Ieri, oggi e sempre RESISTENZA

Foto Marzabotto

Poniamoci una domanda: quale futuro per una società che non affonda le proprie radici nella memoria?

Domani 25 Aprile ricorre l’anniversario della Liberazione dell’Italia dal Nazifascismo. A partire dagli scioperi nelle principali fabbriche di Milano e Torino nel Marzo del 1943 fino all’insurrezione generale nell’Aprile di 64 anni fa, centinaia di migliaia di lavoratori, di giovani, di donne hanno dato vita ad un’eroica lotta non solo per l’abbattimento di un regime oppressivo e brutale, ma anche per la propria emancipazione e per l’instaurazione di una società diversa. Una società libera dalla dittatura.
I valori dell'antifascismo, nei quali ci riconosciamo pienamente, costituiscono un patrimonio inestimabile dal quale prendere esempio e senza il quale non può esserci vero progresso sociale e civile: il ricordo della Resistenza antifascista è un invito a vivere la società odierna e il mondo in cui viviamo con la stessa passione e lo stesso desiderio di libertà e giustizia sociale che ha animato più di sessant'anni fa tutti coloro i quali vollero ridare una speranza a questo paese e alle generazioni future.

E’ la Liberazione dal fascismo di ieri ma anche da tutti i fascismi che ancora oggi abbrutiscono la nostra quotidianità:
  • i rigurgiti xenofobi, le discriminazioni di genere e di orientamento sessuale; le discriminazioni nell'accesso alle risorse pubbliche su scala mondiale e locale (privatizzazione dell'acqua e dei servizi essenziali);


  • le ingiustizie perpetrate ai danni dei lavoratori italiani e stranieri (precarietà, sfruttamento, repressione contro gli immigrati, incidenti mortali sul lavoro);


  • le violenze inaudite prodotte dalla guerra infinita, dalle occupazioni militari, dai terrorismi che nascono nell’impostazione autoritaria e liberticida degli apparati di potere.

C'è ancora bisogno, dopo tutti questi anni, di continuare a lottare per una quotidiana liberazione dall’incubo della guerra, dall’arroganza di chi si crede più forte, dalla protervia di chi detiene il potere, dalle bugie di chi gestisce a proprio uso e consumo l’informazione di massa, dal dilagante qualunquismo che è l'anticamera di ogni regime, dall’omertà e dalla rassegnazione sulle quali crescono e si consolidano tutte le mafie.
La lotta di liberazione del nostro paese non è stata soltanto un fatto di carattere militare, è stata un fatto politico, nel senso più nobile della parola: cioè nell’interesse della collettività, del bene comune.

Da anni però le Destre stanno conducendo una spietata campagna improntata sul revisionismo storico, teso a screditare la Resistenza con ogni mezzo. I partigiani vengono messi alla stessa stregua dei repubblichini, accusati di essere criminali, artefici delle foibe, terroristi che non hanno fatto altro che compiere massacri tra la popolazione inerme. Qualcuno si permette addirittura di affermare che la storia va riscritta, dimenticando che dai principi della resistenza trae origine la carta costituzionale.

Leggendo i primi articoli della costituzione è infatti possibile percepire e comprendere, la portata pratica dell’affermazione dei valori della libertà, dell’eguaglianza e della democrazia che nascono dalla lotta di liberazione. Il catalogo delle libertà che la Costituzione enuncia, comprende, insieme con i classici diritti civili e politici, un complesso di diritti economici e sociali i quali concorrono a qualificare la forma di Stato, oltre che come forma di stato di diritto, anche come forma di stato sociale. Una forma di stato sociale che ha oggi, come ieri e come avrà nel futuro l’esigenza di promuovere in ogni modo possibile l’eliminazione delle discriminazioni che ostacolano la realizzazione dell’eguaglianza dei cittadini.

Abbiamo risposto alla domanda iniziale: IERI, OGGI E SEMPRE RESISTENZA.

circolo PRC Castellammare del Golfo

Cos'è la resistenza?

Per Resistenza italiana (chiamata anche Resistenza partigiana o più semplicemente Resistenza) si intende l'opposizione, militare o anche soltanto politica, condotta nell'ambito della seconda guerra mondiale - dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 e la conseguente invasione dell'Italia da parte della Germania nazista - nei confronti degli occupanti e della Repubblica Sociale Italiana da parte di liberi individui, partiti e movimenti organizzati in formazioni partigiane, nonché delle ricostituite forze armate del Regno del Sud che combatterono a fianco degli Alleati.
Il movimento resistenziale - inquadrabile storicamente nel più ampio fenomeno europeo della resistenza all'occupazione nazista - fu caratterizzato in Italia dall'impegno unitario di molteplici e talora opposti orientamenti politici (cattolici, comunisti, liberali, socialisti, azionisti, monarchici, anarchici). I partiti animatori della Resistenza, riuniti nel Comitato di Liberazione Nazionale, avrebbero più tardi costituito insieme i primi governi del dopoguerra.
La Resistenza costituisce il fenomeno storico nel quale vanno individuate le origini stesse della Repubblica italiana. Infatti, l'Assemblea costituente fu in massima parte composta da esponenti dei partiti che avevano dato vita al CLN, i quali scrissero la Costituzione fondandola sulla sintesi tra le rispettive tradizioni politiche e ispirandola ai princìpi della Democrazia e dell'Antifascismo.

Fonte wikipendia






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