Noi e la costituzione. 2 giugno 2009 Piazza Neuttuno - Scopello.
0 commenti Pubblicato da PRC C/mare del Golfo alle 12:28“Giacché anche nei momenti più bui noi abbiamo diritto a qualche illuminazione”(Hannah Arendt)
• Per scuola, cultura, formazione, ricerca pubbliche, per una cittadinanza piena e sessuata, così come le ragazze e i ragazzi dell’Onda hanno sostenuto in questi mesi per le strade delle nostre città.
PENSIAMO
PERCIO’
FACCIAMO delle SCELTE di lotta e di passione.
Scegliamo per l’Europa la LISTA ANTICAPITALISTA perché vogliamo costruire percorsi di uguaglianza, differenza, libertà nella e con la Sinistra comunista.
Le compagne del Forum delle donne del Prc/SE
Alfonzi Daniela (già senatrice), Amato Lucia (casalinga), Apicella Francesca (militante dell'Onda all'Orientale), Arcella Maddalena (assessora all'Innovazione Provincia di Salerno), Argentino Clara (pensionata), Artesio Eleonora (assessora Sanità Regione Piemonte), Avagliano Tina (pensionata), Belligero Anna (Giovani comunist@), Beltrame Giuliana (consigliera Comune di Padova), Benincasa Angela (operaia), Benincasa Antonella (operaia), Carotenuta Rita (impiegata), Castaldo Nunzia (militante movimento LGBT), Cecconi Patrizia (presidente Associazione culturale “Germogli”), Cittadino Margaret (dirigente CGIL), Coccia Elena (avvocata), Colombera Alda (direttivo FP CGIL Bergamo, rete28aprile), Contin Gemma (giornalista), Crivelli Giovanna (Udi di Catania), Damiani Cesarina (maestra scuola elementare), D'Amico Adriana (assessora alle Politiche sociali Comune di Caserta), De Zela Rosario (peruviana, Rete Antirazzista, Firenze), Esposito Carolina (insegnante), Faiella Anna (coordinatrice Forum "Dannazione" di Cava de'Tirreni), Ferrante Benedetta (imprenditrice), Frias Mercedes (già deputata), Galati Elisabetta (operaia), Guerra Tonia (consigliera Provincia di Bari), Guma Debora (Associazione Culturale Lesbica "Visibilia", Festival Internazionale del Cinema Lesbico "Immaginaria"), Iervolino Maite (militante movimento LGBT), La Cognata Anna (assessora Pari Opportunità Comune di Figline Valdarno), Lanfranco Monica (direttora di Marea), Lodato Natalina (militante dell'Onda all'Orientale), Losa Lia (SPI CGIL Area Lavoro Società), Manzo Antonella (insegnante di materie classiche), Moscardino Raffaella (militante movimento LGBT), Musumeci Anna (presidente Associazione sport e disabilità "La Rondine"), Nocentini Anna (consigliera Comune di Firenze), Palermo Anna Maria (già senatrice), Peluso Luisa (consigliera Provincia di Torino), Piscopo Silvana (insegnante), Platania Chiara (scrittrice e ricercatrice), Ragni Maria Rosaria (impiegata della Regione Campania), Ravaioli Carla (già senatrice, scrittrice, ambientalista), Ricciardelli Simona (Commissione Pari Opportunità Regione Campania), Rivera Annamaria (antropologa, saggista, attivista antirazzista), Sarno Laura (dirigente medicina della riabilitazione), Silvestrini Maria Teresa (Terry) (consigliera Comune di Torino), Sirca Mariangela (ambientalista), Sonego Anita (Soggettività Lesbica e Presidente Libera Università delle Donne di Milano), Sonno Silvana (scrittrice), Spatuzzi Ilaria (sindacalista), Spinelli Barbara (giurista), Trevisani Maria Pia (Associazione BergamoLaica- IFE-Iniziativa Femminista Europea), Turtor Vera (presidente del consiglio Comune di Battipaglia), Vano Olimpia (già senatrice), Zanetti Cristina (Associazione Culturale Lesbica "Visibilia", Festival Internazionale del Cinema Lesbico "Immaginaria")
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Il duopolio RAI-Mediaset oscura la lista comunista e anticapitalista. Mobilitiamoci!
0 commenti Pubblicato da PRC C/mare del Golfo alle 14:14ROMA - giovedì 28 maggio h. 10.00 iniziativa di protesta davanti alla RAI di viale Mazzini 14 contro il mancato rispetto della par condicio, nei confronti della lista di Prc, PdCI, Socialismo 2000, che si traduce in un vero e proprio oscuramento della nostra presenza nelle televisioni.Sarà presente il Segretario Paolo Ferrero.
Claudio Grassi Segreteria nazionale Prc-SE area organizzazione
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di Costantino Cossu
su Il Manifesto del 27/05/2009
Tre vittime a Sarroch, la denuncia in un video
La Saras uccide. Nella fabbrica petrolchimica di Sarroch, di proprietà di Gianmarco e Massimo Moratti, ieri tre operai di una ditta esterna, la Comesa srl, che facevano lavori di manutenzione in un grande serbatoio per il gasolio, sono morti avvelenati da esalazioni probabilmente di azoto. Si chiamavano Bruno Muntoni, 52 anni, Daniele Melis, 26 anni, e Pierluigi Solinas, 27 anni. Tutti di Villa San Pietro, un piccolo paese a una trentina di chilometri da Cagliari. E' stato Pierluigi Solinas, poco dopo le 13,30, il primo a entrare nel silos. Si è subito sentito male ed è cascato all'interno. Bruno Muntoni, rendendosi conto che era in difficoltà, l'ha raggiunto e a sua volta s'è sentito male. Daniele Melis ha indossato una maschera antigas prima di provare a raggiungere i compagni, ma è morto avvelenato anche lui.A raccontare le fasi della drammatica sequenza è stato un quarto operaio della Comesa, Gianluca Fazio, che, rimasto all'esterno del serbatoio, è stato anche lui raggiunto dalle esalazioni e ha perso i sensi. Soccorso, è stato trasportato all'ospedale per accertamenti, ma le sue condizioni non sono preoccupanti. Altri operai che hanno visto tutto hanno detto che i tre sono entrati nella cisterna senza maschera protettiva. La procedura sarebbe corretta perché - dicono gli operai testimoni oculari della tragedia - questo tipo di intervento richiede normalmente una bonifica a monte, prima della manutenzione. Stando alle dichiarazioni rese dall'azienda ai sindacati, l'impianto l'altroieri era stato interamente bonificato. Ma allora perché i morti? «I vertici della Saras - spiega uno dei dirigenti della Cgil, Giacomo Migheli - dicono di non sapere se le procedure di sicurezza siano state rispettate e demandano all'inchiesta giudiziaria il compito di chiarire le cause dell'incidente». Il medico della Saras, il primo ad aver esaminato i corpi delle vittime, ha attribuito il decesso ad asfissia.La Saras è tra le più grandi raffinerie del Mediterraneo. Lo stabilimento è composto da 19 impianti. Oltre mille le persone impiegate, a cui si aggiungono più di 3.000 addetti nell'indotto. La costruzione partì nel 1962, quando Angelo Moratti scelse Sarroch, venti chilometri a sud ovest di Cagliari, per farci i suoi impianti. La produzione fu avviata nel 1965. Oggi la capacità complessiva è di 110 mila barili raffinati al giorno. I tre impianti di distillazione hanno una capacità complessiva di 15 milioni di tonnellate l'anno. Il 53% della produzione è destinato al mercato italiano (di cui il 23% al mercato sardo); del restante 47% destinato all'export, circa un terzo è venduto in Spagna. Un colosso, insomma. Un colosso ad alto rischio. Lo ricorda il segretario generale della Cgil sarda, Enzo Costa: «Non è certo la prima volta che alla Saras accadono incidenti mortali. Nessuno quindi parli di fatalità, la pericolosità del sito era ampiamente nota».Oggi l'intera zona industriale di Sarroch si ferma per otto ore di sciopero che, aggiunge Costa, «non ridanno la vita a nessuno, ma devono almeno servire ad aprire una riflessione». Il clima ieri era molto teso. Quando nel pomeriggio il presidente della Regione, Ugo Cappellacci (Pdl), è arrivato alla Saras, un parente di una delle vittime ha atteso il governatore all'ingresso della raffineria e ha gridato tutta la sua rabbia: «Fallo chiudere questo posto maledetto, falli arrestare tutti».Sulla Saras è puntata la lente della procura della Repubblica di Cagliari, che la settimana scorsa ha aperto un fascicolo sulle conseguenze dell'attività della raffineria per la salute degli operai e degli abitanti di Sarroch. E' partito tutto da «Oil», documentario sulla Saras girato dal regista Massimiliano Mazzotta. Il procuratore capo Mauro Mura ha visto il lungometraggio in una delle proiezioni in sala a Cagliari. Attraverso testimonianze dirette e recenti rilevazioni scientifiche, «Oil» denuncia i rischi sanitari e di inquinamento ambientale che deriverebbero dall'attività dello stabilimento dei Moratti. Dopo aver visto il documentario, Mura ha incaricato due sostituti - Emanuele Secci e Maria Chiara Manganiello - di valutare se gli elementi d'informazione contenuti nel film sono fondati e se possano emergere ipotesi di reato. La Saras ha risposto chiedendo alla magistratura civile il sequestro di «Oil». I vertici della raffineria di Sarroch vorrebbero esaminare il contenuto del documentario per stabilire se danneggia l'immagine dell'azienda.
Ma la crisi non era soltanto un fatto psicologico?
0 commenti Pubblicato da PRC C/mare del Golfo alle 14:37"E' molto grave che un quinto delle famiglie italiane abbiano serie difficoltà ad arrivare a fine mese - dichiara Carlo Pileri, Presidente dell'Adoc - è un segno che la crisi non è passata né è in procinto di farlo, nonostante venga affermato a più riprese il contrario. La diminuzione del potere d'acquisto deriva anche dalle forti speculazioni in atto sui carburanti, che si ripercuotono sui prezzi dei prodotti alimentari, di cui la maggior parte vengono trasportati su gomma. Inoltre, sul prezzo finale gravano anche tasse tra le più alte d'Europa. Aspettiamo ancora che il Governo mantenga la promessa, fatta lo scorso luglio, di una riduzione delle accise e del blocco dell'Iva sui carburanti. Un intervento, concreto, che potrebbe rilanciare i consumi sarebbe il taglio di 10 centesimi sia delle tasse che del prezzo del prodotto industriale ad opera dei petrolieri, per complessivi 20 centesimi. In questo modo il risparmio alla fine dell'anno per il singolo automobilista sarebbe di 180 euro l'anno solo per i carburanti. Considerando l'incidenza del taglio sugli alimentari, potrebbe esserci un'ulteriore riduzione del 18-20% sul prezzo di questi ultimi, per un risparmio a fine 2009 di altri 200 euro circa. A marzo, sempre secondo i dati Istat, le vendite dei prodotti alimentari sono scese del 5,6%. Quando cominciano a calare anche le vendite dei prodotti alimentari, significa che siamo arrivati alla frutta".
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Auto blu e telefonini utilizzati da esponenti del governo regionale per fare campagna elettorale.
0 commenti Pubblicato da PRC C/mare del Golfo alle 13:44Etichette: circolo PRC Castellammare del Golfo
La credibilità di un progetto lungimirante: sviluppo sostenibile
1 commenti Pubblicato da PRC C/mare del Golfo alle 13:53Il saccheggio del territorio, la cementificazione selvaggia delle coste e l’assenza di un preciso modello di sviluppo del Paese rischiano di devastare i nostri luoghi in modo irreversibile. Una mala intesa idea di sviluppo tutta volta alla speculazione edilizia mina alla base la possibilità di uno sviluppo altro del nostro territorio, che rispetti la sua vocazione e ne valorizzi le risorse ambientali e naturali.
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Vicenda Mauro Rostagno: le dichiarazioni del circolo PRC di Trapani.
1 commenti Pubblicato da PRC C/mare del Golfo alle 13:38Circolo "Mauro Rostagno"Coordinamento Provinciale Giovani Comunisti
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Dopo 21 anni la verità viene a galla: Mauro Rostagno fu ucciso dai boss.
1 commenti Pubblicato da PRC C/mare del Golfo alle 13:46Nato a Torino il 6 marzo del 1942, da genitori entrambi piemontesi ed entrambi dipendenti della Fiat, Rostagno si sposa giovanissimo, nel 1960, ha una figlia, lascia la sua compagna e per diversi anni vive all'estero fra Germania, Inghilterra e Francia.
Dopo aver contribuito a fondarla Rostagno sara' poi fra i piu' accesi sostenitori dello scioglimento di Lotta continua, nel 1976.
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Introduce: Giacomo Galante, segretario circolo PRC Castellammare del Golfo;
Interviene: Salvatore Buonadonna, ex senatore del PRC.
Contestualmente al comizio elettorale il locale circolo PRC allestirà un banchetto per la distribuzione di materiale elettorale e per la raccolta firme in merito alla petizione per chiedere le dimissioni del Presidente del Consiglio.
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Per l’unità dei comunisti, per un'altra Europa.
0 commenti Pubblicato da PRC C/mare del Golfo alle 09:57su L'ERNESTO del 19/05/2009
1. Le elezioni di giugno assumono per l’Italia, ed in particolare per i comunisti e le forze di sinistra anticapitalistica ed antimperialista, una valenza politica che oltrepassa le connotazioni di un normale passaggio elettorale.
La crisi sta avendo anche nel nostro Paese pesanti ripercussioni sulla condizione sociale di decine di milioni di persone. Cui si accompagna non già una radicalizzazione conflittuale delle maggiori organizzazioni sindacali (CGIL-CISL-UIL), ma al una loro ormai piena integrazione (CISL e UIL) nelle compatibilità di sistema, e una sofferta dialettica all’interno della CGIL tra le componenti più moderate e quelle che (come la FIOM) vorrebbero rilanciare una linea di lotta in convergenza col sindacalismo di base.
7. Né ci è parso comprensibile (anzi, frutto di pregiudiziali ideologiche anti-unitarie) perché in alcuni casi (fortunatamente minoritari) le stesse forze politiche, nel passaggio delle elezioni amministrative, abbiano compiuto scelte diverse, tanto più in situazioni che non vedono forti divergenze politiche, di programma o di collocazione rispetto alle alleanze.
8. Noi sosteniamo da tempo la necessità di una riaggregazione unitaria dei comunisti in un solo partito (sulla base, è evidente, di un programma e di un profilo politico e ideale convergente, non – come si ripete stancamente – “in astratto”). Solo un anno fa, l’ipotesi di una lista comunista unitaria alle elezioni sarebbe parso un miracolo. In verità, sappiamo che la sua realizzazione è stato il frutto non solo di alcune circostanze oggettive favorevoli, ma anche di un duro lavoro di molti, in più direzioni.
Non vantiamo diritti d’autore, anche se sappiamo bene che tale scelta è stata per molto tempo osteggiata (non solo con argomentazioni tattiche) o vista con sufficienza e scetticismo anche da forze che oggi la sostengono. Tanto meglio. Purchè qualcuno non voglia farcene una colpa, o pretenda di tenere in piedi verso di noi ostracismi e pregiudizi superati dai fatti o, peggio ancora, eserciti vere e proprie discriminazioni, come è avvenuto in alcuni casi, ad esempio a Roma e a Milano, in occasione in quest’ultima della scelta delle candidature per le elezioni locali.
Tale processo andrà avanti solo se saprà svilupparsi a livello politico, nella pratica del conflitto sociale, nella ricchezza e trasparenza di un dibattito teorico-politico in cui forte sia la capacità di elaborazione e di reciproco ascolto: non può essere solo un passaggio elettorale (come qualcun altro pensava per l’Arcobaleno) a determinare una aggregazione politica, né la sommatoria di arguti e tempestivi passaggi tattici (che pure non guastano).
9. Quando diciamo “unità dei comunisti”, non pensiamo solo ai due partiti (PRC e PdCI), ma anche a quelle migliaia di compagne/i che sono passati in questi anni per i due partiti ed oggi, o sono tornati a casa delusi, o sono a volte il cuore di conflitti sociali, sindacali, culturali, di comitati e associazioni che animano quel mondo “in basso a sinistra” cui facciamo riferimento.
Ma non sottovalutiamo l’essenzialità dell’apporto delle due principali forze comuniste organizzate, senza di che si sarebbero fatte per lo più delle chiacchiere, tanto radicali quanto ininfluenti, ed oggi il bipolarismo politico in Italia sarebbe pressoché perfetto e compiuto.
Cerchiamo di trovare un giusto equilibrio tra i due aspetti del problema, e non è certo per eclettismo che ospitiamo in permanenza sulla nostra rivista contributi che pongono l’accento, ora sull’una, ora sull’altra sensibilità. Crediamo alla possibilità di una sintesi non tatticista e anche per questo lavoriamo in più direzioni.
Constatiamo che a livello della Commissione e del Parlamento europei, non esistono divergenze strategiche fondamentali di politica estera (euro-atlantismo) ed economica (liberismo sorretto dall’intervento statale per fronteggiare la crisi) tra i due maggiori raggruppamenti politici: quello conservatore, raccolto intorno al Partito popolare europeo e quello socialdemocratico. Insieme ai liberali (affini ad entrambi) questi gruppi esprimono oltre il 75% del Parlamento europeo (PE) e dominano la vita politica dell’Ue, in una ferrea logica bipartisan di alternanza/concertazione.
11. La presidenza Obama ha riavvicinato le due rive dell’oceano in una solidarietà euro-atlantica sancita dal rientro della Francia nella struttura militare integrata della NATO, da cui De Gaulle volle uscire per salvaguardare l’indipendenza nazionale del suo Paese. La necessità, anche per i liberisti più incalliti, di ricorrere al sostegno dello Stato per “socializzare le perdite” prodotte dalla crisi e dalla recessione, ha ridotto le divergenze sulla politica economica tra le diverse componenti interne al sistema. E il peso assai limitato delle forze comuniste e di sinistra “alternativa” nel PE (il GUE, il gruppo che le riunisce, esprime 41 europarlamentari su 783, pari al 5,2 %) pone a queste forze compiti prevalentemente difensivi e di sopravvivenza nazionale, di accumulazione di forze, di incidenza nelle lotte sociali nei rispettivi Paesi. Non è certo all’ordine del giorno la possibilità di “un’altra Europa”; e chi dice il contrario, o vende fumo oppure in realtà prospetta un’alternanza con socialdemocratici, liberali e verdi che, nel contesto attuale dell’Ue e con gli attuali rapporti di forza tra le classi, non avrebbe proprio nulla di “alternativo”. Tanto più che le scelte fondamentali di politica economica ed estera vengono prese fuori dal PE: dai grandi Stati nazionali e dai poteri forti economici e finanziari (e dalla loro concertazione in ambito UE e NATO), sulla testa dei popoli. Mentre praticamente non esiste un sindacalismo di classe coordinato su scala continentale.
13. Tutto ciò rimanda ad un nodo strategico fondamentale, quasi del tutto assente in questa campagna elettorale: che cosa intendiamo quando parliamo di “un’altra Europa”, di un’ “Europa dei popoli”, di una alternativa di progresso all’Unione europea?
L’UE non è un contenitore neutrale, tinteggiabile di destra o di sinistra a seconda delle circostanze o del congiunturale prevalere nel Parlamento europeo di maggioranze di centro-destra o di centro-sinistra (di alternanza), bensì un progetto strutturato, che viene da lontano, di costruzione di un nuovo polo capitalistico sovranazionale, consolidato negli anni da innumerevoli vincoli e trattati, con la formazione dell’euro e di una Banca Centrale Europea; e di una Politica estera e di sicurezza comune che cerca spazi di relativa autonomia dagli Stati Uniti dentro le strutture e le compatibilità della NATO, non certamente in alternativa ad esse (una sorta di “condominio imperiale” per il governo del mondo). Come si è visto nella guerra alla Jugoslavia, nelle relazioni con Cuba, Cina, Russia.., nella subalternità ad Israele.
Tutto ciò ne fa un processo di integrazione regionale assai diverso da quelli in corso in America Latina, in Africa, in Asia, che non avvengono su basi neo-imperialiste. Una alternativa in Europa paragonabile a quella perseguita dalle forze progressiste in America Latina non può che avvenire in netta discontinuità col progetto Ue.
Il primo è quello che crede ad una “riformabilità” della UE, per cui un’avanzamento nella socialdemocrazia e delle sue componenti di sinistra, un rafforzamento della sinistra anticapitalistica, la ripresa di un nuovo ciclo di lotte sociali, renderebbero credibile la formazione nell’UE (e in alcuni dei suoi Stati chiave) di maggioranze alternative, di “sinistra”, capaci di mutare la natura e la politica complessiva dell’Unione europea. In questo filone si ritrovano alcuni settori della socialdemocrazia e buona parte dei gruppi dirigenti del Partito della Sinistra Europea (SE), che ha fatto di questa posizione “interna” al quadro UE uno dei tratti fondanti del suo profilo strategico e programmatico, a partire dalla Linke tedesca, che è oggi in questo schieramento la componente più forte.
Un secondo approccio caratterizza invece una parte dei partiti comunisti del continente (dell’Est e dell’Ovest), per lo più esterni alla Sinistra Europea (o suoi “osservatori”); la più parte delle forze della sinistra anticapitalistica della regione scandinava; e alcune componenti (non maggioritarie) interne a questo o quel partito della Sinistra Europea (il dibattito è trasversale, a volte neppure veramente impostato).
Tutti, nel GUE, condividono l’ esigenza di lottare per conquiste parziali nel quadro attuale UE (vi sono cioè le basi per un programma minimo condiviso). L’UE esiste, esisterà probabilmente per un periodo non breve - nonostante la crisi profonda che attraversa - e non ci si può estraniare dalla dialettica politica e programmatica che vi si svolge in nome di un’ Europa futura, tutta da costruire.
Il punto è - questa l’essenza strategica della seconda posizione, a cui ci sentiamo affini - che le forze che si richiamano al socialismo ed ad un’alternativa anti-liberista, contrarie alla guerra e all’imperialismo; le forze che vogliono un’Europa unita e autonoma dagli Stati Uniti e dalla NATO, fondata non su poteri federali sovranazionali, ma sulla cooperazione tra Stati sovrani, non imperialista bensì amica e cooperante coi popoli del Sud del mondo, non possono pensare di perseguire compiutamente tali obiettivi dentro il quadro e le compatibilità dell’UE, ma debbono avanzare fin da ora un progetto alternativo.
Una visione “davvero pan-europea” dovrebbe innanzitutto opporsi ad ogni interferenza neo-imperialistica degli USA, dell’UE e della NATO negli affari interni dei Paesi dell’area ex sovietica, come invece sta avvenendo – pesantemente – nelle vicende di Ucraina, Georgia, Paesi baltici, Bielorussia, Moldavia e nella stessa Russia.Un intellettuale britannico vicino a Tony Blair, ha scritto dopo la guerra in Iraq che in Europa il bivio è “tra euroasiatici, che vogliono creare un’alternativa agli Usa (lungo l’asse Parigi – Berlino – Mosca – Delhi – Pechino) ed euro-atlantici, che vogliono mantenere un rapporto privilegiato con gli Usa”. Tony Blair (anticipando Obama) espresse a suo tempo con chiarezza la sua linea euro-atlantica, di “una potenza unipolare fondata sulla partnership strategica tra Europa e USA” : per dirla con Sergio Romano, “una grande comunità atlantica, dalla Turchia alla California”. Se invece l’Europa vuole reggere il confronto con gli Usa ed uscire dalla subalternità atlantica, deve essere aperta ad accordi di cooperazione e di sicurezza con la Russia (che è parte dell’Europa), con la Cina, l’India; e con le forze più avanzate e non allineate che si muovono in Africa, Medio Oriente, America Latina.
16. Ha scritto Samir Amin in una intervista all’Ernesto: “la grande maggioranza delle forze politiche europee – sia di centro-destra che di centro-sinistra - sembrano tutt'altro che interessate a un simile progetto. Oggi non c'è – al di là della retorica che anche a sinistra si ode spesso sull’argomento - “un'altra Europa” all'ordine del giorno. …sulle questioni di fondo, il progetto UE è semplicemente il risvolto europeo del progetto americano (tanto più oggi, con Obama-ndr). E in Europa, l’aver accordato - anche da parte della maggioranza delle forze di sinistra - una priorità al tema della “costruzione dell’ Unione Europea” ha favorito e favorisce uno scivolamento progressivo verso il social-liberalismo, verso le illusioni alimentate dalla retorica della “terza via”. Personalmente penso che una modifica negli orientamenti politici nazionali di questo o quel Paese europeo e in particolare la rottura con l’atlantismo é la condizione preliminare per ogni discorso sull’autonomia dell’Europa e dei singoli Paesi del continente. La NATO è il primo nemico dell’indipendenza dei popoli europei. Ciò suppone un rapporto di cooperazione strategica con la Russia, per un’altra Europa, e quindi il superamento di una concezione che identifica l’Europa con l’Unione Europea. Un asse privilegiato tra Francia, Germania e Russia sarebbe un passo importante in questa direzione; ma l’evoluzione della situazione politica in Francia e in Germania si muove oggi in senso inverso, verso un recupero della solidarietà atlantica. Per questo considero sbagliata e retorica ogni enfasi sul ruolo “progressivo” dell’Unione Europea nell’attuale contesto mondiale. Non sottovaluto il ruolo e il valore delle lotte delle forze progressiste presenti nei Paesi dell’UE, ma bisogna guardare in faccia la realtà, e non è certo lì che oggi troviamo l’epicentro del processo rivoluzionario e di trasformazione progressiva su scala mondiale”.
17. Nel momento in cui operiamo perché le prossime elezioni europee segnino l’affermazione in Italia della lista che può (deve) rappresentare il primo passo nella riorganizzazione unitaria dei comunisti, auspichiamo che negli altri Paesi dell’Unione europea avanzino le forze che si riconoscono nel GUE, ed in particolare quelle (comuniste) che all’interno del Gue sostengono, con maggiore determinazione e coerenza, le linee generali di un progetto di un’altra Europa, fuori dalla NATO, unita dal Portogallo agli Urali, aperta alla cooperazione con le forze progressiste e di pace di ogni continente, portatrice di un progetto alternativo a quello storicamente rappresentato dall’Unione europea.
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Il corruttore non dovrebbe essere processato?
1 commenti Pubblicato da PRC C/mare del Golfo alle 00:43Etichette: circolo PRC Castellammare del Golfo
Su la testa: non facciamoci prendere in giro!!!!
0 commenti Pubblicato da PRC C/mare del Golfo alle 14:13Etichette: circolo PRC Castellammare del Golfo
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TANTE ANIME, UN UNICO OBIETTIVO: un centro commerciale naturale per tutelare i piccoli e promuovere il centro storico.
0 commenti Pubblicato da PRC C/mare del Golfo alle 18:01Ma cos'è un centro commerciale naturale?
Castellammare è una città ricca di bellezze naturali e di tradizioni che stanno rischiando di sparire nell’anonimato e nell'apatia omologandosi alle imposizioni dei pochi modelli operanti sul mercato.
Partito della Rifondazione Comunista, Circolo di Castellammare del Golfo
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ore 11 Palermo: conferenza stampa sede comitatato regionale PRC
ore 12 Palermo: incontro con le realtà in lotta dei lavoratori
ore 16,30 Caltanissetta: assemblea biblioteca Scarabelli
ore 19 Palermo: comizio Piazza Rivoluzione
ore20,30 Partinico: incontro a Telejato
ore 21,30 Trapani: assemblea e concerto "Boccadillo pub" contrada Milo (Uscita autostrada di fronte VV.FF.)
ore 23,00 Castellammare del Golfo: incontro con i giovani "Picolit Pub" Via Discesa Marina 1 (Scalinata accanto villa comunale)
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UNA BUONA OCCASIONE PER RICORDAGLI IL SIGNIFICATO DELL'ETICA IN POLITICA.
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STAMATTINA RACCOLTE UN CENTINAIO D FIRME SULLA PETIZIONE POPOLARE
0 commenti Pubblicato da PRC C/mare del Golfo alle 18:20Etichette: circolo PRC Castellammare del Golfo
di Carlo Lania
su Il Manifesto del 14/05/2009
Ronde, reato di immigrazione clandestina, tempi di detenzione prolungati fino a 180 giorni nei Centri di identificazione ed espulsione. Il disegno di legge sulla sicurezza marcia come un treno blindato alla Camera, forte del triplice voto di fiducia imposto dal governo. E' il giorno della Lega, che dopo mesi di frustrazioni, in cui ha visto le sue norme anti-immigrati prese di mira e bocciate da franchi tiratori della stessa maggioranza e criticate dall'Onu e dalla Chiesa, alla fine canta vittoria e porta a casa un provvedimento che peggiore non potrebbe essere ma che può sbandierare di fronte al suo elettorato. E questo anche se Berlusconi, abile come sempre, solo due gioni fa si è preso il merito della linea dura adottata contro gli immigrati. Ma poco importa. «L'importante è che il disegno di legge passi» dice Bossi e metà mattinata chiarendo il punto di vista del Carroccio mentre i tre maxi-emendamenti in cui il ddl è stato suddiviso vengono messi al voto uno dopo l'altro sotto gli occhi di tutti i ministri leghisti presenti in aula per celebrare l'avvenimento. Così come a presidiare la Camera si fa vedere anche Silvio Berlusconi. Ancora una volta, però, è Gianfranco Fini a cantare fuori dal coro del centrodestra. Parlando degli immigrati che vengono respinti in Libia e delle critiche (molto simili alle sue) che l'Onu ha rivolto alla politica del governo italiano, il presidente della Camera commenta: «Il problema esiste e si può trovare la soluzione in diversi modi» ma, spiega polemizzando con la Lega, «bisogna evitare eccessi propagandistici». Duro, ancora una volta, anche il commento dei vescovi, per i quali «di fatto il vero il grande tema che viene tenuto sotto silenzio di questo ddl è proprio l'importante tema dell'integrazione». A Fini replica seccamente Bossi: «Se non la fai sotto elezioni - dice il leader del Carroccio - la propaganda quando la fai?».Il risultato della giornata è scontato. Imbavagliata l'opposione e costretta all'obbedienza la maggioranza con la fiducia, c'è poco da fare. I tre maxi-emendamenti (immigrazione, criminalità organizzata e sicurezza urbana) passano senza difficoltà rispettivamente con 316 voti a favore contro 258, 315 a 247 e 315 a 237. Oggi le dichiarazioni di voto e la votazione finale. Poi il testo passa al Senato dove il ministro degli Interni Maroni spera possa essere approvato entro la fine del mese. Numerose le nuove norme. Tra queste c'è l'istituzione delle ronde attraverso elenchi gestiti dalle prefetture, l'introduzione del reato di clandestinità (punito con un'ammenda da 5 mila a 10 mila euro) con l'obbligo di denuncia per i pubblici ufficiali (fatta eccezione per i medici), il prolungamento da 60 a 180 giorni del periodo di detenzione nei Cie, l'istituzione di una tassa di 200 euro per chi richiede al cittadinanza italiana e di un'altra, compresa tra gli 80 e i 200 euro, per chi richiede il permesso di soggiorno, il carcere fino a 3 anni per chi affitta ai clandestini e per chi oltraggia un pubblico ufficiale e l'istituzione del registro dei clochard. Restano intatti i poteri del procuratore antimafia, mentre viene reintrodotta nella sua formulazione originaria la norma che obbliga i costruttori che partecipano a gare d'appalto a denunciare i tentativi di estorsione da parte del racket. Prevista anche l'istituzione di un albo per chiunque eserciti attività di sicurezza all'esterno dei locali pubblici (i buttafuori delle discoteche). Resta, infine, una delle norme più discusse del provvedimento, quella che impedisce l'iscrizione all'anagrafe dei figli delle donne immigrate. «Panzane», ha liquidato ieri la questione Maroni, sostenendo che la Bossi-Fini concede un permesso di soggiorno temporaneo alle puerpere, ma un nutrito gruppo di giuristi e alcune associazioni sostengono che si tratta di una possibilità destinata a decadere con l'introduzione del reato di clandestinità, cosa che per altro obbligherà l'impiegato dell'anagrafe, in quanto pubblico ufficiale, a denunciare la madre clandestina. Tesi che trova d'accordo i vescovi italiani, che ieri hanno espresso «forte preoccupazione» per i contenuti del provvedimento anche per le difficoltà che si verranno a creare per i figli nati da madri clandestine. E sui possibili rischi per i bambini, infine, lancia l'allarme anche l'associazione Terre des Hommes, secondo la quale con il reato di clandestinità migliaia di minori stranieri non accompagnati rischiano di essere rimpatriati.

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Haidi Giuliani - "E' ora di lavorare..." «Non possiamo più permetterci di pontificare e sperare»
0 commenti Pubblicato da PRC C/mare del Golfo alle 13:43«Qualunque cosa si possa fare contro questa destra e il suo carattere autoritario va fatta».
L'Europa da una parte viene chiamata in causa come paravento per i provvedimenti contro gli immigrati e dall'altra condanna l'Italia. Qual è allora il suo vero volto politico?
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Banchetto raccolta firme sabato 16 maggio dalle 11.00 alle 14.00 presso il mercatino comunale.
0 commenti Pubblicato da PRC C/mare del Golfo alle 09:07
COMUNICATO STAMPA
Una petizione popolare contro la crisi dal titolo ironico: se fossi una banca ti avremmo già salvato, per chiedere l’aumento di salari e pensioni, un tetto alle retribuzioni dei manager, un taglio alle spese militari, l’introduzione della tassa patrimoniale e della tassa di successione sui grandi patrimoni.

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Margherita Hack - "Se l'opposizione è Veronica..."
0 commenti Pubblicato da PRC C/mare del Golfo alle 14:47intervista di Cosimo Rossi a Margherita Hack (Liberazione, 12/05/2009)
«Non bastavano Rifondazione e i Comunisti italiani? C'era proprio bisogno di un terzo partitino come Sinistra e libertà per continuare a scornarsi e prendere un'altra di quelle batoste che non hanno precedenti nell'ultimo mezzo secolo?».
Il parlamento europeo non ha strumenti d'intervento rispetto ai governi nazionali, né c'è un governo europeo. Come può diventare una trincea rispetto alla destra berlusconiana?
Però l'Europa ora come ora si mostra con il volto della Commissione e del Consiglio fatto dai governi nazionali…
Invece ci si richiama proprio all'Europa per giustificare i respingimenti alle frontiere. Lo fa l'Italia e lo fa anche la Spagna del socialista Zapatero…
A proposito di Pd, Franceschini sostiene che l'unica cosa che conta alle prossime elezioni e lo scarto tra il Pd e il Pdl…Questo è stato anche l'argomento di Veltroni in ultime elezioni politiche, e si è visto il bel risultato che ha ottenuto. Mi pare che si insista nell'errore. Purtroppo è tardi per rimediare. L'unico rimedio sarebbe di tornare a una formula unitaria per contrastare la destra berlusconiana.
Ma anche quella si è rivelata una formula fallimentare…
In questo Berlusconi è stato vittima di se stesso e del proprio impero mediatico, trovando nella moglie forse il solo, vero avversario…A Veronica va fatto tanto di cappello. Ma se è lei l'opposizione, poveri noi.
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Ahi serva Italia, di dolore ostello,
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SENZA DI NOI NESSUNA OPPOSIZIONE TANTO IN ITALIA QUANTO IN EUROPA
1 commenti Pubblicato da PRC C/mare del Golfo alle 13:56Il voto utile è qulle che serve per gettare le basi per un cambiamento, non quello per continuare a perseguire modelli di sviluppo che si sono rivelati fallimentari.
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PETIZIONE POPOLARE: se fossi una banca ti avremmo già salvato
0 commenti Pubblicato da PRC C/mare del Golfo alle 13:10- AUMENTO DEI SALARI E PENSIONI. TETTO ALLE RETRIBUZIONI DEI MANAGER;
- BLOCCO DEI LICENZIAMENTI, ESTENSIONE DELLA CASSA INTEGRAZIONE AI LAVORATORI DI TUTTE LE AZIENDE IN CRISI, AUMENTO DELLA CIG ALL'80%, SALARIO SOCIALE PER I DISOCCUPATI;
- MIGLIORAMENTO DEL WELFARE CON L'AUMENTO DELLE PRESTAZIONI SOCIALI, IL RILANCIO DELL'ISTRUZIONE PUBBLICA, IL BLOCCO DEGLI SFRATTI, L'ABOLIZIONE DEI TICKET SANITARI;
- NAZIONALIZZAZIONE DELLE GRANDI BANCHE GARANTENDO I RISPARMI E IL CREDITO ALLE IMPRESE;
- INTERVENTO PUBBLICO IN ECONOMIA PER GUIDARE UNA RICONVERSIONE AMBIENTALE DELLA PRODUZIONE;
- CREAZIONE DI NUOVI POSTI DI LAVORO CON UN PIANO PER LA MESSA IN SICUREZZA DEGLI EDIFICI DAL RISCHIO SISMICO, IL RISANAMENTO DEL TERRITORIO, LA MANUTENZIONE DELLE RETI IDRICHE, IL RISPARMIO ENERGETICO;
- BLOCCO DELLA DELOCALIZZAZIONE DELLE AZIENDE;
- AUMENTO DELLE TASSE SUI REDDITI ALTI, SULLE RENDITE. CHIUSURA PARADISI FISCALI;
- INTRODUZIONE DELLA PATRIMONIALE E DELLA TASSA DI SUCCESSIONE SUI GRANDI PATRIMONI;
- TAGLIO DELLE SPESE MILITARI. NO ALL'ACQUISTO DEI 131 CACCIABOMBARDIERI F35. RITIRO DELLA MISSIONE IN AFGHANISTAN (CHE COSTA 1000 EURO AL MINUTO).
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