ACQUA IN BOCCA: VI ABBIAMO VENDUTO L'ACQUA

di Rosaria Ruffini


Mentre nel paese imperversano discussioni sul grembiulino a scuola, sul guinzaglio al cane e sul flagello dei graffiti, il governo Berlusconi senza dire niente a nessuno ha dato il via alla privatizzazione dell'acqua pubblica.
Il Parlamento ha votato l'articolo 23bis del decreto legge 112 del ministro Tremonti, che afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell'economia capitalistica. In particolare, L'articolo 23bis disciplina i "servizi pubblici locali di rilevanza economica", che sono molti; non solo l'acqua, anche se quest'ultima è fondamentale.
Sancisce che la gestione va conferita a "imprenditori o società" mediante "procedure competitive ad evidenza pubblica". Va data in appalto, insomma, "ferma restando la proprietà pubblica delle reti".
Eccezioni possibili solo per situazioni particolari che "non permettano un efficace e utile ricorso al mercato", come se il mercato stesso medesimo fosse la soluzione per qualsiasi cosa.
L'acqua non è più un bene pubblico, ma una merce. Solo che l'acqua è indispensabile per vivere. Così il governo Berlusconi ha sancito che in Italia l'acqua non sarà più un bene pubblico ma una merce, e quindi sarà gestita da multinazionali (le stesse che possiedono l'acqua minerale).
Già a Latina la Veolia (multinazionale che gestisce l'acqua locale) ha deciso di aumentare le bollette del 300%. Ai consumatori che protestano, Veolia manda le sue squadre di vigilantes armati e carabinieri per staccare i contatori.
La privatizzazione dell'acqua che sta avvenendo a livello mondiale provocherà, nei prossimi anni, milioni di morti per sete nei paesi più poveri.
L'acqua è sacra in ogni paese cultura e fede del mondo. L'uomo è fatto per il 65% di acqua, ed è questo che il governo italiano sta mettendo in vendita.
L'acqua che sgorga dalla terra non è una merce, è un diritto fondamentale umano e nessuno può appropriarsene per trarne illecito profitto. L'acqua è l'oro bianco per cui si combatteranno le prossime guerre.
Guerre che saranno dirette dalle multinazionali alle quali oggi il governo, preoccupato per i grembiulini, sta vendendo il 65% del nostro corpo. Acqua in bocca.
le tariffe più basse possibili.

Il diritto allo studio è un diritto soggettivo principalmente tutelato dagli artt. 33 e 34 della Costituzione italiana che sanciscono il diritto di un accesso universale ai livelli dell'istruzione di base, ed un accesso meritocratico ai livelli più alti dell'istruzione superiore e universitaria, prevedendo esplicitamente un sistema di borse di studio per i meno abbienti. Da quanto detto sopra si evince che uno dei fondamenti della nostra costituzione è il diritto allo studio. Un diritto esteso a tutti i cittadini, teso ad eliminare le disuguaglianze e a dare a tutti le stesse opportunità per affermarsi nella vita. Non sempre però questo diritto è stato garantito in quanto negli anni si è puntato in molte facoltà sul numero chiuso, che di fatto lede il diritto allo studio. Per questo è fondamentale farsi carico di proporre delle linee guida che possano garantire un reale diritto allo studio non solo scritto ma applicato.


Le proposte del PRC:

Compito di una Università pubblica e di massa è quello di garantire a chiunque il diritto alla conoscenza che non può essere ristretto ad alcune fasce sociali. È arrivato il momento di prendere posizione sul numero chiuso e affermare con forza che una università pubblica e democratica non può e non deve limitare il diritto alla conoscenza attraverso una selezione che invece di realizzarsi durante il percorso di studio, si verifica all’ingresso. Chiediamo la soppressione del numero chiuso e la logica di competizione ad esso sottesa che limita il libero accesso ai saperi ledendo il principio basilare dell’uguaglianza. Vogliamo una università di massa e di qualità che selezioni in base alle capacità e non alla classe sociale. Per questa ragione l’accesso delle masse studentesche all’università deve essere sostenuta da una politica rigorosa che garantisca alloggi, aule e tutte le strutture necessarie a tenere alti gli standard di qualità sul piano della didattica e della ricerca. Servono risorse economiche per finanziare le borse di studio. Ancora oggi sono troppi gli studenti idonei che vengono esclusi dal sostegno finanziario per carenza di fondi. Occorre quindi prevedere formule in grado di garantire l’usufrutto gratuito o a prezzo ridotto di tutti quei servizi a carattere collettivo necessari per l’esercizio del diritto alla conoscenza (trasporti, alloggi, mense, visite a musei, cinema, teatri, accesso a materiali formativi, ecc.). Questo ci porta a riconsiderare la politica dei costi sin qui seguita. In primo luogo le tasse universitarie oggi troppo elevate. L’attuale situazione livella troppo, con il risultato di imporre lo stesso tributo a studenti provenienti da famiglie con livelli di reddito molto distanti fra loro. Si rende necessaria una tassazione fortemente progressiva in base al reddito consentendo l’accesso gratuito agli studenti provenienti da famiglie a reddito medio-basso. Devono essere limitati i costi del corso, in particolare per l’acquisto dei libri, attivando un sistema efficiente di comodato d’uso per i testi d’esame. Va affermata inoltre la necessità di dispense gratuite, sollecitando una moralizzazione delle pratiche interne alle università che portano spesso i docenti ad adottare i propri testi, imponendone l’acquisto, anche quando questi non sarebbero attinenti ai temi del corso. Occorre sostenere la possibilità di sviluppare l’esperienza delle case editrici di ateneo, che pratichino prezzi politici. Inoltre, l’esistenza di librerie universitarie che acquistino i libri direttamente dalle case editrici, saltando il circuito commerciale, potrebbe portare a prezzi di vendita più bassi del 35-40% rispetto ai circuiti di mercato. va inoltre portata avanti una battaglia politica per la riduzione del l’IVA dal 20% al 4% per tutti i prodotti culturali (libri, CD, DVD, ecc.). Occorre investire sugli spazi, ancora insufficienti a gestire l’accesso di massa all’università. In questa direzione si dovrebbe predisporre un piano per l’edilizia concordato con studenti, dottorandi e ricercatori precari, garantendo loro, tra l’altro, la totale gratuità dei mezzi di trasporto pubblico, oggi troppo cari, soprattutto nelle grandi realtà metropolitane. Le università dovrebbero essere aperte fino a tarda sera consentendo almeno fino alla mezzanotte l’accesso alle biblioteche e una duplicazione dei corsi per gli studenti-lavoratori, impossibilitati a seguire nelle ore lavorative. Bisognerebbe arrivare anche a una riduzione drastica dei corsi con obbligo di frequenza, specie nelle facoltà umanistiche, che, oltre a penalizzare fortemente gli studenti-lavoratori, rappresentano uno strumento di controllo sui tempi di studio e di vita. Occorre infine impedire che il governo porti a termine il suo progetto di abolizione del valore legale del titolo di studio che rafforzerebbe ulteriormente la natura elitaria e di classe dell’alta formazione in Italia, configurando la costruzione di poli di pseudo eccellenza per i figli dell’alta borghesia e università povere che erogano titoli privi di valore per tutti gli altri. Non devono esistere poli di eccellenza contrapposti al resto delle Università.

E' in atto una raccolta firme per dire no all'antenna di telefonia mobile di Scopello. di seguito si riporta il testo che i cittadini potranno sottoscrivere.


"Si vuole installare, con nulla-osta della Soprintendenza, un’antenna per la telefonia mobile a ridosso del baglio di Scopello e dall’antica Torre Bennisti, simbolo del borgo. L’antenna avrà un impatto devastante sul territorio, sia per le conseguenze sulla salute dei cittadini, sia per l’ennesimo sfregio a uno dei siti di maggior valore storico-paesaggistico della Sicilia, già pesantemente attaccato dalla speculazione degli ultimi anni. La vicinanza dell’antenna al centro storico di Scopello rischia inoltre di compromettere le iniziative degli operatori turistici della zona che sono pertanto estremamente preoccupati Considerato che l’antenna:

A. Sorgerebbe a poche decine di metri dalla torre Bennisti, a meno di 60 metri dalle mura settecentesche del giardino antistante il borgo e a circa 100 metri dal borgo stesso;

B. Avrebbe un impatto ambientale notevole su un sito e un territorio tra i più rinomati e pregiati della Sicilia, per la cui difesa la popolazione del luogo si è più volte mobilitata;

C. Che le prescrizioni che accompagnano il nulla-osta della Soprintendenza (un muretto in pietra e un albero davanti!), non diminuiranno per nulla l’impatto ambientale dell’antenna, né potranno mai occultarla

D. Che da qualsiasi posizione la si osservi, la prevista allocazione dell’antenna ricade nel cono ottico del borgo di Scopello e della Torre Bennisti, compromettendone l’immagine;

E. Che la concessione rilasciata contrasta clamorosamente con il Piano Territoriale Paesistico Regionale, ambito1, elaborato dalla Soprintendenza ma inspiegabilmente disatteso dal nulla-osta ora concesso."

Il Partito della Rifondazione Comunista invita i cittadini a sottoscrivere la petizione popolare e coglie l'occasione per ribadire solidarietà al comitaro cittadino pro Scopello e al circolo Metropolis, promotori dell'iniziativa. Diciamo NO all'antenna di Scopello.

Alle prossime elezioni amministrative i partiti dovranno superare la soglia del 5% per entrare nei consigli comunali e provinciali. L'emendamento che introduce questo odioso sbarramento anche negli enti locali è stato votato all'unanimità da PDL, UDC, MPA e PD in commissione affari istituzionali all'ARS. Quello che fa riflettere sul ruolo del PD, sempre più teso al consociativismo piuttosto che all'opposizione è la ricerca continua di pratiche politiche e disegni di legge volti a cancellare la sinistra comunista da tutto il panorama politico nazionale. Sarà forse perchè eravamo e siamo l'unica forza politica che parla il linguaggio della verità? vi invitiamo a riflettere sulla gravità di un disegno di legge che mina la possiblità di molti elettori ad essere rappresentati politicamente.

Riportiamo una lettera inviata alla Soprintendenza ai beni culturali e ambientali dove viene chiesta, da parte del circolo Metropolis, da un comitato di cittadini nato ad hoc, e dall'UNAC, la revoca del nulla osta per l'installazione di un'antenna di telefonia mobile nei pressi dell'antico borgo di Scopello e di Torre Bennistri. Gli abitanti di Scopello hanno già avviato una raccolta di firme e a seguito del comunicato di denuncia sottoscritto dal circolo Metropolis il Comune di Castellammare del Golfo ha ordinato la sospensione temporana dei lavori e chiesto la revoca del nulla-osta alla Soprintendenza di Trapani.
Altre azioni di protesta sono in programma, ma non sarà facile riuscire a bloccare l'operazione già avviata.
Il Partito della Rifondazione Comunista, circolo di Castellammare del Golfo si unisce in questa lotta che prevede altre azioni di protesta che verranno rese note e pubblicizzate in questo blog e coglie l'occasione per invitare tutti i cittadini a firmare il documento che chiede la revoca del nulla-osta e ad impegnarsi affinchè l'operazione, già avviata, di installazione dell'antenna venga bloccata.

Di seguito si riporta il contenuto integrale della lettera.


Alla Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Trapani e
p.c. All’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente Ispettorato Forestale Trapani
Comune di Castellammare del Golfo
Associazioni Ambientaliste Regionali
Organi di stampa

OGGETTO : RICHIESTA DI REVOCA NULLA-OSTA ANTENNA DI SCOPELLO

Sta per essere installata con il nulla-osta di codesta Soprintendenza, un'antenna per la telefonia mobile a ridosso del baglio storico di Scopello e a poche decine di metri dall'antica Torre Bennisti, simbolo del borgo.L'antenna avrà un impatto devastante sul territorio, sia per le conseguenze sulla salute dei cittadini, sia per l'ennesimo sfregio a uno dei siti di maggior valore storico-paesaggistico della Sicilia occidentale, già pesantemente attaccato dalla speculazione edilizia degli ultimi anni.La vicinanza dell'antenna al centro storico di Scopello rischia inoltre di svalutare le iniziative degli operatori turistici della zona che sono pertanto estremamente preoccupati.Ci chiediamo come possa essere stata autorizzata tale opera da parte di codesta Soprintendenza, tenuto conto anche delle risibili prescrizioni indicate: un muretto di 40 cm. e un albero tra la strada e l’antenna per occultarla.La speciosità di tali prescrizioni è evidente: come può un albero occultare un’antenna di 20 metri? Quanti decenni sono necessari perché un albero raggiunga una tale altezza? Di che albero dovrebbe trattarsi? Ci vorrebbe una piccola foresta di alberi ad alto fusto!Considerato che l’antenna:A) sorgerebbe a ridosso di zona SIC-ZPSB) sorgerebbe a poche decine di metri dalla Torre Bennisti , simbolo di Scopello, per la quale gli abitanti del borgo alcuni anni fa hanno presentato richiesta di restauro C) sorgerebbe a meno di 60 metri dalle mura settecentesche del giardino antistante il borgo (zona A) e a circa 100 metri dal borgo stessoD) avrebbe un impatto ambientale notevole su un sito e un territorio tra i più rinomati e pregiati della Sicilia, per la cui difesa la popolazione del luogo si è più volte mobilitata, come in occasione del PRG di CastellammareE) che le prescrizioni che accompagnano il nulla-osta non diminuiranno per nulla l’impatto dell’antenna sull’ambiente, né potranno mai occultarla F) che da qualsiasi posizione la si osservi, la prevista allocazione dell’antenna ricade nel cono ottico del borgo di Scopello,criterio che codesta Soprintendenza ha in precedenza più volte adottato per costruzioni non altrettanto prossime al centro storico di Scopello (e noi non vogliamo pensare che si possano adottare misure diverse nell’applicazione di un identico criterio)G) che la concessione rilasciata contrasta clamorosamente con il Piano Territoriale Paesistico Regionale, ambito 1, elaborato da codesta Soprintendenza, il quale ha comunque espresso una posizione e un indirizzo ben precisi sulla tutela del patrimonio paesaggistico del nostro territorio,inspiegabilmente disattesi dal nulla-osta ora concesso.

Per i motivi sopraddetti noi sottoscritti, facendoci interpreti anche di un sentimento largamente diffuso tra i cittadini di Castellammare

CHIEDIAMO A CODESTA SOPRINTENDENZALA REVOCA IMMEDIATA DEL NULLA–OSTA PER L’ANTENNA DI SCOPELLO

COMITATO CONTRO L’ANTENNA DI SCOPELLO
CIRCOLO METROPOLIS CASTELLAMMARE
UNAC
(Unione Naz. Arma Carabinieri Volontariato e Protezione Civile)

La scomparsa di Sandro Curzi rappresenta un grande lutto per il giornalismo italiano e un grandissimo dolore per il Prc.
Viene a mancare una personalità straordinaria per sensibilità, capacità, carisma. Un uomo che ha dedicato la propria esistenza al lavoro di giornalista della carta stampata e radiotelevisivo. Per tutta la vita con la stessa, volitiva energia che lo ha visto sempre protagonista come operatore dell'informazione e direttore di testate, sino all'impegno come consigliere di amministrazione della Rai. Sempre realizzando la passione incontenibile per l'informazione e il giornalismo insieme a accanto a quella di militante comunista, traendone intelligenza e capacità critica.
Consideriamo un grande privilegio aver potuto lavorare insieme a lui, al suo amore per il giornalismo e al suo impegno politico, sia nella qualità di direttore che ha dato forza e valore a *Liberazione*, sia nella qualità di appassionato militante del partito.
Alla vedova e ai famigliari esprimo il cordoglio profondo e l'abbraccio pieno d'affetto mio personale e di tutto il Prc".

Paolo Ferrero, Segretario Nazionale PRC.
Roma, 22 novembre 2008

Si riporta la struttura e l'organizzazione del Partito in provincia di Trapani.

Segretario Provinciale: Morsellino Salvatore Via Acquanuova 40, 91013 Calatafimi Segesta Tel. 3276541541Mail: morsellinosalvo@libero.it
Responsabile scuola: Accardo Calogero Via Trieste 74, 91028 Partanna (TP)Tel. 3890798372l. Mail: geroaccardo@supereva.it
Tesoriere: Suriano Giovanna Stella Via Piemonte 91022 Castelvetrano Tel. 3209783560
Responsabile dell’Organizzazione:Navarra CamilloVia Ferrara 14,91014 Castellammare del GolfoTel. 3296896020Mail: camillo.navarra@tele2.it
Responsabile rapporti enti locali e stampa: Villabuona Valentina Via San Cusumano, 1291016 Erice (TP) Tel. 3273631759 Mail: valentina@villabuona.it
Presidente Collegio di Garanzia: Mazzara Salvatore Via G. Marconi 174, 91014 Castellammare del Golfo Tel. 3804568223 Mail: salvator.mazzara@tiscali.it

Componenti il CPFN. 1 Angileri Francesco. 2 Atria Carmelina. 3 Bertolino Giorgia. 4 Bosco Salvatore5 Candela Massimo6 Catalano Giuseppe7 Demitry Piervittorio8 Erice Maria Pia. 9 Fiorello Francesco. 10 Galante Giacomo. 11 Garofalo Maria Antonietta. 12 Ingardia Giuseppe. 13 Mazzara Salvatore. 14 Messina Domenico. 15 Morsellino Salvatore. 16 Mucci Giuseppe. 17 Navarra Camillo. 18 Ortisi Giuseppe. 19 Raccagna Ernesto. 20 Renda Giuseppe. 21 Titone Lucia. 22 Villabuona Valentina.

In risposta alla crisi economica e sociale che sta investendo tutto il mondo e, in maniera forse anche più cruenta l'Italia, diventa necessario fare fronte comune insieme alla Cgil, ai sindacati di base e a tutti quelli che vogliono, come noi del PRC, contrastare il disegno di Governo e Confindustria, consolidando l’opposizione, rispondendo a una politica che crea misera e arricchisce pochi con la forza e la dignità dei diritti per tutti, per la tutela del lavoro e le garanzie sociali, uniche vere questioni di sicurezza, per una vita degna per tutti, per uscire a sinistra da questa crisi.


Ecco perchè è necessario uscire a sinistra da questa crisi economica e sociale .
  • sul fronte dei diritti sociali il governo sta operando per eliminare qualsiasi garanzia, non prevedendo alcun recupero degli aumenti attraverso manovre redistributive come il recupero del fiscal drag, o la tassazione delle rendite finanziarie, per non parlare della diminuzione delle tasse su stipendi e salari. Persino la ventilata detassazione della tredicesima, un rimedio minimo ma che darebbe un minimo di respiro a molti lavoratori (quelli che ancora lavorano, perché da metà dicembre si prevede la chiusura di molte fabbriche per almeno un mese, Fiat in testa, a Melfi come altrove), non sembra intenzionato a confermarla.


  • tutte mosse anticrisi promosse da questo governo, con l'avvallo del PD, sono a favore di Confindustria, che dal canto suo propone una riforma del modello contrattuale che esplicitamente derubrica il conflitto sindacale e impone la ‘tregua’ nel periodo di rinnovo, sostenuta da sanzioni. Eliminazione del conflitto dopo naturalmente aver snaturato completamente il senso e la forza del Contratto nazionale, sradicando il concetto di diritto del lavoro a favore dell’arbitrio totale.
La crisi che stiamo attraversando (è vero) viene da molto lontano, prima di tutto da una politica economica e industriale, fin dall’accordo del 23 luglio del ’93, che ha fissato un tetto ai salari abbassando sempre di più il costo del lavoro, e poi con il taglio generale delle garanzie del lavoro già con il pacchetto Treu e poi con la legge 30 a favore della precarizzazione. E’ l’Istat, infatti, ad indicare nelle forme di lavoro più flessibili la bassa crescita di produttività e pil. Ma non basta: abbiamo visto aumentare materie prime e generi alimentari in modo vertiginoso in quest’ultimo anno, senza alcun intervento del governo per limitare i danni. Per non parlare dei costi delle abitazioni: affitti inarrivabili per tanti, troppi, mutui impensabili per una generazione che vive di contratti a termine, lavori a chiamata, collaborazioni.
Ed ora che la crisi sta portando alla recessione, che l’economia reale ne paga i danni, che le fabbriche chiudono e la cassa integrazione dilaga, la risposta di governo e Confindustria è quella di darsi man forte per deregolamentare ancora il lavoro e i suoi diritti, facendo diventare l’arma del ricatto del bisogno di lavoro una regola: la vicenda Alitalia in questo senso è emblematica.
I dati sulla cassa integrazione sono sconfortanti: all’inizio di settembre sono 1.113 le richieste, la richiesta di Cig ordinaria (crisi aziendale) è aumentata del 30,75% dal 2007, le stime parlano di ben 75.425 persone che hanno perso il lavoro (dati fonte Inps).
E siamo solo all’inizio. A tutto questo il governo, dal ddl 112 voluto da Tremonti nel Dpef di giugno fino al contratto per gli statali voluto da Brunetta, non a caso firmato solo da Cisl Uil e Ugl, dopo cioè aver destrutturato il lavoro e le sue garanzie a colpi di decreti legge, risponde attaccando il diritto di sciopero e lo statuto dei lavoratori.
Il 12 dicembre la Cgil ha indetto lo sciopero generale, al quale Rifondazione Comunista ha immediatamente aderito per informare e coinvolgere il maggior numero possibile di lavoratori in questa forma di lotta. Inoltre, apprendiamo con soddisfazione la notizia dell’adesione anche da parte dei sindacati di base. La protesta si va estendendo a tutti i settori, in tutto il territorio.

Quanto dura una giornata?

Da quando è nato il Berlusconismo sentiamo dire da più parti che i ministri, i parlamentari, i sottosegretari dei governi Berlusconi di questi ultimi anni lavorano 22, 20 ore al giorno, dormono al massimo 2, 3 ore anotte. Brunetta addirittura è così stakanovista da fare paura. Le dichiarazioni della onorevole Carlucci, però, gridano vendetta. Ecco alcuni passaggi: Giornalista: onorevole, non si può dire che il vostro stipendio non è alto. Carlucci: perché è alto? Allora adesso io ti mando l’elenco delle mie spese. Perché io ho il rimborso aereo, ma quando vado a Trani o a Bari dormo e mangio in albergo. Ti faccio l’elenco delle mie spese e poi vediamo se il mio stipendio è alto. Il mio stipendio è il minimo! Perché tutte le spese che ho le sostengo con i miei soldi. Spese che giustamente servono a mantenere il rapporto con l’elettorato. Giornalista: Ok allora facciamo un ragionamento sul netto. Un dipendente in busta paga prende X, a lei quanto resta in tasca tolte le spese? Carlucci: Ma scusa, innanzitutto sai quante ore al giorno lavoro io? NoVentiquattrore su ventiquattro. Dormo tre o quattro ore per notte perché io da Montecitorio mi porto il lavoro a casa! Devo studiare, devo leggere… Faccio delle interpellanze? Ebbene, mi devo preparare, mica posso scrivere delle stronzate! Se no mi ridono dietro. Metti in conto tutto! Allora adesso tu dimmi: quanto paghi il mio straordinario a casa? Perché il mio orario di lavoro ufficiale è finito. Quanto costo io il sabato e la domenica? E allora che cosa dite! Giornalista: Si però lo stipendio medio di un cittadino… Carlucci: Un operaio quando va a casa ha lasciato i suoi problemi nel suo ufficetto. Io quando vado a casa ho ancora i miei problemi di lavoro. Il mio telefono è sempre accesso, è sempre quello dal 1994 e chiunque mi può raggiungere, sabato domenica o festivi. Ma mica solo io lavoro così tanto. Però voi purtroppo pensate che tutti siano dei lavativi perché questo è il messaggio che passa. Non è questo il punto. Giornalista: Al di là di chi lavora o non lavora in Parlamento, lei saprà che in Italia stiamo attraversando in periodo di recessione e quindi la busta paga di un onorevole fa ancora scalpore. C’è poco da girarci intorno. Carlucci: Poco da girarci intorno? Va bene allora io, se mi lasci la tua email, ti farò l’elenco della spesa, con tutti i costi che io devo mantenere per avere un rapporto con il mio elettorato in Puglia o per il mio ufficio – perché io non ho solo l’ufficetto del parlamentare – ma ho una segreteria, un addetto stampa e tutto quel che serve per fare bene questo mestiere. Allora tu alla tua cameriera quanto dai per gli straordinari? Eh? Quanto le dai? Perché io quando torno a casa invece di stare con mio figlio lavoro e nessuno mi paga gli straordinari. Io sono tenuta fare questo lavoro anche la sera e anche nei giorni di festa ed è valutato nella mia busta paga. Quindi il suo stipendio è meritato. E direi proprio di sì, guarda. Perché io voglio sapere quanto dai alla tua cameriera di straordinario. Chiunque lavori delle ore in più viene pagato. Noi no. E nessuno considera mai che nel nostro stipendio è incluso tutto il lavoro extra.
Dopo avere letto attentamente, caro lettore, e, a, volte, mi chiedo come, elettore, ti sarà venuto più di un ragionevole dubbio:

Ma quanto dura una giornata? se dura ancora 24 ore, vuol dire che questi lavorano tutto il santo giorno. Poverini!

Ma visto le lamentele sulle indennità percepite non sarebbe il caso di indire una raccolta fondi per i nostri poveri parlamentari? forse chissà non arrivano alla fine del mese.

Ma il dubbio più grosso che ti verrà in mente è questo: Ma se questi lavorano così tanto creando tantissimi problemi alla gente onesta, che lavora e si fa un mazzo dalla mattina alla sera, non sarebbe il caso di spedirli a casa?

200 firme per dire no al lodo Alfano.

Più di 200 firme raccolte durante la mattina di sabato 15 novembre davanti il mercatino comunale di Castellammare del Golfo. Più di 200 firme per indire un referendum abrogativo della legge Alfano. Una legge che offende il buon senso e che lede le fondamenta dello stato di diritto. Essa, infatti, vìola due articoli della costituzione italiana: l'articolo 3 (tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge e l'articolo 24 (diritto alla difesa). Blocca automaticamente tutti i processi - anche quelli che riguardano reati comuni - solo per quattro cittadini: Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio, Presidenti di Senato e Camera. E la maggioranza di governo sta tentando di estendere la legge a tutti i ministri!
Mentre il popolo viene impoverito, il carovita non permette di arrivare a fine mese, i salari e le pensioni vengono falcidiati, la precarietà aumenta, la scuola pubblica viene demolita, questo governo si preoccupa di difendere con arroganza una legge profondamente ingiusta, costruita come privilegio dei potenti per sottrarli alla legge. Sembra padossale che chi legifera decide anche di non essere processato. Ma dove stiamo andando a finire?




Partito della Rifondazione Comunista circolo di Castellammare del Golfo.

Carovana antimafie. Cosa è, cosa chiede.

Cosa è.

Un'iniziativa organizzata da Libera, Arci e Avviso Pubblico, un viaggio di oltre due mesi lungo la Penisola italiana in circa 100 tappe che toccheranno tutte le Regioni d’Italia con appuntamenti itineranti, volti a sensibilizzare la cittadinanza sul tema della lotta alle mafie, sulla sicurezza sul lavoro e la lotta a qualsiasi forma di razzismo. Diverse e articolate le iniziative che vanno dal momento di riflessione ed incontri con magistrati e familiari di vittime di mafie a quello di gioco, dal convegno allo spettacolo, dalla proiezione di film all' animazione per i più piccoli.
La Carovana muove da due diverse aree geografiche del paese: Sud e Centro-Nord, per ricongiungersi a metà dicembre nella tappa finale a Comiso in provincia di Ragusa. In sintesi si tratta di una carovana, fatta di uomini e donni che lottano per riaffermare i valori della Costituzione e della Dichiarazione universale dei diritti umani.
Cosa chiede.
Le richieste della carovana antimafie sono molteplici e sono riassunte nel Manifesto che durante il lungo viaggio potrà essere sottoscritto da tutti coloro che hanno a cuore la lotta alle mafie.
Ecco il Manifesto che ricorda come la vera emergenza sicurezza in Italia sia quella legata alla corruzione e alle mafie.

La carovana antimafie chiede che:
  • Siano restituiti con maggiore celerità alla collettività i beni sottratti alle mafie e ai corrotticon progetti di sviluppo e di cittadinanza;

  • Siano sostenute le vittime della criminalità organizzata e non, insieme ai loro familiari;

  • Sia incentivato e tutelato il ruolo dei collaboratori e dei testimoni di giustizia;

  • Siano denunciate le collusioni tra mafia e politica e colpiti i legami tra mafia ed economia;

  • Siano contrastate le ecomafie introducendo nel codice penale i delitti contro l’ambiente;
  • Siano finanziate e rilanciate politiche educative e giovanili che promuovano una cultura della legalità democratica, della solidarietà e della giustizia sociale;
  • Siano favoriti i processi di inclusione dei migranti che vivono nel nostro Paese e di quanti lasciano la propria terra in cerca di pace e lavoro;
  • Sia contrastata la riduzione in schiavitù, la tratta degli esseri umani ed il lavoro nero, attività legate agli interessi criminali delle mafie nel nostro paese;

  • Sia approvata una riforma del sistema radiotelevisivo, a partire dalla RAI, che favorisca l’accesso alla libera informazione dei cittadini e fornisca notizie e approfondimenti sui temi delle mafie, della corruzione e delle battaglie per la legalità;

  • Sia valorizzato il ruolo della partecipazione civile, antidoto all’esclusione sociale ed alle solitudini.

Questi sono gli impegni della carovana antimafie, questi diventano anche i tuoi impegni se sottoscrivi questo appello!

PRIMI FIRMATARI:don Luigi Ciotti, Paolo Beni, Andrea Campinoti, Caparezza, Giancarlo Caselli, Massimo Cirrie Filippo Solibello, Emma Dante, Guglielmo Epifani, Niccolò Fabi, Claudio Gioè, Flavio Lotti,Carlo Lucarelli, Roberto Morrione, Moni Ovadia, Ulderico Pesce, Andrea Satta e i Tetes debois, Peppe Servillo, Daniele Silvestri.

Raccolta firme contro il lodo Alfano.

Sabato 15 novembre di fronte il mercatino comunale il circolo PRC di Castellammare del Golfo, alla presenza del consigliere provinciale del PRC Giuseppe Ortisi, promuoverà una raccolta firme per indire un referendum abrogativo del lodo Alfano. Ecco, comma per comma, la sintesi del contenuto del Lodo Alfano, costituito da un articolo e 8 commi. C'è molto per indignarsi: è sufficiente leggere con attenzione.

  • Sospensione dei processi penali nei confronti delle alte cariche dello Stato (articolo 1, comma 1). La sospensione opera per il Presidente della Repubblica, per il Presidente del Senato, per il Presidente della Camera, per il Presidente del Consiglio dei ministri. La sospensione opera dalla data di assunzione della carica o della funzione e si applica anche ai processi penali per fatti antecedenti l'assunzione della carica.

  • Rinuncia alla sospensione (articolo 1, comma 2). L'imputato o il suo difensore munito di procura può rinunciare alla sospensione in ogni momento.

  • Assunzione delle prove non rinviabili (articolo 1, comma 3). Nonostante la sospensione del processo il giudice potrà procedere, se ne ricorrono i presupposti, all'assunzione delle prove non rinviabili. Secondo la relazione illustrativa del provvedimento si tratta di una valvola di sicurezza che salvaguardia il diritto alla prova e impedisce che la sospensione operi in modo generale e indifferenziato sul processo.

  • Prescrizione (articolo 1, comma 4). Alla sospensione del processo è collegata la contestuale sospensione dei termini di prescrizione.

  • Durata della sospensione (articolo 1, comma 5). La sospensione opera per l'intera durata della carica o della funzione e non è reiterabile (su questo punto però si pone una eccezione, nel caso di una nuova nomina nel corso della stessa legislatura).

Secondo la relazione illustrativa al provvedimento questo regime speciale sarebbe imposto dalla diversa durata delle 4 cariche interessate dal provvedimento.

  • Trasferimento dell'azione in sede civile (articolo 1, comma 6). In caso di sospensione possibilità per la parte civile di trasferire l'azione in sede civile.

  • Disposizione transitoria (articolo 1, comma 7). Sospensione estesa anche ai processi penali già in corso, in ogni fase e grado, all'entrata in vigore del provvedimento.

  • Entrata in vigore (articolo 1, comma 8). Il provvedimento entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Non voltiamo le spalle agli anziani.

Pensioni da schifo, molto spesso accompagnate da solitudine. Un centro anziani, di fronte la villa comunale, dove potere trascorrere un pò di tempo in compagnia, magari raccontando i tempi che furono. Ma i locali servono al comune e questi anziani verranno trasferiti nei locali della villa Olivia alla periferia del paese. E' facile comprendere quali disagi ciò comporterà per gente non più giovanissima, ma una domanda più prettamente politica rivolgiamo al sindaco: ma questi provvedimenti sono condivisi dalla gente?
sulla vicenda indagheremo per fornire notizie più precise e dettagliate.
circolo PRC Castellammare del Golfo.

Sviluppi sul "caso" Pietro Milazzo.

In merito alla vicenda che ha coinvolto, suo malgrado, Pietro Milazzo, noto attivista sociale di Palermo, conosciuto soprattutto per le sue lotte sul diritto alla casa, vicenda su cui abbiamo già illustrato in linea di massima i fatti in un post precedente, pubblichiamo gli aggiornamenti pervenuteci direttamente dalla redazione di kom-pa.net (http://www.kom-pa.net/), dove potrete trovare ulteriori approfondimenti.


dalla redazione di kom-pa.net.

Come da voi richiesto, vi aggiorniamo sul caso di Pietro Milazzo,"avvisato" dal questore di Palermo.
Sebbene in diversi incontri il questore abbia minimizzato il peso dell'atto notificato a Pietro Milazzo, al contempo ha confermato di volerlo revocare. Per questa ragione i legali di Pietro hanno prodotto una richiesta formale di revoca che verrà presentata nei prossimi giorni. Contestualmente Pietro ha scritto una "lettera aperta" al Questore che consegnerà Giovedì 13 Novembre alle ore 11. La consegna sarà preceduta dalla pubblica lettura del testo e dagli interventi di alcuni dei primi sottoscrittori dell'appello a Pietro. Il testo integrale della lettera sarà pubblicato da kom-pa.net nel pomeriggio dello stesso giovedì. Chiunque possa e voglia é invitato a partecipare a questa consegna formale. Di seguito riportiamo alcune righe scritte da Pietro in relazione alla vicenda e all'azione simbolica promossa per il prossimo Giovedì 13/11.


Cari amici ed amiche, nel ringraziare di cuore Voi e tutti coloro che hanno inviato messaggi di solidarietà ed appoggio, e sapendo che Voi eravate e siete perfettamente consci che la vicenda che mi ha interessato, non riguarda solo me, ma rappresenta un grigio tentativo di ritornare ad atmosfere cupe di stretta repressiva ed intimidatoria, Vi chiedo di volerMi accompagnare in un atto che è formale ma anche sostanziale: la consegna diretta di una lettera aperta che io ho indirizzato al Signor Questore di Palermo Marangoni, nella quale, oltre a chiedere formalmente la revoca del provvedimento "avviso orale", espongole Mie considerazione sulla vicenda. Spero che sarete in tanti, insieme a Me, per rivendicare il pieno diritto di espressione, di organizzazione del conflitto sociale, di pratica della militanza e dell' attivismo sociale.Ciò è tanto più importante oggi alla luce della nuova esplosione del movimento studentesco, giovanile e popolare in difesa della scuola ed università pubblica. Contro questo movimento entusiasmante ricompaiono vecchi e nuovi provocatori e si minaccia l'uso della forza e della repressione.
Dobbiamo ricacciare questi fantasmi neri da dove sono venuti..
Da questo punto di vista la mia vicenda, emblematica ed espressione di questo clima, può essere utilizzata per rafforzare la nostra consapevolezza collettiva ed il nostro sentirci parte di una comunità critica, determinata e decisa ad andare sino in fondo.
Tutti noi abbiamo bisogno di credere che la realtà può cambiare., Obama negli Usa vince perché comunica, magari in modo illusorio, questo messaggio, costruiamo assieme la nostra speranza laica..


Pietro Milazzo Palermo, 6 Novembre 2008

Giù le mani dal Plesso Buccellato.

COMUNICATO STAMPA

In merito al cambiamento della destinazione d’uso dei locali del Plesso Buccellato, Il Partito della Rifondazione Comunista, circolo di Castellammare del Golfo, nel ribadire piena solidarietà al comitato dei genitori e degli insegnanti, si chiede come possa crescere una società dove la scuola e, quindi, la formazione delle nuove generazioni venga messa in secondo piano e considerata uno ostacolo allo "sviluppo" del paese. La scelta del sindaco Bresciani appare, tra l’altro, in contraddizione con la rivalutazione del centro storico tanto vagheggiata dallo stesso, nell’ultima campagna elettorale. La scuola Buccellato non è semplicemente un edificio da riempire con qualche ufficio ma una struttura che ha rivestito un ruolo socio-educativo fondamentale per la crescita culturale di un intero quartiere storico. Ruolo che dovrebbe essere valorizzato da una giunta comunale e non mortificato da scelte incomprensibili che penalizzano oltre modo tanti bambini, padri e madri di famiglia. Il Partito della Rifondazione Comunista rimane, pertanto, perplesso sull'operato della Giunta Bresciani e ancor di più su quello di un consiglio comunale non propositivo, che ritiene di potere contribuire alla rinascita e allo sviluppo del Paese trasferendo l’ufficio tecnico comunale da un locale ad un altro, senza chiedersi il perché della situazione di crisi economica in cui versa il Paese e senza fare fronte attraverso alcune iniziative concrete e tangibili ai rischi derivanti dal caro vita, con il conseguente calo dei consumi, che sta mettendo a dura prova i tanti cittadini di Castellammare del Golfo che non arrivano alla fine del mese.




Circolo PRC Castellammare del Golfo

Occupazioni scolastiche. Cosa bisogna sapere.

In merito alle dichiarazioni rilasciate dal ministro dell'interno sulle occupazioni scolastiche da parte degli studenti, vi forniamo alcune informazioni utili per conoscere i rischi a cui si va incontro quando si occupa una scuola.


Di Italo Di Sabato, Responsabile naz. Osservatorio Repressione.



Il ministro degli interni ha recentemente dichiarato che “chi occupa le scuole sarà denunciato”. I reati che solitamente vengono contestati, in questi casi, sono:



  • l' “invasione di terreni o edifici”, art. 633 c.p.;

  • l' “interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità”, art. 340 c.p..

La giurisprudenza di merito e di legittimità si è espressa in più occasioni su questi temi:
Con sentenza del 30 marzo 2000 la II sezione della Corte di cassazione è intervenuta sul punto statuendo che: “ Non è applicabile l'art. 633 alle occupazioni studentesche perché tale norma ha lo scopo di punire solo l'arbitraria invasione di edifici e non qualsiasi occupazione illegittima. .... L'edificio scolastico, inoltre, pur appartenendo allo Stato, non costituisce una realtà estranea agli studenti, che non sono dei semplici frequentatori, ma soggetti attivi della comunità scolastica e pertanto non si ritiene che sia configurato un loro limitato diritto di accesso all'edificio scolastico nelle sole ore in cui è prevista l'attività scolastica in senso stretto.”
Tale sentenza ha avuto, inoltre, il pregio di individuare correttamente il momento consumativo e la condotta del reato contestato ed opera una sagace distinzione tra il momento dell'invasione di un edificio e quello della permanenza non consentita all'interno degli spazi, stabilendo che non è possibile assimilare la seconda alla prima in quanto “quando il legislatore ha voluto caratterizzare come fatto penalmente rilevante la permanenza arbitraria all'interno di un luogo, lo ha fatto con una previsione espressa, inversamente si incorrerebbe nella vietata analogia in malam partem ”.
Pregevole appare anche la ricostruzione dell'alterità del bene invaso in relazione agli edifici scolastici. La Corte regolatrice sottolinea che ai sensi del D.P.R. 21.5.74 n. 416 la scuola costituisce una realtà non estranea agli studenti che contribuiscono e concorrono alla sua formazione e al suo mantenimento, con un potere-dovere di collaborare alla protezione e alla conservazione della stessa, per cui non sembra configurabile un loro limitato diritto d'accesso nelle sole ore in cui è prevista l'attività didattica in senso stretto.
In tale disposto la Corte regolatrice stabilisce che nel reato di cui al 633 c.p. il termine invasione va interpretato come “una qualunque intromissione dall'esterno con modalità violente “
Altra pronuncia di legittimità soccorre nella ricostruzione dei contorni del reato in esame stabilendo che: “Il reato in questione costituisce una delle ipotesi di illiceità speciale: il fatto oggettivo dell'arbitrarietà del comportamento, essendo elemento costitutivo di fattispecie, deve riversarsi nell'elemento soggettivo del reato e costituire oggetto di rappresentazione e volizione da parte del soggetto agente,con la conseguenza che qualora il soggetto agente cada in errore sull'effettiva portata di una norma extrapenale, ritenendo legittimo il proprio comportamento, deve essere esente da responsabilità per mancanza di dolo ex art. 47 III comma c.p. dal momento che non si è rappresentato un elemento positivo della fattispecie”( così Cass. Sez. II, 17.5.1988, Oliva).
Tali statuizioni portano a concludere che l'esistenza per gli studenti di un diritto di critica fondato sulla loro libertà di espressione, pensiero e associazione all'interno della scuola fondano per gli studenti l'esercizio di un diritto che non verrebbe solo supposto dagli stessi ma che fonderebbe un'oggettiva causa di giustificazione.
Sulla interruzione di pubblico servizio
Diversa è la fattispecie di cui all'art. 340 c.p. che, laddove non vi sia un complessivo assenso ed una partecipazione alle iniziative di protesta da parte degli insegnanti, dei presidi, del personale amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola (ATA) potrebbe integrarsi nel caso in cui gli studenti impedissero deliberatamente il regolare svolgimento delle lezioni.
A tale fine si indica la giurisprudenza più significativa.
Se la c.d. "occupazione" della scuola da parte degli studenti avviene senza modalità invasive, e cioè consentendo lo svolgersi delle lezioni e l'accesso degli addetti, non è configurabile il reato di interruzione di pubblico servizio , neanche se l'attività didattica si svolge con difficoltà ed in mezzo a confusione. Tribunale Siena, 29 ottobre 2001”.
L'occupazione temporanea di una scuola, sebbene per motivi sindacali, integra gli estremi della fattispecie di cui all'art. 340 c.p. quando le modalità di condotta, volte ad alterare il normale svolgimento del servizio scolastico, esorbitano dal legittimo esercizio dei diritti di cui agli artt. 17 e 21 Cost., ledendo altri interessi costituzionalmente garantiti.” Cassazione penale , 03 luglio 2007 , n. 35178.
Da ultimo, per gli insegnati si evidenzia che, con una recente pronuncia, il Consiglio di Stato ha così statuito: “situazioni di c.d. occupazione di un Istituto scolastico per lo stato di agitazione degli studenti non esplicano un effetto esonerativo o di attenuazione degli obblighi di presenza, intervento e controllo del corpo del personale docente ed amministrativo della scuola, che tanto più devono garantire la loro presenza per evitare degenerazioni delle iniziative assunte dagli studenti all'interno dell'istituzione scolastica” (Cons. Stato, Sez. VI, 17/10/2006, n.6185). Pertanto, anche in caso di occupazione, continua a gravare sui docenti l'obbligo di presenza, intervento e controllo esistente anche in situazioni di normale svolgimento delle lezioni.

Statali. Sciopero della CGIL.

Una risposta chiara all’aggressione lanciata dal ministro Brunetta contro i lavoratori del pubblico impiego, una dimostrazione di forza e di autonomia per dire no al tentativo di imporre un accordo nazionale al massimo ribasso, dentro una logica di subordinazione del sindacato.
Così Alfio Nicotra, commentando lo sciopero e la manifestazione della Funzione pubblica Cgil tenutasi ieri mattina a Milano.
Importante l'incontro tra studenti e lavoratori in Piazza del Duomo. La connessione tra i movimenti che si ribellano alle politiche regressive del governo Berlusconi è indispensabile per impedire che la crisi venga scaricata sui ceti popolari in termini economici e di restrizione dei diritti. Di qui, conclude Nicotra, può nascere una vasta opposizione sociale e politica, capace di invertire la rotta disastrosa su cui il centrodestra sta guidando il paese.
Una riflessione nasce spontanea ma adesso con l'influenza in arrivo, lo stato farà cassa e il Brunetta farà credere che l'influenza "vera" colpisce solo i lavoratori privati, mentre quella che colpisce gli statali è una influenza fasulla?
Circolo PRC Castellammare del Golfo.


di ANTONIO CIANCIULLO


Un italiano su tre paga una bolletta che non dovrebbe pagare. Lo dice la Corte Costituzionale (sentenza numero 335 del 10 ottobre scorso) precisando che il canone di depurazione delle acque si deve versare solo in presenza di questo servizio. Ovvio? Mica tanto. Un italiano su tre - nonostante una direttiva europea approvata nel 2000 che entrerà in vigore nel 2015, cioè ieri in termini di realizzazione di impianti di questa portata - ha scarichi non collegati a un depuratore e li paga. Li paga perché le aziende hanno deciso di usare la politica dei due tempi: prima la tariffa, poi il depuratore. Una scelta ritenuta incostituzionale.
La denuncia viene dal Gruppo 183, un think tank sulla questione acqua, che denuncia il ritardo con cui viaggia l'Italia a causa di una lunga serie di rinvii che mette tutti in difficoltà. E' un problema per il paese, che va incontro a sanzioni da un minimo di 22 mila a un massimo di 700 mila euro al giorno (la procedura di infrazione è già a uno stadio avanzato). E' un problema per le aziende, che si trovano di fronte a seri problemi di liquidità. E' un problema per milioni di cittadini che si trovano a pagare, e ad aver pagato per anni, somme non dovute.
Parliamo di cifre significative. Gli investimenti necessari a costruire le infrastrutture mancanti vanno dai 30 euro per abitante l'anno previsti in Liguria agli 87 previsti a Pavia: una torta che complessivamente vale parecchie centinaia di milioni di euro. Fondi che si cercava di ottenere con una forma di prestito gratuito prelevandoli anticipatamente dalle bollette. Vediamo come.
Le bollette per la fornitura dei servizi idrici comprendono varie voci: fornitura, scarichi, depurazione. Per un totale che oscilla tra un euro e un euro e mezzo a metro cubo. Ma non sempre a tutte le voci corrispondono servizi. Ecco un elenco di città in cui la depurazione è assicurata al 100 per cento e quindi la bolletta è in regola: Bergamo, Bolzano, Cagliari, Campobasso, Caserta, Cosenza, Foggia, Lecco, Modena, Torino, Vercelli. Ma altre città viaggiano a scartamento ridotto: 34 per cento di depurazione a Palermo, 33 per cento a Catania, 29 per cento a Trieste, 38 per cento a Treviso.
Nei casi in cui il servizio non è coperto al cento per cento il cittadino può, dopo aver chiesto l'indice di depurazione al Comune che è tenuto a darlo, rivolgersi al giudice di pace per ottenere la restituzione della quota parte della bolletta relativa al servizio non prestato.

Alla faccia dei cittadini. Firmato Bresciani.

Il consiglio comunale di mercoledì 5 novembre presieduto dal presidente Giuseppe Cruciata, già assessore con la Giunta Ancona, sciolta per infiltrazioni mafiose, ha votato contro la mozione presentata dai consiglieri del Partito Democratico, Salvatore Galante e Sebastiano Cruciata, che chiedevano il mantenimento della scuola Buccellato di via canale vecchio. Tredici i voti contrari e quattro i favorevoli (i consiglieri del Pd Cruciata e Galante, il consigliere dell’Udc Vito Bonventre ed il consigliere di maggioranza Ivano Motisi, assenti i consiglieri dell’Mpa Norfo e Di Gregorio ed il consigliere Simone Scaraglino di Castellammare democratica unita). Pertanto, vane sono risultate le mobilitazioni e le proteste del comitato dei genitori e degli insegnanti del Plesso Buccellato. Sconcertanti le parole del Sindaco: «E’ superfluo specificare che ai bambini che l’anno scorso andavano in quella scuola e adesso sono ospitati in altri istituti, sarà garantita una soluzione dignitosa. Sono amereggiato e deluso, perché il paese non cresce se non cresce la società. Occorre guardare più in là del particolare per risvegliare un paese assopito. E’ vero che c’era l’indirizzo dei Commissari di spostare l’utc nei locali dell’ex Macello comunale, ma per fare questo occorrono come due-tre anni, mentre attualmente l’ufficio tecnico rimane in una sede inagibile, aperta su responsabilità del sindaco e del dirigente dell’utc Simone Cusumano. Ho pensato e lavorato per la scuola Buccellato, per i suoi alunni ed insegnanti, ma il dialogo è possibile quando l’altra parte è disposta ad ascoltare. Qui non stiamo decidendo di fare una sala da ballo in via Canale Vecchio, ma un ufficio importantissimo per il paese. L’utc, causa di tanti mali, deve rinascere e noi dobbiamo attivarci per questo, non facendo filosofia, ma trovando una soluzione attuabile tra pochi mesi e non tra chissà quanti anni».

Il Partito della Rifondazione Comunista, circolo di Castellammare del Golfo, si chiede come possa crescere una società dove la scuola e, quindi, la formazione delle nuove generazioni venga messa in secondo piano e considerata uno ostacolo allo "sviluppo" del paese. Inoltre, la seduta del consiglio è stata caratterizzata, ancora una volta, dalla mancanza di argomentazioni, da parte degli esponenti della maggioranza consiliare, nello spiegare la scelta di trasferire là dove c'era una volta una scuola l'ufficio tecnico. Rimaniamo perplessi sull'operato della Giunta Bresciani e ancor di più su quello di un consiglio comunale inesperto, non propositivo e legato a vecchie logiche di spartizione del potere. Il partito della Rifondazione Comunista chiede con forza che il Sindaco torni sui propri passi e restituisca all'edificio il ruolo che gli compete e, inoltre, coglie l'occasione nel ribadire pieno appoggio e solidarietà al comitato dei genitori e degli insegnanti.







Circolo PRC di Castellammare del Golfo.


Rifondazione Comunista esprime piena condivisione con lo sciopero della CGIL contro il Protocollo Brunetta riguardante il Pubblico Impiego e per il rinnovo contrattuale.

La campagna del ministro Brunetta contro i cosiddetti “fannulloni” ha dato inizio ad un odioso attacco contro i lavoratori pubblici; il Governo sta puntando, da un lato, a mettere i lavoratori contro l’utenza e dall’altro ad un ridimensionamento dei servizi pubblici e della sanità.
La legge finanziaria 2009 taglia risorse per le retribuzioni di tutti i comparti pubblici e, contemporaneamente, non prevede nessuna stabilizzazione per le migliaia di lavoratori precari, che verranno licenziati a luglio 2009.


Rifondazione Comunista si batte per:

• Respingere gli attacchi di Brunetta e Confindustria alla Pubblica Amministrazione che puntano a privatizzare servizi gestiti dal pubblico;

• La difesa della Pubblica Amministrazione come lo strumento principale dello Stato Sociale garante di servizi per tutti i cittadini;

• Per la qualità ed il rilancio dei servizi;

• Per la stabilizzazione di tutti i lavoratori precari;

• Per il rafforzamento del potere contrattuale dei lavoratori, con veri aumenti salariali.

NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO!

PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA


La riforma del ministro Maria Stella "Tremonti", pardon Gelmini, farà risparmiare 8 mld di euro allo stato italiano, ma andrà a gravare sul personale, sulle famiglie e sulle risorse per l'università e la ricerca.

La Gelmini è uno dei ministri "pupo" del governo Berlusconi. le fanno "buona compagnia" alla giustizia Alfano (quello del lodo Alfano), all'ambiente Prestigiacomo. Giovani, di belle speranze e tanto inesperti. perfettamenti funzionali al premier e a Tremonti che dall'alto muovono le fila, mentre i burattini incassano le critiche dell'Opinione pubblica. Un perfetto gioco delle parti: pupi e pupari.

Prologo: Il piano programmatico del MIUR in applicazione dell'art. 64 della legge 133/08, inserita nella manovra finanziaria approvata l'estate scorsa, prevede una riduzione di circa 140.000 posti tra docenti e ATA nei prossimi 3 anni e riduzioni sia in termini di risorse finanziarie che umane negli Atenei. In Sicilia il taglio interesserà tra docenti e personale ATA circa 14.000 unità. Non è un'idea di scuola diversa, ma semplicemente meno scuola. Non è una riforma ma un taglio.

I atto -attacco alla scuola-: ritorno al maestro unico, revoca del tempo pieno, taglio agli organici e agli orari di lezione, blocco del turn over, chiusura dei plessi scolastici nei piccoli centri.

II atto -attacco alle università-: limitazione del turn over con previsione di un'assunzione ogni 5 pensionamenti, trasormazione degli Atenei in fondazioni private in grado di captare capitali.

III atto -attacco al movimento di protesta- (con la collaborazione di Brunetta e Maroni): considerare tutti i manifestanti conservatori dello status quo (baronati), denunciare chi occupa le scuole e l'università, considerare tutti gli impiegati nel pubblico fannulloni, organizzare una campagna denigratoria contro gli studenti di sinistra.

Epilogo. Fine della Scuola Pubblica.


Forse no......se riusciremo con la forza delle idee , della cultura e dell'ideologia, che vuole una scuola di tutti e per tutti, a indirizzare il grosso movimento di protesta verso posizioni più progressiste, volte a riformare una scuola che così com'è non ci piace.

Non cadiamo nel gioco delle parti......continuiamo a lottare.




Circolo PRC di Castellammare del Golfo.

Una delle proposte del PRC di Castellammare del Golfo, durante l'ultima campagna elettorale, era quella delle creazione del mercato del contadino. Questi mercati permettono all'agricoltore di vendere direttamente i loro prodotti al consumatore, con la possibilità di abbattere i prezzi di almeno il 30%. Senza tenere conto delle società private che hanno partecipato al bando, si registra come la totalità dei comuni che hanno presentato domanda figurano in graduatoria. Da questa notizia emerge come sia necessario per gli enti locali progettare al fine di accedere ai finanziamenti. Perchè non cominciare da qualcosa del genere, venendo incontro agli interessi della collettività, in luogo del meccanismo clientelare del "trasi brasi e nesci masi"?

Circolo PRC di Castellammare del Golfo.

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