Alla notizia della candidatura di Rita Borsellino con il PD ho provato una profonda delusione tanto che ho trovato serie difficoltà a commentare questa candidatura che appare incomprensibile. Ho trovato in quanto scritto dal compagno Toti Cosanzo, compagno di Partinico e ex segretario del locale circolo PRC, le parole giuste per esprimere tutta la mia delusione per la scelta intrapresa dalla leader di un'altra storia. Mi viene di pensare che forse invece è sempre la stessa storia.


RITA BORSELLINO: DELUSIONE PROFONDA


Devo dire che ho avuto parecchie perplessità ed anche degli scrupoli nello scrivere questo post per una ragione abbastanza semplice: la preoccupazione che i lettori, soprattutto se giovani, avessero potuto alla fine della lettura arrivare alla conclusione di quel che noi comunisti abbiamo sempre combattuto e cioè il dire “che sono tutti gli stessi”, o come dice Mimmo Briganò “a strarria è pà cutra” e dunque la politica è soltanto ”potere”, interesse, prestigio personale, arrivismo. Non è così e non sarà certamente la vicenda di Rita Borsellino che ci farà cambiare idea. Perché parlo di “vicenda” con riferimento alla Borsellino. Perché appare evidente a tutti che una donna la quale si è spesa in tanti anni per costruire un’aggregazione, un MOVIMENTO fatto di uomini e donne, e che indipendentemente dalla loro formazione, cultura, provenienza politica, avevano messo al centro della loro azione quotidiana l’intransigenza morale, la legalità non fittizia, la lotta al machiavellismo, alla politica mistificatrice, accomodante, supponente, arrogante, né parolaia né compromissoria abbia voluto giustificare il posto nella lista per le europee in un Partito, appunto il Partito Democratico, dichiarando alla stampa “la condivisione di un progetto comune…dopo un decorso lungo e pensato oltre che rispettoso delle riflessioni interne al Partito. Il mio progetto di costruzione politica fondata sulla partecipazione della società si abbraccia al progetto politico del PD”. Incredibile dichiarazione soprattutto per chi come noi comunisti l’avevamo sostenuta convinti che gli obiettivi non solo quelli politici e culturali, ma sopratutto etici e suoi e del suo Movimento, andassero nella stessa direzione e cioè nella direzione diversa da quella di un Partito Democratico, specialmente quello siciliano, in cui convivono anime contraddittorie fatte anche di ambiguità se non addirittura di collusioni. Mi chiedo e lo chiedo alla Borsellino: cosa c’entra la sua storia con quella di un Vladimiro Crisafulli o di un Papania? Sarebbe da realizzare con questi personaggi “il progetto comune”? Né abbiamo dimenticato (e non comprendo come l’abbia così velocemente dimenticato lei) l’umiliazione infertale da quel Partito in relazione a quella che doveva essere la sua naturale candidatura quale Presidente della Regione siciliana alle ultime elezioni in contrapposizione a Lombardo. Lei, che con forza e dignità aveva contrastato con Totò Cuffaro nelle elezioni del 2006 restituendo forza elettorale e prestigio morale alle forze del centro sinistra siciliano. Umiliata da un Partito che non volle la sua candidatura e imponendo quella di una politicante di carriera, come la senatrice Finocchiaro, che portò al disastro il centro sinistra, abbandonò il seggio all’ARS per scegliere quello più comodo del Senato consentendo, alla fine, che per un miserabile accordo tra PD e il centro destra siciliano il seggio andasse ad una figura politicamente scialba come quella del figlio del Presidente della Regione assassinato, l’onorevole Mattarella, e non certo alla Borsellino che ne aveva ampio diritto. Ma umiliata, insieme alle forze della sinistra siciliana, anche per lo sconcio accordo tra il PD e il centro destra che con la legge dello sbarramento al 5% si volle impedire, appunto, alla Sinistra siciliana e alla stessa Borsellino di sedere nel Parlamento, sviluppare un vera e seria opposizione al Governo Lombardo, impedire il continuo inciucio tra il PD ed il centro destra. Questo giudizio non é mio, che potrei avere mille ragioni per essere fazioso, ma della stessa Borsellino. Infatti il 7 marzo 2009 così rispondeva ad un intervistatore: “ C’è poca chiarezza (il riferimento è all’Assemblea siciliana n.d.r) se la minoranza vota col Governo è difficile trovare una differenza. Non si capisce cos’è maggioranza e cosa opposizione. SONO I GUASTI DI QUESTO CENTROSINISTRA”. Ovviamente quando la Borsellino diceva “centro sinistra” non poteva che riferirsi al PD siciliano considerato che dentro l’ARS, appunto, non sono rappresentati altri Partiti di "opposizione" se non questo. Dunque il PD produce guasti, il PD inciucia, il PD rappresenta una forza politica assemblata che ha mutuato dalla vecchia DC il peggio del correntismo e del sistema spartitorio. Adesso la Borsellino andrà al Parlamento europeo a rappresentare anche il "barone rosso" amico di Totò Cuffaro e una schiera di aderenti ad un Partito che non disdegna a Borgetto come in tantissimi altri Comuni siciliani di governare, PUR DI GOVERNARE, con gli ex di AN, con quelli di F.I o dell'UDC e, probabilmente, si é autoconvinta che dall’alto di quel seggio potrà convincere meglio Cracolici e compagnia cantando che in Sicilia “inciuciare non si dovrebbe più” anche perché la sua, continuiamo a pensare almeno fino ad oggi, rispetto a quella di tanti di costoro dovrebbe essere UN’ALTRA STORIA .


Toti Costanzo

2 commenti:

sono tutti uguali... meno male che esistete voi comunisti!

26 aprile 2009 alle ore 18:09  

Personalmente non mi stupisco assolutamente. Chi mi conosce sa benissimo come la penso in merito alle associazioni che sono, spesso, autoreferenziali e perseguono obiettivi che, una volta raggiunti, ne rallentano se non ne fermano l'attività. Nel caso di Rita Borsellino è chiaro che la vicenda è clamorosamente sconcertante visto il comportamento assunto dal PD stesso in merito alla vicenda della sua mancata elezione all'ARS. Nessuno mette in dubbio l'impegno antimafia di Rita, ma allo sconcerto naturale per questa vicenda consentitemi l'invito a fare tesoro dell'esperienza testè vissuta. I partiti facciano i partiti e non gli "autobus" sui quali salire e scendere a piacimento. Camillo Navarra

29 aprile 2009 alle ore 07:32  

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