di Jamil Hilal.


Obiettivo di Israele nell'attacco a oltranza ad Hamas: riaffermare l'egemonia militare nell'area.
Piombo fuso è un avvertimento a Hezbollah, Siria e Iran. Ma l'immagine di uno stato assetato di sangue è una sconfitta politica«Ribadisco che tratteremo la popolazione (di Gaza) con un guanto di velluto». (Il premier israeliano Ehud Olmert). Israele ha cominciato i bombardamenti aerei su Gaza la mattina del 27 dicembre, e l'attacco di terra con i tank e la fanteria ha avuto inizio il 3 gennaio. Al 9 gennaio circa 776 palestinesi (per metà donne e bambini) erano stati massacrati (alcuni corpi si ritiene siano sotto le macerie degli edifici distrutti), e circa 3150 persone ferite. Ospedali, scuole, case e università sono state bersagliate, è stata tagliata l'elettricità, l'assedio di Gaza è stato inasprito all'estremo, e l'infrastruttura di Gaza ha subito un danno incalcolabile. Facendo le debite proporzioni, queste cifre equivarrebbero a 31 mila italiani (o britannici) uccisi e più di 124 mila feriti in meno di undici giorni. Il danno patrimoniale ammonta a miliardi di dollari. Nella minuscola lingua di terra chiamata Gaza, un milione e mezzo di palestinesi (di cui la metà ha meno di 15 anni) è stipato in un'area che non misura più di 362 chilometri quadrati. Questo ne fa la il luogo più densamente popolato del pianeta. Oltre tre quarti della popolazione sono profughi di prima, seconda e terza generazione provenienti da aree su cui Israele ha assunto il controllo nel 1948. La metà dei profughi vive in otto campi profughi che dipendono tuttora dagli aiuti umanitari. Lo spossessamento, l'occupazione prolungata, l'assedio hanno fatto della Striscia di Gaza uno dei posti più sventurati della terra. La ben orchestrata macchina propagandistica ufficiale israeliana, che come al solito recita il ruolo della vittima, ha parlato a un Occidente (Usa e Europa) ricettivo delle «estreme sofferenze» patite dagli israeliani: loro, che hanno le armi nucleari, si sentono minacciati dai razzi di Hamas. La propaganda però non spiega perché questi razzi vengono lanciati. Prima che Gaza fosse trasformata dagli israeliani in un mattatoio, nei sei mesi precedenti era stato ucciso un israeliano. E da quando il guanto di velluto dell'esercito ha trasformato Gaza in un grande campo di prigionia, altri tre israeliani (tra i quali un palestinese con cittadinanza israeliana) sono stati uccisi dai razzi. Va ricordato che imporre un assedio e un blocco a una popolazione civile è un atto di guerra, che mira a sottomettere la volontà degli assediati. Il fatto che Gaza è sotto occupazione diretta e indiretta sin dal 1967 non viene detto dai media ufficiali israeliani né dalla gran parte dei media occidentali.


Un enorme campo di prigionia

La macchina propagandistica israeliana evita anche di spiegare perché tutte le fazioni politiche palestinesi (e non solo Hamas) il 19 dicembre 2008 non hanno riconfermato la tregua di sei mesi (iniziata il 18 giugno 2008). La semplice verità è che la tregua era stata rispettata da parte palestinese, ma non dall'esercito israeliano, che ha continuato i suoi omicidi di militanti palestinesi e il suo assedio di Gaza. La tregua non era stata estesa fino a coprire la Cisgiordania, dove gli insediamenti coloniali hanno continuato a espandersi, e Israele ha continuato l'incarcerazione di militanti palestinesi, che ora ammontano a più di 10mila (l'equivalente di 250mila italiani in carcere per ragioni politiche). Tra quelli che sono ancora nelle prigioni israeliane vi sono circa 40 membri eletti del Consiglio legislativo palestinese.Ora sappiamo dai giornali israeliani che l'operazione Piombo fuso è stata pianificata sotto la supervisione del ministro della difesa Barak nel giugno 2008, cioè sei mesi prima della guerra a Gaza (27 dicembre 2008). In altre parole, la guerra israeliana contro Gaza non è stata una reazione alla violazione della tregua da parte dei palestinesi. Le motivazioni erano altre .Il ritiro unilaterale da Gaza di Sharon nel 2005 avrebbe dovuto mettere fine all'occupazione militare di Israele su quella lingua di terra palestinese. Ma la mossa, molto pubblicizzata, non era niente più che una mistificazione, perché Israele ha continuato a mantenere il pieno controllo sui varchi, sullo spazio aereo, sulle acque extraterritoriali, sull'economia, sull'elettricità e su molte altre cose. Terminata l'occupazione diretta, Gaza è stata trasformata in un enorme campo di prigionia. Israele possedeva la chiave dei suoi pochi ingressi, e ha continuato con le incursioni militari e gli omicidi a suo piacimento. In breve, Gaza è stata soggetta a un sistema di punizione collettiva. Ma questo è in linea con la politica - perseguita da tempo da Israele - di criminalizzare i palestinesi etichettandoli come «terroristi» inidonei a gestire uno stato, come incivili, ecc.Dopo la vittoria elettorale di Hamas nel 2006, per la macchina propagandistica di Israele è stato facile promuovere in Europa e negli Usa la sua politica di punizione collettiva con la scusa di «combattere il terrorismo». Così, nel settembre 2007, Israele ha dichiarato Gaza «territorio ostile». Vale la pena ricordare che nel marzo 2002 Israele inviò i suoi tank, i suoi F16 e gli elicotteri Apache in Cisgiordania per distruggere i posti di polizia, le sedi dell'Autorità palestinese (compreso il quartier generale di Arafat, che fu messo agli arresti domiciliari) e le infrastrutture, sempre con il pretesto di combattere il «terrorismo». Perché quasi sempre qualunque violenza esercitata dai deboli è etichettata «terrorismo» mentre la violenza esercitata dalle grandi potenze (tra cui gli Usa e Israele) è definita «anti-terrorismo».

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