Contributo mensile ai Circoli.


Si comunica che, a partire da Febbraio 2010 e, nei limiti del possibile, fino a dicembre 2010, verrà dato ai circoli un contributo mensile di € 80,00 (Ottanta,00) per l'affitto delle sedi. Tale contributo sarà , corrisposto bimestralmente con esclusionedei Circoli di Trapani e Favignana visto che al loro interno sono tesserati il Consigliere P.le e i due Consiglieri comunali di Favignana che provvedono a versare ai rispettivi circoli quote della loro indennità.
Si fa presente che il detto contributo verrà corrisposto al netto delle quote tessere 2009 non pagate o parzialmente pagate dai vari Circoli.
Ovvero non verrà elargito fino a quando non si sarà raggiunta la somma dovuta dal Circolo per le quote tessere 2009.

Il Segretario P.le
Salvatore Morsellino

Un paese di ladroni.


In questo paese di ladroni il processo breve bene si inserisce in un contesto di impunità diffusa. Il fatto che lo stesso provvedimento sia retroattivo la dice lunga sul conflitto di interessi che coinvolge il presidente del consiglio.

il lusso degli sprechi
di LAURA ANELLO


Alla faccia della superstizione, i novanta consiglieri regionali della Sicilia - che per legge hanno il diritto di farsi chiamare deputati - hanno pensato anche al benefit per il passaggio a miglior vita: un contributo di cinquemila euro per le spese funerarie. D'altronde, se hanno trascorso l'esistenza di agi nelle auguste sale del Palazzo dei Normanni di Palermo - un tempo reggia di Federico II - dovrebbero forse privarsi di incensi, velluti rossi e corone di fiori al momento della dipartita?

Ma anche la vita è bella per il deputato siciliano, l'unico consigliere regionale che abbia compensi equiparati ai senatori, 19.685 euro lordi al mese.
Più tutti gli extra, dall'autista ai cellulari di servizio, dai portaborse ai viaggi all'estero (pardon, missioni istituzionali).
Sarà forse per questo - per l'abbondanza in cui vivono gli inquilini dei palazzi del potere - che altrettanta munificenza, liberalità, larghezza viene adoperata per legioni di precari, eserciti di formatori professionali, barellieri delle ambulanze.
Il viaggio tra le spese delle amministrazioni siciliane non manca certo di riservare sorprese. Tanto che la gara bandita per acquistare trenta computer portatili per i consiglieri comunali della disastrata Favara - dove due bambine sono appena morte nel crollo della loro catapecchia - appare una tessera infinitesimale di un mosaico gigantesco. Una goccia nel mare. L'antipasto di un pranzo luculliano.

Proprio come i pasti che i deputati dell'Assemblea regionale possono gustare nelle due buvette di palazzo, una aperta pochi mesi fa con la possibilità di optare per menù etnici, dal sushi al pollo al curry. Per un primo gli onorevoli pagano 2 euro e 25, per un secondo 3 euro e 38, per un contorno 1 euro e 13, per il pane e il caffè 75 centesimi.
Perché conti così stracciati? Perché il resto è a carico del Parlamento più antico d'Europa. C'è da stupirsi allora se l'apertura di questo punto di ristoro abbia innescato una piccola lotta di classe? I 220 tra commessi, segretari, stenografi non hanno sopportato che l'ingresso sia stato riservato solo a deputati e portaborse. Per loro solo la storica buvette, altrettanto economica ma meno suggestiva.

Così, non c'è da meravigliarsi nemmeno se l'Assemblea - assediata ogni giorno da legioni di disoccupati, cassintegrati, precari, indigenti - abbia speso 216 mila euro per il nuovo logo commissionato dall'allora presidente forzista Gianfranco Miccichè nel sessantesimo anniversario dell'autonomia regionale. E se le celebrazioni, per una ricorrenza che cadeva nel 2007, durino ancora oggi.
Mentre è eterna la questione della formazione professionale, sulla quale proprio ieri è stato presentato un progetto di tagli alla spesa da 20 milioni: la Regione spende ogni anno 240 milioni di euro per foraggiare una galassia di migliaia di insegnanti.
Pazienza se ogni corso costa alle tasche dei cittadini 108 mila euro, pazienza se viene seguito in media da undici allievi, se soltanto uno studente e mezzo, alla fine, trova lavoro. I calcoli li ha fatti il procuratore generale d'appello della Corte dei conti, Giovanni Coppola: «L'effettivo avviamento al lavoro di un giovane siciliano pesa sui contribuenti 72 mila euro, non so davvero se ne valga la pena».

Meglio è andata a un drappello di venti giornalisti che invece il lavoro l'hanno avuto dalla Regione, e per chiamata diretta, assunti a tempo indeterminato nell'ufficio stampa con la massima qualifica di capo redattore.
Con quelli che c'erano già fanno ventitré, a fronte dei cinque di Palazzo Chigi. Forse per questo, il pm della Corte dei conti ha appena chiesto un risarcimento di sette milioni e 300 mila euro all'ex governatore Totò Cuffaro che li assunse e al successore Raffaele Lombardo che li tiene in servizio.
Bazzecole rispetto al buco della Sise, la società che si occupa dei soccorsi con il 118, la cui passata gestione è stata inghiottita in una voragine da 60 milioni di euro, 40 dei quali solo per straordinari. A dispetto del fatto che per ogni ambulanza ci sono dodici soccorritori-barellieri, in totale 3.200 dipendenti, il doppio della Regione Piemonte. I costi? Nel 2008 quasi 90 milioni di euro.

Troppi primati per non innescare una gara di emulazione. Così Palermo, completata la stabilizzazione degli ultimi tremila precari (che costano 55 milioni di euro l'anno e che in passato sono stati impiegati con le più diverse mansioni, da «guardiani della aiuole» a «custodi della fontana municipale»), diventerà il Comune con più personale d'Italia: 9.594 occupati, uno ogni 69 abitanti. Più di Milano e Roma. E i giardinieri? Sono mille, il quadruplo che a Torino. Ma al verde sono anzitutto le casse.

RICORDANDO CIACCIO MONTALTO

COMUNICATO STAMPA


"Era il 25 gennaio del 1983. In una fredda e gelida notte, alcuni colpi di mitraglietta squarciarono il silenzio in via Carollo a Valderice. La mafia aveva colpito di nuovo. Nel mirino dei sicari, il giudice Giangiacomo Ciaccio Montalto, sostituto procuratore della repubblica di Trapani. A ventisette anni da quell’omicidio i Giovani Comunisti ricordano la figura del magistrato ucciso dalla ferocia di Cosa Nostra.
L’unica colpa di Montalto?
Essersi avvicinato troppo alla realtà. Alle collusioni tra mafia politica e massoneria. Era andato a toccare dei fili dell’alta tensione scoperti rimanendo folgorato. Montalto, così come Francesco Taurisano, trasferito dal Csm per incompatibilità ambientale e Carlo Palermo, scampato alla strage di Pizzolungo, ha vissuto l’isolamento dentro e fuori il palazzo. Le commemorazioni sono importanti, ma da sole non bastano. I nostri “eroi” e sono tanti, troppi, dobbiamo ricordarli da vivi, diffondendo sempre di più le loro idee. In un Paese, che sembra averla perduta la memoria, è normale che un mafioso come Vittorio Mangano, ottenga la patente di “eroe” dal Presidente del Consiglio e dal suo ex braccio destro, Marcello Dell’Utri, ora condannato per mafia. Noi sappiamo che l’eroe non è Mangano. E’ normale che in questo Paese, il Presidente del Consiglio dichiari: “I magistrati sono matti . Per fare quel lavoro devi essere mentalmente disturbato, devi avere delle turbe psichiche”.
Oggi, i giudici Antonio Ingroia, Sergio Lari, Gaetano Paci, Nico Gozzo e Giovanbattista Tona sono dei bersagli viventi. Sono a rischio attentato. Il procuratore antimafia Nino De Matteo, che sta indagando sulle rivelazioni di Massimo Ciancimino è più fortunato, è solo sotto scorta da 16 anni. Adottiamio i giudici Antonio Ingroia, Sergio Lari, Gaetano Paci, Nico Gozzo e Giovanbattista Tona. Diamo loro e alle loro inchieste la massima visibilità e sostegno. Non permettiamo che vengano dapprima denigrati, poi isolati e alla fine zittiti come accadde 27 anni fa per Ciaccio Montalto."

Si è svolta la quarta Conferenza Provinciale dei Giovani Comunisti, che cade in una fase congressuale che vedrà gli iscritti impegnati a Roma il prossimo 19 Febbraio. Nel corso dei lavori che si sono svolti nei locali del circolo “Mauro Rostagno” in via Vespri a Trapani, è stato riconfermato Francesco Bellina nel ruolo di Coordinatore Provinciale.
Inoltre sono stati eletti i nuovi componenti del Coordinamento Provinciale formato da undici membri, rappresentanti tutta la Provincia.
Tra le priorità del Coordinatore si rimane inflessibili sull'impegno dell'antimafia sociale e sulla difesa dei diritti di lavoratori e studenti. “Abbiamo seguito fino ad oggi – sottolinea Bellina – la vertenza dei 900 lavoratori della Multimedia Planet e dei 42 lavoratori dell’ Scs. A loro voglio dire che continueremo a sostenere la loro lotta per il diritto al lavoro uno dei fondamenti principali sui quali è basata la nostra costituzione”.
Francesco Bellina, Ernesto Raccagna, Giorgia Bertolino e Gabriele de Biase, sono stati eletti Delegati Nazionali per la Conferenza Nazionale di Febbraio. Frattanto mercoledì prossimo una rappresentanza dei lavoratori della Multimedia Planet, parteciperà alla conferenza regionale dei lavoratori e delle lavoratrici, promossa dal Partito della Rifondazione Comunista, che si terrà presso l’aula consiliare a Termini Imerese.

La legalizzazione dell'illegalità


Umberto Santino
Sullo sgombero del Laboratorio Zeta

Tanto tuonò che piovve. Lo sgombero del Laboratorio Zeta era già stato annunciato parecchie volte e quel che è accaduto il 19 scorso non è frutto del caso. L'intervento massiccio delle forze dell'ordine, che faceva pensare alla ricerca di un mafioso latitante del calibro di un Messina Denaro, è il frutto di un gioco combinato e non di un colpo di testa imprevisto e imprevedibile.

I conduttori di questo gioco sono: un Comune incapace di darsi una politica culturale che non sia la pioggia di contributi ad associazioni, enti, comitati di feste rionali con pizzo incorporato, appositamente costituiti al fine di incettare pubblico denaro, e che non ha mai dato una risposta dignitosa agli esuli africani che hanno il diritto di ottenere l'asilo politico;

uno IACP che scopre di avere beni al sole quando sono occupati dai protagonisti di cultura e politica alternative come i giovani del Laboratorio; un'associazione come "Aspasia" che ha voluto con grande determinazione prendere possesso dei locali per impiantarci un asilo privato, esempio non nuovo di uso privato di locali pubblici.

Questo coacervo di incapacità, di clientelismo mai sfiorito, di associazionismo interessato, in nome di una legalità tanto predicata quanto trasgredita, ha prodotto la violenta defenestrazione degli operatori del Laboratorio e dei rifugiati, che non erano solo ospiti ma stavano conducendo un'esperienza purtroppo rara di partecipazione democratica.

Ma né via Boito né Rosarno sono fatti locali, anche se le specificità locali ci sono e non possono non esserci. Con un governo che è il peggiore dell'Italia repubblicana, che teorizza e pratica la legalizzazione dell'illegalità, questi non sono fatti isolati, ma esprimono una linea e una "cultura" (in senso antropologico).

I "negri", come vengono chiamati nei titoli di scatola del "Giornale" della famiglia Berlusconi, vanno bene se si fanno sfruttare, se non hanno nessun diritto, se lavorano in nero, non vanno più bene se alzano la testa e chiedono diritti quotidianamente calpestati.

I giovani vanno bene se bighellonano nelle discoteche, se incretiniscono davanti agli schermi televisivi, se fanno da claque ai tirapiedi di Berlusconi, di Lombardo e di Cammarata, non vanno più bene se si propongono come attori culturali, fanno di spazi abbandonati, che non interessano a nessuno, luoghi vivi di resistenza e di aggregazione. Esprimendo e vivendo una contraddizione con un sistema che li vuole precari e disoccupati, questuanti e remissivi.

Per nove anni il Laboratorio Zeta ha svolto un'attività quotidiana, fatta di concerti, proiezioni, seminari, incontri, corsi gratuiti di italiano per stranieri, ha approfondito tematiche come la città metropolitana, ha sostento le lotte dei senzacasa, è stato un punto d'incontro per centinaia se non migliaia di persone, non solo giovani, che vogliono vivere con occhi aperti e non si rassegnano a una quotidianità intessuta di lamentazioni e impotenza. L'incontro con gli asilanti non è stato un caso ma il prosieguo di un percorso, l'attuazione di un progetto. Tutto questo in una città sfigurata, rassegnata a replicare consenso a personaggi interessati solo a perpetuare un potere servile, non poteva non essere considerato un corpo estraneo, da eliminare alla prima occasione.

Di contro l'associazione "Aspasia" (una denominazione aulica che richiama la coltissima seconda moglie di Pericle, ricordata nei dialoghi platonici) ha tutte le caratteristiche per aspirare degnamente a prendere possesso dei locali di via Boito. Ha già ricevuto contributi notevoli (si parla di qualche milione di euro), assicura assistenza a pagamento a vecchi e bambini, non pone problemi, anzi si inserisce perfettamente nei modelli antropologici indigeni. È sintomatico che a fare le spese dello sgombero forzoso, assieme agli immigrati e agli organizzatori e ai fruitori delle attività del Laboratorio, ci siano degli apostoli della nonviolenza come Andrea Cozzo, che ha riportato ferite con una prognosi di 25 giorni, e Gandolfo Sausa, già assolto.

Il tentativo di criminalizzare i manifestanti non pare che debba riuscire, come non dovrebbe riuscire quello operato lo scorso 23 maggio, quando si è voluto sottrarre agli occhi della signorina Gelmini, inopinatamente scomodata per ricordare Falcone, il vecchio striscione dei Cobas con la scritta: "La mafia ringrazia lo Stato per la morte della scuola pubblica". Le incriminazioni per "violazione della Costituzione" (udite udite!), "resistenza e oltraggio alla forza pubblica", sembrano destinate a cadere. Ma purtroppo è pure sintomatico che lo stesso giorno dell'azione di forza messa in atto da forze dell'ordine in assetto di guerra, un mascalzone abbia ucciso il ventitreenne ghanese Habib Djibril in bicicletta, investendolo con la sua auto e non prestando soccorso. Dimostrando che la vita di un ragazzo di colore vale meno di uno straccio. Ora si pone il problema di offrire una sistemazione decorosa agli asilanti assieme a una prospettiva di continuità delle attività del Laboratorio. Le iniziative in programma vogliono allargare il cerchio, costruire una rete di rapporti che vada oltre solidarietà generiche. Se ancora c'è a Palermo qualcosa che somigli a una sinistra, al di là di sigle obsolete e personaggi più o meno interessati ad esibirsi, dia un segno di vita.


Pubblicato su "la Repubblica Palermo" del 22 gennaio 2010, con il titolo: "I peccati della politica e lo sgombero dello Zeta Lab".


Dopo la sentenza di secondo grado, definitiva quindi nel merito, che condanna Cuffaro a 7 anni con l'aggravante di aver agevolato Cosa Nostra, cosa aspetta Casini ad espellere Cuffaro?

La questione morale non può essere agita a corrente alternata e le questioni di mafia non possono essere messe in un cassetto. Da nessuno.


--Ufficio stampa Prc-SE


Dichiarazione di Paolo Ferrero, segretario del Partito della Rifondazione Comunista e portavoce della Federazione della Sinistra.


Rifondazione comunista è accanto ai lavoratori che da Termini Imerese a Carini, a Trapani, a mille altre situazioni, lottano a difesa del loro posto di lavoro ma anche per il futuro della Sicilia.

Sappiamo che sono e saranno lotte lunghe e difficili, bisogna attrezzarsi per resistere tutto il tempo che sarà necessario, attivando strumenti di solidarietà concreta.

Il Prc ha, da tempo, dato vita in molte realtà ai gap (gruppi di acquisto popolare) come forma di autodifesa contro la crisi e la speculazione sui generi di prima necessità, realizzando acquisti collettivi direttamente dai produttori. I gap sono stati punti di riferimento importante per la solidarietà alle popolazioni dell' Abruzzo colpito dal terremoto e stanno dando vita all' esperienza di “arancia metalmeccanica”, la vendita diretta a prezzi popolari di arance siciliane , da parte di produttori colpiti dalla crisi e dalla speculazione, per impedire che i frutti vengano lasciati a marcire sugli alberi e contemporaneamente per finanziare casse di resistenza dei lavoratori in lotta. Ventimila chili di arance di Francofonte , in provincia di Siracusa, vendute nei gap nel nord e nel centro Italia, hanno aiutato i lavoratori dell' Eutelia, in condizioni difficilissime.

In questi giorni i gap e i circoli di Rifondazione a Palermo, Catania, Trapani ed in altri centri della Sicilia sono attivati a sostegno dei lavoratori del call center “Multimedia planet”di Trapani da mesi senza stipendio, che stanno occupando il loro luogo di lavoro.

Nelle prossime settimane estenderemo questa iniziativa in collegamento alle lotte dei lavoratori in tutta la Sicilia.


Luca Cangemi
Segretario regionale Rifondazione comunista


E’ già possibile dare un giudizio sulle iniziative del Lombardo Ter, il cosiddetto “governo delle riforme”, in merito al decisivo capitolo della gestione della macchina amministrativa della regione, in particolare riguardo alle sue posizioni di vertice.

E’ un giudizio che non può che essere durissimo.

Siamo in presenza di una impressionante sequela di comportamenti illegittimi e devastanti per l’interesse pubblico, frutto di una coerente strategia di colonizzazione degli apparati regionali e del soddisfacimento di interessi particolari.

La designazione dei dirigenti generali è stata il festival della violazione di leggi, regolamenti e contratti, buon gusto; a partire da una nomina effettuata prima ancora delle deleghe assessoriali e senza alcuna procedura di trasparenza e di motivazione.
Si è poi continuato con l'elusione del principio della rotazione per tutti i riconfermati e l’individuazione di 9 dirigenti generali esterni piuttosto che gli 8 possibili, con un’ interpretazione faziosa persino della matematica.
Infine il blocco-sblocco delle nomine dei DG esterni da parte della Commissione ad hoc, che ha "valutato" in una nottata che i curricula dei 9, per professionalità, competenza e titoli vari, non avevano corrispondenti ed eguali tra i circa 2200 dirigenti interni.

Tra i membri della commissione, ciliegina sull’indigesta torta, un avvocato dell'Ufficio Legislativo e Legale, che valuta i titoli del Dirigente generale indicato per la direzione del suo ufficio….
Siamo solo all’inizio ma, del resto, alzi la mano chi si aspettava qualcosa di diverso


Il Prc a fianco del Centro Sociale Laboratorio Zeta di Palermo. Basta sgomberi!

Dopo numerose minacce alternate a promesse non mantenute, ingenti forze dell'ordine hanno provveduto allo sgombero del "Laboratorio Zeta" storico centro sociale di Palermo, da sempre punto di riferimento per migranti e richiedenti asilo e di continue iniziative sociali e culturali.

I rifugiati ospitati nel centro, tutti con permesso di soggiorno, rischiano di finire per strada, il lavoro del centro sociale, che per anni ha coperto il vuoto di intervento del Comune e della Regione, sta per essere smantellato.

In una città caratterizzata da ben altri problemi, dalla criminalità organizzata all'emergenza rifiuti, si preferisce applicare la tolleranza zero con i pochi capaci di riempire il vuoto culturale e sociale in cui si vorrebbe tenere il capoluogo siciliano.

L'intervento violento delle forze dell'ordine costituisce l'ennesima dimostrazione del significato attribuito da questo governo alla parola "legalità", ovvero garantire gli interessi dei potenti e di rifiutare ogni forma di opposizione sociale.

Il Prc, condanna duramente la decisione di procedere allo sgombero si considera a fianco dei ragazzi del Laboratorio e di tutti i cittadini e le cittadine palermitani che hanno provato a impedirne l'attuazione.

L'esperienza del Laboratorio Zeta va salvaguardata contro gli interessi degli speculatori e delle mafie.

Stefano Galieni (resp nazionale immigrazione Prc)

GIUSTIZIA é INGIUSTIZIA

Molto spesso ci siamo chiesti cosa sia giusto e cosa non lo sia. Molto spesso non comprendiamo il perchè una cosa per noi giusta non lo sia per altri. Ma questo sta nelle logica delle cose quello che è inaccettabile è pensare che in questo mondo debbano esistere persone, ogni riferimento a personaggi noti non è casuale, che debbano vivere nell'impunità.

Segue dichiarazione di Russo Spena (PRC) sul processo breve:

"Siamo stati sempre favorevoli a un processo giusto che si svolgesse in tempi definiti e con la massima garanzia per i diritti della difesa, ma oggi con l'approvazione al Senato del processo breve siamo di fronte a un testo il cui unico scopo consiste nella garanzia dell'impunità per il presidente del Consiglio e il sostanziale annullamento dei processi pendenti su di lui.
Dovremmo invece cominiciare a discutere seriamente, tra Parlamento, magistratura e società civile, dei veri problemi della giustizia, dei suoi aspetti organizzative, delle sue risorse, del numero dei magistrati come degli ufficiali giudiziari e dei cancellieri, ma si tratta tutti di temi su cui il governo ha negato qualsiasi discussione, impendendo dunque qualisasi miglioramento effettivo ed efficace della giustizia italiana."

Il drammatico calo del potere d’acquisto delle famiglie italiane registrato dall’Istat (-1,6% in un anno) non è solo indice della perdurante crisi economica che grava sul nostro Paese ma anche dell’inefficacia e degli effetti nefasti delle politiche economiche del governo Berlusconi.

Bisogna mettere in atto politiche economiche e sociali che siano l’esatto opposto di quelle del governo Berlusconi: bisogna tagliare le tasse a lavoratori e pensionati, aumentare le tasse ai ricchi, introdurre una vera tassa patrimoniale e colpire i grandi patrimoni e l’evasione fiscale.

Infine, la proposta Berlusconi di ridurre il sistema di tassazione italiano a sole due aliquote è profondamente sbagliata e ingiusta: favorirebbe solo i redditi più alti e, tra le tante conseguenze nefaste, vorrebbe anche dire la fine della sanità pubblica e l’introduzione della sanità a pagamento per tutti i cittadini italiani.
Dal Blog di Paolo Ferrero, segretario nazionale del PRC

Di seguito viene riportato il contenuto del volantino, già in distribuzione per il paese, in cui il comitato Plesso Buccellato replica alle accuse dell'amministrazione Bresciani di arrecare con la consultazione referendaria un danno economico al comune.


L’AMMINISTRAZIONE BRESCIANI ACCUSA IL COMITATO PLESSO BUCCELLATO DI AVERE, CON L’ATTIVAZIONE DELLA NOTA CONSULTAZIONE REFERENDARIA, DETERMINATO PER IL COMUNE UN DANNO DI CIRCA € 80.000,00, APPROSSIMATIVAMENTE PARI AL COSTO NECESSARIO PER IL SUO ESPLETAMENTO.

IN REALTA’ LE COSE NON STANNO COSI’

L’irresponsabile scelta concepita dal Sindaco in carica e finalizzata a trasferire U.T.C. nei locali della scuola Buccellato, oltre ad avere determinato a molte famiglie castellammaresi i già noti e, più volte, evidenziati gravi disagi, ha altresì cagionato all’erario comunale un danno economico che può essere così riassunto:

--VANIFICAZIONE DELLA SPESA DI € 500.000,00 CIRCA SOSTENUTA CINQUE ANNI FA PER IL RIADEGUAMENTO STRUTTURALE E FUNZIONALE DEL PLESSO BUCCELLATO;

--SOPPORTAZIONE DEL COSTO CONNESSO AL RIADEGUAMENTO DEL MEDESIMO PLESSO ALLA DIVERSA DESTINAZIONE DI U.T.C., COSTO PARI AD OLTRE € 100.000,00.

Tal’ultimo intervento, peraltro, è stato posto in essere abusivamente in quanto operato su immobile relativamente al quale non è stato ancora disposto il cambio di destinazione d’uso.
Aggiungasi infine che la perseverante ostinazione del Sindaco nel perseguire il detto proposito, più che inserirsi in una valutata scelta amministrativa, si rappresenta, in realtà, come una sua puntigliosa presa di posizione, circostanza quest’ultima confermata dal Difensore Civico nel corso dell’incontro da quest’ultimo avuto con una rappresentanza del Comitato del plesso Buccellato in data 05.01.2010.
Rileva da quanto sopra, pertanto, di come anche il costo per l’espletamento della consultazione referendaria consegua al comportamento, nello specifico, tenuto dalla Amm.ne Bresciani.
Il comitato del Plesso Buccellato

Per riflettere e analizzare



Il 5 gennaio del 1948 nasce a Cinisi Giuseppe Impastato militante comunista antimafia ucciso il 9 maggio del 1978. Il 5 gennaio del 2010 a 32 dalla sua morte, il giorno del suo 62° compleanno si attiva Radio 100 passi , una web-radio. Le frequenze della radio prenderanno vita a casa memoria, la casa che ha visto Peppino lottare contro il potere mafia/padre/autorità , che ha ascoltato i silenzi di una famiglia lacerata dalla mafia .L’idea parte dall’ass. 100 passi o.n.l.u.s. ed è gestita dall’ass. 100 passi network .
Speriamo di rivedere in questa web-radio uno strumento non omologato, un antagonista di un sistema connotato da inquietanti , quanto pesanti presenze mafiose che vanno a concorrere con gli apparati deviati dello stato .
http://www.radio100passi.net/


E' nato alla regione Sicilia il governo Lombardo- Miccichè – PD. L’ipocrisia con la quale i dirigenti del Partito democratico stanno, maldestramente, cercando di coprire questa evidente realtà dietro assessori tecnici “informali” rappresenta un ulteriore elemento di degrado.

Le forze della federazione della sinistra denunciano da tempo la preparazione di questa gravissima operazione politica, da mesi sottolineiamo che l’assemblea regionale siciliana è stata trasformata in una palude e ne chiediamo lo scioglimento.

Si è determinato già all’indomani delle elezioni regionali del 2008 uno scenario caotico, disastroso per la società siciliana, ideale per le più spregiudicate operazioni.

Adesso il Partito democratico ha definito, un organico rapporto di potere, accettando di sostenere una giunta che ha dentro e dietro di sé non solo alcuni tra i settori più impresentabili della destra siciliana ma che conferma persino il famigerato assessore Armao, protagonista di un clamoroso caso di conflitto d’interessi sul delicatissimo tema dei termovalorizzatori, di cui lo stesso PD chiedeva fino ad ieri le dimissioni.

Bisogna leggere bene questa operazione , coglierne la pericolosità, oltre gli aspetti grotteschi, pur così numerosi. Si gioca una partita sulla ristrutturazione degli equilibri di un sistema di gestione di risorse e consenso(fondi europei,ciclo dei rifiuti, sanità tra i capitoli più importanti) ma anche l’apertura di una nuova stagione di consociativismo nella società, in una fase in cui- da Termini Imerese al mondo agricolo- si annunciano conflitti rilevanti.

Non è un caso che i massimi sponsor del nuovo governo siano Cisl e Confindustria.
Un laboratorio di affari e di subalternità sociale che guarda anche ad una fase di “inciuci” nella politica nazionale.

La costruzione di un vasto fronte di opposizione politica e sociale è quindi un compito urgente per contrastare questi progetti e per impedire che questa vicenda sia un nuovo, disastroso, incentivo alla passivizzazione dei cittadini e delle cittadine.

Le lotte contro la mafia, per il lavoro, per l’ambiente e i beni comunisono il terreno su cui si può invertire la tendenza.

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