L’associazione Libera, nomi e numeri contro le mafie, con la collaborazione del Comune di Castellammare del Golfo, ha organizzato per giorno 2 giugno 2009 una giornata a tema dal titolo “Noi e la Costituzione”, in occasione della festa della Repubblica.
I lavori si svolgeranno in piazza Nettuno a Scopello e avranno inizio alle ore 17 con una breve conferenza dal titolo “L’importanza della Costituzione”; contestualmente, saranno allestite una mostra fotografica e una mostra di poesie e disegni autoprodotti dagli studenti degli Istituti d’istruzione in occasione della Carovana Antimafia che è giunta a Castellammare del Golfo giorno 5 dicembre 2008. Inoltre, vi sarà la predisposizione di gazebo nei quali verranno esposti e venduti al pubblico i prodotti di Libera Terra e di altre associazioni aderenti l’iniziativa.
A conclusione della giornata, vi sarà una serata musicale con l’esibizione di vari gruppi emergenti locali (Lyzard, 92nd road, Skansafatiche, Gang Band, Mad Man, Ericetnika, The Quavers)

APPELLO FEMMINISTA AL VOTO


Dichiarazione di voto femminista

“Giacché anche nei momenti più bui noi abbiamo diritto a qualche illuminazione”(Hannah Arendt)

SIAMO
• Generazioni di donne in lotta contro ogni forma di fascismo, sessismo, razzismo.
• Tra quante hanno lottato sin dagli anni Settanta per affermare e difendere la libertà e l’autodeterminazione delle donne, la libertà di vivere la sessualità, la nascita, il dolore, la morte. Contro la legge 40 e il ddl sul testamento biologico.• Donne che hanno persino fatto la Resistenza contro il nazifascismo (Lidia Menapace).
• Femministe e lesbiche che lottano per i diritti civili e la libertà dei corpi.• Laiche, tenacemente laiche, contro la morale di stati e chiese.
• Contro il familismo ideologico, per “famiglie” fatte di singoli e singole con pari dignità e diritti.
• Contro le politiche sicuritarie che strumentalizzano la violenza sulle donne a fini razzisti e xenofobi.
• Per la dignità e la tutela del lavoro in tutte le sue forme, per un reddito sociale per tutti e tutte.
• Per scuola, cultura, formazione, ricerca pubbliche, per una cittadinanza piena e sessuata, così come le ragazze e i ragazzi dell’Onda hanno sostenuto in questi mesi per le strade delle nostre città.
• Per un’Europa pacifica, disarmata, accogliente, in una pratica di solidarietà attiva e di mutuo riconoscimento e rispetto fra donne “native” e migranti.
• Per la coscienza del limite nella relazione dell’umanità con le specie viventi e non viventi.
• Tra quante hanno partecipato ai movimenti antiglobalizzazione a Genova e oltre.
•Tra quante hanno contribuito a costruire i centri antiviolenza nei territori.
• Tra quante hanno attraversato confini e frontiere insieme alle donne di popoli e stati “nemici” (ex Yugoslavia, Israele e Palestina) convinte che la “diplomazia femminista” e la pratica della nonviolenza possono vincere nazionalismi e fondamentalismi.

PENSIAMO
• Che più donne nella politica e nelle istituzioni possono decostruire l’occupazione maschile del potere e fondare una critica vera del potere.
• Che la contraddizione capitale/lavoro non “assorbe” e non“comprende” le altre, ma va declinata attraverso il nesso con il conflitto di genere, che è la contraddizione originaria.
• Che insieme al capitalismo va combattuta la forma più antica di dominio, il patriarcato, anche quello di sinistra.
• Che siamo dentro la crisi economica e sociale che ha pesanti caratteristiche di genere, la crisi della politica, la crisi della sinistra.
• Che non possiamo accettare che una intera generazione di giovani, soprattutto donne, viva in condizioni di precarietà esistenziale.
• Che l’Europa che vogliamo debba riconoscere la matrice sociale e culturale della violenza maschile sulle donne come frutto di relazioni di potere storicamente diseguali.

PERCIO’
Non avendo certezze, non avendo modelli, non avendo dogmi, non difendiamo identità, ma
FACCIAMO delle SCELTE di lotta e di passione.
Scegliamo per l’Europa la LISTA ANTICAPITALISTA perché vogliamo costruire percorsi di uguaglianza, differenza, libertà nella e con la Sinistra comunista.

Le compagne del Forum delle donne del Prc/SE
Prime adesioni:
Alfonzi Daniela (già senatrice), Amato Lucia (casalinga), Apicella Francesca (militante dell'Onda all'Orientale), Arcella Maddalena (assessora all'Innovazione Provincia di Salerno), Argentino Clara (pensionata), Artesio Eleonora (assessora Sanità Regione Piemonte), Avagliano Tina (pensionata), Belligero Anna (Giovani comunist@), Beltrame Giuliana (consigliera Comune di Padova), Benincasa Angela (operaia), Benincasa Antonella (operaia), Carotenuta Rita (impiegata), Castaldo Nunzia (militante movimento LGBT), Cecconi Patrizia (presidente Associazione culturale “Germogli”), Cittadino Margaret (dirigente CGIL), Coccia Elena (avvocata), Colombera Alda (direttivo FP CGIL Bergamo, rete28aprile), Contin Gemma (giornalista), Crivelli Giovanna (Udi di Catania), Damiani Cesarina (maestra scuola elementare), D'Amico Adriana (assessora alle Politiche sociali Comune di Caserta), De Zela Rosario (peruviana, Rete Antirazzista, Firenze), Esposito Carolina (insegnante), Faiella Anna (coordinatrice Forum "Dannazione" di Cava de'Tirreni), Ferrante Benedetta (imprenditrice), Frias Mercedes (già deputata), Galati Elisabetta (operaia), Guerra Tonia (consigliera Provincia di Bari), Guma Debora (Associazione Culturale Lesbica "Visibilia", Festival Internazionale del Cinema Lesbico "Immaginaria"), Iervolino Maite (militante movimento LGBT), La Cognata Anna (assessora Pari Opportunità Comune di Figline Valdarno), Lanfranco Monica (direttora di Marea), Lodato Natalina (militante dell'Onda all'Orientale), Losa Lia (SPI CGIL Area Lavoro Società), Manzo Antonella (insegnante di materie classiche), Moscardino Raffaella (militante movimento LGBT), Musumeci Anna (presidente Associazione sport e disabilità "La Rondine"), Nocentini Anna (consigliera Comune di Firenze), Palermo Anna Maria (già senatrice), Peluso Luisa (consigliera Provincia di Torino), Piscopo Silvana (insegnante), Platania Chiara (scrittrice e ricercatrice), Ragni Maria Rosaria (impiegata della Regione Campania), Ravaioli Carla (già senatrice, scrittrice, ambientalista), Ricciardelli Simona (Commissione Pari Opportunità Regione Campania), Rivera Annamaria (antropologa, saggista, attivista antirazzista), Sarno Laura (dirigente medicina della riabilitazione), Silvestrini Maria Teresa (Terry) (consigliera Comune di Torino), Sirca Mariangela (ambientalista), Sonego Anita (Soggettività Lesbica e Presidente Libera Università delle Donne di Milano), Sonno Silvana (scrittrice), Spatuzzi Ilaria (sindacalista), Spinelli Barbara (giurista), Trevisani Maria Pia (Associazione BergamoLaica- IFE-Iniziativa Femminista Europea), Turtor Vera (presidente del consiglio Comune di Battipaglia), Vano Olimpia (già senatrice), Zanetti Cristina (Associazione Culturale Lesbica "Visibilia", Festival Internazionale del Cinema Lesbico "Immaginaria")
Per aderire: forumdonne.prc@rifondazione.itIndirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo

Abbiamo persino rivisto un redivivo Pannella ma della lista comunista nessuna traccia nelle reti rai e mediaset. Come mai? forse fa paura una voce critica che si dissocia dal coro? Forse non piace chi denuncia le morti sul lavoro, la corruzione politica, i soldi in cambio di voti, la protervia e la prepotenza di chi ogni giorno con la complicità della stampa e della televisione ci ruba di ogni diritto?
Contro l'oscurantismo
- Presidio davanti alla RAI mercoledì 27 maggio 2009
ROMA - giovedì 28 maggio h. 10.00 iniziativa di protesta davanti alla RAI di viale Mazzini 14 contro il mancato rispetto della par condicio, nei confronti della lista di Prc, PdCI, Socialismo 2000, che si traduce in un vero e proprio oscuramento della nostra presenza nelle televisioni.Sarà presente il Segretario Paolo Ferrero.
28 maggio h 11 presidio davanti alla sede RAI di Napoli a viale Marconi BOLOGNA - giovedì 28 maggio h 15 conferenza davanti alla sede Rai via della Fiera 143

La lista comunista e anticapitalista è stata totalmente oscurata dal duopolio RAI-Mediaset. Non lo diciamo noi, ma l`AGCOM (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni). La Rai dal 9 maggio al 16 maggio ha dedicato tempo informativo (sia di notizie relative, che direttamente al diritto di parola) rispettivamente per Rifondazione comunista 2 minuti e 9 secondi, mentre per il Partito dei comunisti italiani 2 minuti e 11 secondi. Questi sono gli incredibili risultati pur avendo la Rai testate giornalistiche come il Tg1, Tg2, Tg3 e RaiNews24. Non è andata certo meglio sulle reti Mediaset del Presidente Berlusconi: sempre per lo stesso periodo preso in esame il totale di informazione riservata alla lista comunista e anticapitalista è di 17 secondi! Le cose non migliorano nel periodo successivo in esame: dal 17 al 23 maggio, 2 minuti e 11 secondi per la Rai e 1 minuto e 13 secondi per Mediaset.Non stupisce che un`impresa privata proprietà di un monopolista della comunicazione oltretutto Presidente del Consiglio (situazione che non ha eguali in nessun paese al mondo) non dia spazio a chi rappresenta una vera alternativa al liberismo e al piattume della politica e che chiami la crisi economica che stanno pagando i lavoratori con il suo vero nome: la crisi di un modello di sviluppo fondato sul mercato, sulla finanziarizzazione e sulla svalorizzazione del lavoro umano.Stupisce (ma ormai non troppo) invece che un servizio che dovrebbe essere pubblico fornito dalla RAI - per cui tutti paghiamo il canone - che dovrebbe garantire il diritto all`accesso alla comunicazione di tutti i soggetti politici neghi la sua missione di informazione corretta, plurale e democratica. Forse è più facile discutere di Noemi Letizia piuttosto che confrontarsi con delle nostre proposte concrete e realistiche per uscire da questa crisi e non far pagare (anche con la vita) sempre e solo ai lavoratori e alle lavoratrici i prezzi di un modo di produrre e consumare pazzesco e distruttivo. Per questo proprio sotto la RAI a Roma ci siamo dati appuntamento domani Giovedì 28 maggio dalle 10 alle 15 in Viale Mazzini 14 Prc, Pdci, Socialismo 2000, ma anche invitando tutte e tutti i cittadini che credono che una comunicazione corretta e pluralista sia la spina dorsale delle moderne democrazie. Così come invitiamo tutti i soggetti che si vedono negare ogni giorno il loro diritto a comunicare. Chiediamo che chiunque abbia a cuore la vita democratica di questo paese partecipi ai presìdi democratici che stiamo organizzando sotto le sedi regionali della Rai sempre per domani Giovedì 28 maggio dalle 10 alle 14. Invitiamo ai presìdi anche i lavoratori e le lavoratrici dei media perchè più democrazia nella comunicazione significa anche più garanzie per le loro libertà di lavorare e informare correttamente e senza censure.Noi della lista comunista e anticapitalista utilizziamo ogni media per comunicare -comprese le opportunità offerte dalle nuove tecnologie digitali - ma non possiamo permettere che sui media fondamentali come la televisione ci sia una censura che falsifichi il confronto politico e inganni i cittadini. Una censura verso chi in Europa andrà anche per garantire il diritto a comunicare di tutti e tutte.
Claudio Grassi Segreteria nazionale Prc-SE area organizzazione

Si continua a morire di lavoro

Risulta difficile inseguire la cronaca di tutti i giorni e non essendo questo blog una testata giornalistica non si hanno nè le risorse nè gli strumenti per potere assolvere ad un ruolo, quello della cronaca e dell'inchiesta, che spetta ad altri.
In attesa che i bravi giornalisti tornino anche in TV al posto dei mercenari del giornalismo.

Strage al petrolchimico. Era già sotto inchiesta
di Costantino Cossu
su Il Manifesto del 27/05/2009

Tre vittime a Sarroch, la denuncia in un video

La Saras uccide. Nella fabbrica petrolchimica di Sarroch, di proprietà di Gianmarco e Massimo Moratti, ieri tre operai di una ditta esterna, la Comesa srl, che facevano lavori di manutenzione in un grande serbatoio per il gasolio, sono morti avvelenati da esalazioni probabilmente di azoto. Si chiamavano Bruno Muntoni, 52 anni, Daniele Melis, 26 anni, e Pierluigi Solinas, 27 anni. Tutti di Villa San Pietro, un piccolo paese a una trentina di chilometri da Cagliari. E' stato Pierluigi Solinas, poco dopo le 13,30, il primo a entrare nel silos. Si è subito sentito male ed è cascato all'interno. Bruno Muntoni, rendendosi conto che era in difficoltà, l'ha raggiunto e a sua volta s'è sentito male. Daniele Melis ha indossato una maschera antigas prima di provare a raggiungere i compagni, ma è morto avvelenato anche lui.A raccontare le fasi della drammatica sequenza è stato un quarto operaio della Comesa, Gianluca Fazio, che, rimasto all'esterno del serbatoio, è stato anche lui raggiunto dalle esalazioni e ha perso i sensi. Soccorso, è stato trasportato all'ospedale per accertamenti, ma le sue condizioni non sono preoccupanti. Altri operai che hanno visto tutto hanno detto che i tre sono entrati nella cisterna senza maschera protettiva. La procedura sarebbe corretta perché - dicono gli operai testimoni oculari della tragedia - questo tipo di intervento richiede normalmente una bonifica a monte, prima della manutenzione. Stando alle dichiarazioni rese dall'azienda ai sindacati, l'impianto l'altroieri era stato interamente bonificato. Ma allora perché i morti? «I vertici della Saras - spiega uno dei dirigenti della Cgil, Giacomo Migheli - dicono di non sapere se le procedure di sicurezza siano state rispettate e demandano all'inchiesta giudiziaria il compito di chiarire le cause dell'incidente». Il medico della Saras, il primo ad aver esaminato i corpi delle vittime, ha attribuito il decesso ad asfissia.La Saras è tra le più grandi raffinerie del Mediterraneo. Lo stabilimento è composto da 19 impianti. Oltre mille le persone impiegate, a cui si aggiungono più di 3.000 addetti nell'indotto. La costruzione partì nel 1962, quando Angelo Moratti scelse Sarroch, venti chilometri a sud ovest di Cagliari, per farci i suoi impianti. La produzione fu avviata nel 1965. Oggi la capacità complessiva è di 110 mila barili raffinati al giorno. I tre impianti di distillazione hanno una capacità complessiva di 15 milioni di tonnellate l'anno. Il 53% della produzione è destinato al mercato italiano (di cui il 23% al mercato sardo); del restante 47% destinato all'export, circa un terzo è venduto in Spagna. Un colosso, insomma. Un colosso ad alto rischio. Lo ricorda il segretario generale della Cgil sarda, Enzo Costa: «Non è certo la prima volta che alla Saras accadono incidenti mortali. Nessuno quindi parli di fatalità, la pericolosità del sito era ampiamente nota».Oggi l'intera zona industriale di Sarroch si ferma per otto ore di sciopero che, aggiunge Costa, «non ridanno la vita a nessuno, ma devono almeno servire ad aprire una riflessione». Il clima ieri era molto teso. Quando nel pomeriggio il presidente della Regione, Ugo Cappellacci (Pdl), è arrivato alla Saras, un parente di una delle vittime ha atteso il governatore all'ingresso della raffineria e ha gridato tutta la sua rabbia: «Fallo chiudere questo posto maledetto, falli arrestare tutti».Sulla Saras è puntata la lente della procura della Repubblica di Cagliari, che la settimana scorsa ha aperto un fascicolo sulle conseguenze dell'attività della raffineria per la salute degli operai e degli abitanti di Sarroch. E' partito tutto da «Oil», documentario sulla Saras girato dal regista Massimiliano Mazzotta. Il procuratore capo Mauro Mura ha visto il lungometraggio in una delle proiezioni in sala a Cagliari. Attraverso testimonianze dirette e recenti rilevazioni scientifiche, «Oil» denuncia i rischi sanitari e di inquinamento ambientale che deriverebbero dall'attività dello stabilimento dei Moratti. Dopo aver visto il documentario, Mura ha incaricato due sostituti - Emanuele Secci e Maria Chiara Manganiello - di valutare se gli elementi d'informazione contenuti nel film sono fondati e se possano emergere ipotesi di reato. La Saras ha risposto chiedendo alla magistratura civile il sequestro di «Oil». I vertici della raffineria di Sarroch vorrebbero esaminare il contenuto del documentario per stabilire se danneggia l'immagine dell'azienda.

Secondo i dati Istat una famiglia su cinque, il 6,3% del totale, ha enormi difficoltà ad arrivare a fine mese, mentre un altro 10% è impossibilitato a risparmiare. Per Adoc sono segnali di una crisi che continua e a cui va posto rimedio, con un taglio sul costo dei carburanti e degli alimentari.

"E' molto grave che un quinto delle famiglie italiane abbiano serie difficoltà ad arrivare a fine mese - dichiara Carlo Pileri, Presidente dell'Adoc - è un segno che la crisi non è passata né è in procinto di farlo, nonostante venga affermato a più riprese il contrario. La diminuzione del potere d'acquisto deriva anche dalle forti speculazioni in atto sui carburanti, che si ripercuotono sui prezzi dei prodotti alimentari, di cui la maggior parte vengono trasportati su gomma. Inoltre, sul prezzo finale gravano anche tasse tra le più alte d'Europa. Aspettiamo ancora che il Governo mantenga la promessa, fatta lo scorso luglio, di una riduzione delle accise e del blocco dell'Iva sui carburanti. Un intervento, concreto, che potrebbe rilanciare i consumi sarebbe il taglio di 10 centesimi sia delle tasse che del prezzo del prodotto industriale ad opera dei petrolieri, per complessivi 20 centesimi. In questo modo il risparmio alla fine dell'anno per il singolo automobilista sarebbe di 180 euro l'anno solo per i carburanti. Considerando l'incidenza del taglio sugli alimentari, potrebbe esserci un'ulteriore riduzione del 18-20% sul prezzo di questi ultimi, per un risparmio a fine 2009 di altri 200 euro circa. A marzo, sempre secondo i dati Istat, le vendite dei prodotti alimentari sono scese del 5,6%. Quando cominciano a calare anche le vendite dei prodotti alimentari, significa che siamo arrivati alla frutta".
Visto che il problema è solo psicologico, mi viene da dire che tutti quelli che avvertiamo un portafoglio più leggero siamo dei pazzi.

Mentre imperversa la crisi economica che in Sicilia si avverte meno che nel nord dell'Italia solo perche caschiamo da più in basso, Il governo siciliano, il governo dell'autonomia guidato dal centrodestra, si mostra diviso, litiga su tutto e presenta molti suoi esponenti candidati all'elezioni europee. L'ARS non fa attività, ammesso che l'abbia mai fatto, proprio per consentire a chi è candidato di fare campagna elettorale. Non sarebbe normale che questi personaggi facessero quello per cui sono stati eletti dal popolo e per il quale lo stesso popolo aspetta risposte. A tale proposito il segretario regionale del PRC Luca Cangemi ha presenato un esposto alle procure della Corte di conti e Distrettuale di Palermo per chiedere che si accerti la verità circa l'utilizzo di alcuni candidati alle elezioni europee, esponenti del governo regionale o dirigenti di importanti strutture, di beni e strutture dell'amministrazone regionale (dalle auto blu ai telefonini) che invece dovrebbero essere utilizzate soltanto a fini istituzonali.

In questi giorni si parla tanto della possibilità che venga alla luce in contrada Conza un mega vilaggio turistico. Come sempre da un lato si schierano a favore del progetto i sostenitori di un mdello di sviluppo basato sulla speculazione, anche a costo di rovinare irreversibilmente il territorio e, in particolare, le nostre splendide coste, dall'altro chi crede in uno sviluppo sostenibile, rispettoso dell'ambiente e orientato alla salvaguardia dell'identità dei luoghi. La questione è pero se tutti hanno la credibilità per difendere il secondo modello, quello da sempre sostenuto e promosso dal nostro partito e da poche associazioni ambientaliste (circolo Metropolis). Questo solo per dire che la questione ambientale deve essere al centro di un progetto politico e non può essere considerata solamente una questione accessoria.
Vi riporto quanto proposto dal nostro partito in merito a questo punto e desidero puntualizzare come questo era parte fondante del programma del candidato a sindaco Camillo Navarra alle ultime elezioni comunali. Solo per non dimenticare.
La questione ambientale e dello sviluppo sostenibile.

Il saccheggio del territorio, la cementificazione selvaggia delle coste e l’assenza di un preciso modello di sviluppo del Paese rischiano di devastare i nostri luoghi in modo irreversibile. Una mala intesa idea di sviluppo tutta volta alla speculazione edilizia mina alla base la possibilità di uno sviluppo altro del nostro territorio, che rispetti la sua vocazione e ne valorizzi le risorse ambientali e naturali.
Incontrando i movimenti, che sul territorio da anni hanno condotto lotte per la difesa del territorio dal saccheggio e dalla privatizzazione selvaggia, sarà possibile per Rifondazione Comunista rilanciare l’idea di un altro Paese possibile.
Dalla protesta per gli accessi al mare negati, per l’abusivismo edilizio diffuso, per le discariche a cielo aperto e per le privatizzazione selvagge può nascere la proposta di un modello di sviluppo del territorio, rispettoso della identità dei luoghi.
Rifondazione Comunista si impegna a promuovere pratiche politiche che salvaguardino la fascia costiera, il centro storico e l’area di Scopello (borgo e tonnara), secondo quanto indicato dal PRG e dal PTPR e che rilancino il progetto del Paese albergo, anche attraverso il riuso di strutture già esistenti.
Uno sviluppo sostenibile del territorio non può prescindere dal recupero del patrimonio storico-architettonico presente nel territorio (bagli, torri e castelli).

Se il buon giorno si vede dal mattino.....

Se è vero come è vero che la mafia è soprattutto un sistema di pensiero, come definire la prepotenza della affissione selvaggia in barba alle regole più elementari in materia di propaganda elettorale se non un gesto mafioso?
Se il buon giorno si vede dal mattino......

Il Circolo "Mauro Rostagno" del Partito della Rifondazione Comunista e il Coordinamento provinciale dei Giovani Comunisti di Trapani, esprimono il loro compiacimento a seguito della emissione dei due ordini di custodia cautelare nei confronti di Vincenzo Virga e Vito Mazzara, nell'ambito del delitto Rostagno.
E' questo il risultato della mobilitazione di quanti, a Trapani, non si sono rassegnati a vedere archiviato l'omicidio Rostagno" fra i casi insoluti e si sono mobilitati ottenendo la riapertura delle indagini. E' la confema, sconfitto il tentativo di accreditare l'ipotesi che Mauro fosse vittima di una faida interna alla comunità Saman,che Rostagno rappresentava ,col suo impegno di giornalista, una minaccia allo strapotere della mafia in questo territorio poichène svelava le collusioni con il potere politico. La giornata in cui finalmente viene fatta chiarezza sul delitto è molto significativa, trattandosi del giorno della strage di Capaci.Ci auguriamo che questo sia l' auspicio di un nuovo inizio, di un grande cammino dell' antimafia che possa rendere giustizia, cambiare le coscienze e cambiare la nostra terra. Dopo quasi 21 anni dalla morte di Mauro Rostagno il suo ricordo è sempre vivo.

Circolo "Mauro Rostagno"Coordinamento Provinciale Giovani Comunisti


La vita di Mauro Rostagno venne spenta nella notte del 26 settembre 1988 in una stradina di campagna in contrada Lenzi, nel trapanese, a poche centinaia di metri dalla 'sua' comunita' Saman.

Oggi di quel delitto sono accusati il boss mafioso Vincenzo Virga, gia' capo del mandamento mafioso di Trapani, attualmente detenuto a Parma, indicato come il mandante, e Vito Mazzara, accusato di essere l'esecutore materiale, detenuto a Biella.

Complessi sono stati sia il percorso che porto' il torinese Rostagno a trovare la morte nella campagna siciliane, sia quello delle indagini che seguirono la sua uccisione, a lungo mirate anche su piste diverse da quella mafiosa.
Nato a Torino il 6 marzo del 1942, da genitori entrambi piemontesi ed entrambi dipendenti della Fiat, Rostagno si sposa giovanissimo, nel 1960, ha una figlia, lascia la sua compagna e per diversi anni vive all'estero fra Germania, Inghilterra e Francia.

Poi il rientro definitivo in Italia e l'iscrizione alla facolta' di sociologia di Trento, dove diventa uno dei leader del movimento degli studenti.

Una stagione condivisa, fra gli altri, con Renato Curcio e Mara Cagol, che fonderanno nel 1970 le Brigate Rosse insieme ad Alberto Franceschini. Rostagno invece dara' poi vita una anno prima, nel 1969, a Lotta Continua, con Adriano Sofri, Guido Viale, Marco Boato, Giorgio Pietrostefani e Paolo Brogi.Nel 1970 Rostagno si laurea in sociologia con una tesi di gruppo su "Rapporto tra partiti, sindacati e movimenti di massa in Germania".
Dopo aver contribuito a fondarla Rostagno sara' poi fra i piu' accesi sostenitori dello scioglimento di Lotta continua, nel 1976.

Chiusa la vicenda di Lc, Rostagno apre con altri a Milano e' il locale Macondo, un centro culturale che fu un punto di riferimento per la sinistra alternativa in quegli anni.

LA POLITICA IN PIAZZA.

DOMENICA 24 MAGGIO ALLE ORE 21.30 COMIZIO ELETTORALE NELLA PIAZZA ATISTANTE LA VILLA COMUNALE DI CASTELLAMMARE DEL GOLFO

Introduce: Giacomo Galante, segretario circolo PRC Castellammare del Golfo;
Interviene: Salvatore Buonadonna, ex senatore del PRC.

Contestualmente al comizio elettorale il locale circolo PRC allestirà un banchetto per la distribuzione di materiale elettorale e per la raccolta firme in merito alla petizione per chiedere le dimissioni del Presidente del Consiglio.


Di Daniela Cortese
su L'ERNESTO del 19/05/2009

Una sfida non solo elettorale

1. Le elezioni di giugno assumono per l’Italia, ed in particolare per i comunisti e le forze di sinistra anticapitalistica ed antimperialista, una valenza politica che oltrepassa le connotazioni di un normale passaggio elettorale.
La crisi sta avendo anche nel nostro Paese pesanti ripercussioni sulla condizione sociale di decine di milioni di persone. Cui si accompagna non già una radicalizzazione conflittuale delle maggiori organizzazioni sindacali (CGIL-CISL-UIL), ma al una loro ormai piena integrazione (CISL e UIL) nelle compatibilità di sistema, e una sofferta dialettica all’interno della CGIL tra le componenti più moderate e quelle che (come la FIOM) vorrebbero rilanciare una linea di lotta in convergenza col sindacalismo di base.


2. Sul piano politico, si afferma il tentativo di consolidare in vari modi – dagli sbarramenti elettorali al referendum - un sistema bipolare/bipartitico che impedisca al conflitto sociale e alle forze del cambiamento, prima di tutto ai comunisti, di avere uno spazio nelle istituzioni affinché siano rappresentate anche lì le istanze del conflitto sociale e per una politica estera non asservita alla NATO e a Israele. E per fornire, anche dalle istituzioni, una tribuna e una strumentazione politica e mediatica (un’utile sponda che sarebbe infantile sottovalutare) alle istanze di lotta che si manifestano nel Paese.

3. L’obiettivo dei gruppi dominanti è quello di “gestire” le contraddizioni che il sistema capitalistico genera, convogliandole nell’ambito dell’alternanza. Oppure relegandole a periodiche e impotenti esplosioni di “rabbia sociale” facili da circoscrivere e da reprimere; ed impedire che esse si strutturino e si organizzino durevolmente in organizzazioni sindacali e in formazioni politiche, con basi di massa,: caratterizzate le prime da una solida autonomia sindacale di classe, le seconde da una solida riorganizzazione dei comunisti in partito, nell’ambito di una più vasta unità d’azione a sinistra. Organizzazioni non “folcloristiche” cioè (come ebbe a dire sprezzantemente Romano Prodi durante il suo ultimo governo) o puramente testimoniali e gruppuscolari, ma capaci di riorganizzare e riorientare il conflitto di classe, durevolmente, su basi di massa.

4. Come si è scritto, “gli operai che in una recente trasmissione televisiva ammettevano di aver votato Berlusconi con la speranza che salvasse l’azienda e quindi il posto di lavoro, o quelli che al nord votano Lega, o sperano di trovare rifugio nella tutela del sindacalismo di destra, dimostrano che le contraddizioni sociali non sfociano automaticamente in una critica del sistema, ma possono, se manca un soggetto politico in grado di trasformarle in coscienza di sé, essere usate a vantaggio di quelle classi sociali che le hanno generate”. E questa “non è una novità di questi tempi; il consenso sociale di alcuni regimi fascisti ( da quelli europei a quelli latinoamericani ), il modo con cui i colonialismi costruivano un consenso interno mentre sfruttavano i ceti popolari , per massacrare e dominare i popoli di altri paesi, sono solo due esempi del fatto che non vi è mai stato un qualche automatismo tra condizione sociale e comprensione della necessità del cambiamento” (come dovrebbe essere chiaro ai comunisti, se essi non hanno smarrito la lezione di Lenin e di Gramsci sul valore della lotta politica e ideologica per la formazione di una lucida coscienza di classe nelle avanguardie dei movimenti).

5. Anche la falsa alternativa tra due poli (o partiti) dell’alternanza fa parte di questo tentativo di gestione delle contraddizioni piegandole ad una continua internità al sistema , facendo oscillare il malcontento tra l’ uno o l’ altro dei due partiti (o poli) che comunque hanno alla base l’accettazione degli attuali rapporti economico-sociali e vincoli internazionali, oppure spingendolo verso l’astensione e l’impotenza, o cercando di dirottarli verso raggruppamenti sostanzialmente subalterni ad uno dei due poli (come è recentemente e tristemente avvenuto per il gruppo legato a Nichi Vendola, che si presenta in coalizione con ciò che rimane dei Verdi, di Sinistra Democratica e dei socialisti di Bobo Craxi e De Michelis.

6. Per questo riteniamo che la costruzione di una lista unitaria tra i comunisti e le forze anticapitaliste per le elezioni europee sia una scelta importante, e contrastiamo ogni tentativo – anche se mascherato da fraseologie ultrarivoluzionarie – di ostacolarla, con liste di disturbo, appelli all’astensione, attendismi o scetticismi variamente motivati. Ma proprio per questo tale scelta non può essere , e non può apparire solo motivata dallo sbarramento del 4%: ne risulterebbe minata la credibilità sociale ed ogni attrattiva politica e ideale.

7. Né ci è parso comprensibile (anzi, frutto di pregiudiziali ideologiche anti-unitarie) perché in alcuni casi (fortunatamente minoritari) le stesse forze politiche, nel passaggio delle elezioni amministrative, abbiano compiuto scelte diverse, tanto più in situazioni che non vedono forti divergenze politiche, di programma o di collocazione rispetto alle alleanze.


8. Noi sosteniamo da tempo la necessità di una riaggregazione unitaria dei comunisti in un solo partito (sulla base, è evidente, di un programma e di un profilo politico e ideale convergente, non – come si ripete stancamente – “in astratto”). Solo un anno fa, l’ipotesi di una lista comunista unitaria alle elezioni sarebbe parso un miracolo. In verità, sappiamo che la sua realizzazione è stato il frutto non solo di alcune circostanze oggettive favorevoli, ma anche di un duro lavoro di molti, in più direzioni.
Non vantiamo diritti d’autore, anche se sappiamo bene che tale scelta è stata per molto tempo osteggiata (non solo con argomentazioni tattiche) o vista con sufficienza e scetticismo anche da forze che oggi la sostengono. Tanto meglio. Purchè qualcuno non voglia farcene una colpa, o pretenda di tenere in piedi verso di noi ostracismi e pregiudizi superati dai fatti o, peggio ancora, eserciti vere e proprie discriminazioni, come è avvenuto in alcuni casi, ad esempio a Roma e a Milano, in occasione in quest’ultima della scelta delle candidature per le elezioni locali.
Tale processo andrà avanti solo se saprà svilupparsi a livello politico, nella pratica del conflitto sociale, nella ricchezza e trasparenza di un dibattito teorico-politico in cui forte sia la capacità di elaborazione e di reciproco ascolto: non può essere solo un passaggio elettorale (come qualcun altro pensava per l’Arcobaleno) a determinare una aggregazione politica, né la sommatoria di arguti e tempestivi passaggi tattici (che pure non guastano).


9. Quando diciamo “unità dei comunisti”, non pensiamo solo ai due partiti (PRC e PdCI), ma anche a quelle migliaia di compagne/i che sono passati in questi anni per i due partiti ed oggi, o sono tornati a casa delusi, o sono a volte il cuore di conflitti sociali, sindacali, culturali, di comitati e associazioni che animano quel mondo “in basso a sinistra” cui facciamo riferimento.
Ma non sottovalutiamo l’essenzialità dell’apporto delle due principali forze comuniste organizzate, senza di che si sarebbero fatte per lo più delle chiacchiere, tanto radicali quanto ininfluenti, ed oggi il bipolarismo politico in Italia sarebbe pressoché perfetto e compiuto.
Cerchiamo di trovare un giusto equilibrio tra i due aspetti del problema, e non è certo per eclettismo che ospitiamo in permanenza sulla nostra rivista contributi che pongono l’accento, ora sull’una, ora sull’altra sensibilità. Crediamo alla possibilità di una sintesi non tatticista e anche per questo lavoriamo in più direzioni.


Un'altra Europa

10. Le elezioni europee si svolgeranno in 27 Paesi dell’Unione (Ue), con 500 milioni di persone e con un Prodotto Interno Lordo pari al 19%% di quello mondiale.
Constatiamo che a livello della Commissione e del Parlamento europei, non esistono divergenze strategiche fondamentali di politica estera (euro-atlantismo) ed economica (liberismo sorretto dall’intervento statale per fronteggiare la crisi) tra i due maggiori raggruppamenti politici: quello conservatore, raccolto intorno al Partito popolare europeo e quello socialdemocratico. Insieme ai liberali (affini ad entrambi) questi gruppi esprimono oltre il 75% del Parlamento europeo (PE) e dominano la vita politica dell’Ue, in una ferrea logica bipartisan di alternanza/concertazione.

11. La presidenza Obama ha riavvicinato le due rive dell’oceano in una solidarietà euro-atlantica sancita dal rientro della Francia nella struttura militare integrata della NATO, da cui De Gaulle volle uscire per salvaguardare l’indipendenza nazionale del suo Paese. La necessità, anche per i liberisti più incalliti, di ricorrere al sostegno dello Stato per “socializzare le perdite” prodotte dalla crisi e dalla recessione, ha ridotto le divergenze sulla politica economica tra le diverse componenti interne al sistema. E il peso assai limitato delle forze comuniste e di sinistra “alternativa” nel PE (il GUE, il gruppo che le riunisce, esprime 41 europarlamentari su 783, pari al 5,2 %) pone a queste forze compiti prevalentemente difensivi e di sopravvivenza nazionale, di accumulazione di forze, di incidenza nelle lotte sociali nei rispettivi Paesi. Non è certo all’ordine del giorno la possibilità di “un’altra Europa”; e chi dice il contrario, o vende fumo oppure in realtà prospetta un’alternanza con socialdemocratici, liberali e verdi che, nel contesto attuale dell’Ue e con gli attuali rapporti di forza tra le classi, non avrebbe proprio nulla di “alternativo”. Tanto più che le scelte fondamentali di politica economica ed estera vengono prese fuori dal PE: dai grandi Stati nazionali e dai poteri forti economici e finanziari (e dalla loro concertazione in ambito UE e NATO), sulla testa dei popoli. Mentre praticamente non esiste un sindacalismo di classe coordinato su scala continentale.


12. La profondità della crisi mondiale e una forte modifica in atto nei rapporti di forza tra le maggiori potenze, con il declino della triade imperialista (USA, UE e Giappone) e l’ascesa di nuove entità non omologate al vecchio ordine mondiale euro-atlantico (Russia, Cina, India, Brasile, Sudafrica…), con una forte incidenza sulle rispettive dinamiche regionali, possono determinare a medio termine ripercussioni significative anche sugli equilibri nella UE. Non è dunque prematuro l’appello ai comunisti perché lavorino alacremente alla loro riorganizzazione e al radicamento sociale. I tempi della storia non sono lineari, ed è sempre buona norma non farsi cogliere impreparati da imprevedibili accelerazioni (chi avrebbe previsto, pochi anni prima, il crollo dell’URSS?).

13. Tutto ciò rimanda ad un nodo strategico fondamentale, quasi del tutto assente in questa campagna elettorale: che cosa intendiamo quando parliamo di “un’altra Europa”, di un’ “Europa dei popoli”, di una alternativa di progresso all’Unione europea?
L’UE non è un contenitore neutrale, tinteggiabile di destra o di sinistra a seconda delle circostanze o del congiunturale prevalere nel Parlamento europeo di maggioranze di centro-destra o di centro-sinistra (di alternanza), bensì un progetto strutturato, che viene da lontano, di costruzione di un nuovo polo capitalistico sovranazionale, consolidato negli anni da innumerevoli vincoli e trattati, con la formazione dell’euro e di una Banca Centrale Europea; e di una Politica estera e di sicurezza comune che cerca spazi di relativa autonomia dagli Stati Uniti dentro le strutture e le compatibilità della NATO, non certamente in alternativa ad esse (una sorta di “condominio imperiale” per il governo del mondo). Come si è visto nella guerra alla Jugoslavia, nelle relazioni con Cuba, Cina, Russia.., nella subalternità ad Israele.
Tutto ciò ne fa un processo di integrazione regionale assai diverso da quelli in corso in America Latina, in Africa, in Asia, che non avvengono su basi neo-imperialiste. Una alternativa in Europa paragonabile a quella perseguita dalle forze progressiste in America Latina non può che avvenire in netta discontinuità col progetto Ue.


14. Tra i comunisti e le forze di sinistra critica in Europa, anche nel GUE-NGL, sono presenti in proposito due tipi di approccio.
Il primo è quello che crede ad una “riformabilità” della UE, per cui un’avanzamento nella socialdemocrazia e delle sue componenti di sinistra, un rafforzamento della sinistra anticapitalistica, la ripresa di un nuovo ciclo di lotte sociali, renderebbero credibile la formazione nell’UE (e in alcuni dei suoi Stati chiave) di maggioranze alternative, di “sinistra”, capaci di mutare la natura e la politica complessiva dell’Unione europea. In questo filone si ritrovano alcuni settori della socialdemocrazia e buona parte dei gruppi dirigenti del Partito della Sinistra Europea (SE), che ha fatto di questa posizione “interna” al quadro UE uno dei tratti fondanti del suo profilo strategico e programmatico, a partire dalla Linke tedesca, che è oggi in questo schieramento la componente più forte.
Un secondo approccio caratterizza invece una parte dei partiti comunisti del continente (dell’Est e dell’Ovest), per lo più esterni alla Sinistra Europea (o suoi “osservatori”); la più parte delle forze della sinistra anticapitalistica della regione scandinava; e alcune componenti (non maggioritarie) interne a questo o quel partito della Sinistra Europea (il dibattito è trasversale, a volte neppure veramente impostato).
Tutti, nel GUE, condividono l’ esigenza di lottare per conquiste parziali nel quadro attuale UE (vi sono cioè le basi per un programma minimo condiviso). L’UE esiste, esisterà probabilmente per un periodo non breve - nonostante la crisi profonda che attraversa - e non ci si può estraniare dalla dialettica politica e programmatica che vi si svolge in nome di un’ Europa futura, tutta da costruire.
Il punto è - questa l’essenza strategica della seconda posizione, a cui ci sentiamo affini - che le forze che si richiamano al socialismo ed ad un’alternativa anti-liberista, contrarie alla guerra e all’imperialismo; le forze che vogliono un’Europa unita e autonoma dagli Stati Uniti e dalla NATO, fondata non su poteri federali sovranazionali, ma sulla cooperazione tra Stati sovrani, non imperialista bensì amica e cooperante coi popoli del Sud del mondo, non possono pensare di perseguire compiutamente tali obiettivi dentro il quadro e le compatibilità dell’UE, ma debbono avanzare fin da ora un progetto alternativo.


15. Si continua a discutere come se l’Ue fosse tutta l’Europa: e ha ragione chi disse, all’indomani dei referendum di Francia e Olanda, che “l’idea di una Grande Europa Unita [fattore geopolitico di significato planetario] non è risolvibile con l’allargamento dell’UE”, cioè per assorbimento o cooptazione; e che “un processo paneuropeo di questa ampiezza non può essere costruito soltanto dalla parte occidentale”.
Una visione “davvero pan-europea” dovrebbe innanzitutto opporsi ad ogni interferenza neo-imperialistica degli USA, dell’UE e della NATO negli affari interni dei Paesi dell’area ex sovietica, come invece sta avvenendo – pesantemente – nelle vicende di Ucraina, Georgia, Paesi baltici, Bielorussia, Moldavia e nella stessa Russia.Un intellettuale britannico vicino a Tony Blair, ha scritto dopo la guerra in Iraq che in Europa il bivio è “tra euroasiatici, che vogliono creare un’alternativa agli Usa (lungo l’asse Parigi – Berlino – Mosca – Delhi – Pechino) ed euro-atlantici, che vogliono mantenere un rapporto privilegiato con gli Usa”. Tony Blair (anticipando Obama) espresse a suo tempo con chiarezza la sua linea euro-atlantica, di “una potenza unipolare fondata sulla partnership strategica tra Europa e USA” : per dirla con Sergio Romano, “una grande comunità atlantica, dalla Turchia alla California”. Se invece l’Europa vuole reggere il confronto con gli Usa ed uscire dalla subalternità atlantica, deve essere aperta ad accordi di cooperazione e di sicurezza con la Russia (che è parte dell’Europa), con la Cina, l’India; e con le forze più avanzate e non allineate che si muovono in Africa, Medio Oriente, America Latina.


16. Ha scritto Samir Amin in una intervista all’Ernesto: “la grande maggioranza delle forze politiche europee – sia di centro-destra che di centro-sinistra - sembrano tutt'altro che interessate a un simile progetto. Oggi non c'è – al di là della retorica che anche a sinistra si ode spesso sull’argomento - “un'altra Europa” all'ordine del giorno. …sulle questioni di fondo, il progetto UE è semplicemente il risvolto europeo del progetto americano (tanto più oggi, con Obama-ndr). E in Europa, l’aver accordato - anche da parte della maggioranza delle forze di sinistra - una priorità al tema della “costruzione dell’ Unione Europea” ha favorito e favorisce uno scivolamento progressivo verso il social-liberalismo, verso le illusioni alimentate dalla retorica della “terza via”. Personalmente penso che una modifica negli orientamenti politici nazionali di questo o quel Paese europeo e in particolare la rottura con l’atlantismo é la condizione preliminare per ogni discorso sull’autonomia dell’Europa e dei singoli Paesi del continente. La NATO è il primo nemico dell’indipendenza dei popoli europei. Ciò suppone un rapporto di cooperazione strategica con la Russia, per un’altra Europa, e quindi il superamento di una concezione che identifica l’Europa con l’Unione Europea. Un asse privilegiato tra Francia, Germania e Russia sarebbe un passo importante in questa direzione; ma l’evoluzione della situazione politica in Francia e in Germania si muove oggi in senso inverso, verso un recupero della solidarietà atlantica. Per questo considero sbagliata e retorica ogni enfasi sul ruolo “progressivo” dell’Unione Europea nell’attuale contesto mondiale. Non sottovaluto il ruolo e il valore delle lotte delle forze progressiste presenti nei Paesi dell’UE, ma bisogna guardare in faccia la realtà, e non è certo lì che oggi troviamo l’epicentro del processo rivoluzionario e di trasformazione progressiva su scala mondiale”.


17. Nel momento in cui operiamo perché le prossime elezioni europee segnino l’affermazione in Italia della lista che può (deve) rappresentare il primo passo nella riorganizzazione unitaria dei comunisti, auspichiamo che negli altri Paesi dell’Unione europea avanzino le forze che si riconoscono nel GUE, ed in particolare quelle (comuniste) che all’interno del Gue sostengono, con maggiore determinazione e coerenza, le linee generali di un progetto di un’altra Europa, fuori dalla NATO, unita dal Portogallo agli Urali, aperta alla cooperazione con le forze progressiste e di pace di ogni continente, portatrice di un progetto alternativo a quello storicamente rappresentato dall’Unione europea.

Il corruttore non dovrebbe essere processato?


La condanna dell'avvocato inglese Mills a 4 anni e 6 mesi per corruzione, dicono i giudici milanesi è dovuta al suo aver agito "da falso testimone "per consentire a Berlusconi e alla Fininvest l'impunità dalle accuse. Si tratta di accuse gravissime. Berlusconi si deve dimettere da presidente del Consiglio perché è davvero indegno che possa rappresentare il nostro Paese come massima carica dell'esecutivo un politico che corrompe i giudici per il proprio tornaconto personale. Berlusconi si dimetta, rinunciando quindi allo scudo del lodo Alfano che garantisce l'immunità dai processi per le più alte cariche dello Stato, e si faccia processare da un tribunale come un normale cittadino, dimostrando in tribunale la propria innocenza.La cosa però non avverrà e Berlusconi porterà sempre più l’Italia ad essere ad una repubblica delle banane.

FIRMA ANCHE TU PER CHIEDERE LE DIMISSIONI DI BERLUSCONI

Su la testa: non facciamoci prendere in giro!!!!


Grazie all'ospitalità del Picolit pub, ieri sera o meglio ieri notte, abbiamo avuto l'occasione di incontrarci con Paolo Ferrero, segretario nazionale del PRC, e Giusto Catania, parlamentare europeo. Un occasione per riflettere su alcuni temi di interesse europeo in vista delle prossime consultazioni elettorali del 6 e 7 giugno ma soprattutto per interessarci della politica. Proprio un anno fa Castellammare viveva un momento di grande partecipazione democratica in vista delle elezioni comunali, nascevano quasi per incanto comitati elettorali e liste civiche. Dopo poco meno di un anno si è realizzato ciò che avevamo predetto e prefigurato: la morte della politica, la scomparsa delle liste civiche, che come al solito si sono dimostrate dei contenitori elettorali senza pospettiva e progettualità. A conferma di ciò basta gettare uno sguardo verso gli spazi adibiti alla propaganda elettorale. Il deserto tranne un simbolo, il nostro, per continuarvi a dire, ancora una volta, che noi ci siamo, sempre e comunque, perchè crediamo alla politica come strumento per migliorare la condizione di vita di chi sta peggio di noi. Contro questo nulla, contro la politica dei personalismi e della inettitudine. Ti invitiamo ad alzare la testa e a sostenerci per promuovere un'altra Castellammare in un'altra Europa.


Circolo PRC Castellammare del Golfo.

CHE COMUNISTI QUESTI GIUDICI...


I GIUDICI CI DICONO CHE MILLS CONSENTI' L'IMPUNITA' A BERLUSCONI
saranno comunisti anche loro?


Caso Mills, per i giudici l'avvocato fu corrotto da BerlusconiLa posizione del premier è stata al momento stralciata in attesa che la Corte Costituzionale si pronunci sul Lodo AlfanoIl Tribunale di Milano ha condannato l'avvocato David Mills a 4 anni e 6 mesi per corruzione in atti giudiziari. Il legale sarebbe stato corrotto da Silvio Berlusconi affinche agisse come un falso testimone nel corso di un procedimente per irregolarità nella compravendita di diritti cinematografici e televisivi da parte di Mediaset. La sentenza di circa 400 pagine infatti dice che Mills si fece corrompere «per consentire a Silvio Berlusconi e al gruppo Fininvest l'impunità dalle accuse, o almeno, il mantenimento degli ingenti profitti realizzati».

Domani 19 Maggio 2009, alle ore 16.00, l'assessore, nonchè vicesindaco di Castellammare del Golfo, Carlo Navarra promuove un incontro alla biblioteca multimediale “Barbara Rizzo, Giuseppe e Salvatore Asta”, con la finalità di creare un centro commerciale naturale nel centro storico del paese.
Da quanto appreso dall'addetto stampa del comune Annalisa Ferrante, l'idea è quella di trovare un modo per tutelare i piccoli commercianti nei confronti della grande distribuzione e, contemporaneamente, fornire servizi che possano aumentare la qualità dell’offerta turistica. Per creare il centro commerciale naturale occorre che almeno venti imprese locali (artigiane e turistiche, enti locali territoriali e di diritto pubblico, associazioni senza scopo di lucro, organizzazioni di categoria…), creino un consorzio stabilendo un’area definita perimetralmente, dove creare il centro.
Il primo passo è stato quello di convocare le associazioni di categoria, per informare le imprese castellammaresi della possibilità di creare il centro commerciale naturale, mantenendo la libertà individuale - spiega il vicesindaco ed assessore alle Attività Produttive, Carlo Navarra, promotore dell’iniziativa. L'assessorato regionale alla Cooperazione, Commercio, Artigianato e Pesca, infatti, ha istituito un elenco in cui verranno iscritti tutti i Centri riconosciuti. Occorre consorziarsi, per richiedere il riconoscimento al sindaco che provvederà, con delibera del consiglio, a inviare la richiesta all’assessorato.
Il progetto inziale è quello di rilanciare il centro storico delle città, che è in fase di riqualificazione urbana, ma i centri sono costituibili ovunque, per favorire il processo di aggregazione delle piccole e medie imprese commerciali e promuovere la collaborazione con le istituzioni locali e le associazioni di categoria, attingendo dai previsti fondi regionali, statali ed europei”.

Il Partito della Rifondazione Comunista guarda con interesse allo sviluppo di una iniziativa che salvaguardia e tutela i piccoli commercianti, gli artigiani e tutti quelli che operano all'interno di una realtà da tempo abbondanata quale è il centro storico del nostro Paese.


Ma cos'è un centro commerciale naturale?

Il centro commerciale naturale nasce dall'esigenza di commercianti, artigiani, professionisti e cittadini in genere di porsi come alternativa all’artificiosità e alla sostanziale omologazione dei Grandi Supermercati ed Ipermercati.
Le finalità sono principalmente legate alla riscoperta da parte dei cittadini dello spazio vitale rappresentato dal centro storico, vero luogo di vita, di incontro e di scambio tra tutte le componenti della città e delle campagne circostanti, dove profumi, rumori, sapori e tipicità si contrappongono alla standardizzazione e alla artificiosità dei Grandi Ipermercati.
I metodi per promuovere e realizzare un centro commerciale naturale si basano sulla cooperazione nella consapevolezza di quante piccole e vitali anime compongano il tessuto sociale di una paese.
Castellammare è una città ricca di bellezze naturali e di tradizioni che stanno rischiando di sparire nell’anonimato e nell'apatia omologandosi alle imposizioni dei pochi modelli operanti sul mercato.

Per questo riteniamo che l'idea di realizzare un centro commerciale naturale a Castellammare del Golfo vada sostenuta con forza

Partito della Rifondazione Comunista, Circolo di Castellammare del Golfo



Il tour di Paolo Ferrero in Sicilia


ore 11 Palermo: conferenza stampa sede comitatato regionale PRC
ore 12 Palermo: incontro con le realtà in lotta dei lavoratori
ore 16,30 Caltanissetta: assemblea biblioteca Scarabelli
ore 19 Palermo: comizio Piazza Rivoluzione
ore20,30 Partinico: incontro a Telejato
ore 21,30 Trapani: assemblea e concerto "Boccadillo pub" contrada Milo (Uscita autostrada di fronte VV.FF.)
ore 23,00 Castellammare del Golfo: incontro con i giovani "Picolit Pub" Via Discesa Marina 1 (Scalinata accanto villa comunale)



Biografia di Paolo Ferrero

Nato a Pomaretto (To) il 17 novembre 1960. Ha due figli. Diploma di perito tecnico industriale. Obiettore di coscienza, a 19 anni inizia a lavorare in FIAT come operaio. Collocato in cassa integrazione a “zero ore”, viene eletto delegato sindacale della FIOM e fonda con altri lavoratori in CIG la “Cooperativa Agrovalli”. Successivamente ha ricoperto ruoli di direzione nella CGIL e nella Federazione Giovanile Evangelica Italiana – FGEI, di cui è stato segretario nazionale. Iscritto al Partito della Rifondazione Comunista. Responsabile dell’area politiche del lavoro, economiche e sociale del PRC, fa parte della segreteria nazionale del partito dal 1995 al 2006. Da giovane si iscrive a Democrazia Proletaria e negli anni successivi entra negli organismi dirigenti del partito. Eletto deputato nella XV° legislatura si è dimesso in seguito alla nomina a Ministro della Solidarietà sociale nel II° Governo Prodi. Nel tempo libero pratica l’alpinismo e si diletta a suonare vari strumenti.

Interessiamoci alla politica....



Martedì 19 Maggio ore 21.00 - Picolit pub.
"anche se tu non ti interessi della politica
la politica si interessa di te"
Per questo vale la pena fare politca attraverso nuove forme di partecipazione che nascono dalla passione, dalla rabbia e dalla voglia di cambiamento. Sperimenta con noi la politica che nasce dal basso che non accetta capi e padroni e che si nutre delle tue capacità e potenzialità

Il circolo del PRC di Castellammare del Golfo organizza un incontro con i simpatizzanti e gli iscritti al partito.


PROGRAMMA

ore 21.00 cena.
ore 22.00 visione del film PAZ.
ore 23.30 incontro con Ferrero, segretario nazionale PRC, Luca Cangemi, segretario regionale PRC e Giusto Catania, candidato nella circoscrizione isole per le europee.

N.B. per l'organizzazione della cena è necessario raccogliere i soldi: 5 euro la quota.

Spot elettorali



ANTINORO A CASTELLAMMARE DEL GOLFO

UNA BUONA OCCASIONE PER RICORDAGLI IL SIGNIFICATO DELL'ETICA IN POLITICA.




















Un centinaio di firme raccolte sul testo della petizione popolare promossa anche online dal Prc. Firme raccolte dai compagni del Circolo di Castellammare del Golfo.

IL GIORNO DEL RAZZISMO DI STATO





La Lega riesce a far approvare il decreto sicurezza. Un pacchetto di norme che introduce per la prima volta il reato di "clandestinità". Un altro passo verso il razzismo legalizzato.


Il giorno della Lega. Passa il ddl sicurezza
di Carlo Lania
su Il Manifesto del 14/05/2009

Oggi il via libera definitivo. Approvate ronde, reato di clandestinità e prolungamento della detenzione nei Cie. Maroni sui «bimbi invisibili»: «Panzane». Ma la Cei attacca: «Forte preoccupazione» per le nuove norme

Ronde, reato di immigrazione clandestina, tempi di detenzione prolungati fino a 180 giorni nei Centri di identificazione ed espulsione. Il disegno di legge sulla sicurezza marcia come un treno blindato alla Camera, forte del triplice voto di fiducia imposto dal governo. E' il giorno della Lega, che dopo mesi di frustrazioni, in cui ha visto le sue norme anti-immigrati prese di mira e bocciate da franchi tiratori della stessa maggioranza e criticate dall'Onu e dalla Chiesa, alla fine canta vittoria e porta a casa un provvedimento che peggiore non potrebbe essere ma che può sbandierare di fronte al suo elettorato. E questo anche se Berlusconi, abile come sempre, solo due gioni fa si è preso il merito della linea dura adottata contro gli immigrati. Ma poco importa. «L'importante è che il disegno di legge passi» dice Bossi e metà mattinata chiarendo il punto di vista del Carroccio mentre i tre maxi-emendamenti in cui il ddl è stato suddiviso vengono messi al voto uno dopo l'altro sotto gli occhi di tutti i ministri leghisti presenti in aula per celebrare l'avvenimento. Così come a presidiare la Camera si fa vedere anche Silvio Berlusconi. Ancora una volta, però, è Gianfranco Fini a cantare fuori dal coro del centrodestra. Parlando degli immigrati che vengono respinti in Libia e delle critiche (molto simili alle sue) che l'Onu ha rivolto alla politica del governo italiano, il presidente della Camera commenta: «Il problema esiste e si può trovare la soluzione in diversi modi» ma, spiega polemizzando con la Lega, «bisogna evitare eccessi propagandistici». Duro, ancora una volta, anche il commento dei vescovi, per i quali «di fatto il vero il grande tema che viene tenuto sotto silenzio di questo ddl è proprio l'importante tema dell'integrazione». A Fini replica seccamente Bossi: «Se non la fai sotto elezioni - dice il leader del Carroccio - la propaganda quando la fai?».Il risultato della giornata è scontato. Imbavagliata l'opposione e costretta all'obbedienza la maggioranza con la fiducia, c'è poco da fare. I tre maxi-emendamenti (immigrazione, criminalità organizzata e sicurezza urbana) passano senza difficoltà rispettivamente con 316 voti a favore contro 258, 315 a 247 e 315 a 237. Oggi le dichiarazioni di voto e la votazione finale. Poi il testo passa al Senato dove il ministro degli Interni Maroni spera possa essere approvato entro la fine del mese. Numerose le nuove norme. Tra queste c'è l'istituzione delle ronde attraverso elenchi gestiti dalle prefetture, l'introduzione del reato di clandestinità (punito con un'ammenda da 5 mila a 10 mila euro) con l'obbligo di denuncia per i pubblici ufficiali (fatta eccezione per i medici), il prolungamento da 60 a 180 giorni del periodo di detenzione nei Cie, l'istituzione di una tassa di 200 euro per chi richiede al cittadinanza italiana e di un'altra, compresa tra gli 80 e i 200 euro, per chi richiede il permesso di soggiorno, il carcere fino a 3 anni per chi affitta ai clandestini e per chi oltraggia un pubblico ufficiale e l'istituzione del registro dei clochard. Restano intatti i poteri del procuratore antimafia, mentre viene reintrodotta nella sua formulazione originaria la norma che obbliga i costruttori che partecipano a gare d'appalto a denunciare i tentativi di estorsione da parte del racket. Prevista anche l'istituzione di un albo per chiunque eserciti attività di sicurezza all'esterno dei locali pubblici (i buttafuori delle discoteche). Resta, infine, una delle norme più discusse del provvedimento, quella che impedisce l'iscrizione all'anagrafe dei figli delle donne immigrate. «Panzane», ha liquidato ieri la questione Maroni, sostenendo che la Bossi-Fini concede un permesso di soggiorno temporaneo alle puerpere, ma un nutrito gruppo di giuristi e alcune associazioni sostengono che si tratta di una possibilità destinata a decadere con l'introduzione del reato di clandestinità, cosa che per altro obbligherà l'impiegato dell'anagrafe, in quanto pubblico ufficiale, a denunciare la madre clandestina. Tesi che trova d'accordo i vescovi italiani, che ieri hanno espresso «forte preoccupazione» per i contenuti del provvedimento anche per le difficoltà che si verranno a creare per i figli nati da madri clandestine. E sui possibili rischi per i bambini, infine, lancia l'allarme anche l'associazione Terre des Hommes, secondo la quale con il reato di clandestinità migliaia di minori stranieri non accompagnati rischiano di essere rimpatriati.


Intervista di Cosimo Rossi ad Haidi Giuliani (Liberazione, 13/05/09)

«Qualunque cosa si possa fare contro questa destra e il suo carattere autoritario va fatta».

Quindi per Haidi Giuliani, candidata nella circoscrizione nordovest, alle prossime europee «anche andare a votare è importante». Perché «non dobbiamo permettere che, nonostante i suoi errori, la sinistra sparisca o che venga definito di sinistra chi approva i respingimenti degli immigrati e le politiche securitaria come fanno in Europa il Pd e Di Pietro».

L'Europa da una parte viene chiamata in causa come paravento per i provvedimenti contro gli immigrati e dall'altra condanna l'Italia. Qual è allora il suo vero volto politico?

In Italia si ha la capacità di peggiorare ogni cosa. Quindi ci si rivolge all'Europa con aria anche arrogante per sostenere che ha ragione il governo italiano, richiamando nello stesso tempo alcune direttive comunitarie.

Perché in effetti la politica europea non è così indulgente…
No, anzi si manifesta con un volto abbastanza feroce. Del resto, è sempre accaduto che il più ricco si difendesse dal più povero o, più precisamente, da chi è stato impoverito. Siccome al giorno d'oggi la forbice si allarga sempre di più, il dramma diventa ogni giorno più ampio e più profondo. Da questo punto di vista sarebbe importante riuscire a fare in modo che il parlamento europeo diventi finalmente un parlamento a tutti gli effetti, con potere legislativo, che non si occupi solamente di economia ma anche di garantire i diritti alle persone.

Proprio in materia di immigrazione anche i socialisti del Pse hanno adottato posizioni restrittive, come purtroppo dimostra la Spagna di Zapatero…
I socialisti in Europa sono ondivaghi. Si schierano di volta in volta a seconda della convenienza del momento. Perciò noi rivendichiamo giustamente di far parte del Gue, il gruppo della sinistra europea, che è molto chiaro e coerente nelle sue posizioni, dove non si è mai detta una cosa per poi farne un'altra. C'è un solo gruppo che ha cercato di contrastare queste politiche securitarie ed è il Gue. Francamente non comprendo chi dice di voler andare in Europa schierandosi apertamente in contrasto con Berlusconi ma per poi andare a sedere in gruppi diversi che spesso adottano le stesse politiche del governo italiano.

Ti riferisci al Pd ma anche a Sinistra e libertà?
Mi riferisco a tutti quelli che non indicano con chiarezza quali sono i loro obiettivi e le loro intenzioni in Europa. Da questo punto di vista io ho già fatto un'esperienza che mi ha fatto molto soffrire quando sono stata eletta in senato su un programma che poi è stato disatteso nella gran parte di quanto era in esso affermato. Questo non è ammissibile: non si può parlare in un modo e poi fare cose diverse.

A questo proposito anche l'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro è incredibilmente contraddittoria: in Italia si presenta come la forza più agguerrita contro Berlusconi, ma in Europa sostiene in gran parte le stesse posizioni…
Non vedo differenza tra gli obiettivi effettivi di Di Pietro e quelli delle destre. Adesso Di Pietro grida allo scandalo perché sono stati cacciati indietro i barconi senza riconoscere il diritto di asilo, però non mi pare che sia mai stato il paladino di una politica di accoglienza. Io poi con dell'Italia dei Valori ho un pessimo ricordo per la commissione di inchiesta sul G8 di Genova.

Bocciata proprio con il voto determinante del partito di Di Pietro…
Appunto. Una persona che si riempie la bocca con la giustizia eppoi nega una commissione di inchiesta che dovrebbe fare luce su quel che è accaduto veramente. Questo è esattamente il contrario della giustizia. Ed è quel che ha fatto Di Pietro.

Eppure anche a sinistra c'è chi guarda all'Italia dei Valori perché è più intransigente nell'opporsi a Berlusconi…
In Italia si cerca sempre l'uomo della provvidenza. E allora per contrastare l'omino della provvidenza di destra ci si rivolge a un altro omino della provvidenza. E' la dimostrazione della gran confusione che c'è a sinistra. E che forse è stata provocata anche dai partiti di sinistra e dal loro comportamento.

A che tipo di comportamento ti riferisci?
Alla mancanza di chiarezza e di coerenza, al fatto che bisogna essere credibili, senza fare affermazioni velleitarie che poi sono irrealizzabili ma anche senza venir meno a se stessi. Io penso da sempre che a sinistra, qualunque sinistra, si dovrebbe esprimere chiaramente i propri obiettivi e poi riunirsi per raggiungerli. Non credo sia più il momento di discutere di scissioni o di nuove aggregazioni, di fare partiti nuovi o dividersi in tanti pezzetti. Si tratta invece di lavorare. Chi vuole davvero l'unità lo faccia lavorando sui problemi concreti e non sulle chiacchiere.

Invece la sinistra si presenta ancora una volta divisa e forse non raggiunge neanche la meta…
Probabilmente non abbiamo ancora toccato il fondo, come si suol dire. Si vede che non è sufficiente il disastro in cui ci troviamo per capire che bisogna smetterla con le grandi dichiarazioni di intenti e identitarie. Perché non possiamo più permetterci di pontificare e sperare: dobbiamo fare tutto quello che è umanamente possibile per contrastare questa deriva autoritaria di destra che ormai si è affermata. Quindi qualsiasi cosa che si possa fare va fatta. Anche un gesto semplice come votare.



PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
FEDERAZIONE DI TRAPANI
CIRCOLO DI CASTELLAMMARE DEL GOLFO


COMUNICATO STAMPA

Una petizione popolare contro la crisi dal titolo ironico: se fossi una banca ti avremmo già salvato, per chiedere l’aumento di salari e pensioni, un tetto alle retribuzioni dei manager, un taglio alle spese militari, l’introduzione della tassa patrimoniale e della tassa di successione sui grandi patrimoni.
Questa la prima iniziativa del circolo PRC di Castellammare del Golfo in vista delle europee. Un modo diverso di aprire la campagna elettorale, cercando di fare capire alla gente, sempre più drogata da un operazione di disinformazione di massa, che la crisi economica che stiamo attraversando è il frutto delle politiche liberiste degli ultimi anni che da un lato hanno diminuito il potere d’acquisto delle persone attraverso la riduzione di salari e pensioni e dall’altra hanno favorito la speculazione finanziaria.

L’appuntamento per firmare il documento contro la crisi è per sabato 16 maggio 2009, dalle ore 11.00 alle ore 14.00, nei pressi del mercatino comunale di Castellammare del Golfo.

intervista di Cosimo Rossi a Margherita Hack (Liberazione, 12/05/2009)


«Non bastavano Rifondazione e i Comunisti italiani? C'era proprio bisogno di un terzo partitino come Sinistra e libertà per continuare a scornarsi e prendere un'altra di quelle batoste che non hanno precedenti nell'ultimo mezzo secolo?».

L'astrofisica Margherita Hack, candidata nella lista comunista al nordovest e capolista nelle isole, è di quegli animi schietti e sanguigni come sanno essere i toscani: «La cosa disperante - dice - è che la metà dei cittadini italiani continua a votare il centrodestra incurante di tutte le porcherie che fanno».
Incapace di mitigare la critica a una classe politica di sinistra che «dovrebbe mettere da parte distinguo e personalismi», per la scienziata «l'unica difesa da questo berlusconismo imperante è far parte di un'Europa che, nonostante tutti i limiti, ancora è un po' più democratica dell'Italia».

Il parlamento europeo non ha strumenti d'intervento rispetto ai governi nazionali, né c'è un governo europeo. Come può diventare una trincea rispetto alla destra berlusconiana?
Mi pare che l'Europa sia la nostra unica speranza, l'unico argine a questa deriva verso la dittatura mediatica di Berlusconi. Ma che è una democrazia quella italiana? Io guardo all'Europa e mi auguro un'Europa più giusta e efficace, che abbia anche un vero e proprio governo, per arrivare davvero a un'unica nazione europea. Un'Europa che non si occupi solo delle questioni economiche, che certo sono fondamentali, ma che agisca a favore della ricerca scientifica, della cultura, dell'affermazione dei diritti sociali e civili, di una vera accoglienza verso gli immigrati.

Però l'Europa ora come ora si mostra con il volto della Commissione e del Consiglio fatto dai governi nazionali…
E ugualmente mi pare che condanni l'Italia per l'assenza di pluralismo dell'informazione e, proprio in queste ore, per il mancato rispetto dei diritti umani degli stranieri e dei rifugiati. Credo sia compito dei candidati europei battersi per un'Europa nazione e democratica, fondata sulla cittadinanza e il diritto, aperta a chi è più debole e bisognoso. L'Europa, per altro, ha assoluto bisogno di queste persone, che poi sono utilizzate intensamente per tutte quelle mansioni a cui i cittadini europei non vogliono più adempiere. Quindi siamo noi che dovremmo ringraziare loro e non viceversa.

Invece ci si richiama proprio all'Europa per giustificare i respingimenti alle frontiere. Lo fa l'Italia e lo fa anche la Spagna del socialista Zapatero…
Già. E il bello è che l'Italia e Spagna sarebbero anche paesi cristiani, cattolicissimi... Persino i soldati delle navi militari ho visto che si vergognavano di quello che devono fare. E devo anche sentire che l'ex fascista Gianfranco fini prendere posizione contro questo respingimento inumano e incivile dei disperati con maggiore decisione che non il socialista Piero Fassino: sta diventando più democratico e di sinistra lui del Pd.
A proposito di Pd, Franceschini sostiene che l'unica cosa che conta alle prossime elezioni e lo scarto tra il Pd e il Pdl…Questo è stato anche l'argomento di Veltroni in ultime elezioni politiche, e si è visto il bel risultato che ha ottenuto. Mi pare che si insista nell'errore. Purtroppo è tardi per rimediare. L'unico rimedio sarebbe di tornare a una formula unitaria per contrastare la destra berlusconiana.

Ma anche quella si è rivelata una formula fallimentare…
Io sento l'esigenza assoluta di un unico partito di sinistra, di una sola sinistra nel centrosinistra. Non si può stare tanto a distinguere quando si sta per affogare. Tutta la sinistra secondo me sbaglia. E così si prenderà un'altra batosta. Perché Berlusconi ha la capacità e il potere di tormentare le coscienze con più efficacia di Wanna Marchi grazie al possesso delle televisioni. Come imbonitore e anestesista di coscienze è un maestro. C'è un raggruppamento politico di disonesti nella destra italiana che accettano e realizzano leggi ad personam, che perseguono interessi particolari, che fanno strame della Costituzione: tutte cose che cancellano la democrazia. In Italia si è appena accennato al caso Mills, l'avvocato condannato perché corrompeva testimoni per conto di Berlusconi: lui è stato condannato ma Berlusconi no, grazie al lodo Alfano. In qualsiasi altro paese democratico ci sarebbero state una sollevazione civile e una richiesta di dimissioni. Invece qui ci si scalda solo per la faccenda della moglie e la sua decisione di divorziare, quando ci sarebbero cose ben più serie e gravi: perché domina il pettegolezzo.
In questo Berlusconi è stato vittima di se stesso e del proprio impero mediatico, trovando nella moglie forse il solo, vero avversario…A Veronica va fatto tanto di cappello. Ma se è lei l'opposizione, poveri noi.

Ahi serva Italia


Italia in balìa di governi arbitrari, tiranici e popolusti. Non più signora di popoli ma nido di corruzione. Non possibile terra multiculturale e multietnica ma asservita al potere di chi ogni giorno manipola i sistemi di informazione di massa.

Ahi serva Italia, di dolore ostello,

nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!

Dante Alighieri
Purgatorio canto VI

Il voto utile è qulle che serve per gettare le basi per un cambiamento, non quello per continuare a perseguire modelli di sviluppo che si sono rivelati fallimentari.

Se anche nella patria del liberismo si corre ai ripari significa che le basi e i principi su cui si fonda il libero mercato senza regole è imploso. Se nella cronoca di tutti i giorni risaltano notizie relative alla chiusura di fabbriche in tutta Europa, nonostante Emilio Fede ci proponga in continuazione le previsioni del tempo con tanto di tette e culi a bella vista, significa che dobbiamo alzare la testa per promuovere nuove politiche.

Circolo PRC Castellammare del Golfo


Sabato 16 Maggio, a partire dalle ore 11.oo, nei pressi del mercatino di Castellammare del Golfo, potrai firmare la petizione popolare al banchetto allestito dal locale circolo territoriale del PRC. Di seguito riporto i contenuti della petizione popolare.


Circolo PRC Castellammare del Golfo


PETIZIONE POPOLARE

Al presidete della Repubblica Giorgio Napolitano


Premesso che:

La crisi è il frutto delle politiche liberiste degli ultimi anni. Queste politiche da un lato hanno diminuito il poere d'acquisto delle persone attraverso la riduzione di salari e pensioni; dall'altro hanno favorito la speculazione finanziaria. Adesso gli stessi che hanno provocato la crisi la vogliono fare pagare ai lavoratori e ai pensionati, sprecando per di più un mucchio di denaro pubblico per salvare le banche private. In questo modo la crisi si aggraverà e con essa le ingiutizie sociali, per uscire dalla crisi occorre rovesciare queste politche.


I sottoscritti e le sottoscritte chiedono:


  1. AUMENTO DEI SALARI E PENSIONI. TETTO ALLE RETRIBUZIONI DEI MANAGER;

  2. BLOCCO DEI LICENZIAMENTI, ESTENSIONE DELLA CASSA INTEGRAZIONE AI LAVORATORI DI TUTTE LE AZIENDE IN CRISI, AUMENTO DELLA CIG ALL'80%, SALARIO SOCIALE PER I DISOCCUPATI;

  3. MIGLIORAMENTO DEL WELFARE CON L'AUMENTO DELLE PRESTAZIONI SOCIALI, IL RILANCIO DELL'ISTRUZIONE PUBBLICA, IL BLOCCO DEGLI SFRATTI, L'ABOLIZIONE DEI TICKET SANITARI;

  4. NAZIONALIZZAZIONE DELLE GRANDI BANCHE GARANTENDO I RISPARMI E IL CREDITO ALLE IMPRESE;

  5. INTERVENTO PUBBLICO IN ECONOMIA PER GUIDARE UNA RICONVERSIONE AMBIENTALE DELLA PRODUZIONE;

  6. CREAZIONE DI NUOVI POSTI DI LAVORO CON UN PIANO PER LA MESSA IN SICUREZZA DEGLI EDIFICI DAL RISCHIO SISMICO, IL RISANAMENTO DEL TERRITORIO, LA MANUTENZIONE DELLE RETI IDRICHE, IL RISPARMIO ENERGETICO;

  7. BLOCCO DELLA DELOCALIZZAZIONE DELLE AZIENDE;

  8. AUMENTO DELLE TASSE SUI REDDITI ALTI, SULLE RENDITE. CHIUSURA PARADISI FISCALI;

  9. INTRODUZIONE DELLA PATRIMONIALE E DELLA TASSA DI SUCCESSIONE SUI GRANDI PATRIMONI;

  10. TAGLIO DELLE SPESE MILITARI. NO ALL'ACQUISTO DEI 131 CACCIABOMBARDIERI F35. RITIRO DELLA MISSIONE IN AFGHANISTAN (CHE COSTA 1000 EURO AL MINUTO).

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