Felice anno nuovo a tutte e tutti



Domani 29 dicembre 2009, alle ore 18.30, nei locali di via Ferrara (sede del circolo PRC di Castellammare del Golfo), avrà luogo un incontro con i tesserati e i simpatizzanti del PRC. Con l'occasione si tirerranno le somme dell'attività svolta durante il 2009.


Giacomo Galante, segretario circolo PRC Castellammare del Golfo.


Con la presente si coglie l'occasione per augurare a tutte e tutti un sereno anno nuovo nel segno del cambiamento e della alternativa.


Associazioni, comunità religiose, forze politiche e sindacali attive a Trapani e in Sicilia promuovono e organizzano per i giorni 27 e 28 dicembre 2009 alcune iniziative pubbliche in occasione del decimo anniversario del tragico rogo del Centro di Permanenza Temporanea “Serraino Vulpitta” di Trapani in cui persero la vita sei immigrati.


Domenica 27 si svolgerà un massiccio volantinaggio informativo lungo via G.B. Fardella a partire dalle ore 18.

Lunedì 28 sarà effettuato un presidio antirazzista davanti il Centro di Identificazione ed Espulsione “Serraino Vulpitta” con inizio alle ore 15.30.

Successivamente, con inizio alle ore 18, nei locali del Cine Teatro Don Bosco di via Marino Torre, n. 15 sarà proiettato un documentario al quale seguirà un’assemblea cittadina.

Di seguito, e in allegato, il documento politico di indizione delle iniziative e l’elenco dei soggetti promotori.
Dieci anni fa si consumava a Trapani la strage dell’allora Centro di Permanenza Temporanea “Serraino Vulpitta”. In seguito a una rivolta, sei immigrati detenuti nella struttura morirono a causa di un incendio divampato nella camerata in cui erano stati rinchiusi.

Rabah, Nashreddine, Jamel, Ramsi, Lofti e Nassim – questi i loro nomi – persero la vita in un estremo tentativo di riprendersi la libertà che gli era stata negata.

Fin da subito apparvero evidenti le carenze strutturali del CPT “Vulpitta, un’ex casa di riposo per anziani adibita a campo di internamento per immigrati.

Dopo quei tragici fatti, anche grazie alla spinta degli antirazzisti trapanesi e di tutta la Sicilia che mantennero alta l’attenzione dell’opinione pubblica sulla vicenda, fu istruito un processo che vide alla sbarra l’allora prefetto di Trapani Leonardo Cerenzìa, imputato – in qualità di responsabile amministrativo della struttura – di omissione di atti d’ufficio, omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, omessa cautela.

Da quel procedimento emersero elementi di negligenza e omissioni che dimostravano la generale inadeguatezza di chi – a tutti i livelli – gestiva il CPT.

Nell’aprile 2004, nel solco della peggiore tradizione delle stragi impunite di questo paese, Cerenzìa fu assolto da tutti i capi d’accusa e la sentenza fu confermata, un anno dopo, in appello. Nessun colpevole, dunque, tranne l’immigrato che materialmente appiccò l’incendio.

In questi dieci anni, la storia del CPT “Serraino Vulpitta” è stata continuamente scandita da episodi simili. Decine e decine di rivolte, di tentativi di fuga, di evasioni più o meno riuscite, di atti di autolesionismo, di tentati suicidi, di scioperi della fame, di proteste individuali e collettive. Per non parlare poi delle denunce degli immigrati che, in più occasioni, hanno puntato il dito contro l’invivibilità della struttura e le violenze delle forze dell’ordine deputate alla sorveglianza dei trattenuti.

Una storia, quella del “Serraino Vulpitta” in tutto simile a quella degli altri Centri di detenzione per immigrati sparsi per l’Italia. Galere etniche in cui le persone vengono rinchiuse solo perché classificate dalla legge come “irregolari” o “clandestine”.

A dieci anni dal rogo del “Vulpitta” – il primo Centro istituito in Italia dalla legge Turco-Napolitano del 1998 – il livello della repressione nei confronti degli immigrati in Italia è addirittura peggiorato.

Governi di centrodestra e di centrosinistra hanno garantito una sostanziale continuità nelle normative sull’immigrazione, sempre finalizzate a rendere difficilissimo l’ottenimento del permesso di soggiorno e a creare un’enorme massa di manodopera a basso costo esposta al ricatto della clandestinità, delle mafie e dei trafficanti di esseri umani.

Negli ultimi dieci anni le campagne di criminalizzazione promosse dalla classe dirigente nei confronti degli immigrati hanno spianato la strada a un razzismo diffuso, a un’aperta ostilità contro gli stranieri, accusati di essere gli artefici di tutti i mali della nostra società. Il cosiddetto pacchetto-sicurezza è, nell’ordine, l’ultimo atto di una politica fondata sulla paura e l’autoritarismo, improntata al restringimento delle libertà civili (come i divieti a manifestare o a vivere liberamente gli spazi urbani) in nome della “sicurezza” o, peggio, di un presunto “decoro”.


La legge Bossi-Fini sull’immigrazione è stata ulteriormente inasprita dalle norme contenute nel pacchetto-sicurezza in cui si dispone la costruzione di nuovi Centri di detenzione per immigrati, il prolungamento della detenzione fino a sei mesi, il carattere penale del reato di clandestinità, il respingimento in mare dei migranti.

A Trapani, città di frontiera già segnata dalla presenza del “Vulpitta”, è in fase avanzata di costruzione un nuovo e più grande Centro di identificazione ed espulsione in contrada Milo, all’estrema periferia della città, un nuovo lugubre monumento al razzismo di stato.


Negli ultimi dieci anni la migliore resistenza al razzismo è stata offerta proprio dagli immigrati, dalla loro autorganizzazione, dalla loro capacità di mobilitarsi per difendere i loro diritti. Le stesse rivolte, sempre frequenti in tutti i Centri di detenzione d’Italia (da Trapani a Caltanissetta, da Milano a Roma, da Modena a Bari, da Lampedusa a Gradisca d’Isonzo), sono la testimonianza più drammatica di quanto sia insostenibile la privazione della libertà quando si viene incriminati non per ciò che si fa ma per ciò che si è.


Nel decimo anniversario della strage del “Serraino Vulpitta”, il ricordo di quei fatti non può prescindere da una rinnovata opposizione all’esistenza di queste strutture e dal rifiuto netto di qualunque discriminazione e di ogni razzismo.


Non ci arrenderemo mai all’idea di vivere in un paese razzista, un paese in cui la libertà e i diritti vengono oltraggiati dall’arroganza del potere.

Non ci arrenderemo mai alla tentazione di considerare luoghi come il “Serraino Vulpitta” necessari o “normali”.


– Per ricordare Rabah, Nashreddine, Jamel, Ramsi, Lofti, Nasim morti nel rogo del 1999 e tutti i migranti morti nei CPT, davanti le nostre coste, spariti nelle campagne o sepolti sotto le macerie dei nostri cantieri.

– Per la chiusura del Centro di Identificazione ed Espulsione “Serraino Vulpitta” e contro l’apertura del nuovo CIE di contrada Milo.

– Per la chiusura di tutti i CIE (ex CPT), per l’abolizione delle leggi razziste (Bossi-Fini e Turco-Napolitano) e del pacchetto-sicurezza.

– Per l’eliminazione del legame tra contratto di lavoro e permesso di soggiorno.

– Per la libertà di movimento di tutte e tutti, in Italia e nel mondo.– Per il riconoscimento dei diritti fondamentali per tutti, immigrati e non.

– Per l’autonomia dei movimenti e l’autorganizzazione delle lotte.

– Per la solidarietà e la giustizia sociale, contro ogni razzismo.


Coordinamento per la Pace

- TrapaniAssociazione “Amici del Terzo Mondo”

- Marsala Ass. Italia-Tunisia

Ass. Senza SpondeAss.

Un legale per tutti

CGIL - Trapani

Chiesa Valdese di Trapani e Marsala

Coordinamento Anarchico Palermitano

Federazione Anarchica Siciliana

Federazione Siciliana FdCA

Libera - associazioni, nomi e numeri contro le mafie

Movimento "Per Erice che vogliamo"Partito della Rifondazione Comunista - Circolo “M. Rostagno” TrapaniSinistra

Ecologia e Libertà - Trapani

Un’Altra Storia - Trapani

Lotta alla mafia e azioni politiche.

La lotta alla mafia deve essere un fatto sociale. Questo significa che la mafia va attaccata non solo attraverso forme di repressione del fenomeno malavitoso ma anche attraverso una efficace cultura della legalità. Politicamente significa tradurre tale cultura in azioni concrete: leggi.

Ecco perche gli sforzi delle tante associazioni che lottano contro la mafia, e che si definiscono a ragione apartitiche, necessitano di uno sbocco politico e di un impianto ideologico che deve mettere al centro del progetto la legalità e il rifiuto della mafia. Perchè, se è vero, come è vero, che la cultura della legalità non conosce steccati ideologici, allo stesso modo l'azione politica in parlamento deve basarsi su atti concreti volti a minare alla base il fenomeno mafioso attraverso norme che mettano in difficoltà chiunque voglia delinquere, pulire il denaro sporco, falsificare i bilanci. Tutte le leggi votate a maggioranza e proposte dall'attuale governo muovono nella direzione opposta favorendo chiunque voglia delinquere in genere e in particolare la mafia, vedi scudo fiscale, messa all'asta dei beni confiscati alla mafia, depenalizzazione del falso in bilancio.
Un motivo in più per dire ad alta voce che chi vota PDL, a meno che non si dissoci dagli atti ufficiali del partito, NON HA CREDIBILITA' PER FARE ANTIMAFIA.

Di seguito con una serie di domande e risposte viene chiarito il significato e l'importanza di norme in tema di beni confiscati alla mafia e la gravità dell'emendamento votato in senato che introduce la novità di potere mettere all'asta un bene confiscato con la possibilità che lo stesso ritorni attraverso prestanomi in mano mafiosa

Che cosa prevedono le attuali norme in tema di beni confiscati alla mafia?
La confisca dei beni ai mafiosi è prevista dalla legge Rognoni-La Torre, approvata il 17 settembre 1982 come risposta dello Stato dell’uccisione del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Per la prima volta si aggrediscono i patrimoni di Cosa Nostra con l’obiettivo di sottrarre ai clan la forza finanziaria, ma non si prevedono procedure di riutilizzo degli immobili confiscati: appartamenti, ville, alberghi, magazzini, terreni agricoli.

Come si destinano gli immobili sequestrati alle attività sociali?
Un decreto legge del 1989 introduce le prime forme di destinazione e ammette la possibilità di vendita dei beni. La legge 109 del 1996 - approvata a seguito di una proposta di iniziativa popolare che raccolse oltre un milione di firme - esclude tassativamente la vendita e prevede l’assegnazione degli immobili a fini sociali (cioè alla realizzazione di scuole, comunità di recupero, case per anziani) istituzionali o di pubblica sicurezza. L’idea è di fare tornare alle comunità locali patrimoni accumulati in modo illecito.

Che cosa dice l’emendamento appena approvato dal Senato?
Stabilisce il termine di 90 giorni, centottanta nei casi più complessi, perché l’Agenzia del Demanio assegni agli enti locali gli immobili confiscati. Nel caso in cui questo non accada, introduce la possibilità di metterli all’asta. Eventualità concreta, visto che i tempi di destinazione sono di solito molto più lunghi di tre mesi e le procedure farraginose.

Quanti beni sono stati confiscati e assegnati?
Dalla legge del 1982 al 30 giugno del 2009, ultimo dato disponibile, sono stati confiscati 8.933 immobili. Ne sono stati assegnati 5.407, mentre ben 3.213 beni sono bloccati al Demanio, spesso per problemi di ipoteche o di proprietà indivise o non individuabili. A meno che non vengano assegnati entro novanta giorni, sono quelli che potrebbero essere venduti all’asta.

Come verrebbero utilizzati i proventi?
L'emendamento prevede che i soldi ricavati dalle vendite all’asta siano dati per metà al ministero degli Interni (alle forze di polizia), e per metà a quello della Giustizia. Il procuratore capo di Torino, Gian Carlo Caselli, e diverse associazioni antimafia tra cui Libera di don Luigi Ciotti hanno lanciato l'allarme sul rischio che l'emendamento possa rappresentare un regalo alla mafia.

Perché potrebbe essere un regalo alla mafia?
Perché i clan mafiosi, attraverso prestanome, avrebbero la possibilità di riappropriarsi dei beni che hanno perduto. A favore della misura è invece l’associazione familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, la quale spera che lo Stato trovi così i fondi da destinare ai parenti delle vittime di mafia.

Ci sono altre ragioni di opposizione?
Comuni e associazioni si chiedono come lo Stato ritenga di superare, con le aste, i problemi che hanno rallentato l’iter di assegnazione ai Comuni. Ipoteche e proprietà indivise sarebbero di ostacolo anche alle compravendite.

Che cosa sono gli 8.933 immobili confiscati?
La maggior parte dei beni, 4.702, sono case, ville, appartamenti. I terreni sono 2.287. Box, garage, autorimesse, cantine, posti auto ammontano a 1.075. I fabbricati in genere sono 474; gli impianti industriali, le cave, i capannoni, 190. Diciotto gli alberghi, le pensioni, gli impianti sportivi. Gli edifici non catalogati 187. Valgono più di 220 milioni di euro e si trovano nell'83 per cento dei casi in Sicilia, Campania, Calabria e Puglia. Ma un significativo 7,2 per cento è in Lombardia.

Come si assegnano i beni confiscati?
Il Demanio chiede al Comune, e di recente anche alla Regione e alla Provincia in cui ricade il bene, di manifestare l’interesse a utilizzarlo per fini sociali, istituzionali o di sicurezza. Se c’è un’indicazione in tal senso, parte l’iter per l’assegnazione, definita anche destinazione. Se questo processo si conclude positivamente, si passa alla consegna, atto con cui l’immobile entra nel patrimonio indisponibile, quindi non vendibile, dell’ente locale. A quel punto, se il Comune non ha intenzione di utilizzare direttamente il bene per fini istituzionali, emana un bando aperto alle associazioni di volontariato o alle cooperative sociali che operano sul territorio.

Quali difficoltà hanno gli enti locali?
Quando entrano in possesso di beni sequestrati, la difficoltà maggiore è la mancanza di finanziamenti per la messa in sicurezza e la ristrutturazione del bene. Molti Comuni siciliani, per esempio, chiedono da tempo che l’immobile sia accompagnato da una «dote» finanziata con i soldi sequestrati alla mafia.

E se Babbo Natale fosse comunista......

Buon Natale a tutte e tutti.
Non siate mai buonisti mi raccomando....

Seduta straordinaria della Consulta Giovanile

Domani mattina, 24 dicembre 2009, alle ore 11, nella sala giunta del palazzo muncipale (corso Mattarella, primo piano), così si apprende dal portavoce del Sindaco Annalisa Ferrante, avrà luogo una seduta straordinaria della consulta giovanile. Oggetto della seduta la tossicodipendenza tra i giovani. La convocazione straordinaria si inquadra nel contesto sociale inquitante emerso in seguito ai recenti fatti di cronaca che hanno reso di dominio pubblico il preoccupante aumento dell’uso e traffico di droga tra i giovani castellammaresi.
Interverranno: il sindaco Marzio Bresciani ed il dirigente del commissariato di Polizia di Castellammare, Antonio Squillaci.
Al di là delle solite considerazioni formali e istituzionali si auspica che il disagio giovanile, che sta alla base dell'uso di droghe, sia affrontato con cognizione di causa, con partecipazione attiva dei giovani, senza falsi moralismi e ipocrisia.

Ecco cos'è il conflitto d'interessi.

Molto spesso la gente si chiede quale sia il significato del conflitto d'interessi che investe in prima persona il Berlusca e liquida la discussione con un laconico "chi iti circannu?". Soltanto per capire di più riporto le dichiarazioni di Paolo Ferrero circa "l'aiuto" delle banche alle aziende berlusconiane.

Dichiarazione di Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc-Se.
FERRERO - PRC: CONFLITTO D'INTERESSI, FIDEJUSSIONE DI 750 MILIONI A FININVEST LO DIMOSTRA IN MODO LAMPANTE

Mentre migliaia di artigiani e di piccole imprese non riescono ad avere un euro in prestito dalle banche per far riprendere le loro attività e spesso sono costrette a chiudere oppure a farsi prestare i soldi dagli strozzini, proprio oggi è stata formalizzata davanti ai giudici di Milano la fidejussione con cui quattro banche garantiscono il versamento di Fininvest a Cir di 750 milioni per il Lodo Mondadori.
Insomma, Fininvest ottiene quasi 800 milioni di fidejussione dalle principali banche italiane senza dover fare alcuno sforzo. Se non è questa una dimostrazione lampante di quanto sia esteso e preoccupante il conflitto d'interessi che investe Berlusconi im prima persona nel nostro Paese non sapremmo dire proprio quale potrebbe essere.
--Ufficio stampa Prc-SE

Chi è il mandante?

In questi giorni si assiste da una vera e propria campagna mediatica volta a martirizzare la figura del Premier più discusso del mondo. Come si sa la figura del martire rende bene in Italia ed essendo la politica di Berlusconi soltanto una grande operazione di marketing si capisce il perchè di una campagna di informazione così massiccia.
Mentre milioni di lavoratori sono in cassa integrazione e perdono il proprio posto di lavoro, tutti i TG e i giornali discutono circa il presunto mandante di Tartaglia. Ma lo politica non dovrebbe essere uno strumento per migliorare le condizioni di vita di chi sta peggio piuttosto che un teatrino che rincoglionisce la gente?
A voi lettori l'analisi e l'apertura di una civile discussione in merito.
Saluti, Giacomo Galante.

Palermo, 15 dicembre 2009

Ai Segretari di Federazione
Ai Responsabili Organizzazione
p. c. Alla Segreteria Regionale e al CPR


OGGETTO: Manifestazione No Ponte 19 dicembre Villa San Giovanni

Care compagne e cari compagni,
Si è tenuta ieri a Villa San Giovanni una riunione organizzativa e politica di Rifondazione Comunista della Sicilia e della Calabria, sostanzialmente un incontro delle segreterie di federazione di Messina e Reggio Calabria, con la partecipazione di qualche componente delle rispettive segreterie regionali e di compagni del Prc impegnati nella Rete No Ponte.
La discussione con i compagni calabresi è stata molto positiva sul piano politico. Si sono evidenziate numerose considerazioni comuni, sia rispetto alla valenza politica complessiva della questione ponte sullo stretto che sulla considerazione (e non considerazione) di questa battaglia in tutto il partito. Si è deciso, dopo la manifestazione, di intensificare i contatti e iniziative comuni, sicuramente a livello delle federazioni di Messina e Reggio Calabria, auspicabilmente anche a livello dei regionali. Su questi aspetti ritornerò in altra sede.

Dal punto di vista del raccordo organizzativo per la manifestazione del 19 si è concordato quanto segue:
1) La manifestazione inizia ufficialmente con un concentramento dalle ore 9 a piazza Valsesia (a 250 mt. dalla stazione). Dalle ore 10 inizieranno da un grande camion attrezzato a palco e sound system gli interventi dei rappresentanti delle associazioni movimenti e partiti presenti. Il corteo inizierà poco dopo l’arrivo dei manifestanti dalla Sicilia.
2) Per chi arriva dalla Sicilia, l’appuntamento per tutti è alle 10 a Messina nel piazzale antistante la stazione centrale. Da qui, alle 10,15 percorreremo tutti insieme i 100 metri per arrivare al traghetto delle FS che parte alle 10,40 e arriva a Villa S.G. alle 11,10 . Il biglietto del traghetto, per chi volesse farlo, costa 3 euro andata e ritorno. Arrivati a Villa S.G. faremo in tempo ad ascoltare qualche intervento e inizierà il corteo.
3) Il nostro spezzone sarà aperto da uno striscione della Federazione della Sinistra, all’interno gli striscioni delle Federazioni provinciali e, ovviamente, quante più bandiere rosse è possibile.
4) Il percorso del corteo (da Villa S.G. a Cannitello) è lungo 4 km esatti. Si prevede che il corteo durerà un paio d’ore circa. Dall’arrivo e fino a notte si alterneranno sul palco gruppi musicali e interventi dei vari comitati di lotta e vertenza (NoTav, Fiat Termini Imerese, Eutelia, ecc. ecc.).
5) Per ritornare alla stazione di Villa S.G., da Cannitello (a circa 400 metri dal piazzale dove si conclude la manifestazione) si può prendere il Tamburello, cioè il trenino che collega parte della costa jonica calabrese, che dovrebbe avere una frequenza di 1 ogni ora circa. Non ho l’orario delle navi per il ritorno e sconsiglio di informarsi su internet in quanto l’orario è cambiato il 13 dicembre e molti siti non sono aggiornati. Spero in seguito di poterlo comunicare in modo da rendere più agevole la programmazione del ritorno.
6) Rimangono invariate le comunicazioni relative ai riferimenti organizzativi per il viaggio dei manifestanti. Dalle telefonate che faccio non mi sembra per niente superfluo invitare chi non l’avesse ancora fatto a leggere con attenzione la mail precedente.
Cari saluti

Arcangelo Longo
Area Organizzazione Prc Sicilia

E pensare che si chiama Popolo delle Libertà...

Comunicato stampa: FERRERO (PRC): DENUNCIAMO SCHEDATURA DI MASSA FATTA SU FACEBOOK DA PRESUNTI SOSTENITORI BERLUSCONI.

Rifondazione Comunista presenterà domattina formale denuncia alla Polizia Postale e al Garante della privacy per l’incredibile azione da 'Grande Fratello' messa in atto dai sostenitori di Silvio Berlusconi su Facebook.
Milioni di persone si sono infatti ritrovate iscritte ad un gruppo di sostegno a Berlusconi ('Solidarietà a Silvio Berlusconi') senza averlo mai deciso nè voluto, in palese violazione delle più elementari regole della privacy e con il rischio che questo atto diventi un'acquisizione di dati personali del tutto arbitraria e illegittima.
Il ministro Maroni invece di straparlare minacciando di censurare i gruppi di liberi cittadini presenti su Facebook, dovrebbe immediatamente perseguire questi presunti 'sostenitori' del suo governo e di Berlusconi che violano le più elementari regole della libertà.

NO PONTE

Sabato 19 Dicembre a Villa San Giovanni la Rete No Ponte manifesterà per "
riconvertire le risorse destinate al ponte nella messa in sicurezza sismica ed
idrogeologica del territorio".

La Federazione di Trapani del Partito della Rifondazione Comunista parteciperà con un pullman messo a disposizione, gratuitamente, per tutti coloro che vorrano partecipare. La partenza sarà intorno alla 07.00 del mattino di Sabato e si ritornerà in tarda serata. Si invitano tutti gli interessati, anche coloro che avevano dato la prima disponibilità, a fornire conferma, IL PIU PRESTO POSSIBILE, visti gli orari di cui sopra, in modo che si possa organizzare tutto al meglio delle nostre
possibilità.
L'invito alla partecipazione oltre ad essere indirizzato a tutte le compagne ed i compagni, è da estendere e diffondere.

Lettera del Segretario Nazionale, Paolo Ferrero

Cara compagna, caro compagno,il nostro Partito arriva da un periodo molto travagliato: sconfitte elettorali, scissioni, e da unoscuramento dell’informazione che ci ha quasi fatto sparire dai mass media.In quest’ultimo anno abbiamo lavorato a ricostruire il partito. Per la prima volta dopo tanti anni siamoriusciti a darci una gestione interna unitaria, in cui tutte le aree del partito collaborano, mentre parallelamentestiamo ricostruendo l’intervento politico esterno.Lo abbiamo fatto in questi mesi ricostruendo il lavoro sociale del partito: a fianco delle lavoratrici e deilavoratori nelle lotte per la difesa del posto di lavoro, nel movimento dei precari, nelle battaglie ambientali e perl’acqua pubblica, con l’impegno nel terremoto e con la raccolta di firme per il referendum contro il lodo Alfano.Lo abbiamo fatto costruendo dal basso il partito sociale, nelle mille forme di aggregazione e di solidarietàvertenziale a cui abbiamo dato vita sui territori.Lo facciamo oggi con l’impegno concreto nella costruzione della Federazione della Sinistra, un processounitario che partirà ufficialmente il 5 dicembre a Roma. Vogliamo mettere fine a troppi anni in cui i comunisti ela sinistra di alternativa si sono continuamente divisi, facendoci perdere ogni credibilità. Vogliamo ripartireunendo le forze, per ridare credibilità alla costruzione di un polo politico di alternativa, dove far vivere il progettodella rifondazione comunista. Una proposta unitaria che chiudendo la stagione delle continue divisioni, ridia unasperanza alla nostra gente.Per fare tutto questo abbiamo bisogno di voi. Abbiamo bisogno di rivitalizzare Rifondazione Comunistae di renderla più forte. Non si tratta di un fatto testimoniale. La crisi capitalistica ha riaperto i giochi e oggiconcretamente ci troviamo di fronte al rischio di una svolta a destra, di cui il berlusconismo è l’espressionepeggiore, fatta di ingiustizie e di guerra tra poveri: una vera e propria crisi di civiltà in cui tutti guardano al futurocon paura, in cui i giovani sono immersi in una precarietà senza confini che toglie ogni speranza. Noi lavoriamoper una uscita da sinistra dalla crisi, basata su maggior giustizia sociale, sull’allargamento della democrazia e suuna riconversione sociale ed ambientale dell’economia. Per costruire l’alternativa abbiamo bisogno di più lottema anche di un Partito della Rifondazione Comunista e di una Federazione della Sinistra più forte.Per questo ti scrivo. Non è oggi il tempo di stare a guardare, è il tempo di dare una mano per ricostruire unasinistra degna di questo nome e una presenza dei comunisti forte e autorevole. Per questo ti propongo diiscriverti o re-iscriverti a Rifondazione; per ricostruire quel partito che ci ha fatto sperare e disperare ma di cuic’è, oggi più che mai, bisogno.
Un caro saluto, Paolo Ferrero

E ADESSO QUERELATECI TUTTI!!!!!!!!

Apprendiamo dagli organi di stampa, che la giornalista Sandra Amurri è stata querelata dall’ex governatore della Sicilia Totò Cuffaro (che ricordiamo lo scorso giorno 25 è stato rinviato a giudizio dal tribunale di Palermo, con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa).
Gli avvocati del senatore dell’Udc, si rivolgono contro l’articolo comparso sul “Fatto Quotidiano”, dal titolo “Storie di mafia e di denaro”. La querela annunciano gli avvocati di Cuffaro sarà estesa anche all’ex moglie del senatore del Pdl Tonino D’Alì, Maria Antonietta Aula, che in un’intervista rilasciata al quotidiano ha parlato delle sospette frequentazioni dell’ex marito che avrebbe stretto rapporti con alcuni esponenti di Cosa Nostra del calibro di Francesco Virga, figlio del boss Vincenzo, Guttadauro e lo stesso Matteo Messina Denaro figlio di don Ciccio, ex campiere della tenuta in contrada Zangara del senatore. Nel corso dell’intervista, Maria Antonietta Aula ha anche parlato delle (sospette?) frequentazioni di Cuffaro.
Noi giovani comunisti, esprimiamo tutta la nostra solidarietà a Sandra Amurri e i componenti della testata giornalistica. In un territorio come quello del trapanese dove l’informazione libera è diventata un optional non possiamo che ammirare il lavoro svolto dal quotidiano diretto da Antonio Padellaro. Chiediamo inoltre al senatore D’Alì di rispondere alle nostre domande. Risposte dovute a tutti quei cittadini onesti che giornalmente si battono per affermare la legalità in una terra che ha piano troppi suoi figli. A tutti quei cittadini che chiedono a gran voce che la mafia vada fuori dallo Stato. A tutti quei cittadini che vogliono essere governati da gente onesta.

Le nostre 15 domande al senatore Antonio D’Alì : e adesso………. Che ci quereli tutti!!!!!!!

1)Lei conosce Matteo Messina Denaro?

2)Che rapporti ha avuto in passato con lui?
3)Come mai lei non ha mai chiarito il tipo di legame che in passato ha avuto con il boss?

4)E’ vero che ha ricevuto un regalo di nozze da Don Ciccio, papà di Matteo Messina Denaro?

5)E’ vero che ha ricevuto un messaggio proveniente direttamente dalle carceri a firma di Francesco Virga, figlio dell’ex capomafia di Trapani?

6)E’ vero che andava a cena con il vescovo di Trapani, Francesco Miccichè, portandosi dietro quella che allora era la sua amante e che oggi è diventata sua moglie?

7)Cosa ne pensa dell’intervista rilasciata dalla sua ex moglie al Fatto Quotidiano?
Ha intenzione di intraprendere azioni legali per quanto dichiarato dal sua ex al Fatto Quotidiano?

8)Ha intenzione di intraprendere azioni legali per quanto dichiarato dalla sua ex al Fatto Quotidiano?

9)Il suo nome in più di un occasione è saltato fuori in inchieste antimafia come mai?

10)Che ne pensa dell’ex prefetto di Trapani Fulvio Sodano?

11)E’ vero che l’allontanamento di Fulvio Sodano da trapani sarebbe frutto di un complotto ben architettato di cui lei sarebbe regista occulto?

12)Lei ha mai ottenuto voti dalla mafia?

13)Lei si definisce un uomo di chiesa, in che senso?

14)Che cos’è per lei il potere?

15)Si dice che lei risulti tra gli iscritti alla loggia massonica P2. Perché non ha mai chiarito la sua posizione a riguardo?

Infine una sola domanda la poniamo al vescovo, monsignor Francesco Miccichè…..

Ci vuole illustrare per favore il suo concetto di famiglia visto e considerato che andava a cena con un uomo che si portava dietro la sua amante. Storia ben nota a tutti in città?

I Giovani Comunisti Trapani
Ragazzi che hanno scelto da che parte stare!!!!

Con la presente trasmeto quanto ricevuto dal portavoce del comitato pro Plesso Buccellato Donatella Anselmo e colgo l'occasione per assicurare la nostra presenza e il nostro impegno per la battaglia intrapresa.

Ad un anno dalla richiesta della consultazione referendaria avente ad oggetto la destinazione del plesso "Buccellato" è stata dichiarata l'ammissibilità del quesito referendario.


Essendo pertanto in corso la raccolta delle firme si invitano le SS.LL. a partecipare alla riunione organizzativa che sarà tenuta il giorno 5 dicembre 2009 alle ore 17,00 nei locali siti nella via Saragat (immobile sovrastante attività commerciale "I Sapori).

Contiamo nella V/s presenza


Il tema di questo convegno: il dissesto idrogeologico nel territorio comunale: cause-effetti-proposte d’intervento, contiene una parola “TERRITORIO” che può sembrare quasi inattuale perché mille volte proposta in conferenze, convegni, dibattiti, scritti, ma essa è da considerarsi sempre attuale in quanto il territorio è il teatro della nostra vita singola e collettiva, luogo da cui l’uomo attinge le sue risorse, dove riscontra il suo microcosmo, luogo che contiene valori poetici e letterari, quali quelli di paesaggio e di natura, ma anche valori attinenti la sfera del lavoro, dell’economia, della fatica per la sopravvivenza.


La difesa del territorio pertanto costituisce una imprescindibile priorità, come evidenziano gli eventi drammatici con morti e danni materiali enormi che hanno colpito recentemente alcuni paesi della Provincia di Messina e l’Isola di Ischia e più volte nel passato l’intero territorio nazionale.
La difesa del territorio deve intendersi come un insieme articolato di azioni che vanno dalla ricerca, elemento indispensabile di conoscenza del territorio, ai provvedimenti operativi (strumenti d’intervento).In tal senso la prevenzione risulta il metodo più efficace per la salvaguardia del territorio a differenza degli interventi post eventi calamitosi.


L’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente ha emanato il Piano stralcio di bacino per l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.) che costituisce lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico mediante il quale sono programmati e pianificati azioni, norme d’uso ed interventi riguardanti l’assetto idrogeologico.Le direttive del P.A.I. non sempre vengono tenute nella dovuta considerazione, sia per mancanza di fondi, sia per scarsa sensibilità alle problematiche di tipo idrogeologico.


Di seguito vengono elencate le situazioni più evidenti di pericolosità e rischio idrogeologico.


QUARTIERE PETRAZZI:

Il quartiere Petrazzi ricade nel conoide di deiezione del Torrente Lavinaro-Petrazzi che ha origine da Pizzo Agnello, continua lungo Tre Portelle, la strettoia del Cappellone, attraversa il quartiere Petrazzi, la depressione morfologica di contrada Cerri sfociando a Cala Marina.Il profilo longitudinale del torrente ha una pendenza media del 29%. La pendenza degli impluvi secondari varia dal 37% al 70%. Si tratta quindi di un bacino che incide profondamente il versante. Detto torrente è stato il protagonista di diverse alluvioni. La prima di cui si hanno notizie, a quanto sembra attendibili, risale al 1851. Essa fu preceduta da un giorno ed una notte di pioggia. Le conseguenze furono la distruzione del quartiere Petrazzi ed un pesante bilancio di 39 morti. Altre alluvioni si verificarono nel 1912 con una vittima, nel 1917, nel 1932 ed infine il 12 ottobre 1974 con 2 morti. Nel 1913 con Regio Decreto la zona imbrifera del Torrente Lavinaro-Petrazzi venne classificato bacino montano, nel 1921 fu redatto un progetto di sistemazione idraulico-forestale che prevedeva la costruzione di briglie lungo l’alveo principale ed il rimboschimento del bacino imbrifero. Opere di difesa e sistemazione idraulico-forestale sono state realizzate in tempi successivi, consistenti in briglie eseguite con pietrame a secco lungo l’alveo principale fino a quota 400 circa ed in muretti costruiti con pietrame a secco.L’ultima alluvione (1974) ha evidenziato che le opere realizzate prima di detto evento sono risultate insufficienti. Nel 1975 fu redatto con fondi regionali un progetto dal titolo: PROGETTO PER LA REALIZZAZIONE DI UN CANALE DI GRONDA E DI OPERE DI DIFESA DELL’ABITATO DI CASTELLAMMARE DEL GOLFO.Il progetto prevedeva la sistemazione idrogeologica del bacino imbrifero con vari interventi idraulico-forestali. Essi consistevano nella realizzazione di un canale di gronda, nonché interventi idraulico-forestali, consistenti in opere lungo l’alveo principale per tutta la sua lunghezza e lungo gli impluvi secondari, tributari del Torrente Lavinaro-Petrazzi (briglie in pietrame a secco-muretti-difese di sponda-viminate). A tutt’oggi gli interventi previsti sono stati realizzati solo in parte, consistenti in briglie in cemento, costruiti a valle della S.S. 187 e nel tratto finale di contrada Cerri. Interventi di forestazione per incrementare la superficie boschiva, dove attualmente risulta assente o ridotta a causa dei numerosi incendi, il ripristino delle vecchie briglie e la realizzazione di altre lungo tutto il percorso del torrente e dei suoi impluvi secondari contribuirebbero a garantire un’efficace protezione idrogeologica del quartiere.


AREA VIA FUGARDI:

Condizioni precarie di equilibrio si osservano lungo la scarpata di sinistra della vallecola a fondo piatto adiacente alla circonvallazione, ove le abitazioni sono ubicate sul ciglio della scarpata sub-verticale di via Fugardi. La roccia calcarenitico-sabbiosa di cui è costituita la scarpata, risente fortemente dell’azione degradante degli agenti esogeni (azione eolica e alterazione chimico-fisica ad opera delle acque circolanti). Il processo determina fenomeni di cavitazione in corrispondenza dei livelli friabili della roccia calcarenitica con possibili distacchi di lembi rocciosi sovrastanti, La scarpata è stata protetta con un muraglione in cemento solo parzialmente. Si ritiene di intervenire con urgenza con il completamento del muraglione al fine di mettere in sicurezza le abitazioni ubicate lungo il ciglio della scarpata che trovasi ad un livello di pericolosità e rischio geologico molto elevato.


AREA FRA CALA MARINA E CALA PETROLO:

Lungo il promontorio roccioso fra Cala Marina, le costruzioni sono allocate sul ciglio della falesia (lato ovest). La falesia costituita di roccia calcarenitica è soggetta ad una continua azione degradante ad opera degli agenti esogeni che determina fenomeni di cavitazione in corrispondenza dei livelli friabili della roccia calcarenitica con possibili distacchi di lembi rocciosi sovrastanti.


SCARPATA DI MONTE DI CONTRADA CERRI E DELLA STRADA DI ACCESSO AL PORTO:

La scarpata di monte della depressione morfologica di contrada Cerri, costituita da breccia detritica rossastra con labile grado di cementazione e da isolati blocchi calcarei presenta precarie condizioni di equilibrio. Anche sulla scarpata di monte della strada di accesso al porto, esiste il pericolo incombente di distacchi di blocchi e di breccia detritica. Si ritiene urgente provvedere completando per l’intero tratto stradale l’intervento di protezione solo parzialmente realizzato.


AREA PEDEMONTANA:

Nei versanti ENE e ESO di Monte Inici e nei versanti orientale e meridionale di M. Sparagio dove sono presenti scarpate sub-verticali, talora di centinaia di metri, l’azione degli agenti esogeni determina, nelle zone in cui la roccia è interessata da un fitto reticolo di fratture e diaclasi, l’isolamento ed il successivo distacco di blocchi di varia dimensione, che rovinando nel sottostante pendio possono interessare abitazioni e manufatti.Il rischio è particolarmente grave a monte della S.S. 187 e della strada comunale Bocca della Carrubba dove sono ubicate diverse abitazioni. Il rischio può essere se non eliminato del tutto, mitigato con interventi in parete o con tomi opportunamente collocati e dimensionati sulla base di uno studio geomeccanico e con interventi massivi di rimboschimento.


LITORALE COSTIERO:

Le scarpate di erosione costiera (falesie) sia quelle in roccia calcarea che in roccia calcarenitica sono soggette a distacchi per erosione marina al piede che determina talora situazioni di rischio ai manufatti ubicati lungo il ciglio. L’imponente muraglione di Cala Petrolo è stato realizzato negli anni 50 per proteggere l’abitato ubicato in prossimità della falesia. La falesia sulla quale è stata ricavata la S.S. 187 è in condizioni precarie di equilibrio. In alcuni tratti la falesia è contornata da una scogliera discontinua di blocchi della stessa natura litologica della sovrastante parete, in altri è separata dal mare da una piccola spiaggia ghiaioso-sabbiosa.La falesia è costituita da calcareniti giallastre, caratterizzate da un’alternanza di strati compatti di buone caratteristiche meccaniche e strati alquanto friabili. Essa è soggetta ad un continuo processo di degradazione dovuto in sintesi ai seguenti fattori: a) azione di scalzamento al piede da parte del moto ondoso, b) esistenza di un reticolo di fratture che tendono ad isolare dei cunei di roccia che vengono così a trovarsi in condizioni precarie di equilibrio, c) azione chimica e fisico-meccanica delle acque di circolazione attraverso le soluzioni di continuità.Un progetto per la realizzazione di una passeggiata a mare, datato 1975 e finanziato dal Comune, che consisteva nella realizzazione di un marciapiede in corrispondenza del bordo esterno della strada prevedeva interventi di consolidamento per tutta la lunghezza del segmento interessato mediante iniezioni di miscele cementizie ed interventi di protezione al piede della falesia. Dato il notevole impegno finanziario che tali interventi comportavano, il progetto è stato realizzato in modo molto parziale.


VERSANTE NORD DI MONTE COMUNI:

Situazione particolarmente a rischio si ha lungo la scarpata di monte della SS 187 fra Dacala Secca e Balata di Baida, dove la roccia calcarea, interessata da un fitto reticolo di fratture è interessata da un incessante processo di disgregazione con invasione della sede stradale di blocchi e detrito.Condizioni precarie di equilibrio si hanno lungo il versante dove è stata realizzata una strada di penetrazione agricola, interrotta da tempo per una frana che ha riversato sulla sottostante S.S. 187 detrito e fango.


STRETTOIA DI PONTE BAGNI:

La scarpata di monte della strettoia di Ponte Bagni, dove la roccia calcarea (scaglia) è fortemente fratturata, è soggetta a distacchi di blocchi rocciosi con rischio di invasione e parziale ostruzione del letto del Fiume Caldo.


AREE ADIACENTI A FIUMI E TORRENTI:

Si verificano in seguito ad eventi meteorici di particolari intensità. In genere il fenomeno si verifica allo sbocco di valli strette, dove per la riduzione di velocità delle acque, si ha la deposizione del materiale in sospensione ad un allagamento con esondazione del letto di magra e riattivazione del letto di inondazione. Tale evenienza si ha nel segmento finale del Fiume S. Bartolomeo, nella zona di coalescenza del Fosso Orghenere con il Torrente Sarcona e nella piana alluvionale del Torrente Guidaloca, soprattutto nel suo tratto terminale.
AREE SOGGETTE A PROCESSI MORFOGENETICI INTENSI DI MODELLAMENTO E DEGRADAZIONE DEI VERSANTI A PREVALENTE COMPONENTE ARGILLOSA:
Tali processi interessano tutti i versanti il cui substrato geologico è costituito da terreni argillosi. I processi più evidenti sono il soliflusso e la reptazione. Senza entrare nel dettaglio vengono indicate le aree maggiormente soggette a questi fenomeni: Contrada Celso, zona pedemontana versante SO di Monte Sparagio, versante meridionale di M. Abbatello, versante occidentale di M. Bosco.


ZONA DI SCOPELLO:

Il compluvio si estende da Portella di Baida a Cala Mazzo di Sciacca, racchiusa fra il versante orientale di M. Scardina e la dorsale di Pizzo Perania-Pizzo Varili, presenta assetto morfologico alquanto caotico con presenza di lembi e blocchi calcarei di notevoli dimensioni, dislocati sopra la formazione argillosa i imballati nella stessa, con declivi dolci caratterizzati da ondulazioni e cotonature, mentre il rilievo montuoso calcareo che delimita il compluvio presenta pendici marcatamente acclivi.Detta morfologia fu interpretata come prodotto di una paleo frana. Studi recenti considerano l’instabilità che interessa detta area, che si manifesta con una serie di crolli, scivolamenti rotazionali e colamenti, quali manifestazioni superficiali di un fenomeno complesso e vasto di DEFORMAZIONE GRAVITATIVA PROFONDA DI VERSANTE (D.G.P.V.).Si ritiene che interventi di sistemazione idrogeologica (drenaggi, briglie, fossi di guardia) e il ripristino delle vie naturali di deflusso (fossi di ruscellamento) modificate e talora scomparse per effetto della disordinata ed eccesiva urbanizzazione della zona, possano contribuire a mitigare le manifestazioni superficiali del fenomeno (soliflusso superficiale dovuto all’imbibizione della coltre alteritica per infiltrazione d’acqua).



Dott. Geologo Vito Galante
Organizzatore attività culturali del Circolo di Cultura di Castellammare del Golfo

Riconvertire le risorse per il ponte


Verso la manifestazione del 19 Dicembre
di Villa S. Giovanni

Per il ponte sullo stretto di Messina manca ancora un progetto esecutivo, manca lo studio di fattibilità economica manca un'analisi approfondita e aggiornata della situazione geologica e sismica dell’area ma sono stati stanziati 1,3 miliardi di Euro.


Soldi sottratti alla messa in sicurezza del territorio siciliano, a partire dalla zona della recente tragedia nel messinese, devastato dalla speculazione; sottratti alla creazione delle infrastrutture veramente necessarie per lo sviluppo economico della Sicilia (ferrovia, porti, autostrade, reti informatiche); sottratti alle vere priorità della Sicilia e della Calabria come lo sviluppo di un tessuto industriale maturo e strategico e un'agricoltura competitiva sui mercati internazionali.


Il Prc aderisce alla manifestazione nazionale, indetta dalla rete No Ponte, che si terrà a Villa San Giovanni il prossimo 19 dicembre contro il tentativo del governo Berlusconi di apporre la "prima pietra" del ponte sullo Stretto.


Rifondazione comunista aderisce perché lo spreco di risorse stanziate per un'opera inutile come il Ponte appare come uno schiaffo ai territori devastati. Ricordiamo quanto avvenuto recentemente nel messinese, a Giampilieri e a Scaletta Zanclea, quando le forti precipitazioni hanno causato devastazioni e morti che si sarebbero potuti evitare se solo si fosse dato ascolto a chi da anni lancia l'allarme riguardo al rischio idrogeologico.



Ed è di queste ore la notizia che sempre al Sud, a Ischia, una frana ha causato ancora una volta lutti e distruzione. Rifondazione comunista aderisce perchéquest'opera inutile provocherebbe un devastante impatto sul territorio. Il ponte, tra l'altro, verrebbe costruito a cavallo di una faglia sismica. In passato vi sono stati diversi eventi sismici in questa zona della Sicilia, tutti legati allo scontro fra le due zolle sismiche, quella dell'Europa, e quella dell'Africa.



Il ponte potrebbe essere distrutto proprio dai movimenti delle due zolle. Cifre così importanti andrebbero convogliate invece sulle vere emergenze e priorità del Paese come il dissesto idrogeologico, la messa in sicurezza degli edifici pubblici ed in particolare di quelli scolastici, la mobilità e la pulizia del mare e delle coste dai veleni occultati dalle organizzazioni criminali. Riteniamo la messa in sicurezza del territorio una delle priorità di questo paese, la vera grande opera pubblica verso cui indirizzare risorse, competenze, progetti, investimenti.

ORDINE DEL GIORNO

IL CONSIGLIO PROVINCIALE

- Visto il maxiemendamento alla Legge finanziaria recentemente approvato dal Senato che prevede la vendita dei beni immobili confiscati alla mafia, se non assegnati, a partire dai 90 giorni successivi alla confisca;

- considerato che la vendita all'asta di tali immobili comporta il rischio altamente probabile di restituirli alle organizzazioni criminali che sono sicuramente in grado di intervenire attraverso sistemi di intermediazione finanziaria, quali società di comodo o prestanome;

- ritenuto altresì che la norma in esame , se definitivamente approvata, segnerebbe un passo indietro nella strategia di lotta ai patrimoni illegali che le Procure utilizzano come strumento indispensabile nella lotta contro la criminalità mafiosa;

tutto cio' premesso,

CHIEDE

Al Presidente della Provincia di assumere ogni iniziativa possibile per farsi interprete presso il Parlamento nazionale della necessità di evitare la definitiva approvazione di una norma che costituirebbe una pericolosa battuta d'arresto nell'impegno profuso dalla magistratura e dalle forze dell'ordine nel contrasto alle mafie.
Copia del presente ordine del giorno sia trasmesso al Presidente della Camera dei deputati, al Presidente della Commissione Antimafia nazionale ed ai parlamentari nazionali eletti nella Provincia di Trapani.

IL PROPONENTE
GIUSEPPE ORTISI
CONS. PROV. RIF. COMUNISTA

I giovani comunisi di Castellammare del Golfo saranno presenti in seno alla consulta giovanile della cittadina del golfo. I rappresentanti designati sono Matteo Coppola e Giusi Fontana. L'auspicio è quello di rappresentare gli interessi dei tanti giovani castellammaresi, facendo prevalere il dialogo e pratiche di democrazia partecipata e contribuendo alla formazione politica di una nuova classe diregente. Nel porgere tanti auguri ai compagni Matteo e Giusi, il Partito della Rifondazione Comunista, invita tutti i giovani che vogliono contribuire a questa svolta verso il cambiamento a partecipare alle nostre iniziative che verranno opportunamente publicizzate.

Segreteria Partito della Rifondazione Comunista

Ecco perchèì esiste Rifondazione Comunista.

La Lega tiene banco e nel PD si vaneggia
di Alberto Burgio
su Liberazione del 20/08/2009

La campagna d’agosto della Lega comincia a dare i suoi frutti. E a scuotere maggioranza e governo. La corda è tesa, dopo settimane di continui strappi. Ieri il dialetto e i certificati di pura origine padana, oggi la bandiera e l’inno. Domani? E poi le gabbie salariali e fiscali, dopo le vittorie sul razzismo e lo squadrismo di Stato. E sul secessionismo mascherato da federalismo. C’è chi vi scorge il segno della debolezza del partito-movimento di Bossi. Chi invece vi legge l’effetto di una tendenza espansiva, in attesa di scatenare l’offensiva per la presidenza delle regioni più ambite, Veneto e Lombardia. Fatto sta che la Lega è riuscita sin qui a monopolizzare la scena mediatica sui temi politici, lasciando a Berlusconi il campo del gossip famigliare e seduttivo. E la visibilità non è un dettaglio. È sinonimo di influenza e di potere. I giorni del trionfo delle politiche del 2008 sembrano lontani. La destra governa (e disfa il Paese) ma è divisa. La maggioranza fibrilla. Il governo stenta a trovare la quadra tra i ricatti leghisti, le contromosse del «partito del suk» e le crescenti preoccupazioni del presidente della Camera, condivise, dentro il Pdl, anche da esponenti dell’entourage berlusconiano.La confusione è grande, e le grandi manovre sono appena cominciate. Difficile dire, oggi, dove andranno a parare. Le carte si rimescolano in attesa di un autunno che si annuncia drammatico, con una crisi sempre più pesante e un conflitto sociale montante. Come sempre in questi casi, gli estremisti alzano la voce. Gasparri e Borghezio urlano: l’importante è avere un nemico contro cui sparare, il resto seguirà. In questo marasma persino Alemanno e Cicchitto possono fare la parte dei moderati, delle palle al piede della «rivoluzione» postfascista e neorazzista.La confusione è grande, ma un fatto ciò nonostante resta chiaro: i pericoli per il governo non provengono dalla sedicente opposizione parlamentare. Al contrario, nel Pd non manca chi offre una generosa mano nel sacro nome della stabilità. C’è in giro voglia di Grande coalizione, e del resto non sono poche – dal federalismo fiscale alle missioni di guerra – le porcherie varate con il consenso, tacito o esplicito, di tutto il Parlamento. Tre giorni fa è stato Giuliano Amato a rompere il ghiaccio, auspicando un patto Pdl-Pd contro le «estreme» (Lega e Italia dei Valori), sempre più insistenti e minacciose. Chi conosce il personaggio e ne rammenta le gesta sin dai tempi di Craxi non ha motivo di stupirsi. Non meraviglia nemmeno l’effetto della sortita. Chi si è precipitato a dire la sua, raccogliendo l’invito del «dottor sottile»? L’onorevole Fassino, naturalmente. Che – non pago di incalzare la Cgil affinché la smetta con la sua fastidiosa polemica in difesa dei contratti nazionali – è anche riuscito a surclassare Amato per acume e scaltrezza tattica.Un Pd «più flessibile», questa è la nuova trovata. A Fassino, intervistato dal Corriere della sera, interessa il «dialogo con la maggioranza», interessa «un sistema di alleanze più largo», interessa un Pd «compiutamente federale», che al nord («perché la questione settentrionale esiste!») si allei anche con Galan e Formigoni. Non è solo una proposta letteralmente indecente, mentre si preparano le ronde e lo scudo fiscale premia l’esercito dei mascalzoni. È anche un capolavoro di ottusità politica, che azzera il credito residuo del Pd come antagonista della destra e rischia di consolidare la rendita della Lega come unica forza «antisistema», estranea ai pateracchi della politica romana. Bossi ringrazia. Noi ci accontenteremmo di sapere a nome di chi parla lo stratega Fassino.Miserie della politica, sempre che di politica si tratti. E intanto il Paese va in malora. A settembre migliaia di aziende non riapriranno i battenti. Centinaia di migliaia di lavoratori resteranno a casa. Il Pil è in picchiata, i consumi calano a vista d’occhio. Ma la politica con la P maiuscola – tutta la politica, a quanto sembra – ha ben altro a cui pensare. Meglio smetterla di litigare. Meglio ragionare – anzi «dialogare» – su nuovi scenari di «solidarietà nazionale». Ora comprendiamo il vero significato dello slogan veltroniano nella travolgente campagna elettorale dello scorso anno. «Si può fare». Che cosa? La santa alleanza con Berlusconi e affini. A questo siamo arrivati. Anche per questo c’è assoluto bisogno di un’opposizione vera, a cominciare dal conflitto sociale. Perciò esiste Rifondazione comunista e perciò è nata la Federazione delle forze anticapitaliste. È sempre più chiaro che solo da qui passa la strada per la ricostruzione della sinistra e per una efficace risposta alle destre.

Ecco cosa succede a chi parla male del potere

Parlare male del potere e del PD? si può ma solo a certe condizioni.......

Foto A. Bonanno

la macchina della scorta del magistrato Ingroia multata dai vigili urbani di Castellammare del Golfo.
Contenta l'amministrazione comunale: garantita più sicurezza ai cittadini..........

Nel solco delle politiche securitarie e volte a cancellare la possibilità della critica e del dissenso promosse dal governo della lega e di berlusconi, il sindaco del nostro paese schiera le truppe del bene contro il popolo del male. In attesa delle ronde, Castellammare del Golfo diventa da una parte terra di conquista per tutti i cafoni che con le barche non rispettano nessuna regola e che invadono come cavallette ogni centimetro di baie e calette, dall'altra una specie di Alcatraz in cui viene negata qualunque possibilità di scambio culturale e di movimento artistico. Non è forse cultura la musica? non è forse movimento la possibilità per tanti giovani di scambiare le proprie idee? ebbene l'unica strada da intrapendere per ristabilire una cultura della legalità è quella dell'educazione e del senso civico non la strada minata dei divieti e delle proibizioni.
Il proibizionismo, pur essendo la via più semplice e in apparenza più efficace, ha sempre fallito come insegna la storia.
Compito delle istituzioni è fare rispettare le leggi, ma soprattutto, promuovere iniziative che conducano alla crescita di un cittadino consapevole e responsabile.
Viene da pensare che la politica dei divieti sia figlia di una grande paura: Paura di un cittadino che possa pensare con la propria testa, libero di criticare e di dissentire. Ecco forse cosa si intende per sicurezza: sicurezza di non avere opposizioni.
Partito della Rifondazione Comunista
Circolo di Castellammare del Golfo.

Si ma noi siamo comunisti..

Ieri abbiamo alzato ancora una volta il pugno al cielo per salutare il Compagno Peppe Battaglia.
Non possiamo dimenticare tutte le volte che Peppe ripeteva fino all'ossessione "..Si ho capito ma noi siamo Comunisti, non è importante andare in cerca di voti, dobbiamo stare vicino alla gente e con la gente, dobbiamo riscoprire la forza di ribellarci!!" "un facemu chi la chiesa e chiù avanti di niatri". Più volte, durante i comizi da noi organizzati, interrompeva l'oratore ripetendo quella frase a noi che spesso non capivamo, gli dicevamo "Hai ragione Pè ma ora fallo parlare stu poveraccio.." e lui si incazzava ancora di più, il suo provocare veniva fuori dalla voglia di dibattito che molto spesso manca nei comizi moderni. Voleva aprire gli occhi a quelle persone che non hanno nulla per cui lottare. Nel ricordare Il Compagno Peppe Battaglia vogliamo fare un appello a tutti coloro che hanno fatto il 68, ai giovani Comunisti, ai compagni ed alle compagne del circolo di Castellammare.
Non nascondiamoci dietro il pugno chiuso, la lotta continua, ora più che mai. Torniamo tra chi soffre e mescoliamoci tra gli operai, i precari.
Ricordiamoci che le nostre idee come quelle di Peppe non moriranno mai.

HASTA SIEMPRE PEPPE..

Le compagne ed i compagni del Circolo del PRC di Castellammare Ricordano con Cordoglio il Compagno, Giuseppe Battaglia "PEPPE". Rimarrai per sempre nei nostri cuori, le nostre idee non moriranno mai. Saluti Coministi.

I Funerali si svolgeranno in data 04/08/2009 alle ore 16:00 presso la chiesa di S.Antonino.

Missione di pace?


Alessandro Di Lisio è il 14° militare morto in Afghanistan, in quella guerra che il governo italiano continua a chiamare “missione di pace”. Poche ore prima di morire egli stesso aveva definito, su Facebook, con il giusto nome, la propria “missione”: “ LA GUERRA E’ UNO SPORCO LAVORO CHE QUALCUNO DEVE FARE ”.E mentre in Italia il ministro La Russa pensa che si debbano usare i “Tornado”, non più come supporto ma come COPERTURA alle missioni di “PACE”, il presidente OBAMA prospetta la necessità di una “EXIT STRATEGY” dall’Afghanistan.Invito tutti a riflettere sul fatto che solo con l’impiego delle diplomazie e non con i Tornado e i carri armati si può costruire la PACE .

Camillo Navarra
Partito della Rifondazione Comunista
Circolo di Castellammare del Golfo
Afghanistan, cordoglio ai familiari del militare ucciso. Sempre più urgente il ritiro delle truppe
martedì 14 luglio 2009
Dichiarazione di Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc-Se

L'uccisione di un soldato italiano in Afghanistan, rispetto al quale esprimiamo il nostro più sentito cordoglio alla famiglia, e il ferimento di altri tre militari del nostro contingente, ai quali auguriamo una pronta guarigione, ci rafforzano nella posizione che abbiamo sempre avuto, sulla partecipazione dell'Italia alla guerra in Afghanistan: si tratta di una scelta sbagliata e grave, che comporta solo lutti, disperazione ed errori, che allontana ogni possibilità di possibile pacificazione di quella regione.
Per questo chiediamo al governo Berlusconi di adoperarsi immediatamente per il ritiro del nostro contingente e per l'apertura di un vero processo di pace. In Afghanistan si combatte una vera guerra, fuori da ogni regola e principio del diritto internazionale. Bisogna smetterla e uscire dal pantano afghano una volta per tutte: yes we can.
Ufficio stampa Prc-Se
Grassi: Afghanistan, ritirare subito truppe. Guerra è una vergogna
martedì 14 luglio 2009
Dichiarazione di Claudio Grassi, responsabile Organizzazione segreteria nazionale Prc-Se

In Afghanistan si continua a combattere e a morire a causa di una guerra sbagliata e insensata, voluta dagli Usa e a cui l’Italia si è accodata, una guerra che non ha portato affatto alla pacificazione dell’area, che ha riprodotto e resi più forti i Talebani e che non ha minimamente ridotto, ma anzi aumentato, la produzione illegale di droga. Oggi, purtroppo, è toccato a un militare italiano, alla cui famiglia va tutto il nostro più sentito cordoglio, morire, mentre altri tre soldati sono stati feriti, ma nei mesi e anni passati è toccato a molti altri.
Proseguire imperterriti nel mantenere il nostro contingente militare in Afghanistan è una vera follia, oltre che una vergogna, visto che lì si combatte una guerra fuori da ogni regola e principio del diritto internazionale. L’Europa dovrebbe farsi promotore di un vero processo di pace, ma innanzitutto dovrebbe astenersi dal proseguire ostilità che creano solo lutti, morti e disperazione.
Agli Stati Uniti, che ora “scoprono” di aver fatto torturare e morire anche dei prigionieri di guerra, e al loro presidente Obama, che ha dichiarato di voler seguire una politica diversa da quella di Bush, chiediamo coerenza: gli Usa abbiano il coraggio di mettere fine all’occupazione e l’Onu si faccia garante di aprire un vero e serio processo di pace, coinvolgendo tutte le parti in lotta.
Ufficio stampa Prc-SE
«Siamo in guerra, il governo chiarisca»
di Em. Gio.
su Il Manifesto del 15/07/2009
Intervista a Sergi, presidente di Intersos

La notizia della morte dell'ennesimo soldato italiano rimbalza anche negli uffici italiani dove per l'Afghanistan si lavora dal punto di vista dell'impegno civile. Non è vasto il mondo umanitario in Afghanistan: c'è Emergency, presente da anni, alcune associazioni specializzate che lavorano per brevi periodi (come SmyleTrein che cura gli affetti da labiopalatoschisi o il progetto di Edoardo Marino, una ricerca sui tappeti «di guerra» afghani) e infine una rete di Ong italiane che si sono impegnate dopo la conclusione del conflitto nel 2001.
Alcune fra queste fanno parte di Link 2007, un network cui partecipa anche Intersos una delle più antiche Ong italiane. Il suo segretario generale, Nino Sergi, si chiede «se la missione Isaf/Nato, così come si è evoluta e al punto in cui è arrivata, corrisponda ancora pienamente al mandato assegnato con le risoluzioni delle Nazioni unite. E la partecipazione italiana a tale missione corrisponda ancora a quanto è stato più volte affermato da tutti i governi italiani».
Lo chiedo a lei.

Credo che governo e politica debbano dare una risposta chiara, senza ambiguità e senza propaganda, perché gli italiani hanno il diritto di conoscere la verità. La partecipazione italiana alla missione corrisponde ancora a quanto è stato ripetutamente affermato - missione umanitaria, di ricostruzione, di pace - oppure corrisponde ormai a qualcos'altro, che si tenta di occultare? La missione di pace a tutela delle istituzioni, a cui partecipa l'Italia, è entrata forse, trascinata dagli eventi, in una missione di guerra mai decisa e mai definita? Credo che le Ong italiane impegnate in Afghanistan possano pretendere la risposta. E, più di noi, dovrebbe esigerlo il Parlamento nel suo insieme.

Invece c'è confusione...
Basta pensare al decreto per il rifinanziamento delle missioni all'estero: è stato inserito nel decreto anticrisi con un ammasso di materia militare e umanitaria, diplomatica e di cooperazione che corrisponde alla marcata tendenza attuale a confondere le situazioni, presentando tutto come missioni umanitarie, di aiuto alle popolazioni e di ricostruzione. Tendenza alimentata, a livello politico, dal ministero della difesa che talvolta appare come il ministero della propaganda. Lo stesso parlamento è stato esautorato dalla definizione dello stanziamento per ciascuna delle molteplici attività previste dal decreto legge. Fortunatamente, i parlamentari hanno reagito e stanno predisponendo un decreto separato, sul modello dei precedenti, che seguirà il suo iter con un dibattito specifico e, speriamo approfondito, sulle missioni.

Chiarezza dei ruoli.
Sì. Il tentativo di confondere tutto c'è comunque stato, ed è preoccupante. C'è chi vorrebbe confondere la dimensione militare con quella umanitaria e di cooperazione civile, annullando politicamente quel patrimonio di valori che la società civile ha saputo esprimere nel rispetto dei principi di umanità, imparzialità, indipendenza, solidarietà senza discriminazioni. Principi ben lontani da quelli dei contingenti militari.

Sergi, il movimento per la pace non si sta impegnando molto in Afghanistan. Perché?
Il movimento per la pace non esiste quasi più, anche perché ne ha sbagliate molte, fermandosi troppo spesso al solo livello delle ideologie. Quanto poi alla Tavola della Pace, mi sembra che si stia trasformando, decidendo senza garantirsi il necessario consenso. E togliendoci perfino l'unificante marcia della pace Perugia-Assisi. Non riuscendo più a parlare a tutte le donne e gli uomini di buona volontà, ma sono ad una parte, lasciando fuori molti pacifisti veri, sensibili ad altre forme di mobilitazione e ad altre forme di linguaggio.

G8 uno spot di gran successo....

Dopo le critiche per la scelta avventata dell'Aquila come sede del G8, gli elogi si consumano su tutte le testate giornalistiche per la buona riuscita del summit delle più grandi potenze economiche mondiali. Ma cosa pensavano i grandi "osservatori" della vita politica italiana (compresi alcuni idioti della sinistra moderata) che la moglie di Obama e Carla Bruni criticassero le scelte e l'organizzazione del G8 del governo italiano?
Come sarà possibile costruire una opposizione seria e argomentata alla deriva berlusconiana se non attraverso una partecipazione diretta delle persone all vita democratica?
Questi sono i temi su cui si può costruire una unità a sinistra del PD, troppo impegnato a scegliere in questi giorni la propria leaderschip tra un parrinu spuddiatu, un liberista e un medico stranamente non berlusconiano almeno all'apparenza.
Buona riflessione a tutti. Non fatevi rincoglionire dalla TV di regime italiana.

Dedicato ai tanti "cristiani" del centrodestra

Quando a Castellammare si celebra una qualsiasi manifestazione religiosa o folklorico-religiosa o storico-religiosa, la cittadina è invasa da gente, cristiani cattolici in grandissima maggioranza. Accade ora, che contro i prinicipi dell'uguaglianza, il governo di centrodestra, introduce il reato di clandestinità. Di fronte a queste leggi razziali che limitano la libertà di espressione e di libera circolazione delle genti, i tanti cristiani cattolici di Castellammare volgeranno lo sguardo verso il belvedere tentando di scorgiere l'iconografia della Santa Madre o piuttosto cominceranno a deligittimare lo stesso governo che hanno sostenuto?

segue un articolo molto interessante:

Cristiani, disobbedite come a Los Angeles
di Alex Zanotelli
su Il Manifesto del 06/07/2009


Mi vergogno di essere italiano e di essere cristiano. Non avrei mai pensato che un paese come l'Italia avrebbe potuto varare una legge così razzista e xenofoba. Noi che siamo vissuti per secoli emigrando per cercare un tozzo di pane (sono 60 milioni gli italiani che vivono all'estero!), ora ripetiamo sugli immigrati lo stesso trattamento, anzi peggiorandolo, che noi italiani abbiamo subito un po' ovunque nel mondo.
Questa legge è stata votata sull'onda lunga di un razzismo e una xenofobia crescente di cui la Lega è la migliore espressione.
Il cuore della legge è che il clandestino è ora un criminale. Vorrei ricordare che criminali non sono gli immigrati clandestini ma quelle strutture economico-finanziarie che obbligano le persone a emigrare. Papa Giovanni XXIII nella Pacem in Terris ci ricorda che emigrare è un diritto.
Fra le altre cose la legge prevede la tassa sul permesso di soggiorno (i nostri immigrati non sono già tartassati abbastanza?), le ronde, il permesso di soggiorno a punti, norme restrittive sui ricongiungimenti familiari e matrimoni misti, il carcere fino a quattro anni per gli irregolari che non rispettano l'ordine di espulsione ed infine la proibizione per una donna clandestina che partorisce in ospedale di riconoscere il proprio figlio o di iscriverlo all'anagrafe.
Questa è una legislazione da apartheid, che viene da lontano: passando per la legge Turco-Napolitano fino alla non costituzionale Bossi-Fini. Tutto questo è il risultato di un mondo politico di destra e di sinistra che ha messo alla gogna lavavetri, ambulanti, rom e mendicanti.
Questa è una cultura razzista che ci sta portando nel baratro dell'esclusione e dell'emarginazione.«Questo rischia di svuotare dall'interno le garanzie costituzionali erette 60 anni fa - così hanno scritto nel loro appello gli antropologi italiani - contro il ritorno di un fascismo che rivelò se stesso nelle leggi razziali». Vorrei far notare che la nostra Costituzione è stata scritta in buona parte da esuli politici, rientrati in patria dopo l'esilio a causa del fascismo. Per ben due volte la costituzione italiana parla di diritto d'asilo, che il parlamento non ha mai trasformato in legge.
E non solo mi vergogno di essere italiano, ma mi vergogno anche di essere cristiano: questa legge è la negazione di verità fondamentali della Buona Novella di Gesù di Nazareth. Chiedo alla Chiesa Italiana il coraggio di denunciare senza mezzi termini una legge che fa a pugni con i fondamenti della fede cristiana.Penso che come cristiani dobbiamo avere il coraggio della disobbedienza civile. È l'invito che aveva fatto il cardinale R. Mahoney di Los Angeles (California) , quando nel 2006 si dibatteva negli Usa una legge analoga dove si affermava che il clandestino è un criminale. Nell'omelia del mercoledì delle ceneri nella sua cattedrale, il cardinale di Los Angeles ha detto che, se quella legge fosse stata approvata, avrebbe chiesto ai suoi preti e a tutto il personale diocesano la disobbedienza civile. Penso che i vescovi italiani dovrebbero fare oggi altrettanto.
Davanti a questa legge mi vergogno anche come missionario: sono stato ospite dei popoli d'Africa per oltre vent'anni, popoli che oggi noi respingiamo, indifferenti alle loro situazioni d'ingiustizia e d'impoverimento.
Noi italiani tutti dovremmo ricordare quella Parola che Dio rivolse a Israele: «Non molesterai il forestiero né l'opprimerai, perché voi siete stati forestieri in terra d'Egitto» (Esodo 22,20).

Da cosa difendersi?

Nell'editoriale di Dino Greco, apparso su LIBERAZIONE qualche giorno fa, viene focalizzata l'attenzione sul significato di sicurezza, mettendo a confronto da un lato l'insicurezza, quella vera, conseguente alla precarietà del lavoro e all'impunità di chi commette dolo e che ha trovato massima espressione nella tragedia di Viareggio e che ogni giorno si manifesta attraverso i morti sul lavoro e dall'altro la falsa insicurezza creata ad arte dal Governo populista, xenofobo, fascista e reazionario, attraverso leggi, che sfruttando la paura della gente, sempre più drogata da una televisione servile al potere, introduce delle leggi che porteranno ancora più insicurezza, volte come sono a definire un modello di società basato sull'esclusione e l'emarginazione del diverso, del più debole e dell'indifeso.
Buona lettura e buona riflessione a tutte/i.
Sicurezza: di chi e di che cosa
di Dino Greco
su Liberazione del 04/07/2009.

Talvolta si intrecciano fatti, si verificano fortuite concomitanze che rendono chiaro, più di ogni sofisticato argomento, il senso delle cose.
E' esattamente ciò che è accaduto in questi giorni, rispettivamente, in una stazione ferroviaria, quella di Viareggio, e nel Parlamento della Repubblica.
Nel primo caso, la plateale elusione delle misure di sicurezza ha causato una strage di enormi proporzioni. Si è lì nuovamente materializzata la tragica realtà che quotidianamente si presenta davanti ai nostri occhi. Parlo degli infortuni sul lavoro, dei morti, dei feriti, degli invalidi, tanti quanti ne produce una guerra. Perché di una guerra si tratta. Scatenata proditoriamente, con dolo. Frutto di incuria, di intensificazione dei ritmi e di prolungamento sciagurato degli orari di lavoro, della precarietà dei rapporti di lavoro e di una disciplina legislativa che ne favorisce la moltiplicazione, dell' assenza di misure di prevenzione e di controlli, dell'evanescente regime sanzionatorio, al limite dell'impunità, per i responsabili delle violazioni di legge. Ecco, la sicurezza, per davvero costitutiva del diritto e della dignità umana, è qui sistematicamente negata. Come lo è quando le persone vengono private del lavoro senza attrezzare un decente sistema di ammortizzatori sociali. O come quando si abbattono i rendimenti pensionistici fino a trasformare in un'avventura la semplice sussistenza. O quando le reti di protezione sociale, di promozione della vita comunitaria, sono talmente evanescenti da generare anomia, paura, solitudine sino alla malattia mentale. O quando le due, forse tre generazioni più giovani guardano al proprio futuro senza alcuna certezza, avendo del tutto smarrito la consapevolezza di avere dei diritti, sanciti e protetti dalla suprema legge dello Stato, eppure caduti nell'oblio perché travolti da una legislazione che ne ha via via eroso efficacia ed esigibilità. E compromessi da una politica che ha ripudiato il concetto stesso di solidarietà. Di questa sicurezza non vi è traccia alcuna, e da tempo, nelle politiche dei governi. Primariamente, di questo governo, campione ineguagliato della scientifica demolizione del welfare. Della sicurezza, come sicurezza sociale, si è persa la nozione, il significato più profondo. Anch'essa è diventata una parola malata, introiettata nel senso comune come il portato di quella paranoia collettiva che vede nel contiguo più debole un concorrente o, peggio, una minaccia, un nemico, massimamente se immigrato. L'idea che troneggia è che c'è penuria. Penuria di tutto. Di reddito, di lavoro, di case, di spazio vitale. Questo giornale si sforza ogni giorno di dimostrare che le risorse per un'altra politica, per altre risposte, ci sono, ma vengono sequestrate e dissipate da una ristretta porzione di cittadini, spesso violando la stessa legge tributaria.Ma, più in profondità, in ragione di un'architettura politica e sociale sempre più classista. E di una cultura che ha fatto libero spaccio della fola secondo cui la disuguaglianza è il motore dello sviluppo.Questo giornale si sforza ogni giorno di dimostrare che le risorse per un'altra politica, per altre risposte, ci sono, ma vengono sequestrate e dissipate da una ristretta porzione di cittadini, spesso violando la stessa legge tributaria. Ma, più in profondità, in ragione di un'architettura politica e sociale sempre più classista. E di una cultura che ha fatto libero spaccio della fola secondo cui la disuguaglianza è il motore dello sviluppo. Il fatto è che se non ti accorgi di questa flagrante bugia, oppure se non credi più nella possibilità di rovesciare questa iniqua ripartizione della ricchezza prodotta dal lavoro sociale, allora ti arrocchi, ripieghi nel tuo "particulare" e provi, per velleitario che si riveli questo sforzo, a difenderti da solo! Non più contro la soverchiante potenza di chi sta sopra di te e dispone di una forza che ti appare inattaccabile. Bensì contro chi sta sotto, che ti è più prossimo e più vicino. Nel quale non vedi più colui che può condividere con te una via di possibile riscatto. Ma come una persona ostile. Oggi lo straniero è indicato come il responsabile di tutte le nostre privazioni e frustrazioni. E' da lui che senti di doverti difendere. E' lui l'agnello sacrificale di un rito fraudolento che rende tutti incarogniti e peggiori. Individui isolati, prigionieri dei propri egoismi, uniti soltanto dalla comune percezione di sentirsi indifesi. A maggior ragione dentro una crisi che ognuno è costretto ad affrontare in solitudine. E' in questo brodo fetido che prende corpo e recluta proseliti la risposta repressiva, che risolve ogni contraddizione in un problema di ordine pubblico. Ecco allora, nel giorno stesso in cui un convoglio deraglia su una fatiscente rete ferroviaria ed una più che evitabile disgrazia stronca ventidue vite, che la maggioranza di centrodestra sforna la sua ricetta salvifica: l'introduzione del reato di clandestinità, in un Paese la cui legislazione xenofoba, quella che ha già scavato un fossato fra noi e il dettato costituzionale, non fa che generare illegalità, ricatto, sfruttamento, sfondamento dello stato di diritto. Migranti, graffitari, clochard, ambulanti abusivi: ecco qui i nemici della civile convivenza, dai quali proteggersi attraverso ronde e vigilantes, secondo i più vieti canoni dell'apartheid. Si inizia sempre così. Poi, quando la degenerazione ha compiuto sino in fondo il suo corso, a tempo debito, arriva sempre chi appiccica sul petto dei reietti di turno una stella di Davide. Non solo è già accaduto.
Come si stancava di ammonirci Primo Levi, può ancora accadere.

Pacchetto xenofobo



Mentre la gente prende la tintarella al sole, si consuma in Italia la morte della democrazia.

Il cosiddetto "pacchetto sicurezza" su cui il governo oggi ha posto anche la questione di fiducia è una legge incostituzionale, che si basa su veri e propri errori/orrori giuridici. Con il pacchetto sicurezza vengono introdotte norme razziste, come l'introduzione del reato di clandestinità che mina il principio di eguaglianza previsto dall'articolo 3 della Costituzione e le ronde che limitano fortemente la libertà d'espressione dei cittadini e demoliscono lo stato di diritto. Allora sarrebbe il caso che la stessa gente prendesse coscienza di quanto ci sta togliendo in termini di diritti questo governo e di quanto indietro culturalmente stiamo scivolando.
Sembra di rivivere gli anni del fascismo.


Noi del PRC reagiremo con forza da subito contro questo pacchetto sicurezza, e partire dai territori, organizzando la disobbedienza civile a tali norme, organizzando osservatori e nuclei di difesa legale per cittadini extracomunitari e non, denunciando l'iniquità di queste norme alla Corte costituzionale e alle corti penali internazionali, visto che tali norme ledono tutte le convenzioni internazionali firmate dall'Italia.

Diario dall'Abruzzo




I mezzi di informazione di massa, o meglio di disinformazione o ancora meglio di informazione di regime, hanno cominciato, come del resto avevamo previsto, a spegnere i riflettori sulla situazione dei terremotati, altre volte, nel quadro di un servilismo palese quanto dannoso, hanno oscurato "opportunamente" le proteste dei cittadini abruzzesi nei confronti di un governo che preferisce spendere fior di quattrini per comprare i cacciabombardieri (forse per difendere la patria dal complotto comunista contro il premier magnaccione) invece che investirli nella ricostruzione di una regione che oltre al danno rischia anche la beffa delle promesse non mantenute.











Diversamente continua l'impegno delle Brigate di Soliderità Attiva per le popolazioni terremotate dell'Abruzzo.
Chiunque voglia spedire materiale può chiamare: Yassir Goretz al 338/8154400.

Ecco cosa serve:

Campo
1.GAZEBO A FISARMONICA (URGENTE)
2. POSATE IN MATERBI O PLASTICA (forchette, cucchiaini, coltelli, cucchiai) (URGENTE)
3. PIATTI BICCHIERI E BICCHIERINI CAFFE’ IN MATERBI O PLASTICA (URGENTE)
4. ASTUCCI PORTA OGGETTI PER BAGNO (URGENTE)
5. SACCHI PER IMMONDIZIA (grandi e resistenti) (URGENTE)
6. ZERBINI PER ESTERNO TENDA (URGENTE)
7. GRUCCE (URGENTI)
8. MACCHINETTA PER IL CAFFè A CIALDE (URGENTE)
9. SET DA RICAMO (URGENTE)
10. TAVOLI E SEDIE DI PLASTICA (URGENTE)
11. TAGLIAUNGHIA
12. PHON PICCOLI
13. INSETTICIDA (URGENTE)
14. PALETTE CON MANICO ALTO
15. LAVATRICI
16. PORTA CICCHE
17. BIDONCINI IMMONDIZZIA
18. BACINELLE
19. STENDINI PER BUCATO
20. PIATTI E VASSOI MONOUSO
21. TELONI IMPERMEABILI PER COPERTURE
22. SACCHI A PELO
23. CARRELLO PORTA-VIVANDE DI ACCIAIO A TRE PIANI
24. CESTELLI PORTA-POSATE
25. TAVOLI DA LAVORO IN ACCIAIO
26. ARMADIETTI PER TENDA
27. CUOCIPASTA INOX
28. GUANTI DI LATTICE E DI PLASTICA TRASPARENTE
29. GUANTI IN GOMMA
30. CUFFIE PER CUCINA
31. SEDIE PIEGHEVOLI
32. TORCE a LAMPADA (con pile)
33. APPENDI GRUCCE
34. SPECCHI
35. SPAZZOLONI

Gestione
1. BUSTE DI PLASTICA PER CONSEGNARE LA MERCE
2. SCAFFALI
3. BACHECA IN LEGNO CON COPERTURA
Alimenti
1. SUCCHI DI FRUTTA (URGENTE)
2. ACETO (URGENTE)
3. THE (anche solubile) (URGENTE)
4. CAMOMILLA (URGENTE)
5. TISANE (URGENTE)
6. FRUTTA SCIROPPATA (URGENTE)
7. MAIS (URGENTE)
8. CREMA DI NOCCIOLE
9. SOTTOLI
10. PASTINA
11. BEVANDE VARIE
12. CARNE IN SCATOLA
13. PAN CARRÉ
14. CRACKERS
15. FARINA (confezioni da kg 1)
16. SCATOLAME TONNO (confezioni 5 Kg)
17. SCATOLAME (confezioni piccole: tonno, legumi vari)
18. CACAO
19. ORZO
20. CARAMELLE
21. MARMELLATE
22. BUSTINE ZUCCHERO MONOUSO
23. CAFFÈ IN POLVERE (non cialde)
24. CAFFè IN CHICCHI (sacchi da 5Kg)
25. ZUCCHERO
26. ACQUA (solo bottigliette da 0,5)
27. OLIO EXTRAVERGINE IN BOTTIGLIA
28. SALE FINO E GROSSO
29. VINO
30. RISO
31. FETTE BISCOTTATE
32. OLIO DI SEMI IN BOTTIGLIA
33. FORMAGGI VARI SOTTOVUOTO (Galbanino e simili)
34. SACCHI DI CROCCHETTE PER CANI E GATTI
35. CARTA STAGNOLA E PELLICOLA
36. SACCHETTI PER CONGELATORE

Prodotti per la pulizia
1. SCHIUMA DA BARBA E LAMETTE (tre lame) (URGENTE)
2. POMELLI PER BARBA E SAPONE DA BARBA (URGENTE)
3. DEODORANTI NEUTRI (URGENTI)
4. DEODORANTI ROOL –UP (URGENTI)
5. NAPISAN (URGENTE)
6. LISOFORM (URGENTE)
7. SPUGNE E PAGLIETTE (URGENTE)
8. PETTINI E SPAZZOLE (URGENTE)
9. SCOPE, RAMAZZE E MOCIO (URGENTE)
10. SCHAMPOO PER PIDOCCHI (URGENTE)
11. ROTOLI GRANDI DI CARTA ASSORBENTE (URGENTE)
12. AMMORBIDENTE (URGENTE)
13. SAPONE INTIMO
14. AMUCHINA
15. VARECCHINA, CANDEGGINA E DETERSIVI SUPERFICI
16. DETERSIVI BUCATO A MANO E LAVATRICE
17. DETERSIVI PIATTI
18. SHAMPOO E BALSAMO
19. ASCIUGACAPELLI
20. SPUGNE PER DOCCIA
21. CREMA PER MANI E VISO
22. BACINELLE E SECCHI DI PLASTICA
23. STENDINI E MOLLETTE
24. PRODOTTI PER BAGNI CHIMICI DI CAMPER E ROULOTTE
Vestiario (solo capi nuovi e per adulti)
1. K-WAY (URGENTE)
2. ASCIUGAMANI (URGENTE)
3. ACCAPPATOI (URGENTE)
4. PIGIAMI DONNA E UOMO (tutte le taglie) (URGENTE)
5. TUTE (URGENTE)
6. SCARPE UOMO/DONNA DA GINASTICA (URGENTE)
7. CIABATTE PER DOCCIA (URGENTE)
8. STIVALI (URGENTE)
9. SCARPONI UOMO/DONNA COMODI (URGENTE)
10. GAMBALETTI DONNA
11. INTIMO UOMO (slip, calzini,canottiere)
12. MUTANDE DONNA DALLA 4a in su
13. REGGISENO (taglie da 6a in su, per signore)
14. REGGISENI IN MICROFIBRA 2a/3a/4a
15. CANOTTIERE MEZZA MANICA LANA (donna 3a in su; uomo 5a in su)
16. FELPE (anche L e XL)
17. PANTALONI UOMO (in particolare taglie 48-52-54-56)
18. T-SHIRT
19. LENZUOLA SINGOLE E MATRIMONIALI
20. CUSCINI

Oggetti da non inviare perché ne siamo pieni!
1. Non inviare PANNOLINI - OMOGENIZZATI - GIOCATTOLI E ALTRI PRODOTTI PER BAMBINI
2. Non inviare VESTIARIO PER BAMBINI
3. Non inviare VESTIARIO USATO
4. Non inviare BAGNOSCHIUMA
5. Non inviare DENTIFRICIO E SPAZZOLINI
6. Non inviare ASSORBENTI
7. Non inviare PANNOLONI ER ADULTI
8. Non inviare LATTE E UOVA
9. Non inviare CEROTTI - GARZE - COTONE – ANTIIPERTENSIVI

Avvertenze: solo alimenti a lunga scadenza, indicare date di scadenza, se si consegna materiale dentro scatoloni (grandi raccolte) dividere il più possbile per tipologie, per gli indumenti dividere per tipologie e taglie

“Brigata di Solidarietà Attiva” Partito della Rifondazione Comunista
tel. 085 66 7 88
mail info@rifondazioneabruzzo.org Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. Indirizzo web Partito Sociale

Punti di stoccaggio.
PROVINCIA DI PESCARAPESCARA C/O CIRCOLO “A. GRAMSCI” piazza dei Grue, 39 tel. 08566788 - orario 09.30 – 21.30 CITTA’ SANT ANGELO C/O CIRCOLO PRC via Petruzzi (vicino clinica Villa Serena) tel. 3397531059 - orario 10.00 – 13.00 / 15.00 – 20.00 CEPAGATTI C/O CIRCOLO PRC “A. GRAMSCI” viale Duca degli Abruzzi tel. 3937703631 - orario 17.00 – 20.00 SPOLTORE C/O Area E-spò tel. 3335327500 – 3385619192 - via dietro le Mura, 16/1 LORETO APRUTINO C/O CIRCOLO “P. IMPASTATO” via dei Normanni, 5 tel. 3392130511 - orario 09.00 – 19.00 CIVITAQUANA C/O CIRCOLO “A. GRAMSCI” via Roma tel 320 63 05 833 - orario 11.00 – 13.00 / 17.00 – 20.00
PROVINCIA DI CHIETICHIETI C/O FEDERAZIONE PRC CHIETI viale Majella, 72 tel. 0871401151 - cell. 3316821388 - orario 08.00 – 20.00 SAMBUCETOC/O CIRCOLO “P. IMPASTATO” via Manzoni, 3 tel. 3465703126 - orario 09.30 – 13.30 / 14.30 – 20.30 SAN VITO CHIETINO C/O CENTRO SOCIALE “L’ARREMBAGGIO” tel. 3395852959 - orario 08.00 – 17.00
PROVINCIA DI TERAMOTERAMO C/O FEDERAZIONE PRC TERAMO via della cittadella, 11 - tel. 0861241511 GIULIANOVAC/O CIRCOLO RPC “P. DI MASSIMANTONIO” corso Garibaldi, 43/45 tel. 3471139192 - orario 09.30 – 13.30 / 15.00 – 19.30

Di seguito riporto alcune notizie in merito alla protesta davanti Montecitorio e "opportunamente" oscurata dalla TV di regime:


la manifestazione fuori da Montecitorio.
Chiesta più trasparenza nelle scelte del governo.

E' arrivata a Montecitorio per il sit-in dimostrativo, la marcia degli sfollati delle tendopoli dell'Aquila, che protestano proprio nel giorno in cui la Camera deve approvare il decreto legge sull Abruzzo.
Slogan e proteste. Senza bandiere di partito e scandendo vari slogan tra cui "forti e gentili sì, fessi no!", "100% ricostruzione, partecipazione e trasparenza" e "Buffoni, buffoni", 1000 aquiliani dei Comitati dei cittadini sono arrivati a Roma con 20 pullman partiti questa mattina alle 9 e 30 da Collemaggio. Presente anche un grande striscione con la scritta: "Case, scuole, Università. Subito. Contro la speculazione ricostruzione dal basso''. Ad imitazione delle tendopoli, alcuni ragazzi montano tende da campeggio sotto l'obelisco che domina la piazza. Sono scesi in piazza anche gli studenti dell'Onda che chiedono che a occuparsi della ricostruzione non sia Impregilo poiché fu proprio "la stessa azienda a costruire l'ospedale che poi crollarono". Leggi tutto... Ecco il nuovo elenco aggiornato per i rifornimenti.

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