COMUNICATO STAMPA
"Era il 25 gennaio del 1983. In una fredda e gelida notte, alcuni colpi di mitraglietta squarciarono il silenzio in via Carollo a Valderice. La mafia aveva colpito di nuovo. Nel mirino dei sicari, il giudice Giangiacomo Ciaccio Montalto, sostituto procuratore della repubblica di Trapani. A ventisette anni da quell’omicidio i Giovani Comunisti ricordano la figura del magistrato ucciso dalla ferocia di Cosa Nostra.
L’unica colpa di Montalto?
Essersi avvicinato troppo alla realtà. Alle collusioni tra mafia politica e massoneria. Era andato a toccare dei fili dell’alta tensione scoperti rimanendo folgorato. Montalto, così come Francesco Taurisano, trasferito dal Csm per incompatibilità ambientale e Carlo Palermo, scampato alla strage di Pizzolungo, ha vissuto l’isolamento dentro e fuori il palazzo. Le commemorazioni sono importanti, ma da sole non bastano. I nostri “eroi” e sono tanti, troppi, dobbiamo ricordarli da vivi, diffondendo sempre di più le loro idee. In un Paese, che sembra averla perduta la memoria, è normale che un mafioso come Vittorio Mangano, ottenga la patente di “eroe” dal Presidente del Consiglio e dal suo ex braccio destro, Marcello Dell’Utri, ora condannato per mafia. Noi sappiamo che l’eroe non è Mangano. E’ normale che in questo Paese, il Presidente del Consiglio dichiari: “I magistrati sono matti . Per fare quel lavoro devi essere mentalmente disturbato, devi avere delle turbe psichiche”.
Oggi, i giudici Antonio Ingroia, Sergio Lari, Gaetano Paci, Nico Gozzo e Giovanbattista Tona sono dei bersagli viventi. Sono a rischio attentato. Il procuratore antimafia Nino De Matteo, che sta indagando sulle rivelazioni di Massimo Ciancimino è più fortunato, è solo sotto scorta da 16 anni. Adottiamio i giudici Antonio Ingroia, Sergio Lari, Gaetano Paci, Nico Gozzo e Giovanbattista Tona. Diamo loro e alle loro inchieste la massima visibilità e sostegno. Non permettiamo che vengano dapprima denigrati, poi isolati e alla fine zittiti come accadde 27 anni fa per Ciaccio Montalto."
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calogero era forte,calogero era bello
muscoli da campione ma niente nel cervello.
calogero tornò da n.y.a castllaammare
s'appostò a erice e incominciò a sparare.
sparò, sparò su ciaccio,un uomo sfortunato
che amava tanto il mare e faceva il magistrato.
calogero perchè, calogero come mai
non eri così quando me ne andai
calogero ricordo quando eri bambino
e giocavamo insieme, calogero assassino
e mi rivolgo a te,ragaazzo di castellammare
che calogero non sei ma lo puoi diventare
calogero era forte, calogero era bello
calogero era,carne da macello.
di maria ha detto...
1 febbraio 2010 alle ore 09:50