La vita di Mauro Rostagno venne spenta nella notte del 26 settembre 1988 in una stradina di campagna in contrada Lenzi, nel trapanese, a poche centinaia di metri dalla 'sua' comunita' Saman.

Oggi di quel delitto sono accusati il boss mafioso Vincenzo Virga, gia' capo del mandamento mafioso di Trapani, attualmente detenuto a Parma, indicato come il mandante, e Vito Mazzara, accusato di essere l'esecutore materiale, detenuto a Biella.

Complessi sono stati sia il percorso che porto' il torinese Rostagno a trovare la morte nella campagna siciliane, sia quello delle indagini che seguirono la sua uccisione, a lungo mirate anche su piste diverse da quella mafiosa.
Nato a Torino il 6 marzo del 1942, da genitori entrambi piemontesi ed entrambi dipendenti della Fiat, Rostagno si sposa giovanissimo, nel 1960, ha una figlia, lascia la sua compagna e per diversi anni vive all'estero fra Germania, Inghilterra e Francia.

Poi il rientro definitivo in Italia e l'iscrizione alla facolta' di sociologia di Trento, dove diventa uno dei leader del movimento degli studenti.

Una stagione condivisa, fra gli altri, con Renato Curcio e Mara Cagol, che fonderanno nel 1970 le Brigate Rosse insieme ad Alberto Franceschini. Rostagno invece dara' poi vita una anno prima, nel 1969, a Lotta Continua, con Adriano Sofri, Guido Viale, Marco Boato, Giorgio Pietrostefani e Paolo Brogi.Nel 1970 Rostagno si laurea in sociologia con una tesi di gruppo su "Rapporto tra partiti, sindacati e movimenti di massa in Germania".
Dopo aver contribuito a fondarla Rostagno sara' poi fra i piu' accesi sostenitori dello scioglimento di Lotta continua, nel 1976.

Chiusa la vicenda di Lc, Rostagno apre con altri a Milano e' il locale Macondo, un centro culturale che fu un punto di riferimento per la sinistra alternativa in quegli anni.

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