Felice anno nuovo a tutte e tutti



Domani 29 dicembre 2009, alle ore 18.30, nei locali di via Ferrara (sede del circolo PRC di Castellammare del Golfo), avrà luogo un incontro con i tesserati e i simpatizzanti del PRC. Con l'occasione si tirerranno le somme dell'attività svolta durante il 2009.


Giacomo Galante, segretario circolo PRC Castellammare del Golfo.


Con la presente si coglie l'occasione per augurare a tutte e tutti un sereno anno nuovo nel segno del cambiamento e della alternativa.


Associazioni, comunità religiose, forze politiche e sindacali attive a Trapani e in Sicilia promuovono e organizzano per i giorni 27 e 28 dicembre 2009 alcune iniziative pubbliche in occasione del decimo anniversario del tragico rogo del Centro di Permanenza Temporanea “Serraino Vulpitta” di Trapani in cui persero la vita sei immigrati.


Domenica 27 si svolgerà un massiccio volantinaggio informativo lungo via G.B. Fardella a partire dalle ore 18.

Lunedì 28 sarà effettuato un presidio antirazzista davanti il Centro di Identificazione ed Espulsione “Serraino Vulpitta” con inizio alle ore 15.30.

Successivamente, con inizio alle ore 18, nei locali del Cine Teatro Don Bosco di via Marino Torre, n. 15 sarà proiettato un documentario al quale seguirà un’assemblea cittadina.

Di seguito, e in allegato, il documento politico di indizione delle iniziative e l’elenco dei soggetti promotori.
Dieci anni fa si consumava a Trapani la strage dell’allora Centro di Permanenza Temporanea “Serraino Vulpitta”. In seguito a una rivolta, sei immigrati detenuti nella struttura morirono a causa di un incendio divampato nella camerata in cui erano stati rinchiusi.

Rabah, Nashreddine, Jamel, Ramsi, Lofti e Nassim – questi i loro nomi – persero la vita in un estremo tentativo di riprendersi la libertà che gli era stata negata.

Fin da subito apparvero evidenti le carenze strutturali del CPT “Vulpitta, un’ex casa di riposo per anziani adibita a campo di internamento per immigrati.

Dopo quei tragici fatti, anche grazie alla spinta degli antirazzisti trapanesi e di tutta la Sicilia che mantennero alta l’attenzione dell’opinione pubblica sulla vicenda, fu istruito un processo che vide alla sbarra l’allora prefetto di Trapani Leonardo Cerenzìa, imputato – in qualità di responsabile amministrativo della struttura – di omissione di atti d’ufficio, omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, omessa cautela.

Da quel procedimento emersero elementi di negligenza e omissioni che dimostravano la generale inadeguatezza di chi – a tutti i livelli – gestiva il CPT.

Nell’aprile 2004, nel solco della peggiore tradizione delle stragi impunite di questo paese, Cerenzìa fu assolto da tutti i capi d’accusa e la sentenza fu confermata, un anno dopo, in appello. Nessun colpevole, dunque, tranne l’immigrato che materialmente appiccò l’incendio.

In questi dieci anni, la storia del CPT “Serraino Vulpitta” è stata continuamente scandita da episodi simili. Decine e decine di rivolte, di tentativi di fuga, di evasioni più o meno riuscite, di atti di autolesionismo, di tentati suicidi, di scioperi della fame, di proteste individuali e collettive. Per non parlare poi delle denunce degli immigrati che, in più occasioni, hanno puntato il dito contro l’invivibilità della struttura e le violenze delle forze dell’ordine deputate alla sorveglianza dei trattenuti.

Una storia, quella del “Serraino Vulpitta” in tutto simile a quella degli altri Centri di detenzione per immigrati sparsi per l’Italia. Galere etniche in cui le persone vengono rinchiuse solo perché classificate dalla legge come “irregolari” o “clandestine”.

A dieci anni dal rogo del “Vulpitta” – il primo Centro istituito in Italia dalla legge Turco-Napolitano del 1998 – il livello della repressione nei confronti degli immigrati in Italia è addirittura peggiorato.

Governi di centrodestra e di centrosinistra hanno garantito una sostanziale continuità nelle normative sull’immigrazione, sempre finalizzate a rendere difficilissimo l’ottenimento del permesso di soggiorno e a creare un’enorme massa di manodopera a basso costo esposta al ricatto della clandestinità, delle mafie e dei trafficanti di esseri umani.

Negli ultimi dieci anni le campagne di criminalizzazione promosse dalla classe dirigente nei confronti degli immigrati hanno spianato la strada a un razzismo diffuso, a un’aperta ostilità contro gli stranieri, accusati di essere gli artefici di tutti i mali della nostra società. Il cosiddetto pacchetto-sicurezza è, nell’ordine, l’ultimo atto di una politica fondata sulla paura e l’autoritarismo, improntata al restringimento delle libertà civili (come i divieti a manifestare o a vivere liberamente gli spazi urbani) in nome della “sicurezza” o, peggio, di un presunto “decoro”.


La legge Bossi-Fini sull’immigrazione è stata ulteriormente inasprita dalle norme contenute nel pacchetto-sicurezza in cui si dispone la costruzione di nuovi Centri di detenzione per immigrati, il prolungamento della detenzione fino a sei mesi, il carattere penale del reato di clandestinità, il respingimento in mare dei migranti.

A Trapani, città di frontiera già segnata dalla presenza del “Vulpitta”, è in fase avanzata di costruzione un nuovo e più grande Centro di identificazione ed espulsione in contrada Milo, all’estrema periferia della città, un nuovo lugubre monumento al razzismo di stato.


Negli ultimi dieci anni la migliore resistenza al razzismo è stata offerta proprio dagli immigrati, dalla loro autorganizzazione, dalla loro capacità di mobilitarsi per difendere i loro diritti. Le stesse rivolte, sempre frequenti in tutti i Centri di detenzione d’Italia (da Trapani a Caltanissetta, da Milano a Roma, da Modena a Bari, da Lampedusa a Gradisca d’Isonzo), sono la testimonianza più drammatica di quanto sia insostenibile la privazione della libertà quando si viene incriminati non per ciò che si fa ma per ciò che si è.


Nel decimo anniversario della strage del “Serraino Vulpitta”, il ricordo di quei fatti non può prescindere da una rinnovata opposizione all’esistenza di queste strutture e dal rifiuto netto di qualunque discriminazione e di ogni razzismo.


Non ci arrenderemo mai all’idea di vivere in un paese razzista, un paese in cui la libertà e i diritti vengono oltraggiati dall’arroganza del potere.

Non ci arrenderemo mai alla tentazione di considerare luoghi come il “Serraino Vulpitta” necessari o “normali”.


– Per ricordare Rabah, Nashreddine, Jamel, Ramsi, Lofti, Nasim morti nel rogo del 1999 e tutti i migranti morti nei CPT, davanti le nostre coste, spariti nelle campagne o sepolti sotto le macerie dei nostri cantieri.

– Per la chiusura del Centro di Identificazione ed Espulsione “Serraino Vulpitta” e contro l’apertura del nuovo CIE di contrada Milo.

– Per la chiusura di tutti i CIE (ex CPT), per l’abolizione delle leggi razziste (Bossi-Fini e Turco-Napolitano) e del pacchetto-sicurezza.

– Per l’eliminazione del legame tra contratto di lavoro e permesso di soggiorno.

– Per la libertà di movimento di tutte e tutti, in Italia e nel mondo.– Per il riconoscimento dei diritti fondamentali per tutti, immigrati e non.

– Per l’autonomia dei movimenti e l’autorganizzazione delle lotte.

– Per la solidarietà e la giustizia sociale, contro ogni razzismo.


Coordinamento per la Pace

- TrapaniAssociazione “Amici del Terzo Mondo”

- Marsala Ass. Italia-Tunisia

Ass. Senza SpondeAss.

Un legale per tutti

CGIL - Trapani

Chiesa Valdese di Trapani e Marsala

Coordinamento Anarchico Palermitano

Federazione Anarchica Siciliana

Federazione Siciliana FdCA

Libera - associazioni, nomi e numeri contro le mafie

Movimento "Per Erice che vogliamo"Partito della Rifondazione Comunista - Circolo “M. Rostagno” TrapaniSinistra

Ecologia e Libertà - Trapani

Un’Altra Storia - Trapani

Lotta alla mafia e azioni politiche.

La lotta alla mafia deve essere un fatto sociale. Questo significa che la mafia va attaccata non solo attraverso forme di repressione del fenomeno malavitoso ma anche attraverso una efficace cultura della legalità. Politicamente significa tradurre tale cultura in azioni concrete: leggi.

Ecco perche gli sforzi delle tante associazioni che lottano contro la mafia, e che si definiscono a ragione apartitiche, necessitano di uno sbocco politico e di un impianto ideologico che deve mettere al centro del progetto la legalità e il rifiuto della mafia. Perchè, se è vero, come è vero, che la cultura della legalità non conosce steccati ideologici, allo stesso modo l'azione politica in parlamento deve basarsi su atti concreti volti a minare alla base il fenomeno mafioso attraverso norme che mettano in difficoltà chiunque voglia delinquere, pulire il denaro sporco, falsificare i bilanci. Tutte le leggi votate a maggioranza e proposte dall'attuale governo muovono nella direzione opposta favorendo chiunque voglia delinquere in genere e in particolare la mafia, vedi scudo fiscale, messa all'asta dei beni confiscati alla mafia, depenalizzazione del falso in bilancio.
Un motivo in più per dire ad alta voce che chi vota PDL, a meno che non si dissoci dagli atti ufficiali del partito, NON HA CREDIBILITA' PER FARE ANTIMAFIA.

Di seguito con una serie di domande e risposte viene chiarito il significato e l'importanza di norme in tema di beni confiscati alla mafia e la gravità dell'emendamento votato in senato che introduce la novità di potere mettere all'asta un bene confiscato con la possibilità che lo stesso ritorni attraverso prestanomi in mano mafiosa

Che cosa prevedono le attuali norme in tema di beni confiscati alla mafia?
La confisca dei beni ai mafiosi è prevista dalla legge Rognoni-La Torre, approvata il 17 settembre 1982 come risposta dello Stato dell’uccisione del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Per la prima volta si aggrediscono i patrimoni di Cosa Nostra con l’obiettivo di sottrarre ai clan la forza finanziaria, ma non si prevedono procedure di riutilizzo degli immobili confiscati: appartamenti, ville, alberghi, magazzini, terreni agricoli.

Come si destinano gli immobili sequestrati alle attività sociali?
Un decreto legge del 1989 introduce le prime forme di destinazione e ammette la possibilità di vendita dei beni. La legge 109 del 1996 - approvata a seguito di una proposta di iniziativa popolare che raccolse oltre un milione di firme - esclude tassativamente la vendita e prevede l’assegnazione degli immobili a fini sociali (cioè alla realizzazione di scuole, comunità di recupero, case per anziani) istituzionali o di pubblica sicurezza. L’idea è di fare tornare alle comunità locali patrimoni accumulati in modo illecito.

Che cosa dice l’emendamento appena approvato dal Senato?
Stabilisce il termine di 90 giorni, centottanta nei casi più complessi, perché l’Agenzia del Demanio assegni agli enti locali gli immobili confiscati. Nel caso in cui questo non accada, introduce la possibilità di metterli all’asta. Eventualità concreta, visto che i tempi di destinazione sono di solito molto più lunghi di tre mesi e le procedure farraginose.

Quanti beni sono stati confiscati e assegnati?
Dalla legge del 1982 al 30 giugno del 2009, ultimo dato disponibile, sono stati confiscati 8.933 immobili. Ne sono stati assegnati 5.407, mentre ben 3.213 beni sono bloccati al Demanio, spesso per problemi di ipoteche o di proprietà indivise o non individuabili. A meno che non vengano assegnati entro novanta giorni, sono quelli che potrebbero essere venduti all’asta.

Come verrebbero utilizzati i proventi?
L'emendamento prevede che i soldi ricavati dalle vendite all’asta siano dati per metà al ministero degli Interni (alle forze di polizia), e per metà a quello della Giustizia. Il procuratore capo di Torino, Gian Carlo Caselli, e diverse associazioni antimafia tra cui Libera di don Luigi Ciotti hanno lanciato l'allarme sul rischio che l'emendamento possa rappresentare un regalo alla mafia.

Perché potrebbe essere un regalo alla mafia?
Perché i clan mafiosi, attraverso prestanome, avrebbero la possibilità di riappropriarsi dei beni che hanno perduto. A favore della misura è invece l’associazione familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, la quale spera che lo Stato trovi così i fondi da destinare ai parenti delle vittime di mafia.

Ci sono altre ragioni di opposizione?
Comuni e associazioni si chiedono come lo Stato ritenga di superare, con le aste, i problemi che hanno rallentato l’iter di assegnazione ai Comuni. Ipoteche e proprietà indivise sarebbero di ostacolo anche alle compravendite.

Che cosa sono gli 8.933 immobili confiscati?
La maggior parte dei beni, 4.702, sono case, ville, appartamenti. I terreni sono 2.287. Box, garage, autorimesse, cantine, posti auto ammontano a 1.075. I fabbricati in genere sono 474; gli impianti industriali, le cave, i capannoni, 190. Diciotto gli alberghi, le pensioni, gli impianti sportivi. Gli edifici non catalogati 187. Valgono più di 220 milioni di euro e si trovano nell'83 per cento dei casi in Sicilia, Campania, Calabria e Puglia. Ma un significativo 7,2 per cento è in Lombardia.

Come si assegnano i beni confiscati?
Il Demanio chiede al Comune, e di recente anche alla Regione e alla Provincia in cui ricade il bene, di manifestare l’interesse a utilizzarlo per fini sociali, istituzionali o di sicurezza. Se c’è un’indicazione in tal senso, parte l’iter per l’assegnazione, definita anche destinazione. Se questo processo si conclude positivamente, si passa alla consegna, atto con cui l’immobile entra nel patrimonio indisponibile, quindi non vendibile, dell’ente locale. A quel punto, se il Comune non ha intenzione di utilizzare direttamente il bene per fini istituzionali, emana un bando aperto alle associazioni di volontariato o alle cooperative sociali che operano sul territorio.

Quali difficoltà hanno gli enti locali?
Quando entrano in possesso di beni sequestrati, la difficoltà maggiore è la mancanza di finanziamenti per la messa in sicurezza e la ristrutturazione del bene. Molti Comuni siciliani, per esempio, chiedono da tempo che l’immobile sia accompagnato da una «dote» finanziata con i soldi sequestrati alla mafia.

E se Babbo Natale fosse comunista......

Buon Natale a tutte e tutti.
Non siate mai buonisti mi raccomando....

Seduta straordinaria della Consulta Giovanile

Domani mattina, 24 dicembre 2009, alle ore 11, nella sala giunta del palazzo muncipale (corso Mattarella, primo piano), così si apprende dal portavoce del Sindaco Annalisa Ferrante, avrà luogo una seduta straordinaria della consulta giovanile. Oggetto della seduta la tossicodipendenza tra i giovani. La convocazione straordinaria si inquadra nel contesto sociale inquitante emerso in seguito ai recenti fatti di cronaca che hanno reso di dominio pubblico il preoccupante aumento dell’uso e traffico di droga tra i giovani castellammaresi.
Interverranno: il sindaco Marzio Bresciani ed il dirigente del commissariato di Polizia di Castellammare, Antonio Squillaci.
Al di là delle solite considerazioni formali e istituzionali si auspica che il disagio giovanile, che sta alla base dell'uso di droghe, sia affrontato con cognizione di causa, con partecipazione attiva dei giovani, senza falsi moralismi e ipocrisia.

Ecco cos'è il conflitto d'interessi.

Molto spesso la gente si chiede quale sia il significato del conflitto d'interessi che investe in prima persona il Berlusca e liquida la discussione con un laconico "chi iti circannu?". Soltanto per capire di più riporto le dichiarazioni di Paolo Ferrero circa "l'aiuto" delle banche alle aziende berlusconiane.

Dichiarazione di Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc-Se.
FERRERO - PRC: CONFLITTO D'INTERESSI, FIDEJUSSIONE DI 750 MILIONI A FININVEST LO DIMOSTRA IN MODO LAMPANTE

Mentre migliaia di artigiani e di piccole imprese non riescono ad avere un euro in prestito dalle banche per far riprendere le loro attività e spesso sono costrette a chiudere oppure a farsi prestare i soldi dagli strozzini, proprio oggi è stata formalizzata davanti ai giudici di Milano la fidejussione con cui quattro banche garantiscono il versamento di Fininvest a Cir di 750 milioni per il Lodo Mondadori.
Insomma, Fininvest ottiene quasi 800 milioni di fidejussione dalle principali banche italiane senza dover fare alcuno sforzo. Se non è questa una dimostrazione lampante di quanto sia esteso e preoccupante il conflitto d'interessi che investe Berlusconi im prima persona nel nostro Paese non sapremmo dire proprio quale potrebbe essere.
--Ufficio stampa Prc-SE

Chi è il mandante?

In questi giorni si assiste da una vera e propria campagna mediatica volta a martirizzare la figura del Premier più discusso del mondo. Come si sa la figura del martire rende bene in Italia ed essendo la politica di Berlusconi soltanto una grande operazione di marketing si capisce il perchè di una campagna di informazione così massiccia.
Mentre milioni di lavoratori sono in cassa integrazione e perdono il proprio posto di lavoro, tutti i TG e i giornali discutono circa il presunto mandante di Tartaglia. Ma lo politica non dovrebbe essere uno strumento per migliorare le condizioni di vita di chi sta peggio piuttosto che un teatrino che rincoglionisce la gente?
A voi lettori l'analisi e l'apertura di una civile discussione in merito.
Saluti, Giacomo Galante.

Palermo, 15 dicembre 2009

Ai Segretari di Federazione
Ai Responsabili Organizzazione
p. c. Alla Segreteria Regionale e al CPR


OGGETTO: Manifestazione No Ponte 19 dicembre Villa San Giovanni

Care compagne e cari compagni,
Si è tenuta ieri a Villa San Giovanni una riunione organizzativa e politica di Rifondazione Comunista della Sicilia e della Calabria, sostanzialmente un incontro delle segreterie di federazione di Messina e Reggio Calabria, con la partecipazione di qualche componente delle rispettive segreterie regionali e di compagni del Prc impegnati nella Rete No Ponte.
La discussione con i compagni calabresi è stata molto positiva sul piano politico. Si sono evidenziate numerose considerazioni comuni, sia rispetto alla valenza politica complessiva della questione ponte sullo stretto che sulla considerazione (e non considerazione) di questa battaglia in tutto il partito. Si è deciso, dopo la manifestazione, di intensificare i contatti e iniziative comuni, sicuramente a livello delle federazioni di Messina e Reggio Calabria, auspicabilmente anche a livello dei regionali. Su questi aspetti ritornerò in altra sede.

Dal punto di vista del raccordo organizzativo per la manifestazione del 19 si è concordato quanto segue:
1) La manifestazione inizia ufficialmente con un concentramento dalle ore 9 a piazza Valsesia (a 250 mt. dalla stazione). Dalle ore 10 inizieranno da un grande camion attrezzato a palco e sound system gli interventi dei rappresentanti delle associazioni movimenti e partiti presenti. Il corteo inizierà poco dopo l’arrivo dei manifestanti dalla Sicilia.
2) Per chi arriva dalla Sicilia, l’appuntamento per tutti è alle 10 a Messina nel piazzale antistante la stazione centrale. Da qui, alle 10,15 percorreremo tutti insieme i 100 metri per arrivare al traghetto delle FS che parte alle 10,40 e arriva a Villa S.G. alle 11,10 . Il biglietto del traghetto, per chi volesse farlo, costa 3 euro andata e ritorno. Arrivati a Villa S.G. faremo in tempo ad ascoltare qualche intervento e inizierà il corteo.
3) Il nostro spezzone sarà aperto da uno striscione della Federazione della Sinistra, all’interno gli striscioni delle Federazioni provinciali e, ovviamente, quante più bandiere rosse è possibile.
4) Il percorso del corteo (da Villa S.G. a Cannitello) è lungo 4 km esatti. Si prevede che il corteo durerà un paio d’ore circa. Dall’arrivo e fino a notte si alterneranno sul palco gruppi musicali e interventi dei vari comitati di lotta e vertenza (NoTav, Fiat Termini Imerese, Eutelia, ecc. ecc.).
5) Per ritornare alla stazione di Villa S.G., da Cannitello (a circa 400 metri dal piazzale dove si conclude la manifestazione) si può prendere il Tamburello, cioè il trenino che collega parte della costa jonica calabrese, che dovrebbe avere una frequenza di 1 ogni ora circa. Non ho l’orario delle navi per il ritorno e sconsiglio di informarsi su internet in quanto l’orario è cambiato il 13 dicembre e molti siti non sono aggiornati. Spero in seguito di poterlo comunicare in modo da rendere più agevole la programmazione del ritorno.
6) Rimangono invariate le comunicazioni relative ai riferimenti organizzativi per il viaggio dei manifestanti. Dalle telefonate che faccio non mi sembra per niente superfluo invitare chi non l’avesse ancora fatto a leggere con attenzione la mail precedente.
Cari saluti

Arcangelo Longo
Area Organizzazione Prc Sicilia

E pensare che si chiama Popolo delle Libertà...

Comunicato stampa: FERRERO (PRC): DENUNCIAMO SCHEDATURA DI MASSA FATTA SU FACEBOOK DA PRESUNTI SOSTENITORI BERLUSCONI.

Rifondazione Comunista presenterà domattina formale denuncia alla Polizia Postale e al Garante della privacy per l’incredibile azione da 'Grande Fratello' messa in atto dai sostenitori di Silvio Berlusconi su Facebook.
Milioni di persone si sono infatti ritrovate iscritte ad un gruppo di sostegno a Berlusconi ('Solidarietà a Silvio Berlusconi') senza averlo mai deciso nè voluto, in palese violazione delle più elementari regole della privacy e con il rischio che questo atto diventi un'acquisizione di dati personali del tutto arbitraria e illegittima.
Il ministro Maroni invece di straparlare minacciando di censurare i gruppi di liberi cittadini presenti su Facebook, dovrebbe immediatamente perseguire questi presunti 'sostenitori' del suo governo e di Berlusconi che violano le più elementari regole della libertà.

NO PONTE

Sabato 19 Dicembre a Villa San Giovanni la Rete No Ponte manifesterà per "
riconvertire le risorse destinate al ponte nella messa in sicurezza sismica ed
idrogeologica del territorio".

La Federazione di Trapani del Partito della Rifondazione Comunista parteciperà con un pullman messo a disposizione, gratuitamente, per tutti coloro che vorrano partecipare. La partenza sarà intorno alla 07.00 del mattino di Sabato e si ritornerà in tarda serata. Si invitano tutti gli interessati, anche coloro che avevano dato la prima disponibilità, a fornire conferma, IL PIU PRESTO POSSIBILE, visti gli orari di cui sopra, in modo che si possa organizzare tutto al meglio delle nostre
possibilità.
L'invito alla partecipazione oltre ad essere indirizzato a tutte le compagne ed i compagni, è da estendere e diffondere.

Lettera del Segretario Nazionale, Paolo Ferrero

Cara compagna, caro compagno,il nostro Partito arriva da un periodo molto travagliato: sconfitte elettorali, scissioni, e da unoscuramento dell’informazione che ci ha quasi fatto sparire dai mass media.In quest’ultimo anno abbiamo lavorato a ricostruire il partito. Per la prima volta dopo tanti anni siamoriusciti a darci una gestione interna unitaria, in cui tutte le aree del partito collaborano, mentre parallelamentestiamo ricostruendo l’intervento politico esterno.Lo abbiamo fatto in questi mesi ricostruendo il lavoro sociale del partito: a fianco delle lavoratrici e deilavoratori nelle lotte per la difesa del posto di lavoro, nel movimento dei precari, nelle battaglie ambientali e perl’acqua pubblica, con l’impegno nel terremoto e con la raccolta di firme per il referendum contro il lodo Alfano.Lo abbiamo fatto costruendo dal basso il partito sociale, nelle mille forme di aggregazione e di solidarietàvertenziale a cui abbiamo dato vita sui territori.Lo facciamo oggi con l’impegno concreto nella costruzione della Federazione della Sinistra, un processounitario che partirà ufficialmente il 5 dicembre a Roma. Vogliamo mettere fine a troppi anni in cui i comunisti ela sinistra di alternativa si sono continuamente divisi, facendoci perdere ogni credibilità. Vogliamo ripartireunendo le forze, per ridare credibilità alla costruzione di un polo politico di alternativa, dove far vivere il progettodella rifondazione comunista. Una proposta unitaria che chiudendo la stagione delle continue divisioni, ridia unasperanza alla nostra gente.Per fare tutto questo abbiamo bisogno di voi. Abbiamo bisogno di rivitalizzare Rifondazione Comunistae di renderla più forte. Non si tratta di un fatto testimoniale. La crisi capitalistica ha riaperto i giochi e oggiconcretamente ci troviamo di fronte al rischio di una svolta a destra, di cui il berlusconismo è l’espressionepeggiore, fatta di ingiustizie e di guerra tra poveri: una vera e propria crisi di civiltà in cui tutti guardano al futurocon paura, in cui i giovani sono immersi in una precarietà senza confini che toglie ogni speranza. Noi lavoriamoper una uscita da sinistra dalla crisi, basata su maggior giustizia sociale, sull’allargamento della democrazia e suuna riconversione sociale ed ambientale dell’economia. Per costruire l’alternativa abbiamo bisogno di più lottema anche di un Partito della Rifondazione Comunista e di una Federazione della Sinistra più forte.Per questo ti scrivo. Non è oggi il tempo di stare a guardare, è il tempo di dare una mano per ricostruire unasinistra degna di questo nome e una presenza dei comunisti forte e autorevole. Per questo ti propongo diiscriverti o re-iscriverti a Rifondazione; per ricostruire quel partito che ci ha fatto sperare e disperare ma di cuic’è, oggi più che mai, bisogno.
Un caro saluto, Paolo Ferrero

E ADESSO QUERELATECI TUTTI!!!!!!!!

Apprendiamo dagli organi di stampa, che la giornalista Sandra Amurri è stata querelata dall’ex governatore della Sicilia Totò Cuffaro (che ricordiamo lo scorso giorno 25 è stato rinviato a giudizio dal tribunale di Palermo, con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa).
Gli avvocati del senatore dell’Udc, si rivolgono contro l’articolo comparso sul “Fatto Quotidiano”, dal titolo “Storie di mafia e di denaro”. La querela annunciano gli avvocati di Cuffaro sarà estesa anche all’ex moglie del senatore del Pdl Tonino D’Alì, Maria Antonietta Aula, che in un’intervista rilasciata al quotidiano ha parlato delle sospette frequentazioni dell’ex marito che avrebbe stretto rapporti con alcuni esponenti di Cosa Nostra del calibro di Francesco Virga, figlio del boss Vincenzo, Guttadauro e lo stesso Matteo Messina Denaro figlio di don Ciccio, ex campiere della tenuta in contrada Zangara del senatore. Nel corso dell’intervista, Maria Antonietta Aula ha anche parlato delle (sospette?) frequentazioni di Cuffaro.
Noi giovani comunisti, esprimiamo tutta la nostra solidarietà a Sandra Amurri e i componenti della testata giornalistica. In un territorio come quello del trapanese dove l’informazione libera è diventata un optional non possiamo che ammirare il lavoro svolto dal quotidiano diretto da Antonio Padellaro. Chiediamo inoltre al senatore D’Alì di rispondere alle nostre domande. Risposte dovute a tutti quei cittadini onesti che giornalmente si battono per affermare la legalità in una terra che ha piano troppi suoi figli. A tutti quei cittadini che chiedono a gran voce che la mafia vada fuori dallo Stato. A tutti quei cittadini che vogliono essere governati da gente onesta.

Le nostre 15 domande al senatore Antonio D’Alì : e adesso………. Che ci quereli tutti!!!!!!!

1)Lei conosce Matteo Messina Denaro?

2)Che rapporti ha avuto in passato con lui?
3)Come mai lei non ha mai chiarito il tipo di legame che in passato ha avuto con il boss?

4)E’ vero che ha ricevuto un regalo di nozze da Don Ciccio, papà di Matteo Messina Denaro?

5)E’ vero che ha ricevuto un messaggio proveniente direttamente dalle carceri a firma di Francesco Virga, figlio dell’ex capomafia di Trapani?

6)E’ vero che andava a cena con il vescovo di Trapani, Francesco Miccichè, portandosi dietro quella che allora era la sua amante e che oggi è diventata sua moglie?

7)Cosa ne pensa dell’intervista rilasciata dalla sua ex moglie al Fatto Quotidiano?
Ha intenzione di intraprendere azioni legali per quanto dichiarato dal sua ex al Fatto Quotidiano?

8)Ha intenzione di intraprendere azioni legali per quanto dichiarato dalla sua ex al Fatto Quotidiano?

9)Il suo nome in più di un occasione è saltato fuori in inchieste antimafia come mai?

10)Che ne pensa dell’ex prefetto di Trapani Fulvio Sodano?

11)E’ vero che l’allontanamento di Fulvio Sodano da trapani sarebbe frutto di un complotto ben architettato di cui lei sarebbe regista occulto?

12)Lei ha mai ottenuto voti dalla mafia?

13)Lei si definisce un uomo di chiesa, in che senso?

14)Che cos’è per lei il potere?

15)Si dice che lei risulti tra gli iscritti alla loggia massonica P2. Perché non ha mai chiarito la sua posizione a riguardo?

Infine una sola domanda la poniamo al vescovo, monsignor Francesco Miccichè…..

Ci vuole illustrare per favore il suo concetto di famiglia visto e considerato che andava a cena con un uomo che si portava dietro la sua amante. Storia ben nota a tutti in città?

I Giovani Comunisti Trapani
Ragazzi che hanno scelto da che parte stare!!!!

Con la presente trasmeto quanto ricevuto dal portavoce del comitato pro Plesso Buccellato Donatella Anselmo e colgo l'occasione per assicurare la nostra presenza e il nostro impegno per la battaglia intrapresa.

Ad un anno dalla richiesta della consultazione referendaria avente ad oggetto la destinazione del plesso "Buccellato" è stata dichiarata l'ammissibilità del quesito referendario.


Essendo pertanto in corso la raccolta delle firme si invitano le SS.LL. a partecipare alla riunione organizzativa che sarà tenuta il giorno 5 dicembre 2009 alle ore 17,00 nei locali siti nella via Saragat (immobile sovrastante attività commerciale "I Sapori).

Contiamo nella V/s presenza

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