appello della Corte dei conti, Giovanni Coppola: «L'effettivo avviamento al lavoro di un giovane siciliano pesa sui contribuenti 72 mila euro, non so davvero se ne valga la pena».

Meglio è andata a un drappello di venti giornalisti che invece il lavoro l'hanno avuto dalla Regione, e per chiamata diretta, assunti a tempo indeterminato nell'ufficio stampa con la massima qualifica di capo redattore.
Con quelli che c'erano già fanno ventitré, a fronte dei cinque di Palazzo Chigi. Forse per questo, il pm della Corte dei conti ha appena chiesto un risarcimento di sette milioni e 300 mila euro all'ex governatore Totò Cuffaro che li assunse e al successore Raffaele Lombardo che li tiene in servizio.
Bazzecole rispetto al buco della Sise, la società che si occupa dei soccorsi con il 118, la cui passata gestione è stata inghiottita in una voragine da 60 milioni di euro, 40 dei quali solo per straordinari. A dispetto del fatto che per ogni ambulanza ci sono dodici soccorritori-barellieri, in totale 3.200 dipendenti, il doppio della Regione Piemonte. I costi? Nel 2008 quasi 90 milioni di euro.

Troppi primati per non innescare una gara di emulazione. Così Palermo, completata la stabilizzazione degli ultimi tremila precari (che costano 55 milioni di euro l'anno e che in passato sono stati impiegati con le più diverse mansioni, da «guardiani della aiuole» a «custodi della fontana municipale»), diventerà il Comune con più personale d'Italia: 9.594 occupati, uno ogni 69 abitanti. Più di Milano e Roma. E i giardinieri? Sono mille, il quadruplo che a Torino. Ma al verde sono anzitutto le casse.

RICORDANDO CIACCIO MONTALTO

COMUNICATO STAMPA


"Era il 25 gennaio del 1983. In una fredda e gelida notte, alcuni colpi di mitraglietta squarciarono il silenzio in via Carollo a Valderice. La mafia aveva colpito di nuovo. Nel mirino dei sicari, il giudice Giangiacomo Ciaccio Montalto, sostituto procuratore della repubblica di Trapani. A ventisette anni da quell’omicidio i Giovani Comunisti ricordano la figura del magistrato ucciso dalla ferocia di Cosa Nostra.
L’unica colpa di Montalto?
Essersi avvicinato troppo alla realtà. Alle collusioni tra mafia politica e massoneria. Era andato a toccare dei fili dell’alta tensione scoperti rimanendo folgorato. Montalto, così come Francesco Taurisano, trasferito dal Csm per incompatibilità ambientale e Carlo Palermo, scampato alla strage di Pizzolungo, ha vissuto l’isolamento dentro e fuori il palazzo. Le commemorazioni sono importanti, ma da sole non bastano. I nostri “eroi” e sono tanti, troppi, dobbiamo ricordarli da vivi, diffondendo sempre di più le loro idee. In un Paese, che sembra averla perduta la memoria, è normale che un mafioso come Vittorio Mangano, ottenga la patente di “eroe” dal Presidente del Consiglio e dal suo ex braccio destro, Marcello Dell’Utri, ora condannato per mafia. Noi sappiamo che l’eroe non è Mangano. E’ normale che in questo Paese, il Presidente del Consiglio dichiari: “I magistrati sono matti . Per fare quel lavoro devi essere mentalmente disturbato, devi avere delle turbe psichiche”.
Oggi, i giudici Antonio Ingroia, Sergio Lari, Gaetano Paci, Nico Gozzo e Giovanbattista Tona sono dei bersagli viventi. Sono a rischio attentato. Il procuratore antimafia Nino De Matteo, che sta indagando sulle rivelazioni di Massimo Ciancimino è più fortunato, è solo sotto scorta da 16 anni. Adottiamio i giudici Antonio Ingroia, Sergio Lari, Gaetano Paci, Nico Gozzo e Giovanbattista Tona. Diamo loro e alle loro inchieste la massima visibilità e sostegno. Non permettiamo che vengano dapprima denigrati, poi isolati e alla fine zittiti come accadde 27 anni fa per Ciaccio Montalto."

Si è svolta la quarta Conferenza Provinciale dei Giovani Comunisti, che cade in una fase congressuale che vedrà gli iscritti impegnati a Roma il prossimo 19 Febbraio. Nel corso dei lavori che si sono svolti nei locali del circolo “Mauro Rostagno” in via Vespri a Trapani, è stato riconfermato Francesco Bellina nel ruolo di Coordinatore Provinciale.
Inoltre sono stati eletti i nuovi componenti del Coordinamento Provinciale formato da undici membri, rappresentanti tutta la Provincia.
Tra le priorità del Coordinatore si rimane inflessibili sull'impegno dell'antimafia sociale e sulla difesa dei diritti di lavoratori e studenti. “Abbiamo seguito fino ad oggi – sottolinea Bellina – la vertenza dei 900 lavoratori della Multimedia Planet e dei 42 lavoratori dell’ Scs. A loro voglio dire che continueremo a sostenere la loro lotta per il diritto al lavoro uno dei fondamenti principali sui quali è basata la nostra costituzione”.
Francesco Bellina, Ernesto Raccagna, Giorgia Bertolino e Gabriele de Biase, sono stati eletti Delegati Nazionali per la Conferenza Nazionale di Febbraio. Frattanto mercoledì prossimo una rappresentanza dei lavoratori della Multimedia Planet, parteciperà alla conferenza regionale dei lavoratori e delle lavoratrici, promossa dal Partito della Rifondazione Comunista, che si terrà presso l’aula consiliare a Termini Imerese.

La legalizzazione dell'illegalità


Umberto Santino
Sullo sgombero del Laboratorio Zeta

Tanto tuonò che piovve. Lo sgombero del Laboratorio Zeta era già stato annunciato parecchie volte e quel che è accaduto il 19 scorso non è frutto del caso. L'intervento massiccio delle forze dell'ordine, che faceva pensare alla ricerca di un mafioso latitante del calibro di un Messina Denaro, è il frutto di un gioco combinato e non di un colpo di testa imprevisto e imprevedibile.

I conduttori di questo gioco sono: un Comune incapace di darsi una politica culturale che non sia la pioggia di contributi ad associazioni, enti, comitati di feste rionali con pizzo incorporato, appositamente costituiti al fine di incettare pubblico denaro, e che non ha mai dato una risposta dignitosa agli esuli africani che hanno il diritto di ottenere l'asilo politico;

uno IACP che scopre di avere beni al sole quando sono occupati dai protagonisti di cultura e politica alternative come i giovani del Laboratorio; un'associazione come "Aspasia" che ha voluto con grande determinazione prendere possesso dei locali per impiantarci un asilo privato, esempio non nuovo di uso privato di locali pubblici.

Questo coacervo di incapacità, di clientelismo mai sfiorito, di associazionismo interessato, in nome di una legalità tanto predicata quanto trasgredita, ha prodotto la violenta defenestrazione degli operatori del Laboratorio e dei rifugiati, che non erano solo ospiti ma stavano conducendo un'esperienza purtroppo rara di partecipazione democratica.

Ma né via Boito né Rosarno sono fatti locali, anche se le specificità locali ci sono e non possono non esserci. Con un governo che è il peggiore dell'Italia repubblicana, che teorizza e pratica la legalizzazione dell'illegalità, questi non sono fatti isolati, ma esprimono una linea e una "cultura" (in senso antropologico).

I "negri", come vengono chiamati nei titoli di scatola del "Giornale" della famiglia Berlusconi, vanno bene se si fanno sfruttare, se non hanno nessun diritto, se lavorano in nero, non vanno più bene se alzano la testa e chiedono diritti quotidianamente calpestati.

I giovani vanno bene se bighellonano nelle discoteche, se incretiniscono davanti agli schermi televisivi, se fanno da claque ai tirapiedi di Berlusconi, di Lombardo e di Cammarata, non vanno più bene se si propongono come attori culturali, fanno di spazi abbandonati, che non interessano a nessuno, luoghi vivi di resistenza e di aggregazione. Esprimendo e vivendo una contraddizione con un sistema che li vuole precari e disoccupati, questuanti e remissivi.

Per nove anni il Laboratorio Zeta ha svolto un'attività quotidiana, fatta di concerti, proiezioni, seminari, incontri, corsi gratuiti di italiano per stranieri, ha approfondito tematiche come la città metropolitana, ha sostento le lotte dei senzacasa, è stato un punto d'incontro per centinaia se non migliaia di persone, non solo giovani, che vogliono vivere con occhi aperti e non si rassegnano a una quotidianità intessuta di lamentazioni e impotenza. L'incontro con gli asilanti non è stato un caso ma il prosieguo di un percorso, l'attuazione di un progetto. Tutto questo in una città sfigurata, rassegnata a replicare consenso a personaggi interessati solo a perpetuare un potere servile, non poteva non essere considerato un corpo estraneo, da eliminare alla prima occasione.

Di contro l'associazione "Aspasia" (una denominazione aulica che richiama la coltissima seconda moglie di Pericle, ricordata nei dialoghi platonici) ha tutte le caratteristiche per aspirare degnamente a prendere possesso dei locali di via Boito. Ha già ricevuto contributi notevoli (si parla di qualche milione di euro), assicura assistenza a pagamento a vecchi e bambini, non pone problemi, anzi si inserisce perfettamente nei modelli antropologici indigeni. È sintomatico che a fare le spese dello sgombero forzoso, assieme agli immigrati e agli organizzatori e ai fruitori delle attività del Laboratorio, ci siano degli apostoli della nonviolenza come Andrea Cozzo, che ha riportato ferite con una prognosi di 25 giorni, e Gandolfo Sausa, già assolto.

Il tentativo di criminalizzare i manifestanti non pare che debba riuscire, come non dovrebbe riuscire quello operato lo scorso 23 maggio, quando si è voluto sottrarre agli occhi della signorina Gelmini, inopinatamente scomodata per ricordare Falcone, il vecchio striscione dei Cobas con la scritta: "La mafia ringrazia lo Stato per la morte della scuola pubblica". Le incriminazioni per "violazione della Costituzione" (udite udite!), "resistenza e oltraggio alla forza pubblica", sembrano destinate a cadere. Ma purtroppo è pure sintomatico che lo stesso giorno dell'azione di forza messa in atto da forze dell'ordine in assetto di guerra, un mascalzone abbia ucciso il ventitreenne ghanese Habib Djibril in bicicletta, investendolo con la sua auto e non prestando soccorso. Dimostrando che la vita di un ragazzo di colore vale meno di uno straccio. Ora si pone il problema di offrire una sistemazione decorosa agli asilanti assieme a una prospettiva di continuità delle attività del Laboratorio. Le iniziative in programma vogliono allargare il cerchio, costruire una rete di rapporti che vada oltre solidarietà generiche. Se ancora c'è a Palermo qualcosa che somigli a una sinistra, al di là di sigle obsolete e personaggi più o meno interessati ad esibirsi, dia un segno di vita.


Pubblicato su "la Repubblica Palermo" del 22 gennaio 2010, con il titolo: "I peccati della politica e lo sgombero dello Zeta Lab".


Dopo la sentenza di secondo grado, definitiva quindi nel merito, che condanna Cuffaro a 7 anni con l'aggravante di aver agevolato Cosa Nostra, cosa aspetta Casini ad espellere Cuffaro?

La questione morale non può essere agita a corrente alternata e le questioni di mafia non possono essere messe in un cassetto. Da nessuno.


--Ufficio stampa Prc-SE


Dichiarazione di Paolo Ferrero, segretario del Partito della Rifondazione Comunista e portavoce della Federazione della Sinistra.


Rifondazione comunista è accanto ai lavoratori che da Termini Imerese a Carini, a Trapani, a mille altre situazioni, lottano a difesa del loro posto di lavoro ma anche per il futuro della Sicilia.

Sappiamo che sono e saranno lotte lunghe e difficili, bisogna attrezzarsi per resistere tutto il tempo che sarà necessario, attivando strumenti di solidarietà concreta.

Il Prc ha, da tempo, dato vita in molte realtà ai gap (gruppi di acquisto popolare) come forma di autodifesa contro la crisi e la speculazione sui generi di prima necessità, realizzando acquisti collettivi direttamente dai produttori. I gap sono stati punti di riferimento importante per la solidarietà alle popolazioni dell' Abruzzo colpito dal terremoto e stanno dando vita all' esperienza di “arancia metalmeccanica”, la vendita diretta a prezzi popolari di arance siciliane , da parte di produttori colpiti dalla crisi e dalla speculazione, per impedire che i frutti vengano lasciati a marcire sugli alberi e contemporaneamente per finanziare casse di resistenza dei lavoratori in lotta. Ventimila chili di arance di Francofonte , in provincia di Siracusa, vendute nei gap nel nord e nel centro Italia, hanno aiutato i lavoratori dell' Eutelia, in condizioni difficilissime.

In questi giorni i gap e i circoli di Rifondazione a Palermo, Catania, Trapani ed in altri centri della Sicilia sono attivati a sostegno dei lavoratori del call center “Multimedia planet”di Trapani da mesi senza stipendio, che stanno occupando il loro luogo di lavoro.

Nelle prossime settimane estenderemo questa iniziativa in collegamento alle lotte dei lavoratori in tutta la Sicilia.


Luca Cangemi
Segretario regionale Rifondazione comunista


E’ già possibile dare un giudizio sulle iniziative del Lombardo Ter, il cosiddetto “governo delle riforme”, in merito al decisivo capitolo della gestione della macchina amministrativa della regione, in particolare riguardo alle sue posizioni di vertice.

E’ un giudizio che non può che essere durissimo.

Siamo in presenza di una impressionante sequela di comportamenti illegittimi e devastanti per l’interesse pubblico, frutto di una coerente strategia di colonizzazione degli apparati regionali e del soddisfacimento di interessi particolari.

La designazione dei dirigenti generali è stata il festival della violazione di leggi, regolamenti e contratti, buon gusto; a partire da una nomina effettuata prima ancora delle deleghe assessoriali e senza alcuna procedura di trasparenza e di motivazione.
Si è poi continuato con l'elusione del principio della rotazione per tutti i riconfermati e l’individuazione di 9 dirigenti generali esterni piuttosto che gli 8 possibili, con un’ interpretazione faziosa persino della matematica.
Infine il blocco-sblocco delle nomine dei DG esterni da parte della Commissione ad hoc, che ha "valutato" in una nottata che i curricula dei 9, per professionalità, competenza e titoli vari, non avevano corrispondenti ed eguali tra i circa 2200 dirigenti interni.

Tra i membri della commissione, ciliegina sull’indigesta torta, un avvocato dell'Ufficio Legislativo e Legale, che valuta i titoli del Dirigente generale indicato per la direzione del suo ufficio….
Siamo solo all’inizio ma, del resto, alzi la mano chi si aspettava qualcosa di diverso


Il Prc a fianco del Centro Sociale Laboratorio Zeta di Palermo. Basta sgomberi!

Dopo numerose minacce alternate a promesse non mantenute, ingenti forze dell'ordine hanno provveduto allo sgombero del "Laboratorio Zeta" storico centro sociale di Palermo, da sempre punto di riferimento per migranti e richiedenti asilo e di continue iniziative sociali e culturali.

I rifugiati ospitati nel centro, tutti con permesso di soggiorno, rischiano di finire per strada, il lavoro del centro sociale, che per anni ha coperto il vuoto di intervento del Comune e della Regione, sta per essere smantellato.

In una città caratterizzata da ben altri problemi, dalla criminalità organizzata all'emergenza rifiuti, si preferisce applicare la tolleranza zero con i pochi capaci di riempire il vuoto culturale e sociale in cui si vorrebbe tenere il capoluogo siciliano.

L'intervento violento delle forze dell'ordine costituisce l'ennesima dimostrazione del significato attribuito da questo governo alla parola "legalità", ovvero garantire gli interessi dei potenti e di rifiutare ogni forma di opposizione sociale.

Il Prc, condanna duramente la decisione di procedere allo sgombero si considera a fianco dei ragazzi del Laboratorio e di tutti i cittadini e le cittadine palermitani che hanno provato a impedirne l'attuazione.

L'esperienza del Laboratorio Zeta va salvaguardata contro gli interessi degli speculatori e delle mafie.

Stefano Galieni (resp nazionale immigrazione Prc)

GIUSTIZIA é INGIUSTIZIA

Molto spesso ci siamo chiesti cosa sia giusto e cosa non lo sia. Molto spesso non comprendiamo il perchè una cosa per noi giusta non lo sia per altri. Ma questo sta nelle logica delle cose quello che è inaccettabile è pensare che in questo mondo debbano esistere persone, ogni riferimento a personaggi noti non è casuale, che debbano vivere nell'impunità.

Segue dichiarazione di Russo Spena (PRC) sul processo breve:

"Siamo stati sempre favorevoli a un processo giusto che si svolgesse in tempi definiti e con la massima garanzia per i diritti della difesa, ma oggi con l'approvazione al Senato del processo breve siamo di fronte a un testo il cui unico scopo consiste nella garanzia dell'impunità per il presidente del Consiglio e il sostanziale annullamento dei processi pendenti su di lui.
Dovremmo invece cominiciare a discutere seriamente, tra Parlamento, magistratura e società civile, dei veri problemi della giustizia, dei suoi aspetti organizzative, delle sue risorse, del numero dei magistrati come degli ufficiali giudiziari e dei cancellieri, ma si tratta tutti di temi su cui il governo ha negato qualsiasi discussione, impendendo dunque qualisasi miglioramento effettivo ed efficace della giustizia italiana."

Il drammatico calo del potere d’acquisto delle famiglie italiane registrato dall’Istat (-1,6% in un anno) non è solo indice della perdurante crisi economica che grava sul nostro Paese ma anche dell’inefficacia e degli effetti nefasti delle politiche economiche del governo Berlusconi.

Bisogna mettere in atto politiche economiche e sociali che siano l’esatto opposto di quelle del governo Berlusconi: bisogna tagliare le tasse a lavoratori e pensionati, aumentare le tasse ai ricchi, introdurre una vera tassa patrimoniale e colpire i grandi patrimoni e l’evasione fiscale.

Infine, la proposta Berlusconi di ridurre il sistema di tassazione italiano a sole due aliquote è profondamente sbagliata e ingiusta: favorirebbe solo i redditi più alti e, tra le tante conseguenze nefaste, vorrebbe anche dire la fine della sanità pubblica e l’introduzione della sanità a pagamento per tutti i cittadini italiani.
Dal Blog di Paolo Ferrero, segretario nazionale del PRC

Di seguito viene riportato il contenuto del volantino, già in distribuzione per il paese, in cui il comitato Plesso Buccellato replica alle accuse dell'amministrazione Bresciani di arrecare con la consultazione referendaria un danno economico al comune.


L’AMMINISTRAZIONE BRESCIANI ACCUSA IL COMITATO PLESSO BUCCELLATO DI AVERE, CON L’ATTIVAZIONE DELLA NOTA CONSULTAZIONE REFERENDARIA, DETERMINATO PER IL COMUNE UN DANNO DI CIRCA € 80.000,00, APPROSSIMATIVAMENTE PARI AL COSTO NECESSARIO PER IL SUO ESPLETAMENTO.

IN REALTA’ LE COSE NON STANNO COSI’

L’irresponsabile scelta concepita dal Sindaco in carica e finalizzata a trasferire U.T.C. nei locali della scuola Buccellato, oltre ad avere determinato a molte famiglie castellammaresi i già noti e, più volte, evidenziati gravi disagi, ha altresì cagionato all’erario comunale un danno economico che può essere così riassunto:

--VANIFICAZIONE DELLA SPESA DI € 500.000,00 CIRCA SOSTENUTA CINQUE ANNI FA PER IL RIADEGUAMENTO STRUTTURALE E FUNZIONALE DEL PLESSO BUCCELLATO;

--SOPPORTAZIONE DEL COSTO CONNESSO AL RIADEGUAMENTO DEL MEDESIMO PLESSO ALLA DIVERSA DESTINAZIONE DI U.T.C., COSTO PARI AD OLTRE € 100.000,00.

Tal’ultimo intervento, peraltro, è stato posto in essere abusivamente in quanto operato su immobile relativamente al quale non è stato ancora disposto il cambio di destinazione d’uso.
Aggiungasi infine che la perseverante ostinazione del Sindaco nel perseguire il detto proposito, più che inserirsi in una valutata scelta amministrativa, si rappresenta, in realtà, come una sua puntigliosa presa di posizione, circostanza quest’ultima confermata dal Difensore Civico nel corso dell’incontro da quest’ultimo avuto con una rappresentanza del Comitato del plesso Buccellato in data 05.01.2010.
Rileva da quanto sopra, pertanto, di come anche il costo per l’espletamento della consultazione referendaria consegua al comportamento, nello specifico, tenuto dalla Amm.ne Bresciani.
Il comitato del Plesso Buccellato

Per riflettere e analizzare



Il 5 gennaio del 1948 nasce a Cinisi Giuseppe Impastato militante comunista antimafia ucciso il 9 maggio del 1978. Il 5 gennaio del 2010 a 32 dalla sua morte, il giorno del suo 62° compleanno si attiva Radio 100 passi , una web-radio. Le frequenze della radio prenderanno vita a casa memoria, la casa che ha visto Peppino lottare contro il potere mafia/padre/autorità , che ha ascoltato i silenzi di una famiglia lacerata dalla mafia .L’idea parte dall’ass. 100 passi o.n.l.u.s. ed è gestita dall’ass. 100 passi network .
Speriamo di rivedere in questa web-radio uno strumento non omologato, un antagonista di un sistema connotato da inquietanti , quanto pesanti presenze mafiose che vanno a concorrere con gli apparati deviati dello stato .
http://www.radio100passi.net/


E' nato alla regione Sicilia il governo Lombardo- Miccichè – PD. L’ipocrisia con la quale i dirigenti del Partito democratico stanno, maldestramente, cercando di coprire questa evidente realtà dietro assessori tecnici “informali” rappresenta un ulteriore elemento di degrado.

Le forze della federazione della sinistra denunciano da tempo la preparazione di questa gravissima operazione politica, da mesi sottolineiamo che l’assemblea regionale siciliana è stata trasformata in una palude e ne chiediamo lo scioglimento.

Si è determinato già all’indomani delle elezioni regionali del 2008 uno scenario caotico, disastroso per la società siciliana, ideale per le più spregiudicate operazioni.

Adesso il Partito democratico ha definito, un organico rapporto di potere, accettando di sostenere una giunta che ha dentro e dietro di sé non solo alcuni tra i settori più impresentabili della destra siciliana ma che conferma persino il famigerato assessore Armao, protagonista di un clamoroso caso di conflitto d’interessi sul delicatissimo tema dei termovalorizzatori, di cui lo stesso PD chiedeva fino ad ieri le dimissioni.

Bisogna leggere bene questa operazione , coglierne la pericolosità, oltre gli aspetti grotteschi, pur così numerosi. Si gioca una partita sulla ristrutturazione degli equilibri di un sistema di gestione di risorse e consenso(fondi europei,ciclo dei rifiuti, sanità tra i capitoli più importanti) ma anche l’apertura di una nuova stagione di consociativismo nella società, in una fase in cui- da Termini Imerese al mondo agricolo- si annunciano conflitti rilevanti.

Non è un caso che i massimi sponsor del nuovo governo siano Cisl e Confindustria.
Un laboratorio di affari e di subalternità sociale che guarda anche ad una fase di “inciuci” nella politica nazionale.

La costruzione di un vasto fronte di opposizione politica e sociale è quindi un compito urgente per contrastare questi progetti e per impedire che questa vicenda sia un nuovo, disastroso, incentivo alla passivizzazione dei cittadini e delle cittadine.

Le lotte contro la mafia, per il lavoro, per l’ambiente e i beni comunisono il terreno su cui si può invertire la tendenza.

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