Dopo la fiction sulla vita di Giuseppe Di Vittorio, il pessimo giornalista Bruno Vespa ha dedicato una puntata, del suo pessimo salotto della politica italiana, alla chiusura della destra italiana, ora AN, che sta confluendo nel contenitore poltico del PDL (popolo delle libertà) = potere fare tutto, meglio se nell'illegalità. Quello che rattrista, dopo avere avuto la possibilità di leggere tra le righe di una vita fatta di lotta per conquistare diritti, primo fra tutti quello di sciopero, è dovere assistere ad uno spettacolo deprimente con attori principali politici che nel segno dell'ordine e della disciplina vogliono toglierci pure il futuro.
Seguono degli articoli che ci danno un quadro della situazione che si vive nel mondo della scuola italiana.
Tolleranza zero per l'Onda
di Stefano Milani
su Il Manifesto del 19/03/2009

Nel giorno dello sciopero convocato dalla Cgil agli studenti universitari romani viene impedito di uscire dalla Sapienza e di sfilare all'esterno. I giovani provano a uscire, la polizia carica. «Siamo stati sequestrati». Ed esplode la polemica sulle limitazioni ai cortei nella città di Alemanno
L'Onda è tornata ed evidentemente fa paura. D'altra parte il premier Berlusconi l'aveva promesso lo scorso autunno, nel culmine del dissenso studentesco: «Manderò la polizia nelle università». Detto fatto. Così quello che doveva essere il ritorno dell'esercito del surf contro i tagli all'istruzione del trio Gelmini-Tremonti-Brunetta, è diventato lo spunto per mettere in pratica la linea dura del governo. La politica del manganello e del «da qui non si passa».Succede a Roma, alla Sapienza, nella più grande università pubblica d'Europa. Cinquecento studenti caricati e sequestrati per ore all'interno della cittadella, intimati a non mettere naso fuori dalle mura accademiche, proprio nel giorno dello sciopero della conoscenza indetto dalla Flc-Cgil. L'idea era di uscire in corteo, arrivare fin sotto il ministero dell'Economia e confluire nel sit-in sindacale a piazza SS. Apostoli. Ma niente, la strada dell'Onda è sbarrata. Piazzale Aldo Moro, via dell'Università, via Cesare De Lollis, via Regina Margherita: ogni varco del quadrilatero universitario è off-limit, presidiato da polizia, carabinieri e guardia di finanza. Caschi, scudi e manganelli. Perfino i vigili urbani a dare un mano come possono, con palette e fischietti. «Correte stanno uscendo dalla parte delle segreterie...», grida un pizzardone ad un funzionario della celere.Ma i caschi blu non si limitano a presidiare. Caricano. E più volte. La prima all'entrata principale di piazzale Aldo Moro, poi in quelle laterali. «Qui non si passa», intima un funzionario di polizia: «Il vostro non è un corteo autorizzato». La nuova politica del sindaco Alemanno ha già fatto scuola, il protocollo appena siglato sulla di restrizione dei percorsi dei cortei a Roma è preso alla lettera. Così le manganellate si sprecano. «Mi hanno circondato in quattro e picchiato con il manganello girato (come documenta la foto qui accanto, ndr.)», denuncia Emanuele mostrando i segni rossi sulla schiena e su un gomito. «Restiamo calmi, non cadiamo nelle loro provocazioni», grida qualcuno. L'«arma» studentesca rimane la parola, urlata e amplificata dal megafono: «Vogliamo andare nelle nostre strade: libertà di movimento». Ma niente «da qui non si passa», ribadisce il brigadiere dei carabinieri di turno sghignazzando.I minuti passano e le parole lasciano spazio al lancio di giornali appallottolati, bottiglie, scarpe. Tante scarpe. Come hanno fatto gli universitari francesi contro i loro ministeri e come ha fatto il giornalista iracheno contro Bush. Le volevano gettare all'indirizzo del ministero dell'Economia, ma visto l'impedimento ad uscire in strada il tiro a segno è tutto contro i celerini. Al secondo tentativo di forzare i blocchi, arrivano a rinforzo gli agenti della guardia di finanza ed effettuano una nuova carica. Di «alleggerimento», diranno poi. Una «leggerezza» che manda sei ragazzi al pronto soccorso. A quel punto la tensione sale. Inevitabilmente. E oltre le scarpe, vola anche qualche sampietrino, accompagnato dallo slogan «Roma libera! Roma libera». All'interno della città universitaria, intanto, non c'è più un corteo unico, ma tanti gruppi, dieci-quindici persone che corrono da un lato all'altro, passando di facoltà in facoltà alla ricerca di una via d'uscita. Chi prova a «sfondare», davanti all'entrata di Antropologia, subisce un'altra carica, la terza. «Siamo sequestrati», urlano dal megafono. Fuori non si esce e allora qualcuno lancia la proposta: «Occupiamo il Rettorato». Ma anche lì le porte vengono prontamente serrate.È mezzogiorno quando l'Onda si ricompatta. I ragazzi si ritrovano sotto la statua della Minerva, nel luogo da dove erano partiti due ore prima. «Bisogna parlare, bisogna denunciare quanto è accaduto», i vari leader dei collettivi si affrettano ad organizzare un'assemblea a Lettere. Il giudizio sulla giornata è pesante: «Siamo entrati in una nuova era, oggi possiamo dirlo con chiarezza, senza equivoci - si legge nel comunicato dei collettivi - La recessione è realtà concreta, il governo non ha dubbi: polizia contro gli studenti, polizia contro chi dissente, polizia e cariche contro chi la crisi non vuole pagarla! La mattinata della Sapienza ci parla di questo, ci parla del vuoto di democrazia che riguarda questo paese e la città di Roma, con il suo protocollo contro i cortei». E assicurano: «Non finisce qui». Ma non è una minaccia, bensì la consapevolezza che «l'Onda è tornata».

Squadrismo e Polizia contro gli studenti democratici: ecco il nuovo corso berlusconiano
di Fabio de Nardis *
su Prc del 19/03/2009

Quanto è avvenuto oggi (18 marzo) all’Università di Roma “La Sapienza” è un fatto gravissimo. Agli studenti dell’Onda riuniti in centinaia presso il piazzale della Minerva dentro la Città Universitaria è stato impedito con la forza di raggiungere in un corteo spontaneo e pacifico i lavoratori della conoscenza riuniti a Piazza SS Apostoli in occasione dello sciopero sacrosanto indetto dalla FLC-CGIL. Gli studenti sono stati caricati con violenza e a più riprese costringendoli all’interno della città universitaria trasformata per l’occasione in una sorta di carcere a cielo aperto. Questo fatto gravissimo non può essere scisso dalle recenti aggressioni squadriste portate avanti da gruppi neofascisti legati all’organizzazione giovanile di Alleanza Nazionale e al Blocco Studentesco presso l’Università di Tor Vergata e a Roma 3. Inuti le negare che a legare questi eventi sia un unico filo nero.
Rifondazione Comunista denuncia con forza la ormai evidente continuità culturale che si realizza nella chiusura manu militari degli spazi di espressione democratica all’interno delle Università Italiane. Da un lato, la criminalizzazione e la repressione violenta del dissenso pacifico; dall’altro, le aggressioni squadriste agli studenti dei collettivi da parte di gruppi organizzati protetti dalla destra istituzionale.
Rifondazione Comunista sostiene la lotta democratica degli studenti in Onda e lancia una campagna nazionale per rivendicare la specificità antifascista della scuola e dell’Università della Costituzione contro ogni tentativo governativo di reprimere il libero dissenso democratico degli studenti e dei lavoratori.
* Responsabile Nazionale Università e Ricerca PRC-SE

E a Napoli il Blocco attacca gli studenti
di Francesca Pilla
su Il Manifesto del 19/03/2009

Blitz neofascista, botte a Giurisprudenza
«Attacco neofascista», «aggressione», «provocazione». Sono queste le parole che usano gli studenti dell'onda napoletana per descrivere i tafferugli scoppiati ieri davanti alla facoltà di giurisprudenza della Federico II. I fatti li raccontano con le loro testimonianze e con qualche foto, denunciando di essere stati aggrediti dagli attivisti del Blocco studentesco che con caschi, mazze, cinghie e anche lame di piccolo taglio avrebbero impedito loro di entrare nell'Università per un'assemblea. «È andata proprio così - conferma Andrea, uno dei portavoce dell'Onda partenopea - ci sono venuti contro e noi ci siamo difesi. Il clima di xenofobia e violenza è crescente, ricordiamo che appena pochi giorni fa un nostro compagno, Marco Beyene (il ragazzo di origine etiope figlio di un docente dell'Orientale, ndr) è stato aggredito da una squadraccia fascista nel centro storico. Noi ricordiamo che questa gente è quella che incita all'odio razziale».La cosa sicura è che dopo un corteo animato e pacifico che si è snodato nella city e promosso dal sindacato per lo sciopero della conoscenza, gli studenti hanno proseguito le iniziative. Un folto gruppo si è staccato dalla manifestazione ed è andato ad occupare gli uffici dell'Unico Campania, il reparto amministrativo dei trasporti pubblici, per protestare contro il caro biglietti e per chiedere maggiori agevolazioni per gli studenti. «Abbiamo anche srotolato uno striscione - racconta Andrea - e poi ci siamo diretti verso la facoltà per riunirci e decidere le prossime iniziative». Ad attenderli i ragazzi del Blocco studentesco, la sigla di estrema destra che stava volantinando nel piazzale fuori Porta di Massa e che, secondo quanto raccontato da quelli dell'Onda, avrebbe transennato l'entrata della facoltà per impedirgli il passaggio. Secondo le testimonianze sarebbero bastati un paio di botta e risposta perché gli studenti di destra infilassero i caschi e si dirigessero con mazze, cinghie e armi di piccolo taglio verso un gruppo di ragazzi. La risposta di quelli di sinistra non si è fatta attendere ed è scoppiata una violenta rissa. Fortunatamente nessuno si è fatto male, anche se i giovani aggrediti hanno riferito di alcuni contusi lievi. «Subito dopo - continua Andrea - ci siamo diretti verso le stanze del rettore, ma Fulvio Trombetti prima si è chiuso dentro con altri professori, quindi è uscito e ha parlato per pochi minuti». Il rettore ha infatti letto alla folla raccolta davanti i suoi uffici un piccolo comunicato: «L'università è spazio di democrazia - ha detto Trombetti - e di libero pensiero; al suo interno tutti hanno il diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni nel rispetto dei valori fondamentali sanciti nella carta costituzionale. Fenomeni di intolleranza e di squadrismo non possono e non saranno mai tollerati all'interno dell'Università di Napoli Federico II da qualunque parte provengano». Il rettore ha anche chiesto alle forze dell'ordine di identificare i responsabili degli incidenti. Ma gli studenti non hanno dubbi, sono stati attaccati e si sono difesi. Non solo, pongono anche alla dirigenza universitaria una domanda sulla legittimità di una sigla studentesca a presidiare con mazze e caschi l'entrata alle aule: «Che cosa ci facevano questi individui all'ingresso dell'università? - chiedono in un comunicato - e perché nessuno ha detto niente? È stato un vero e proprio blitz, guarda caso nello stesso giorno in cui a migliaia di studenti è stato impedito di uscire dalla Sapienza».

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